Insicurezze nel rapporto di coppia

Buongiorno, vorrei chiedervi cortesemente cosa pensate di questa situazione in cui mi trovo con la fidanzata. Ho sempre avuto un buon rapporto con lei, ho sempre avuto le mie certezze e mi sono sempre sentito sicuro di lei, di me stesso e con una buona dose di autostima. A seguito di un periodo complicato in cui lei mi ha trascurato un po' facendo prevalere un po' troppo i desideri le esigenze personali senza badare molto a quelle della coppia, io ho sofferto molto e mi sono un po' abbassato/sottomesso e richiederle attenzioni, di parlare di ascoltare i problemi che mi stava dando e che non mi faceva stare bene. Per un lungo periodo lei ha continuato a guardare a sé stessa vedendo me che soffrivo per lei ma senza voler parlare come se fosse più disinteressata. Diceva ti amo ecc. e si vedeva che stava bene quando io stavo "bravo" non mi lamentavo ma io mi sforzavo di non lamentarmi perché in quei casi lei mi diceva che si stufava e che non ne poteva più delle mie continue lamentele (sebbene non mi avesse mai dato retta e io continuavo a lamentarmi per quello !). Dopo un periodo così piuttosto lungo durato qualche mese lei ha iniziato a tornare un po' più interessata a noi e dispiacersi per aver rovinato un po' il rapporto. Sentivo di nuovo un po' di più il suo amore.
Attualmente sono passati diversi mesi da quel periodo "critico" e apparentemente va meglio. Io però non sto bene. Lei ora dice che sta bene con me più di prima, che prima aveva più insicurezze verso di me e mi da l'impressione di aver acquisito, a seguito di quel periodo in cui mi sono un po' "sottomesso" accettando sue mancanze nei miei confronti, una certa sicurezza nei miei confronti che le permette di pensare di avere più "potere" di me nella coppia. Ho l'impressione che si senta comoda in questa situazione di forza e che si senta più forte di me. Mi dice inoltre che prima stava più male per me durante litigi. Insomma ora non mi manca di rispetto si comporta bene nei miei confronti ma parallelamente a questa crescita di "potere" nei miei confronti io ora avverto in me una crescita di insicurezze. Ho l'impressione che lei pensi di potersi permettere eventualmente di farmi ancora del male e che sia sicura che io accetti le sue condizioni. Insomma penso che questa sua sicurezza nei miei confronti non sia una sicurezza sana, ma nata dall'avermi "indebolito". Non mi trovo a mio agio in questi giochi di potere (così purtroppo è il modo in cui vedo la mia relazione ora).Vorrei riacquisire sicurezza farle capire che non mi possiede incondizionatamente, e che entrambi avessimo una sicurezza sana l'uno dell'altro.Vorrei che se le cose andassero male avesse anche lei, come prima, paura di perdermi e non soltanto io.Aggiungo una cosa: parallelamente alla crescita delle sue sicurezze e mie insicurezze avverto un'attrazione fisica maggiore nei suoi confronti e a volte trovo quasi eccitante sessualmente questa condizione di inferiorità che avverto. Che significa? Cosa pensate? Grazie, saluti.

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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Vorrei che se le cose andassero male avesse anche lei, come prima, paura di perdermi e non soltanto io..<<
le dinamiche di coppia hanno radici profonde e la costruzione di un rapporto si bilancia in base al bagaglio personale che ognuno si porta dietro.

Sarebbe il caso di rivedere alcune definizioni come la "gestione del potere", perché questa è strettamente legata al timore della perdita. Non è la sua partner che dovrebbe aver timore di perderla, ma è lei che dovrebbe cercare di ridimensionare questa sua paura.







Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Caro ragazzo,

accolgo la riflessione di iniziare ad "ascoltarsi", a comprendere perché nasce e da che cosa questo sentimento di insicurezza e di perdita, che sperimenta nei confronti della sua ragazza.

Si tratta, certo, di un confronto che si dovrebbe strutturare all'interno di un setting adeguato, dove riuscire ad essere se stesso, accolto e ascoltato senza giudizio.

La paura dell'abbandono, inoltre, mina notevolmente la nostra autostima che, a sua volta, rappresenta proprio il cardine delle nostre esperienze di vita... così come strettamente legata alla fiducia in se'!

Rimaniamo in ascolto..

Un caro saluto
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Caro ragazzo, secondo me la sua ragazza, ha riacceso inconsciamente, sue lontane problematiche relative ai suoi rapporti con le figure parentali..
Lei non ci dice niente i, della sua storia, della sua infanzia, della sua educazione, che educazione ha avuto infatti..?
Il fatto che essere trattato male, per un verso la fa soffrire , ma contemporaneamente la eccita, mi induce a consigliarle, caldamente, di farsi aiutare da uno psicoterapeuta, per capire, ricordare e diventare capace di porsi in modo paritario in un rapporto di coppia armonioso e felice, come le auguro di avere..
Non abbia paura di guardarsi dentro, di ricordare ed essere ascoltato senza giudizi, ma con esperienza ed empatia e non perda altro tempo, lei mi sembra una persona colta e intelligente, si dia aiuto..
Restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#4]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Vi ringrazio molto per le Vostre gentili risposte. Sulla mia infanzia posso dire che fino a prima dell'università ho avuto una vita perfetta, ricca di relazioni e di soddisfazioni sia nel campo affettivo che nelle attività di studio e sportive. Non ricordo davvero alcuna macchia, anzi spesso ora mi ritrovo ad avere nostalgia di come stavo e come ero prima: mi sembra di non poter competere in alcun modo con me stesso di alcuni anni fa. Sono completamente cambiato, mi sono chiuso in casa per studiare e mi sono impoverito tantissimo dal punto di vista sociale (ho solo la fidanzata, amici direi nulla). La scelta di chiudersi in casa è dettata soltanto dal fatto che penso di rendere meglio nello studio e che mi trovo più a mio agio lavorando così. Inoltre sono sempre stato molto, troppo caparbio e determinato nel raggiungimento degli obiettivi: se c'è da fare rinuncie per ottenere qualcosa a cui tengo molto non mi tiro indietro. Sebbene sono consapevole che sia sbagliato e controproducente non uscire isolarsi ecc soltanto per lavorare, io comunque non riesco a concedermi alcuno svago perché se anche ne avessi la possibilità, con il peso che sento per lo studio ecc. non riesco a godermelo. Posticipo e tendo a rimandare concessioni personali a momenti più liberi, quando avrò finito. Sul rapporto con i parenti e genitori posso segnalare una stranezza che mi fa star male se ci penso, ma alla quale sono talmente abituato da non farci quasi più caso: credo da un certo periodo di qualche anno fa in poi mi sento a disagio con mia mamma, ho difficoltà a guardarla negli occhi. Inoltre con lei sono sempre molto preciso perché ha un emotività a mio parere troppo forte, molto sensibile a ogni parola fuori posto e tiene il muso magari tre giorni senza parlarmi se dico o faccio qualcosa che, per esempio a mio padre, entra da un orecchio ed esce dall'altro. Ecco con lui invece sono molto naturale e scherzoso, mi sento libero di prenderlo in giro e non mi preoccupo affatto di essere più o meno delicato piuttosto che scorbutico in un qualche scambio e lui corrisponde. Ho fiducia nelle mie capacità e ho difficoltà a accettare le sconfitte, come quella con la mia ragazza. La paura di perderla forse deriva anche dal fatto di aver investito troppo su di lei dimenticandomi di tutto il resto e delle altre relazioni che non ho più coltivato. Non so se la mia autostima sia diminuita, io sono sempre convinto di mè stesso, ma per esempio spesso penso che mi manca un riscontro e uno scambio con il resto del mondo, prima la mia autostima era sempre rinforzata e confermata da chi mi circondava, ma ora sono solo e inoltre se capitano momenti sociali, sono sicuramente un po' più alienato e molto stanco da questo studio che ormai trovo davvero logorante. Vi ringrazio ancora
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Questa sua, vostra difficoltà di relazione con la mamma, incide non poco sul suo modo di vivere il mondo e i suoi problemi.. cerchi di superarla , di chiarire, non sarà che ciascuno pensa che l'altro non l'ama abbastanza ? ci pensi.. perchè la mamma , ci piaccia o no è .. la fiducia di base.. perchè allora in questa situazione lei moltiplica gli sforzi, si stressa, si stanca e la mamma anche ci soffre..
Incompresi , tutti e due .. !!
cosa ne pensa ?
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dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Si io anche penso che sia un fattore importante. Io non penso che non mi ami abbastanza, piuttosto penso che lei pensi che io non la amo abbastanza. Questo perché non riesco a essere molto aperto e affettuoso, mi sento un bloccato con lei, rigido. Invece di lei penso che a volte mi voglia bene in un modo un po' troppo invasivo/possessivo. Questa impressione non trova riscontro in ogni atteggiamento tutti i giorni per essere chiaro, ma ogni tanto: per esempio sembra che a seguito di una discussione con me ci soffra di più che con mio padre. Io non ricordo di esser stato sempre così con lei mi pare da un certo punto in poi, apparentemente senza motivo. Forse il suo carattere non mi mette a mio agio inoltre ricordo che a un certo punto ho iniziato a fissarmi con l'idea che avevo difficoltà a guardarla e ho "mantenuto" questa fissa. E' brava so che mi vuole molto bene e mi accontenta sempre quando può, ma ha un carattere particolarmente "infiammabile". Ora che ci penso ricordo sue frasi dette in momenti di rabbia che sinceramente sono brutte in maniera non adatta alle situazioni, ma peggio...ingigantisce tutto. Mi spiace riportare la frase a cui sto pensando, preferisco tralasciare, però devo dire che anche se mi viene in mente questo brutto esempio in quell'occasione ho pensato che è preoccupante e che un carattere così infiammabile capace di dire certe cose potrebbe esser pericoloso. Pensieri fatti in quei momenti, ma insomma...comunque credo di aver sempre avuto un buon rapporto con la mia ragazza anche parallelamente alle difficoltà con mamma. Però da quando le ho permesso di trattarmi non adeguatamente da lì ho perso un po' fiducia in me stesso e naturalezza anche con lei. Un'altra cosa che mi viene in mente: non so il motivo ma anche con mia suocera ho difficoltà a guardarla negli occhi, mentre mio suocero assolutamente no. Secondo voi cosa significa? Cosa suggerisce con mamma? Parlarle di questo di come mi sento con lei mi imbarazzerebbe davvero moltissimo. Grazie ancora, cordiali saluti
[#7]
Attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile utente,

a volte non è il "contenuto" ad assumere importanza in una comunicazione, ma la "modalità" con cui si trasmette!

Iniziare un confronto anche di soli sguardi, può essere davvero importante...

Tanto da iniziare un percorso di riconoscimento e di accettazione.



Proviamo a riflettere..

Un caro saluto
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Carissimo, le consiglio di farsi aiutare da uno psicoterapeuta.Questo tipo di sentimenti nei confronti della madre si presenta spesso nell'adolescenza che ora dura molto a lungo,Freud parla di ritorno dell'Edipo e di volontà del soggetto di distaccarsi dalla madre proprio per i sentimenti che ci sono in fondo al suo cuore verso di lei , insieme alla volontà e al bisogno di andare avanti. Le madri non sempre riescono a glissare , perchè non accettano questi distacchi che non comprendono.. e la sua madre sembra reagire male..succede.. E' un periodo che può essere superato con l'aiuto che le consiglio di cercare..
Tra voi , come ci ha detto, l'affetto c'è e rimane , è un periodo, non drammatizziamo..lei mi sembra sensibile e intelligente,..troverà presto il modo di essere gentile e meno frontale con la mamma.. che magari reagisce male perchè si sente come.. abbandonata..
Vede infatti che con le figure maschili ha un buon rapporto.. e questa è una cosa molto positiva..
Coraggio, l'intensità del nodo che sta attraversando è la misura dell'intensità del legame..e' successo e continuerà a succedere a molti ragazzi..
[#9]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Vi ringrazio ancora una volta per le Vostre osservazioni i Vostri consigli e le gentili parole di conforto. Cordiali saluti