Pornodipendenza e psicoterapia

buonasera

sono un ragazzo di 33 anni e sono un pornodipendente da circa tredici anni. Sei anni fa ho deciso di farmi dare una mano e di affrontare una psicoterapia (senza farmaci). In questi sei anni sono molto cambiato e quasi tutti gli aspetti della mia vita sono profondamente migliorati. L'unica cosa che ancora non migliora è la mia dipendenza. Chiaramente il mio dottore dice che ci sono ancora molte cose da analizzare insieme e anche io credo che continuando su questa strada riuscirò ad uscirne. Ma quanto ci vorrà ancora? Per diverse ragioni da qualche tempo sento la necessità di dare un'accelerata al processo di guarigione per smettere di perdere tutti i treni della vita che mi passano davanti, ma non so come fare. Fra l'altro soffro anche di una sorta di riverenza nei confronti del mio medico e in questi sei anni non ho osato "guardarmi intorno". Da qualche tempo infatti nutro dei dubbi anche sul terapeuta in quanto basa le sedute molto sull'analisi dei sogni ma il fatto è che in tutti i sogni che faccio, a dir suo, c'è una sua rappresentazione. Se sogno mi madre...è lui, se sogno un amico...è lui, se sogno un polizziotto...è lui. Oltre al fatto che in questo modo mi rende le cose molto più difficili da capire comincio a non aver più fiducia nel fatto che l'interpretazione che fa sia corretta. Inoltre lui sa che sono piuttosto debole come persona, ma anche nei momenti più bui di questi sei anni (mi sono messo nei guai diverse volte) non mi ha mai sostenuto direttamente dandomi dei consigli o spronandomi o chiedendomi dettagli della mia vita da dipendente. Lui dice il suo sostegno si manifesta nel fatto che nelle ore programmate lui c'è ed è presente con tutto se stesso e tutta la sua professionalità per aiutarmi. Non so che dire...
Navigando in internet vedo che molti affrontano il problema anche in altri modi, ad esempio con la terapia di gruppo, con la terapia cognitivo comportamentale e così via. Vi scrivo dunque per sciogliere i seguenti dubbi: 1. La psicoterapia analitica è idonea per uscire dalla pornodipendenza? 2. Ha senso rivolgersi ad un altro psicoterapeuta? 3. La terapia cognitivo comportamentale che vantaggi potrebbe apportare?

Vi ringrazio vivamente
Cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile utente,

se la sua dipendenza dura da 13 anni, considerata anche la sua età, significa che lei ha trascorso una parte rilevante della sua vita soffrendo per questo problema.

Di conseguenza è possibile che solo un percorso di psicoterapia prolungato nel tempo possa risolvere il problema alla radice, e non solo superficialmente.

Se ha ottenuto molti risultati è plausibile che la terapia che sta effettuando sia adatta per lei, ma forse si è creata un'impasse che potrebbe rendere preferibile cambiare psicoterapeuta.
Non conoscendo direttamente la situazione è impossibile risponderle qualcosa di più preciso su questo punto, ma se lei si trova a disagio già da un po' di tempo e, pur avendone parlato, non vede la possibilità di superare questo stato d'animo, può essere indicato un proseguimento del lavoro con un diverso professionista.

Nulla osta a che lei provi eventulamente un tipo diverso di psicoterapia, ma tenga presente che la riuscita di qualunque psicoterapia richiede un buon rapporto fra paziente e psicoterapeuta (verificabile solo con il contatto diretto e non ipotizzabile a priori) e che la durata e la complessità del percorso sono sostanzialmente correlate alla situazione sulla quale si lavora, e cioè alla sua gravita, complessità durata e così via.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Dott.ssa, grazie per la risposta celere e chiara.

Cordiali saluti.

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Dr.ssa Sarah Cervi Psicologo, Psicoterapeuta 74 1 1
Gentile Utente,
non voglio entrare nel merito dei diversi approcci terapeutici, quindi non Le risponderò riguardo a vantaggi e svantaggi dell'approccio psicanalitico piuttosto che dell'approccio cognitivo-comportamentale. Ciò che posso affermare è che questi sono profondamente diversi.
Ma in realtà quello che mi colpisce, e che voglio sottolineare, è il fatto che lei sia "in sofferenza" riguardo al tipo di approccio terapeutico di cui si sta avvalendo attualmente. Infatti lei afferma:

"Per diverse ragioni da qualche tempo sento la necessità di dare un'accelerata al processo di guarigione per smettere di perdere tutti i treni della vita che mi passano davanti, ma non so come fare. "
e ancora:

"Fra l'altro soffro anche di una sorta di riverenza nei confronti del mio medico e in questi sei anni non ho osato "guardarmi intorno". "

Da questa sue frasi ciò che più mi colpisce è la sua insofferenza alla "dipendenza", infatti afferma che vorrebbe dare "un'accelerata al processo di guarigione" e che "soffre di una sorta di riverenza nei confronti del suo terapeuta", questo lo afferma all'interno di una richiesta di consulto riguardo ad un problema di "dipendenza" appunto!

Inoltre lei afferma anche:

"...comincio a non aver più fiducia nel fatto che l'interpretazione che fa sia corretta. "

Rispetto a questo sembra che lei inizi davvero a fare fatica ad affiìdarsi alle interpretazioni del suo analista e anche questo mi sembra un evidente segnale del fatto che lei inizi ad essere insofferente alla "dipendenza".

Ciò che desidero stimolarla a riflettere è se il suo percorso analitico non sia forse giunto a compimento e che ad oggi, maturate alcune utili consapevolezze, non abbia necessità di affidarsi maggiormente a se stesso scegliendo un tipo di terapia che la aiuti a svincolarsi dalle "dipendenze".

Sarah Cervi
www.psicologadellosviluppo-roma.blogspot.it
www.comunitalaquiete.blogspot.it

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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro 33enne,

talvolta capita, soprattutto con psicoterapie di lunga durata, che si verifichino degli "intoppi" nel percorso; talvolta capita che la relazione si esaurisca in maniera quasi naturale perché, nonostante l'impegno di entrambi, non si riescono ad elaborare nuove emozioni foriere di nuovi cambiamenti.
Se dopo aver affrontato in modo approfondito la questione con il suo terapeuta sente di non riuscire a superare questo momento nessuno le vieta di provare a rivolgersi ad un altro professionista.

Tenga tuttavia conto che la scelta di un altro psicoterapeuta comporta necessariamente la costruzione di una nuova alleanza, indispensabile per poter trarre benefici dalla terapia stessa.

Questo implica di doversi nuovamente "mettere in gioco" ma può anche rivelarsi uno stimolo per "provarsi" su un terreno nuovo che potrebbe anche essere stimolante; potrebbero aprirsi dei punti di vista differenti, e non necessariamente sul piano consapevole/conscio.

Le psicoterapie di matrice psicodinamica, di cui quella analitica fa parte, sono senz'altro idonee alla cura del suo disagio.

La terapia cognitivo-comportamentale ha un approccio per molti versi differenti rispetto a quello cui lei è stato abituato in questi 6 anni di percorso.

Il consiglio è quello di prendere prima una decisione rispetto alle sorti della terapia in corso parlando delle sue perplessità in modo chiaro e leale con il suo terapeuta e, solo dopo, valutare un incontro conoscitivo con un altro psicoterapeuta.

In bocca a lupo.
Un caro saluto.

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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dopo
Utente
Utente
Dr.ssa, grazie anche lei per la sua opinione.

Dopo tutto questo tempo sono davvero insofferente nei confronti della mia dipendenza e non vedo l'ora di smettere con determinati atteggiamenti.
In merito al mio psicoterapeuta, anche se ho dei dubbi su tante cose che dice non posso negare che in media mi abbia guidato nella direzione giusta e per questo lo ringrazio. Il fatto è che a 33 anni si sente molto di più il tempo che scorre rispetto a quando si aveva 25 anni e viene una certa fretta (almeno a me) di liberarsi di tante cose del passato per impegnarsi in cose nuove come sposarsi e avere figli. Ma come posso farlo con la consapevolezza che non sono completamente fuori dalla dipendenza? Spinto da questa fretta, come dice lei si accentua l'avversione per la mia dipendenza e, sebbene mi abbia aiutato molto, verso la terapia che sembra non finire mai.

grazie ancora
cordiali saluti
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Utente
Utente
Gentile dottore, grazie anche a lei per il suo prezioso punto di vista.

Cordiali saluti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Quindi, se non ho capito male, la sua psicoterapia l'avrebbe aiutata in tutti gli aspetti della vita, fuori che in quello per cui l'aveva iniziata.

La pornodipendenza è una dipendenza senza sostanze, simile per molti aspetti al gioco d'azzardo patologico, ma con in più delle aggravanti, ad esempio:

1) la stimolazione sessuale e l'orgasmo che ne consegue hanno un effetto ancor più potente nel mantenere la dipendenza;

2) si ha l'impressione, soprattutto nelle fasi iniziali, che dopotutto non si tratti di una dipendenza grave: non si perdono soldi e apparentemente non mina la salute.

Come tutte le compulsioni la pornodipendenza può beneficiare anche - ma non necessariamente - di un aiuto farmacologico. Le terapie attive e prescrittive, come la comportamentale o la breve strategica, sono adatte a questo tipo di disturbi.

Riguardo al suo percorso terapeutico attuale potrebbe non essere un caso che si è instaurata un'altra dipendenza, stavolta con il terapeuta.

Tutte le forme di psicoterapia possono essere efficaci, sebbene in modi diversi. Alcune possono però essere più efficienti, nel senso che a parità di efficacia richiedono un numero di sedute inferiore.

Se non è soddisfatto della sua terapia dovrebbe parlarne apertamente con il terapeuta, superando le remore, esprimendogli i suoi dubbi ed eventualmente decidendo di cambiare.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#8]
dopo
Utente
Utente
Caro dottore, grazie anche a lei.

Si dice bene e sembra buffo. La psicoterapia mi ha trasformato praticamente in un altra persona ma non ha eliminato il problema che mi ha condotto da lei.

In via preliminare vorrei fare due parole con un dottore specializzato in TCC e uno specializzato in PBS. Ma a chi chiedo? Senza fare nomi, ci sono siti ad esempio di associazione tramite i quali posso risalire ad un dottore della mia zona?

grazie ancora
Cordiali saluti.

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
la dipendenza dal porno, così come da internet , fa parte delle nuove forme di dipendenza senza sostanza, senza cioè un sostanza concreta che le crea dipendenza.
Crea dipendenza però la ritualità, la ricerca, l'autoerotismo e la ricerca del piacere che ne deriva.
A mio avviso, la strada più veloce è caratterizzata dalla terapia combinata: farmacoterapia e psicoterapia.
Se la psicoterapia effettuata fino ad adesso, ha lavorato su tutto, tranne sul sintomo, forse andrebbe cambiata.
La farmacoterapia, stabilizza l'umore, che in chi soffre di dipendenze, tende ad avere frequenti fluttuazioni e deflessioni.
La sua vita sessuale e relazionele, come procede?
Ha una fidanzata?
Riesce a provare piacere con e per altri da lei?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
"ci sono siti ad esempio di associazione tramite i quali posso risalire ad un dottore della mia zona?"

Sul sito dell'Ordine degli Psicologi della sua regione dovrebbe trovare l'elenco di tutti gli psicologi psicoterapeuti abilitati della sua zona.

Cordialmente
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Può iniziare consultando la lista d'iscritti a questo sito, contattando magari qualche specialista per chiedergli dei nominativi.

Può anche leggere questi articoli e relativi link di rimando, per informarsi ulteriormente:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
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dopo
Utente
Utente
Grazie dr.ssa,

il mio umore è sempre piuttosto alto. Non vorrei assumere medicinali.
Ho una fidanzata da circa 10 anni (che sa tutto) e la relazione è buona. Sessualmente lei non è trasgressiva come me e questo mi ha sempre dato leggermente fastidio, ma sono cose che si possono comprendere. Anzi, forse sono io quello fuori norma e le fantasie che ho sono molto alimentate dal materiale di cui faccio uso. Tutto sommato dico che va bene. Anche con gli altri i rapporti vanno molto meglio sopratutto con i miei genitori. Ho riscoperto mia madre, che mio padre mi aveva fatto odiare e ho accettato mio padre con il quale avevo praticamente rotto. Mi sembra un mistero che questa dipendenza permanga.

Grazie ancora
Cordiali saluti.
[#13]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
A volte la dipendenza soddisfa e surroga quello che manca altrove.
Dieci anni di fidanzamento e di porno dipendenza, mi sembrano l'uno il contro altare dell'altro.
Alla lunga, inoltre dovrebbe causare un possibile calo del desiderio sessuale.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> Ho riscoperto mia madre, che mio padre mi aveva fatto odiare e ho accettato mio padre con il quale avevo praticamente rotto. Mi sembra un mistero che questa dipendenza permanga.
>>>

E le due cose, in che senso dovrebbero essere legate? In che modo, cioè, riscoprire la madre e accettare il padre dovrebbe far sparire una pornodipendenza?

Le dipendenze, una volta instaurate, si automantengono sotto forma di circoli viziosi, alimentati dalla ricerca del piacere. Possono avere poco a che vedere con cause remote e molto a che vedere con cause recenti. E quindi per risolverle può essere poco utile cercare nel passato e più utile invece guardare al funzionamento attuale del problema. Questo almeno dal punto di vista di un approccio come quello breve strategico.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Non si può escludere anche che lei non riesca a risolvere tutto proprio per poter continuare ad andare in terapia, e ad avere quindi una persona che si occupa di lei.

O magari, in particolare, è possibile che lei mantenga il problema che l'ha portato in terapia perchè è una dipendenza che le consente di mantenere l'altra dipendenza che sospetta di avere, e cioè la dipendenza da quello specifico psicoterapeuta.

Non si può nemmeno escludere la presenza di componenti aggressive in tutto ciò, perchè la situazione si configura come un vasto successo terapeutico in tutto, ma non in quello che era il suo problema principale: in questo senso il mantenimento del sintomo può rappresentare un messaggio svalutativo di chi si occupa di lei, che non è capace di risolvere tutto - e lei continua a dimostrarglielo andando alle sedute.

Come vede le letture sono molteplici e non sono correlate al tipo di terapia, perchè lei potrebbe utilizzare (inconsciamente) il sintomo come ragione per non interrompere il rapporto o per svalutare lo psicoterapeuta sottoponendosi a qualunque psicoterapia.

Alla luce di tutto ciò penso che potrebbe esserle utile provare a prendersi un periodo di pausa, e vedere come vanno le cose.
Se si renderà conto di sentire la mancanza della psicoterapia in quanto spazio dedicato a sè stesso in cui in due vi occupate di lei, potrà ragionevolmente supporre che forse si tiene aggrappato al suo sintomo per non perdere questo spazio o per non perdere il contatto con il suo terapeuta.
Se invece il sintomo regredirà potrà supporre che, non avendo più un terapeuta al quale dimostrare che non è capace di aiutarla fino in fondo, il disturbo aveva preso ormai un significato diverso da quello che aveva in partenza.

Spero di essermi espressa in maniera comprensibile, e in ogni caso le auguro di prendere una buona decisione e di riuscire a risolvere fino in fondo i suoi problemi.

[#16]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
(..)In questi sei anni sono molto cambiato e quasi tutti gli aspetti della mia vita sono profondamente migliorati. L'unica cosa che ancora non migliora è la mia dipendenza(..)

gentile utente se mi rivolgo ad un medico per un problema al fegato e a distanza di anni risolvo problemi alla gola, alle gambe, agli occhi tranne che al fegato non mi sentirei di dire : quel medico ha fatto un buon lavoro.

e se ha scritto riportando un certo disagio, forse, è arrivato il momento di cambiare terapeuta e tipo di approccio.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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dopo
Utente
Utente
Gentili dottori,

grazie a tutti per i preziosi consigli e punti di vista.

Penso che sia giunto il momento di affrontare più attivamente la terapia e il mio problema. Ne parlerò con il mio dottore e proverò anche ad avere colloqui con nuovi dottori.

grazie a tutti di cuore.
cordiali saluti.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Bene, gliene riparli e si guardi attorno: è lei a decidere cosa fare e se cambiare.

Se vuole ci aggiorni, le faccio tanti auguri.
[#19]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dottori

dopo molto tempo poso darvi un aggiornamento sugli sviluppi della mia situazione sperando che possa essere d'aiuto anche per altre persone.
Alla fine ho deciso di continuare con la psicoterapia ma circa sei mesi fa ho sentito una fortissima esigenza di interrompere. Durante le ferie estive ho raggiunto livelli di benessere mai raggiunti ma dopo le ferie l'idea di tornare alle sedute mi rendeva molto nervoso. Ne ho parlato con il terapeuta e la sua risposta scontata è stata che c'è qualcosa che ancora non voglio vedere in faccia e tento infantilmente di scappare. Detto senza mezzi termini per me queste sono solo stupidate psicoanalitiche. Dopo anni di terapia posso permettermi di dirlo. Sta di fatto che sono circa sei mesi che discutiamo della possibile fine della terapia...e via cash!!! Nell'ultima seduta ho fatto due affermazioni importanti e la risposta del terapeuta è stata questa: "quello che ha detto mi dice che lei è effettivamente maturato quindi possiamo considerare il 2014 come l'anno in cui discutere di un eventuale (!!!!!!) conclusione della terapia". In questi sei mesi mi ha tenuto in scacco con la favola della volpe e l'uva (siccome la conclusione della terapia è troppo dura per me io vorrei interrompere...) e dicendomi che l'interruzione da parte mia sarebbe far fallire tutto il progetto di salute iniziato anni fa. Non sono d'accordo.
Recentemente leggevo Nardone il quale sosteneva che i miglioramenti che si notano in una psicoterapia psicodinamica tante volte non si capisce bene se sono dovuti alla terapia o alla naturale maturazione della persona dovuta agli avvenimenti della vita. Sono d'accordo con Nardone. Aggiungo anche dopo aver scoperto la psicoterapia mi sono messo a studiare intensamente la psicologia e l'animo umano e dico senza dubbi che molti dei miglioramenti che ho notato in me sono dovuti alle letture che ho fatto e alle mie riflessioni personali e non alla terapia. Il dottore mi ha sempre messo in allerta circa i miei studi confrontandoli con la mia dipendenza e alla mia voglia di farmi da me :-). Ora nutro forti dubbi su questa interpretazione e nutro forti sospetti che il problema lo abbia lui che mi ha sempre temuto per i miei studi. Una volta ho accennato ai punti di vista di Ellis e la sua risposta è stata: "non conosco questa persona ma è chiaro che non ha capito nulla di pscioterapia...". Forse lui non ha capito nulla di psicoterapia (e gliel'ho anche detto) perché in questo modo non ha fatto altro che diminuire la mia stima.
A questo punto posso solo dirvi che in funzione delle mie ultime considerazioni e soprattutto di come mi sento alla prossima seduta comunicherò al mio terapeuta che ho deciso di interrompere la terapia. Questa è una decisione importante ma sento che va presa. Questa decisione ormai irrevocabile mi rende anche fiero di me perché forse per la prima volta in vita mia faccio qualcosa ascoltandomi intimamente e fidandomi pienamente di me stesso.
I porno non li guardo più ma ho ancora una voglia costante e per me eccessiva di fare sesso con praticamente tutte le donne che vedo. La cosa l'accetto perché ad oggi io sono così ma è senz'altro un aspetto della mia vita da migliorare. Confido sul fatto che si possa fare.
Vi ringrazio tanto per i suggerimenti che mi avete dato in passato.
Buon 2014 a tutti!!!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> i miglioramenti che si notano in una psicoterapia psicodinamica tante volte non si capisce bene se sono dovuti alla terapia o alla naturale maturazione della persona dovuta agli avvenimenti della vita
>>>

Non solo in psicoterapia psicodinamica.

Più una psicoterapia di qualunque tipo si allunga, più diventa difficile - e infine praticamente impossibile - capire se gli effetti sono dovuti alla terapia o al cosiddetto effetto storia e maturazione, come è chiamato in metodologia della ricerca psicosociale.

>>> dico senza dubbi che molti dei miglioramenti che ho notato in me sono dovuti alle letture che ho fatto e alle mie riflessioni personali e non alla terapia
>>>

Su questo ci andrei più cauto.

È esperienza comune di ogni terapeuta, anche di terapia breve, che alcuni pazienti trovano ogni sorta di spiegazione esterni alla terapia per i loro miglioramenti.

"Devo essere guarito perché poco prima di venire da lei mi sono iscritto al corso di pilates (o di yoga)."

"Sa, venire da lei mi ha fatto riscoprire la fede, dev'essere per quello che ora sto bene."

"Ho inziato a uscire di più con la gente, mi sento più allegro. Ecco perché ora mi sento meglio."

È più allettante pensare di "avercela fatta da solo":

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html

In questi casi - le confido un piccolo, sporco segreto - i terapeuti strategici incoraggiano tali convinzioni e concordano con il paziente che è stato tutto merito loro e della loro creatività. È ancora un altro modo per spingere il paziente ad avere sempre più fiducia nelle sue capacità e renderlo indipendente dal terapeuta, per spingerlo a camminare sulle proprie gambe. Perché quello dovrebbe essere l'obiettivo finale di ogni terapia.

Questo non vuol dire che libri e riflessioni personali non possano portare a cambiamenti importanti. Tutt'altro. Ma si tratta di effetti diversi.

Comunque è anche chiaro che meno una terapia è direttiva, più può essere difficile stabilire da cosa è dipeso l'eventuale cambiamento.

>>> I porno non li guardo più ma ho ancora una voglia costante e per me eccessiva di fare sesso con praticamente tutte le donne che vedo
>>>

Bene, mi sembra già un risultato importante.

Ma di tutte le donne che vede, provi a selezionare solo quelle più attraenti, che meritano davvero le sue attenzioni ;)

Buon 2014 anche a lei.
[#21]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dottore

per cominciare la ringrazio per i suoi pronti commenti.
In relazione alla sua interessante risposta vorrei chiarire che sono consapevole del fatto che non ho fatto tutto da me e che i miglioramenti nella mia vita ci sono stati perché sono stato aiutato per anni ad analizzare il mio mondo interno e il mondo intorno a me. Quando dico che non ho fatto tutto da me intendo però che senza il mio grande impegno e la mia infaticabile voglia di migliorare nessuno avrebbe potuto aiutarmi e questo a mio giudizio è importante.
Non sono certo il tipo che pensa di poter fare tutto senza un aiuto esterno o che basti andare in vacanza per risolvere i problemi.
Ritorno però a dire che mi è capitato di leggere dei passaggi su alcuni testi seri (non i soliti manuali di auto-aiuto del tipo "cambia il mondo in 5 minuti...") che hanno poi messo in moto una serie di riflessioni che mi hanno portato a raggiungere cambiamenti radicali in ambiti della mia vita mai discussi in terapia. Ora uno psicoanalista potrebbe dire che senza il lavoro preparatorio delle sedute certi fenomeni non si sarebbero mai verificati ma a mio avviso sono tutte parole che lasciano il tempo che trovano essendo una tesi non dimostrabile.

La parte della sua riposta che più mi incuriosisce è questa:
"Questo non vuol dire che libri e riflessioni personali non possano portare a cambiamenti importanti. Tutt'altro. Ma si tratta di effetti diversi."
Se ha voglia di fare un piccolo approfondimento, cosa intende per effetti diversi?

Per quel che riguarda le donne la ringrazio molto per il suo simpatico consiglio :-)

Saluti!

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> senza il mio grande impegno e la mia infaticabile voglia di migliorare nessuno avrebbe potuto aiutarmi e questo a mio giudizio è importante
>>>

Non è importante, è indispensabile. Il resto è compito del terapeuta, almeno nelle forme attive di psicoterapia.

I libri aiutano, ma nei libri, proprio come nelle email o nelle lettere, manca la componente comunicativa immediata (non verbale) che può contare anche più dei contenuti verbali.

Si tratta degli stessi concetti espressi qui:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3551-psicologo-devo-proprio-andarci-di-persona-perche-non-potete-aiutarmi-online.html