Dubbi sul trattamento

Buonasera,
sono Roberto, ho 24 anni e studio Medicina. Circa un anno e mezzo fa ho iniziato ad avere ansia generalizzata tutti i giorni e a tutte le ore, non dormivo e non mangiavo e dopo vari inutili tentativi di miglioramento autonomi durati un mese o due mi sono rivolto ad uno psichiatra che mi ha prescritto degli psicofarmaci in quanto avevo degli attacchi di panico associati ad una lieve depressione. Non volevo prendere farmaci e mi sono rivolto ad un secondo medico. Quest'ultimo ha confermato l'idea del primo medico ma mi ha prescritto degli anti depressivi (ssri) e mi ha consigliato di iniziare una psicoterapia perché poteva aiutarmi solo che con una terza persona in quanto lui non aveva modo di tenermi. Prendo coraggio e inizio sia la terapia farmacologia che la psicoterapia con il terzo medico. Per 9 mesi prendo 1 pillola al giorno di Elopram e la situazione migliora enormemente. La psicoterapia dura 6 mesi e dopo in accordo con il medico abbandono perché ero ritornato in una fase "felice" della mia vita (c'è da dire che io non ero mai stato fidanzato e non avevo mai avuto rapporti con una ragazza e proprio durante la terapia questi problemi si erano risolti con l'improvviso arrivo di una donna nella mia vita! La psicoterapia ha perso valore perché i miei problemi erano stati messi da parte).
Sono passati altri sei mesi senza grandi problemi, ansia ogni tanto ma gestibile, però ho voluto risentire il medico con cui facevo la psicoterapia per sapere se potevo fare qualcosa, lavorare su i miei problemi interiori che mi hanno portato alla prima crisi e scongiurarne di altre. Al primo incontro gli dico che di recente avevo avuto di nuovo qualche momento di ansia e mi ha consigliato si prendere qualche ansiolitico da tenere con me nel caso si presentino questi momenti (cosa che non ho fatto) e al secondo incontro gli ho detto che notavo di essere in un periodo di apatia in quanto non esco molto, non faccio sport, non studio neanche tanto ma sto mangiando molto. Lui mi ha suggerito di prendere anche qualche antidepressivo (Anaflaril) perché ritiene sia in una lieve depressione.

Essendo sempre stato contro i farmaci ho il timore di ricominciare con una terapia farmacologica, non mi sento depresso e per questo ho ancora più difficoltà ad accettare questa cosa! Inoltre passo ad un farmaco che è più “forte” di un ssri e anche questo mi preoccupa.
Mi chiedo se il mio medico non abbia fatto qualche valutazione sbagliata, mi chiedo se ci sia un'altra strada al posto del trattamento farmacologico e se non c’è se questo farmaco è “pericoloso”, può portarmi problemi e soprattutto se può portarmi ad una dipendenza…
Vi ringrazio anticipatamente per l’attenzione e mi scuso per questo lungo messaggio che ho scritto ma ho voluto dare più informazioni possibili per ricevere delle risposte il più precise possibile. Ancora grazie mille a tutti!
[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
il terzo medico...cioè di quale tipo di specialista parla? Psichiatra?
Può essere più specifico?

<Lui mi ha suggerito di prendere anche qualche antidepressivo (Anaflaril) perché ritiene sia in una lieve depressione.> non ha ritenuto opportuna un'eventuale ripresa della psicoterapia?

In ogni caso le domande sui farmaci e i loro effetti vanno postate in area Psichiatria, lo psicologo non è medico.
Ha chiesto in merito al suo curante?

Ci può dire che tipo di psicoterapia, approccio/orientamento ha svolto? Quali gli obiettivi?

Ora è' in un momento particolare di stress, criticità, preoccupazioni?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Ma nel frattempo, prima della "ricaduta", che ne era stato della donna nella sua vita?

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#3]
dopo
Utente
Utente
@Dr. Laura Rinella: Si, mi scuso per non aver precisato: è uno psichiatra. Accanto alla terapia farmacologica mi ha comunque consigliato di continuare i nostri incontri per la psicoterapia di cui non saprei dire molto. Posso dire però che personalmente non l'ho trovata molto utile la prima volta sia perché, come dicevo prima, mi sono ritrovato in un momento migliore della mia vita e forse non ho dato modo di approfondire certe problematiche, sia perché ho avuto la sensazione di qualcosa di sterile...non saprei spiegare ma non c'erano interazioni, non notavo di stare meglio ne sentivo la necessità di andarci (questo però può anche essere una mia ignoranza sull'argomento perché è così che deve essere).
Per il resto cerco di gestire l'ansia come meglio posso; di fattori ansiogeni ce ne sono...ma diciamo che cerco di pensarci il meno possibile.

@Dr. Carla Maria Brunialti: La ragazza di cui parlavo è ancora la mia ragazza e mi aiutata tanto a superare qualche piccolo momento di difficoltà. Però vorrei precisare che io di ricadute vere e proprie non ne ho avute, io sono stato molto male solo la prima volta, ora ho un po' d'ansia che mi prende qualche giorno ma niente di più fortunatamente. Sono ritornato dal medico ultimamente solo per scongiurare che si ripresenti una situazione grave come quella della prima volta e le risposte che ho avuto solo quelle degli ansiolitici e dell'Anaflaril.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
<1. ...mi ha consigliato si prendere qualche ansiolitico da tenere con me nel caso si presentino questi momenti (cosa che non ho fatto)
<2. ...in quanto non esco molto, non faccio sport, non studio neanche tanto ma sto mangiando molto.
<3. chiedo se ci sia un'altra strada al posto del trattamento farmacologico
<4. e se non c’è se questo farmaco è “pericoloso”, può portarmi problemi e soprattutto se può portarmi ad una dipendenza…

Gentile utente,
Lei ci presenta una serie non indifferente di quesiti. Quelli farmacologici vanno indirizzati al medico o specialista di riferimento. Chiedo, come la collega, se di psichiatra si tratta.
Quelli inerenti lo stile di vita - v. 2 - da considerare.
Per il 3. La psicoterapia può essere "al posto" dei farmaci, oppure una strada parallela e integrata al farmaco; è lo specialista che valuta. Le linee guida le danno come potenziantesi reciprocamente.
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