La calvizie mi sta distruggendo la vita

Come da titolo sto perdendo i capelli e questa cosa sta distruggendo la mia vita. Sto vivendo un inferno su questa terra non riuscendo più a studiare o anche solo a svegliarmi felice la mattina. Sono ormai anni che vivo così, bloccato all'università e nella vita.
Due psicologi da cui sono stato l'hanno definita come una sorta di sindrome di Sansone, io che perdendo i capelli non sono più in grado di fare nulla. Mi vedrei brutto se dovessi perderli (al momento la situazione è accettabile ma non rosea come vorrei), senza possibilità non solo con le donne ma anche di accettazione di me stesso. E' come una parte di me stesso, un braccio o una gamba, a cui debbo rinunciare. Ma non lo accetto e non lo accetterò mai. E l'aspettativa di una vita non al massimo della felicità mi inquieta da morire, io voglio essere felice, voglio essere normale, e non rientrare in una categoria di persone etichettate pelate, tutte uguali tra loro e su cui sovente si fanno battutine pessime solo perché non si sa cosa si prova.
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Dr.ssa Sara Ronchi Psicologo 559 8 14
Gentile utente,

Con le due psicologhe ha lavorato sulla sua autostima?
Essere felici e normali si è in tutti i casi in cui non si hanno malattie invalidanti o gravi e l'esser pelato o il diventarlo deve viverlo come un nuovo capitolo della sua vita.
Prima erano i capelli a darle forza? Ora dopo una ristrutturazione cognitiva deve essere qualcosa d'altro, se interiore è preferibile.
Dovrà farsene una ragione a meno che non intenda sottoporsi al trapianto dei capelli non sempre eseguibile;
più avanti si informi di questo, ma credo che un lavoro ben fatto concentrandosi sul suo cambiamento corporeo avrà effetti benefici e a lungo termine.

Dr. Sara  Ronchi
sara71ronchi@gmail.com -3925207768
www.psicologa-mi.it









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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Gentile Utente,

ha fatto bene a sentire il parere degli psicologi, ma in prima battuta deve sentire anche il parere di un dermatologo per capire di che cosa si tratta e come mai Lei sta perdendo i capelli, quali soluzioni ci sono, ecc...

Sono tuttavia d'accordo con la Collega Ronchi sul fatto che un lavoro psicologico molto utile potrebbe essere quello relativo alla Sua autostima, che pare bloccare i Suoi piani nello studio e nella vita, ma anche sulla Sua immagine corporea.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>E l'aspettativa di una vita non al massimo della felicità mi inquieta da morire..<<
nessuno vive al "massimo della felicità", perché la felicità non è una costate, ma qualcosa di sfuggevole e limitata del tempo, a volte c'è altre volte no. Non è qualcosa che può essere determinata dalla presenza o meno dei capelli, perché probabilmente le sue insicurezze erano presenti già prima, ora ha semplicemente qualcosa per canalizzare il suo senso di inadeguatezza.

>>io voglio essere felice, voglio essere normale, e non rientrare in una categoria di persone etichettate pelate, tutte uguali tra loro e su cui sovente si fanno battutine pessime solo perché non si sa cosa si prova.<<
questa è la sua visione, probabilmente diversa dalla realtà, perché fa emergere insicurezza e scarsa stima di se. Tutto questo chiaramente è indipendente dalla perdita dei capelli.

Come la Collega credo sia importante una visita tricologica, così come un percorso psicologico.




Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Un qualcosa per essere invalidante non per forza deve compromettere la tua mobilità, la tua capacità di parlare, vedere o sentire o ancora la tua aspettativa di vita. Può anche semplicemente compromettere le tue possibilità sociali di attrarre e di piacere a te stesso anche.
Non ho trovato soddisfacenti le precedenti consultazioni psicologiche, c'è anche da dire che io sono una persona che su questo tema parlo molto poco perché mi fa percepire "giudicato come immaturo" dagli altri solo perché ci tengo ai capelli, anche se io so di non essere tale. Quindi nelle sedute tendevo a trattare marginalmente il problema parlando più di altro, quando però toccavo il punto lo psicologo mi sembrava sbrigativo sulla faccenda, quasi tendeva un po' a farsi una risata rassicuratrice (o che almeno lui credeva fosse rassicuratrice per me), ma che invece non lo era affatto. Solo quando ho cercato di far capire che era davvero molto importante per me, hanno iniziato ad affrontare la questione, ma con i soliti discorsi maternali che si nota benissimo quanto ci creda veramente chi li pronuncia.
Certamente sto già provvedendo a curarmi, tuttavia la calvizie androgenetica è una malattia cronica e quindi necessita di cure continue, da un lato quindi tendo a lasciarmi confortare da possibili miei interventi che magari potrò fare per migliorarmi o da possibili nuove scoperte nel campo da parte della scienza, tuttavia sono aspettative future che non mi rassicurano sempre dalla mia più grande paura di dovermi rasare "a forza" e non per "scelta di look".
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dopo
Utente
Utente
Potrei almeno avere una risposta?
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Dr.ssa Sara Ronchi Psicologo 559 8 14
Gentile utente,

credo a questo punto che con lo psicologo debba affrontare la fase di accettazione della sua nuova immagine in modo da integrarla nel nucleo del suo sè e della sua identità.

Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
E in che modo si può fare questo? Intendo fare in modo che uno accetti un immagine di se che percepisce come peggiore e svalutante?
Magari è più facile per una persona anziana che ha già avuto dalla vita e che non ha ormai più interesse a sfruttare la bellezza del suo corpo per piacere all'altro sesso, ma per uno della mia età è molto più difficile.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Lei ha ragione, ma dovrebbe chiedersi cosa vuole o cosa si aspetta da un intervento psicologico, perché le "modalità" sull'accettazione di sé fanno parte dell'intervento che è sempre personalizzato e prende forma nel corso delle sedute e del percorso stesso.






[#9]
dopo
Utente
Utente
La psicologia e le ore passate in una stanza a discutere con uno psicologo sono una cosa. Ma il mondo fuori fatto di capelloni, di ragazze che guardano all'estetica (lo dico senza critica, anch'io del resto faccio lo stesso con loro) e lo specchio con cui devi confrontarti ogni giorno rimembrando il passato, sono un altra cosa.
Qualsiasi cosa mi aspetti da un consulto psicologico il mondo esterno me lo cancella d'un botto.
Direi che non mi resta che piangere o sperare nel miracolo del trapianto o nella cura risolutrice.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Qualsiasi cosa mi aspetti da un consulto psicologico il mondo esterno me lo cancella d'un botto.<<
ci vuole tempo per migliorare l'immagine di se.

>>Direi che non mi resta che piangere o sperare nel miracolo del trapianto o nella cura risolutrice.<<
sono entrambe strategie passive (piangere o sperare sono un modo per evitare di fare qualcosa di concreto per migliorare) che non possono aiutarla, perché la prima è una rassegnazione alla "mancanza", la seconda è l'attesa di una "soluzione magica".





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dopo
Utente
Utente
E quale sarebbe una strategia attiva dottore? Io non voglio cambiare i miei gusti o la mia ricerca di estetica. Perché questo mi rende me stesso.
Per me le qualità esteriori sono importanti tanto quanto quelle interiori, e penso fermamente che nessuna delle due può sostituire la mancanza dell'altra se non temporaneamente.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Per poter intraprendere un percorso di psicoterapia e/o sopporto psicologico bisogna trovare la giusta motivazione e avere fiducia nel terapeuta e nel trattamento stesso. Se vengono meno questi importanti principi difficilmente potrà trovare giovamento.







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dopo
Utente
Utente
E chi dice che non abbia avuto fiducia nei terapeuti da cui sono stato? Più che altro non sono rimasto molto soddisfatto delle loro risposte, che come ho già detto erano più i soliti discorsi buonisti che l'estetica non è importante ecc. Credevo che andare dallo psicologo fosse qualcosa di più costruttivo del parlare con mia madre, invece mi son ritrovato gli stessi ragionamenti.
Forse avrò anche sbagliato io a non esporre fin dall'inizio pienamente il mio problema, invece nelle prime sedute ho preferito divagare su altro per poi parlare di capelli e calvizie solo successivamente.
Ma vorrei almeno capire cosa intende per "strategia attiva" e in cosa questo si differenzia dal mio modo "passivo" di affrontare il problema.