Schiava della fobia sociale

Salve,
ho 24 anni...In passato ho già richiesto altri consulti,legati ad altre problematiche in ambito affettivo e personale. Dopo essermi scontrata direttamente con il mio problema ,ritrovandomi ad affrontare situazioni sociali che ho sempre evitato, mi è parso evidente che la mia è una vera e propria fobia sociale....
Vi chiesi tempo fa,un consulto riguardo la mia difficoltà a comunicare in pubblico ,e il mio blocco assurdo verso il ballo. A quel tempo, mi consideravo timida e chiusa.
Su vostro consiglio, e dopo aver gettato la spugna decine di volte, quest' anno ho iniziato a frequentare l'ambiente del teatro. E sono iniziati i problemi veri e propri.
Panico,crisi di pianto in pubblico ,cuore a mille ,blocchi emotivi.
Ho capito che qualcosa non andava...Non riesco a far niente davanti agli altri...
I miei insegnanti cercano di aiutarmi come possono, mi portano ad affrontare il mio blocco,assegnandomi parti di rilievo,in cui predomino sulla scena,e ho riflettori su di me. Ma continuo a gettare la spugna...Non riesco a eseguire quello che mi si chiede di fare in prova. Rimango paralizzata,trattengo a stento le lacrime. E quando finalmente mi lasciano in pace, provo sollievo.
Ho capito così,che non si tratta di semplice timidezza. Sto male ogni qualvolta mi ritrovo ad affrontare situazioni sociali....Una festa di compleanno, una cena con persone che conosco poco...Ho problemi con il mio corpo...Ho iniziato a seguire anche il corso di danza,per sbloccarmi. Sono riuscita a muovere qualche passo,anche se sono goffa e priva di coordinazione,e non ricordo mai le sequenze delle coreografie....Ma se mi si chiede di provarci da sola in presenza di altri,potrei morire. Ho problemi a guidare su strade trafficate...Evito ,e ho crisi tutte le volte. Tremo, non sono quasi mai lucida, in nessuna delle situazioni sociali che affronto giornalmente. Non esco da sola nemmeno per andare al supermercato... Temo persino i complimenti per strada,dei ragazzi sui motorini... Se capita,vorrei sparire.
Gli esempi sono infiniti..... Hanno condizionato la mia intera esistenza. Non trovo lavoro,perchè li mollo tutti per questo mio problema. Mi è capitato di stare male 3 giorni ,per aver rotto un piatto in pubblico, nel locale in cui lavoravo. Fatico a parlare al telefono in presenza di altri. Mi chiudo in una stanza isolata e se si tratta di prenotare un tavolo al ristorante, lascio sempre che siano gli altri a chiamare al posto mio. Non mi sono mai fatta visitare da un ginecologo,ed evito dottori in genere , perchè non sopporto di essere toccata da estranei.
Dopo aver riportato , solo alcune delle tantissime situazioni che mi causano angoscia e ansia, vorrei chiedervi se tutto questo può avere a che fare con alcuni episodi di bullismo vissuti alle scuole medie. Questi episodi sono avvenuti quotidianamente per 3 anni...La violenza subìta era psicologica , qualche volta anche fisica. Spero possiate aiutarmi a trovare una risposta. Non voglio vivere così per sempre.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Panico,crisi di pianto in pubblico ,cuore a mille ,blocchi emotivi.
>>>

In tal caso sembra che siamo di fronte a una vera e propria patologia, tale per cui non serve l'aiuto degli insegnanti, ci vuole l'aiuto di uno specialista.

Perciò è questo che dovrebbe fare: cercare un aiuto professionale, ad esempio presso uno psicologo psicoterapeuta o uno psichiatra.

Traumi passati potrebbero o potrebbero non avere nulla a che vedere con il suo problema, è solo in seguito a colloqui di persona che le potrà essere data una risposta.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta.
Sono stata un anno fa da uno psicologo...Ma non riuscivo a parlargli di queste cose. Si parlava molto della mia vita sentimentale, sembravamo più due amici al bar...
Di questo problema a relazionarmi non si è quasi parlato.
Gli ho accennato molte cose sul periodo incriminato della mia infanzia....
Ma a quel tempo,andavo da lui per altri motivi. Ho sviluppato una forte dipendenza affettiva nei confronti del mio ragazzo...
Io credevo,infatti,che il mio problema di fondo fosse quello..Credevo di non trovare lavoro, o di essere così infantile per via della mia relazione morbosa con lui.
In realtà ,ho capito solo oggi che mi rifugio nel mio ragazzo,perchè addosso su di lui tutte quelle responsabilità che sono mie. Mi aiuta nel mio nuovo lavoro,gestendo lui tutti i contatti col pubblico...io sto sempre dietro le quinte.
E' lui che risolve tutti i miei problemi pratici....
Non sono mai protagonista della mia vita.... Se potessi trovare un lavoro da svolgere in uno scantinato, o a casa per me sarebbe il massimo.
A questo punto dovrò tornare dallo psicologo,come su suo consiglio....
[#3]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
come suggerito dal collega, forse valutare un nuovo percorso potrebbe essere utile.

Se non conserva un buon ricordo dello psicologo che l' ha seguita, può sempre rivolgersi ad una struttura pubblica, troverà tanti altri colleghi, dopo qualche colloquio preliminare, trovare quello più adatto per lei.

Dovrà essere empatico, simpatico e preparato...

Non si può analizzare un solo ambito della propria vita, scindendolo dal resto, la psiche non è a cassetti.....

Le allego una lettura sulla dipendenza d' amore, in riferimento al suo pregresso legame.

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4078-l-amore-affamato-la-dipendenza-d-amore.html


Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

i tratti di personalità che lei descrive molto spesso sono il risultato delle prime relazioni affettive con i genitori. I fatti di bullismo possono aver influito sulla percezione negativa di se oppure rimarcando il suo senso di impotenza, ma dubito che ne siano la causa in senso stretto.

Probabilmente non si tratta solo di fobia sociale, ma di "tratti di personalità" quindi qualcosa di più pervasivo che riguarda molti aspetti del suo carattere.

Credo sia utile sperimentarsi nel teatro e nella danza, ma non come sta facendo lei in questo momento. La sua sembra quasi una terapia d'urto, ma non credo sia la strada giusta, è come pretendere da una persona molto inibita che da un giorno all'altro possa diventare un istrione.





Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> sembravamo più due amici al bar
>>>

Lo ha fatto presente allo psicologo?

Potrà sembrarle una domanda a bruciapelo, ma serve per sottolineare che il rapporto con lo psicologo NON deve avere nulla a che vedere con l'amicizia. Altrimenti basterebbe chiedere davvero all'amico, alla zia, al parente. Ovviamente non è così.

Un conto è mettere a proprio agio il paziente, e su questo siamo d'accordo, ma poi è necessario che intervenga la parte professionale, quella dove si entra nel vivo del lavoro psicoterapeutico, eventualmente assegnando compiti precisi da svolgere (molto indicato nel caso dei disturbi d'ansia). Legga qui per farsi un'idea:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

>>> ho capito solo oggi che mi rifugio nel mio ragazzo,perchè addosso su di lui tutte quelle responsabilità che sono mie
>>>

È il tema ricorrente dell'amore come stampella.

Purtroppo si tratta di un'illusione molto comune, quella che l'amore possa guarire le questioni in sospeso che abbiamo con noi stessi. Ma è appunto un'illusione...

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3520-equilibrio-psichico-ed-equilibrio-in-amore-vanno-di-pari-passo.html

Dovrebbe cercare di nuovo un aiuto professionale, questa volta utile.
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