Riuscirò a diventare "grande"!?!?

Gentili dottori,

Vi scivo per sapere come se ne esce fuori dall'ansia da prestazione e da un fallimento. Io soffro di ansia e depressione con spesso ruminazione di pensieri negativi. In pratica ho fallito in uno stage perchè a causa delle mie prestazioni non molto perfomanti ( ero spesso indeciso sul da farsi) non mi è stato fatto un contratto. Dalla loro mi hanno detto che i motivi erano altri cioè legati ad altri fattori in gioco( volevano affidare la posizione ad uno più esperto di me, profilo junior o senior che sia), ma, in realtà penso che una grande componente del fallimento sia da attribuire alla mia prestazione. Infatti durante al lavoro sono sempre lì con la paura di sbagliare, quando mi danno un "ordine" non lo capisco subito dall'inizio, sbaglio spesso anche errori di distrazione. Il problema è che non sto affrontando bene questo fallimento cioè sto rifiutando anche colloqui soprattutto se in zone lontane da casa( come ero prima nello stage fallito), mi sento inutile, non adatto, non in grado di prendere una scelta, paura di dover prendere una scelta, penso alle conseguenze di dover un giorno vivere da solo e dipendere da questo, cioè, ho il terrore di finire sotto un ponte perché non sono capace di lavorare e quindi, anche se trovo un lavoro, perché al colloquio sono piaciuto, dopo so per certo che quando c'è da avere risultati io non sono perfomante e rischio di perderlo con la fine di essere senza un lavoro e senza soldi. In questo lato io mi sento solo, e mi chiedo come facciano gli altri a vivere e non a sopravvivere. Io vorrei essere capace di vivermi la vita come vorrei, spensierato e felice e anche responsabile delle mie scelte senza paura delle conseguenze. Al momento sono seguito da un neurologo ed ero in cura farmacologica ( noritren (tofranil prima) 1 cp da 10 mg la mattina e mutabon mite 1 cp da 10 mg la sera). Purtroppo ho dovuto interrompere la cura perchè mi davano effetti collaterali dannosi al cuore con prolungamento dell'intervallo QT e altre anomalie di recupero ventricolare. In sostituzione da una settimana prendo Il thymanax (agomelatina) 1 cp da 25 mg la sera.
Sono seguito anche da uno psicoanalista e tutto questo da circa due anni. No so se la psicoanalisi è giusta per quello che ho e se invece mi ci vorrebbe una psicoterapia di tipo diverso, ma lì purtroppo si cade anche in dibattito scientifico sull'efficacia di una o dell'altra.
Vi ringrazio della vostra attenzione

cordiali saluti
[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Sono seguito anche da uno psicoanalista e tutto questo da circa due anni>

Gentile Utente,
sta ottenendo benefici dal percorso in atto?
Come si trova con il suo curante?

. <No so se la psicoanalisi è giusta per quello che ho e se invece mi ci vorrebbe una psicoterapia di tipo diverso>
Gli ha esposto i suoi dubbi?

Intanto qui può trovare letture interessanti
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

Lei da una parte fa bene a mettersi in discussione e a prendersi anche la responsabilità degli errori commessi, ma la valutazione che facciamo di noi stessi deve essere anche verosimile.

Talvolta capita che le Aziende non assumano in quanto non hanno realmente bisogno di risorse o comunque non vogliono investire denaro. Questo è un errore dell'Azienda, soprattutto in un momento di crisi...

Detto questo, Lei dice di sentirsi in difficoltà nell'esecuzione dei compiti assegnati.
Questi compiti Le sembrano troppo difficili? In che senso non li capisce?
Può fare un esempio di errore che ha commesso, per farmi capire meglio?

Bisogna dire che l'ansia non aiuta ad essere efficaci al lavoro e quindi il problema potrebbe essere tutto qui e per questa ragione dovrebbe chiedere al terapeuta un aiuto specifico per tutto ciò.

Dato che Lei è già in terapia, che cosa dice il Suo terapeuta a riguardo?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille delle vostre risposte,

Rispondendo alla dott.ssa Pileci i compiti assegnati mi sembravano difficili perché non mi sentivo all'altezza e avevo paura di sbagliare.Errori che ho fatto sono stati per lo più di distrazione anche grossolani. Nell'ultimo episodio lavorativo di stage ricordo per esempio di essere andato dal direttore con dei fogli da far firmare che ho dato per scontato che lui sapesse il contenuto dei fogli. Mi chiese infatti delle spiegazioni su una cosa da firmare e io le avevo detto che non lo sapevo. Lui mi ha risposto con queste testuali parole: " ..Che ci stai a fa?! se non lo sai?.." ma non me le ha dette incavolato ma in modo sarcastico. Un' altra volta con la mia tutor, dovevo spedire un DHL (raccomandata internazionale) e non ho saputo prendere una decisione per esempio su che tipo di busta, se rigida o plastificata, e poi avevo dimenticato a fare delle fotocopie, lì mi disse: .." non ci siamo... se era una prova..no no mi dispiace.." e all'inizio era anche arrabbiata dicendomi per azzittirmi perché le stavo parlando: " stai zitto". io lì mi intristii molto.
Un'altra volta poi la mia tutor si era lamentata perché non avevo consegnato in tempo( il tempo c'era in realtà) all'amministrazione il fascicolo di un dipendente per le dovuto comunicazioni obbligatorie ai centri per l'impiego.
Insomma io lì dentro mi sentivo un pò "addormentato" o non sveglio e sembrava che mi trattassero a quel modo anche gli altri specialmente la mia tutor.
Loro non mi hanno detto niente al riguardo delle mie prestazioni circa la non trasformazione contrattuale ma io penso che tutto sia derivato dal fatto che non ne ero all'altezza o idoneo a quel ruolo.
Proprio ieri ho saputo di un mio amico ingegnere che gli hanno fatto una proposta contrattuale post tirocinio in un' aziendale in solidarietà seppur blasonata nella realtà italiana. QUesto non mi ha fatto felice anzi peggio, mi ha letteralmente fatto capire che non sono adatto a lavorare. Io dei successi altrui non ne voglio sapere anzi mi faceva stare tranquillo se invece non gli avessero proposto niente e fosse rimasto a casa come lo sono adesso io.
Ho telefonato al mio psicoanalista per dire questa cosa e lui non ne era molto entusiasta, aveva da fare, era in seduta, ma mi ha detto anche un pò infastidito che sono percezioni distorte mie della realtà. Tutte le volte che tento di spiegargli le mie ossessioni lui è come se queste le facesse rimbalzare invece di accoglierle per spezzarle. Non trovo risposte da lui in questo senso, a volte sembra che parli con un muro. Gli ho anche detto che a me servirebbe più una consolazione che una terapia di quel tipo ossia parlare dei sogni e analizzare i problemi, in "strada" ci devo andare io e che strumenti mi da sapere dei miei problemi invece di trovare soluzioni?!?!
grazie mille della Vostra attenzione e mi scuso se sono stato un pò prolisso e non preciso nell'esposizione dei fatti.

Cordialmente
[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente...

se prova a rileggere la Sua ultima risposta, vedrà come la Sua PERCEZIONE del compito era quella di non sentirsi all'altezza e non la difficoltà.
Quando non ci sentiamo all'altezza, ci comportiamo di conseguenza.
Allo stesso modo, quando crediamo di potercela fare, il nostro comportamento è conseguenza di questa credenza.

Legga qui: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/40-quando-le-nostre-convinzioni-ci-fanno-ammalare.html

Quindi credo che sarà possibile un cambiamento. Per far ciò può partire dal comportamento stesso: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html

Chieda specificamente al terapeuta ciò di cui ha bisogno, dicendo esattamente ciò che ha scritto qui.

E' probabile che Lei, non avendo una buona stima di sè, tenderà a fraintendere un "non ci siamo" e a prendere questa frase -che può anche essere una battuta, dipende da chi la pronuncia- con un giudizio su di sè.
Deve valutare complessivamente le dinamiche, mentre Lei sembra focalizzato solo su se stesso e non in relazione all'altro.

Cordiali saluti,
[#5]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dott.ssa Pileci,
purtroppo quest'ultima affermazione ha colto in pieno quanto mi ha detto una volta il mio psicoterapeuta ossia che io sia troppo incentrato su me stesso e non in una relazione con altro da me perché dice ho difficoltà di relazionarmi con l'altro come se questo fosse altro dal Sè ma proietto me stesso nella relazione, questo anche nelle relazioni affettive).
Poi per confermare questo, ai miei amici ho mentito che attualmente io stia facendo praticantato mascherandolo invece come un lavoro con contratto, proprio perchè mi vergogno di non avere un lavoro vero e proprio, come se volessi "riparare" quello che è successo in quel famoso stage dove come detto prima non mi hanno fatto la proposta contrattuale. Ho fatto così anche per "autotutelarmi" da eventuali dicerie ( le persone con cui esco non sono tutti amici stretti ma alcuni conoscenti).
Il problema di non essere all'altezza poi mi ha fatto rifiutare ben molti colloqui di lavoro. E'come se fossi bloccato.
La ringrazio ancora
Cordialmente
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Il problema di non essere all'altezza poi mi ha fatto rifiutare ben molti colloqui di lavoro. E'come se fossi bloccato."

Su questi aspetti deve lavorare operativamente in terapia e chiedere al curante COME poter fare per risolvere questo problema.

Cordiali saluti,