Interruzione volontaria di gravidanza

Salve,
2 settimane fa sono stata ricoverata per un ivg. Trisomia 18... ero alla 12 esima settimana, hanno praticato un'induzione ma non ho risposto bene alla terapia e nel mentre la mia piccola é volata in cielo... età molto debole e malformata. Alché, non sentendo più il battito sono intervenuti chirurgicamente con aspirazione e raschiamento. Sto male.... mi manca. Cerco di farmi forza ma mi sembra che nessuno possa capirmi, nemmeno il mio compagno. Vorrei più amore ma non lo chiedo. Me ne sto triste, con le mie lacrime, la mia testa vuota. Nessuna grinta... non vedo più un futuro... é come se avessi smarrito i miei sogni il giorno in cui ho scoperto che la mia piccola era molto malata. Non so neanche perché scrivo.... forse ho bisogno di parlare con qualcuno che non mi considera a rischio depressione. Qualcuno che alle mie parole non mi guarda con occhi preoccupati. Non riesco a confessare a nessuno il mio dolore... lo tengo dentro e piango quando nessuno mi vede....sono sempre tanto stanca... mangio tanto, faccio incubi e ho paura di perdere il mio compagno... che devo fare?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Signora,
purtroppo ha subito un evento doppiamente traumatico, la notizia della malformazione e la conseguente interruzione di gravidanza...
non è facile confrontarsi con un sogno svanito in modo crudele, un dolore così forte quale quello che lei prova che deve trovare tempo e spazio per essere elaborato.

Il suo sentire è del tutto compatibile con quanto tristemente accaduto, la perdita è accompagnata da vissuti quali quelli che lei descrive, ha certamente bisogno di trovare chi accolga il suo dolore, lo comprenda, la aiuti a superare questo momento difficile della sua vita, le paure che ora prova e piano piano a ricominciare.
Qualcuno che la aiuti a rimarginare le sue ferite ancora molto recenti.
Farsi forza e trattenere il dolore , piangere in silenzio senza dare voce alla sua sofferenza non la aiuta, un nostro collega, ad esempio presso il Consultorio Familiare ASL, la potrebbe accompagnare a lenirla ad elaborarla.

Un caro saluto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentilissima,

intanto grazie per averci aperto il cuore a questo grande dolore!

Adesso il suo bisogno è di essere ascoltata e compresa...

Intanto qualche riflessione...

Ognuno di noi reagisce in modo diverso di fronte ad un'esperienza di lutto... chi attraverso uno sfogo verbale, chi con il silenzio e tanto altro...!

Necessario ricordare che non c’è una modalità più appropriata per superare il dolore. Ognuno deve rispettare le personali modalità di affrontare il lutto.

Nella coppia i due coniugi, che hanno carattere e personalità diverse, possono vivere il lutto in maniera opposta...
Questo non vuole dire che si stiano allontanando, anzi ognuno sta cercando di affrontare il lutto nella maniera più efficace per se stesso e, probabilmente, per la coppia.

Cercate di parlarne e di provare a trovare insieme i punti di forza delle proprie strategie e con tanta complicità e amore cercare di elaborare questo lutto....

...anche l’uomo sta soffrendo ed il suo dolore è lecito quanto quello della donna, anche se non lo portava in grembo!

A volte anche una consulenza, di coppia e per la coppia, può iniziare a fornire i "tasselli" per un nuovo e strutturato "modo di essere"!


Di cuore, una luce nella sua vita!

[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie.... leggere che il mio é un percorso normale mi da più tranquillità. Non ho dato maniera a nessuno di poter approfondire l'accaduto perché so che non ci sono parole.... non voglio essere un peso per nessuno, tanto alla fine tutti mi dicono : "te ne farai un altro".... come se concepire un'altra creatura possa farmi dimenticare i progetti svaniti, io che parlavo col mio pancino, lo accarezzavo e dovevo proteggerlo. Perché é di questo che si tratta... dovevo proteggere la mia piccola ma, anche se é morta sola, sono andata li per toglierle la vita.... io che dovevo proteggerla. Il mio compagno non è in grado di ascoltare il mio dolore, lui è molto forte, pensa che possiamo superare tutto con uno schiocco di dita. A volte lo vedo come un nemico e mi irritano le sue mancanze ma non gli confesso niente e aspetto che mi passi.
[#4]
Attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Accolgo il suo dolore!

Un caro saluto, di cuore.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
Anche se " terapeutico" è pur sempre un aborto....

L’esperienza dell’aborto, rappresenta il fallimento degli antichi desideri inconsci di maternità e rappresenta il conflittuale bivio tra una realtà emozionale e psicologica ed una realtà sociale, a cui la donna spesso si vede costretta ad aderire.

L’intervento chirurgico, rappresenta e concretizza la risoluzione momentanea, ma sancisce l’inizio di un doloroso processo di elaborazione del gesto esperito e del lutto subito dalla donna, unica protagonista assoluta dell’aborto.



L’aborto va considerato sempre, anche se voluto o " obbligato" come un evento traumatico in quanto produce un marcato stress ed evoca elementi mortiferi, azzera inoltre gli elementi di identificazione con il bambino, mediante la negazione della gravidanza.

Solitamente la sintomatologia psicosomatica insorge nelle donna che hanno abortito da lì a breve, ed ha caratteristiche simili al “disturbo post traumatico da stress” (DSM IV), i disturbi possono insorgere subito dopo l’intervento o dopo un lungo periodo di incubazione psichica a livello inconscio.

I disturbi comprendono disturbi neurovegetativi, disturbi d’ansia, del tono dell’umore, del ritmo sonno veglia, dell’affettività, della sessualità,dell’alimentazione, del flusso ideico.


Anche il rapporto con il cibo, così come sta accadendo a lei, si stravolge e diventa di tipo compensatorio...

Una donna che non ha potuto elaborare dal punto di vista simbolico ed emozionale l’aborto, lo interpreta come se avesse ucciso il suo bambino in maniera premeditata e cosciente.

Il processo riproduttivo e procreativo deve essere considerato in tutta la sua complessità, senza trascurare soprattutto il “valore dell’elaborazione simbolica”, oltre che dell’evento biologico.
La genitorialità racchiude in sé il grande progetto di “proiettare nel tempo” la propria identità, biologica, psicologica e sociale, quello che è accaduto a lei è carico di simbolismi e di dolore ...

La decisione di abortire, nega comunque la genitorialità e crea nella donna, nuclei indelebili di dolore e lutto, misti a vergogna e colpa, che devono obbligatoriamente essere rielaborati all’interno di setting psicoterapici, al fine di una sana ed adattiva ristrutturazione di personalità della donna.

Si faccia aiutare a rielaborare l'accaduto, sarà pronta poi, per una nuova nascita
Cari auguri

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie.... grazie davvero. Nel pomeriggio contatteró il consultorio per avere un appuntamento.
Siete state molto gentili. A presto :)
[#7]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Lieta di averla ascoltata.
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