Terapia breve strategica, però....

Gentili dottori,

ricorro di nuovo a questo servizio dopo aver chiesto un consulto qualche tempo fa per i dubbi che avevo sulla mia terapia (psicoanalitica).
Ora, agevolata anche da alcuni eventi casuali successi in questi mesi (una lunga pausa dalla terapia dovuta alla gravidanza della terapeuta), mi sono chiarita le idee e ho deciso che al rientro della terapeuta le comunicherò la fine del nostro percorso.

Nel corso di questo periodo di pausa ho sentito però via via sempre di più l'esigenza di un supporto, almeno per quanto riguarda un particolare aspetto della mia vita che al momento è ancora bloccato (tesi di laurea), e ho pensato così di rivolgermi a un altro orientamento, la terapia breve strategica, che ho conosciuto attraverso molte letture di G.Nardone e ultimamente un libro di Alessandro Bartoletti, dedicato interamente ai blocchi relativi allo studio.

Ora ho contattato diversi terapeuti della zona, affiliati al Centro di Arezzo, e avrei deciso per una terapeuta in particolare, ma all'idea di fissare l'appuntamento mi sono bloccata, a causa di un pensiero che mi venuto.

Non ho mai fatto terapie di tipo prescrittivo e ho paura che il fatto che qualcuno mi dica cosa devo fare possa farmi venire solamente una gran rabbia, peggiorando ancora di più le cose perchè nel caso la rabbia diventasse insostenibile e dovessi mettere fine alla terapia, lo percepirei come un fallimento ulteriore.

Spesso mi sento manipolata dalle persone, costretta a fare ciò che vogliono (almeno così mi appare, pur rendendomi conto che sia solo una mia lettura della realtà), sento che faccio le cose per dovere, e questo mi provoca sentimenti di rabbia e frustrazione fino ad una sensazione di freddezza finale con relativo allontanamento.

Mi spiego, io sono motivata verso questo tipo percorso, però mi accorgo che la rabbia che mi prende quando mi sento costretta a fare qualcosa arriva spesso all'improvviso ed ha un effetto incontrollabile.

La domanda è: può un tipo di terapia più "prescrittiva", come è la tbs ma anche volendo una cognitivo-comportamentale, essere poco indicata per una persona che ha questa percezione e queste sensazioni nei confronti dell'altro?

Certo di alternative non ne vedo molte se non cercare di "farcela da sola" un altro po', oppure rivolgermi direttamente a uno psichiatra.

Grazie dell'attenzione,
Cordiali saluti.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile Utente,
Lei ci parla poco dei suoi disturbi, se non quelli riguardanti la laurea.
Con questi pochi dati cosa si può rispondere?
Che le terapie "prescrittive" non sono meccaniche; che la Sua difficoltà ad essere "prescritta" va segnalata fin dall'inizio al/la terapeuta: sarà esso/ a valutare la compatibilità dell'approccio con le Sue aspettative e tratti di carattere.
Saluti cordiali.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
I disturbi che ho sono vari:

Ho pensieri ossessivi, di varia natura, l'esordio è stato molti anni fa, avevo paura di uccidere qualcuno, poi questo se n'è andato anche grazie a diverse sedute con una psicoterapeuta, torna raramente, però ha lasciato spazio ad altre ossessioni più "sostenibili" ma comunque faticose da sopportare, ho spesso dubbi sul mio orientamento sessuale, altre volte sull'amore che provo verso il mio ragazzo, ecc.; tutto ciò non è particolarmente invalidante, ma piuttosto fastidioso.

Ho la fobia di vomitare fin da quando sono bambina, non mi limita particolarmente, nel senso che non evito le situazioni che mi si presentano per la paura di stare male, anche se spesso mi rende la vita molto faticosa, per non parlare di quando ci sono gastroenteriti virali in giro.

Sto male in mezzo alle persone, spesso provo ansia ma quando non c'è l'ansia è anche peggio, nel senso che mi sento costantemente inferiore, questo a volte porta a "lasciare fare" gli altri quello che vogliono, o assecondarli, se non fosse che poi questo mi ritorna indietro con un senso di rabbia (la rabbia di cui parlavo all'inizio) perchè mi sento o usata o scavalcata (o entrambe), e finisce che perdo interesse per le persone e/o cose che sto facendo con loro, in una sorta di tentativo ultimo di difesa di me stessa, raffreddandomi. Spesso dopo questa fase mi allontano. Queste sensazioni descritte non hanno sempre la stessa intensità, a volte sono solo un leggero fastidio altre mi portano a uno stato di depressione che può durare anche diversi giorni, con una perdita di interesse per la vita. Di solito però poi mi riprendo.

Questo è il quadro, anche se il motivo per cui vado in terapia è proprio sbloccarmi dallo stallo in cui mi trovo con l'università, poi è chiaro che dovrà valutare la terapeuta quale strada seguire alla luce anche di tutte queste problematiche.

Tornando alla domanda del consulto, per essere sinceri fu proprio la terapeuta psicanalista da cui andavo (che ora è in maternità), quando le esponevo i miei dubbi sull'efficacia della terapia che stavamo facendo e parlandole di una terapia più direttiva e prescrittiva, a dirmi che un tipo di terapia del genere mi avrebbe fatto sentire ancora una volta manipolata e quindi non andava bene per me.
Ieri, al momento di decidere, mi è tornato in mente questo discorso e ho pensato di chiedere anche a voi.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Il quadro delle problematiche è più complesso di quello inizialmente prospettato.
Per quanto riguarda la ter. strategica può leggere:

www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533/mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

www.medicitalia.it/minforma/psicologia/376/che-cos-e-la-psicoterapia-breve-strategica.htma

Ma oltre all'indirizzo teorico, è la relazione che si viene a creare tra il/la terapeuta e il/la cliente - paziente.