Tanta paura alla "tenera" età di 32 anni

Buongiorno. Vi scrivo perchè ho sempre avuto la paura, anzi il terrore, di deludere gli altri. Qualunque scelta che ho fatto è sempre stata dettata da questa paura, anche se sono una persona molto fortunata, perchè la vita mi ha sempre dato delle buone opportunità. Mi sono laureata, mi sono sposata dopo un fidanzamento di ben 16 anni, con un uomo meraviglioso. Non mi manca assolutamente nulla per essere felice (e devo dire che fino a un paio di anni fa, credevo di esserlo davvero). Ho sempre avuto un forte senso dell'umorismo che mi ha aiutata a non prendermi troppo sul serio e a non arrendermi di fronte alle difficoltà e ai fallimenti personali. Ho degli amici che si fidano di me e che chiedono il mio aiuto facendomi davvero sentire importante.
Adesso il passo successivo della mia vita sarebbe fare uno, due, tre figli, educarli, crescerli ed essere una brava madre. Questo è quello che si aspettano tutti.
La sola idea di deludere gli altri (in primis i miei genitori, mio marito, i miei amici) mi fa impazzire e più volte mi ha impedito di assecondare i miei desideri (mi piaceva ballare, dipingere, cantare, suonare, viaggiare...tutte cose che per motivi non dipendenti da me, ho dovuto abbandonare)..e posso tranquillamente affermare che al momento non ho nessun desiderio, se non quello di apparire bella, sottomessa, premurosa, altruista agli occhi degli altri. Mi sento tremendamente falsa...
Negli ultimi 6 mesi sono stata male fisicamente, ho perso molti kg, ho l'ansia, ho delle crisi di pianto nei momenti più impensabili, per via di alcuni pensieri che non mi lasciano in pace....penso di fuggire, di sparire, di non lasciare traccia. O peggio ancora, penso che l'unico modo per essere davvero AUTENTICA e ONESTA sia morire (non voglio suicidarmi, per carità...solo che i miei pensieri catastrofici mi impediscono di vedere una via d'uscita e penso alla soluzione più drastica, dunque è come se non volessi salvarmi in nessun modo e rimanere in questo stato di malessere perenne). Credo che il motivo per cui sono entrata in crisi sia stato l'argomento "figli". Questa volta ho paura di non farcela, di non essere all'altezza. Come posso prendermi cura di un altro essere umano? Se non so cosa sta succedendo nella mia testa?
Mi rendo conto che la vita è una soltanto e che non posso andare avanti così. Vorrei parlarne con qualcuno, con mio marito non ci riesco, non capirebbe lo so già, e la sola idea di rivolgermi ad uno psicanalista mi fa impazzire...inizio a pensare: come posso dirlo a mio marito? Lui non capirebbe. E come potrei tenerglielo nascosto? A parte i miei pensieri, non gli ho mai nascosto nulla...Si può nascondere una cosa così? Inoltre ho una tremenda paura di sviscerare tutto quello che ho dentro, di fare un bilancio della mia vita. Ho paura di dover affrontare qualunque tipo di cambiamento. Insomma....ho paura ...tantissima paura...alla "tenera" età di 32 anni. Com'è possibile?
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

forse è possibile perchè finalmente a 32 anni ha capito che forse non deve deludere se stessa, e quindi iniziare a preoccuparsi per sé e non per gli altri.

E' impazzita? Chiedo, dato che aveva paura d'impazzire all'idea di doversi rivolgere ad uno psicanalista... e scrivendo qui l'ha fatto...cioè si è gia rivolta ad uno psicanalista (uso solo il termine da Lei usato, anche se questo ptorebbe scatenare una diatriba tra i professionisti).

Se non è impazzita, il primo passo l'ha fatto.

Se potesse andare di persona da qualcuno sarebbe meglio. Se nel frattempo è difficile, può cercare supporto on-line. Qualcosa si può fare anche on-line!
Daltronde, in parte lo sta già facendo.

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

[#2]
Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Gentile signora,
sottoscrivo quanto già detto dal mio collega: il primo passo, il più difficile, lo ha già fatto. Ha preso consapevolezza di qualcosa che non va. Questo "qualcosa" ha a che fare con la sua autenticità come persona nei confronti di se stessa.

Non è impazzita, deve semplicemente prendere atto che è arrivato il momento di fare uno scatto di maturazione che riguarda sé stessa e basta.

Non abbia paura del cambiamento, in realtà, noi esseri umani, siamo sempre in costante trasformazione.

La invito a leggere un mio articolo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4182-la-mancanza-e-il-desiderio.html


Un caro saluto,

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

niente di male ad avere paura. La paura è un'emozione preziosa che ci sta segnalando un pericolo. Dal punto di vista evolutivo è davvero indispensabile per noi esseri umani: serve per poter sviluppare delle strategie relazionali tali per poter chiedere aiuto e riceverlo con sollecitudine.

Detto questo, mi occuperei di quelli che a Suo avviso sono i pericoli. Diventare genitori apre molte crisi e quindi mi pare sensata la Sua difficoltà. Ma prima ancora c'è il timore di mostrarsi per come è davvero. Sicura che potrebbe non piacere? E se anche fosse, sicura che non riuscirebbe a far fronte a questa possibilità?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio molto, non mi ero resa conto di questo “passo”, in effetti non sono “impazzita” chiedendo questo aiuto, forse perché online non mi espongo come farei di persona ed è molto più facile.
Adesso forse ho capito che la mia difficoltà è fare i conti con la mia “mancanza ad essere”. Ma da dove comincio? E’ giusto partire dalla persona più importante della mia vita, con cui vorrei sentirmi me stessa, spontanea, libera, sincera, la persona con cui ho condiviso tutta la mia vita? Quella persona è mio marito. La paura e la certezza di non piacergli “per come sono” è dettata dal fatto che tutte le volte che ho cercato di comunicargli un mio stato d’animo, una preoccupazione, un disagio, lui non ha mai capito, alza la voce, urla, sostiene che sono immatura, che le mie preoccupazioni non sono concrete. Finiamo per “litigare” senza nessuna via d’uscita, io mi convinco che lui ha davvero ragione, che i miei pensieri sono piuttosto stupidi e immaturi, e scelgo di sorvolare, di non aprirmi, un po’ per il quieto vivere e un po’ perchè ho bisogno che lui sia dalla mia parte, che non mi giudichi negativamente. Non escludo il fatto di non essere capace di esprimermi, di dialogare, forse sbaglio il modo, il momento. Non so, non riesco a trovare mai un’intesa. Come ho fatto in tutti questi anni? Non lo so, davvero. So soltanto che adesso non sono più capace di sorvolare, e questo mi ha mandata in tilt, ho paura di crollare, di non essere più forte. Ho paura della sua reazione quando si accorgerà che non sono quella che lui crede che io sia. E di non accettarne le conseguenze. So che questo momento sta per arrivare, a meno che io non riesca a fingere ancora come facevo prima.
Il paradosso è che le uniche persone con cui credo di sentirmi libera e autentica sono gli ESTRANEI, le persone di cui non mi importa nulla, motivo per cui ho smesso di dedicarmi ad altre passioni (ballare, suonare ecc).
Mi capita di piangere in momenti inopportuni, soprattutto mentre sono al lavoro, come se fossi “persa” tra i miei pensieri dimenticandomi di essere in mezzo alla gente, ovviamente a scapito della mia posizione, ho rischiato anche un licenziamento per degli errori piuttosto gravi (e quello che mi preoccupa di più, di un licenziamento, non è il fatto che possa non avere più un euro per arrivare a fine mese, ma la delusione che arrecherei agli altri).
E poi in questi giorni immagino una possibile gravidanza (dato che ci stiamo provando), so che molte donne soffrono di ansia, di depressione post-partum … potrò farcela da sola in un momento come quello? E se non ce la faccio?
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

Suo marito, con tutto il rispetto, è la seconda persona più importante della Sua vita, dato che la prima è lei stessa: senza Lei stessa non c'è neanche la Sua vita...

E in tutti questi anni di finzione non ha imparato nulla?
Possibile che del personaggio che ha recitato niente è stato introiettato ed è diventato parte di sè? [sto parafrasando le Sue parole]

Lo sa che esistono i professionisti di settori specifici?
Certo che lo sa, altrimenti non sarebbe qui.

Per i problemi di lavoro ci sono sindacati e avvocati giuslavoristi.
Per la gravidanza può rivolgersi al ginecologo che saprà anche darLe informazioni per favorire l'evento.
Per l'ansia ci sono i professionisti della mente ed i farmaci.
Idem per la depressione post partum... daltronde chi non sarebbe depresso, considerando come cambia il suo mondo nei 9 mesi di gestazione e poi nei 30 minuti di parto vero e proprio... nonchè nei giorni e nei mesi a seguire... un pò di smarrimento e di riorganizzazione delle forze se la vuole concedere? Daltronde anche la depressione post partum ha una sua utilità fisiologica.

I porblemi esistono, ma esistono anche le risorse per risolverli ed affrontarli. O no?

Questo, ad esempio, lo ha letto? https://www.medicitalia.it/news/ginecologia-e-ostetricia/4574-fertilita-dipende-anche-dal-tuo-stile-di-vita.html
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Gentile signora,
lei si trova a dover fare i conti con una questione fondamentale per vivere una vita piena e consapevole: annodare la necessità di rispondere alle aspettative altrui con il diritto di vivere e mostrare la sua particolarità, ciò che la distingue da tutti gli altri. Questo "passaggio" di vita è uno scatto di maturazione interiore che ogni persona si trova a dover affrontare nel corso della propria vita: in qualcuno avviene e passa, per così dire, inosservato, in altre persone c'è una difficoltà maggiore. In altre ancora, questo "scatto" non avviene mai, sempre alla ricerca di piacere e compiacere gli altri, non vivendo mai la "propria" vita.

Soddisfare le aspettative altrui è il metodo che usiamo da bambini per compiacere l'altro, l'adulto, dal quale dipendiamo totalmente, ma crescendo si dovrebbe acquisire la consapevolezza che dipendiamo dall'altro, ma siamo adulti e responsabili della nostra vita e delle nostre scelte, non dobbiamo dire di sì a tutto e tutti. Quando lei ci scrive "paura alla tenera età di 32 anni" mostra di comprendere la consapevolezza che forse, il suo modo di rapportarsi all'altro - suo marito, l'ambiente di lavoro ecc...- è un pò infantile. Ha ragione. Ma il suo corpo e la sua mente le mandano segnali di disagio che non deve mettere a tacere. Se suo marito non la ascolta, è possibile che lui non sia in grado di capirla, così come è probabile che lei non trovi il modo di esprimersi adeguatamente.

Ma lei ha il dovere di ascoltarsi. Questa è una partita che lei deve giocare con se stessa. Se e quando troverà il coraggio e il modo di affrontarla e superarla, vedrà che cambierà tutto attorno a lei.


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