Difficoltà a relazionarmi e fare amicizia

Salve non so se sia la sezione giusta, praticamente spiego il mio problema,
Sono una persona introversa molto silenziosa, timida, vivo in una cittadina del nord,da un po d'anni, da quando sono qua non riesco a trovare degli amici con cui uscire, o persone con la quale relazionarmi, sono iscritto ad attività tipo sport volontariato , e se bene io provi ad aprirmi nei confronti delle persone che condividono l attività con me,parlando,non riesco a scambiarci dei discorsi, tutte le volte mi rispondono a monosillabi o come se vogliono lasciar cadere il discorso e chiuderlo,poi nessuno ti invita a uscire o fare altre cose al di fuori del attività,oppure non si aprono di loro spontanea volontà a parlare,e si sta in silenzio,ho provato a prendere l iniziativa io , ma mi son sempre visto rifiutare, e cosi mi ritrovo sempre in solitudine,anche con le ragazze il solito discorso ,parte che se non le cerco io loro non mi calcolano,li ho pensato fosse anche una questione di aspetto fisico, anche nel social network solita storia, mi sento escluso, e non riesco più a tenere i contatti con le persone dove abitavo prima, benchè si comportano come ho indicato li sopra,e mi ritrovo sempre solo
quello che chiedo e più un consiglio , cosa posso fare?? come comportarmi???
vi ringrazio in anticipo
saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

la situazione che descrive può dipendere sia da sue difficoltà di relazione, sia dal contesto nel quale si trova (piccola cittadina lontano dal suo luogo d'origine), che potrebbe richiedere comportamenti e atteggiamenti differenti rispetto a quelli che funzionavano nel contesto che ha lasciato.

Prima di trasferirsi aveva amicizie e contatti sociali frequenti o era comunque più isolato rispetto ai suoi coetanei?
Si è spostato per motivi di studio o ha traslocato con tutta la famiglia?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Una via di mezzo , non ero ne isolato ne frequentavo con assiduità le mie amicizie, mi son trasferito con mia madre per lavoro , lei si e separata da mio padre, con le ragazze non mi sono mai relazionato , ben si neanche mi calcolavano e io non le cercavo,parte per un periodo che mi facevo avanti con rifiuto per aspetto fisico, gli amici invece mi cercavano loro , oppure io, ero un tipo molto silenzioso , e miei amici si aprivano con me parlandomi di tutto,anche dei loro problemi,io li ascoltavo, qua no , poi organizzavamo uscite ecc ecc, ricordo un periodo che erano sempre a casa mia , quando ho vissuto per un anno da solo,
Nelle poche relazioni che ho creato qua , dove vivo ora,noto un interesse spiccato nei miei confronti da parte del altra persona , come facevano i miei amici in sardegna
Per altro voglio dire che nel momento che vivevo isolato nel paese dove vivevo prima ,stavo al computer a lamentarmi di quanto fossi brutto e di quanto le ragazze non mi cercavano ,riuscendo cosi a creare qualche relazione virtuale...
Che atteggiamenti differenti e comportamenti bisognerebbe avere???
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile utente,

< ...non ero ne isolato ne frequentavo con assiduità le mie amicizie, mi son trasferito con mia madre per lavoro , lei si e separata da mio padre, con le ragazze non mi sono mai relazionato , ben si neanche mi calcolavano e io non le cercavo,parte per un periodo che mi facevo avanti con rifiuto per aspetto fisico, gli amici invece mi cercavano loro , oppure io, ero un tipo molto silenzioso , e miei amici si aprivano con me parlandomi di tutto,anche dei loro problemi,io li ascoltavo, qua no , poi organizzavamo uscite ecc ecc, ricordo un periodo che erano sempre a casa mia , quando ho vissuto per un anno da solo...>


Il suo racconto ci fa comprendere che le sue difficoltà relazionali hanno sempre "abitato" in lei... soprattutto nell'ambito della sfera della "coppia" e mi sembra di capire di non avere mai intrattenuto relazioni "amorose"?

Certamente, il suo trasferimento dalla Sardegna ad un Paese della Lombardia, le ha acuito la difficoltà, che si sperimenta anche nella sfera delle relazioni amicali.

Vivere con la propria mamma, forse non l'aiuta particolarmente? Visto che per un periodo di tempo ha vissuto da solo?


Proverei a prendere un appuntamento con un Collega presso un Consultorio, per definire in modo accurato questi meccanismi inconsci, che albergano in lei e che le impediscono di vivere serenamente l'ambito socio-relazionale.

Questo perché, appare, essere una difficoltà con radici arcaiche, che hanno bisogno di un setting strutturato, per potersi esprimere e confrontare senza giudizio e in ascolto.

Un caro saluto
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Penso anch'io che sarà bene farsi aiutare da un collega, anche nelle efficienti strutture pubbliche di Milano .. Però intanto la consiglio di frequentare ambienti in cui il contatto con gli altri sia favorito dal fatto di un obbiettivo comune, cioè far in modo che ci siano argomenti di cui parlare . .che sia un corso di russo o di inglese, un corso di cucina o gli amici dei giardini.. forse invece parlare per parlare .. dl tempo o di niente, non funziona..
Prima , in Sardegna gli amici erano gli amici di sempre , quindi con magari alle spalle la scuola, gli studi, l'adolescenza.. ma non si deprima, certo a Milano troverà una porta di accesso al mondo degli altri, senza chiusure o paure in partenza..
Come vive a casa con la mamma, cosa fa nella vita lei , studia, lavora? Quali sono i rapporti con suo padre, cosa pensa di lui? La figura del padre è importante nell'assunzione del ruolo sessuale maschile ?Leggo nei suoi post precedenti l'assunzione di antidepressivi e il proposito di andare da un andrologo per problematiche sessuali. Questa cosa, utilissima , l'ha poi fatta ? La personalità è un tutto unitario, dice il libro, quindi i vari aspetti sono correlati, lo tenga presente.!
Restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

lei è consapevole di essere timido e introverso e sebbene non siano una malattia, talvolta la timidezza e l'introversione possono creare qualche problema relazionale.
Gli altri, ad esempio, avvicinandosi a Lei potrebbero non cogliere immediatamente la timidezza e l'introversione o comunque una fatica nel relazionarsi, ma magari un atteggiamento di distanza da parte Sua, fraintendendo...

Inoltre Lei scrive: "ho provato a prendere l iniziativa io , ma mi son sempre visto rifiutare..."
Questo può dipendere anche da come Lei si pone: se Lei ha la convinzione di non essere meritevole, ad esempio, o teme di essere rifiutato perché ha già sperimentato quella condizione e ne ha paura, allora è molto probabile che INCONSAPEVOLMENTE Lei tenderà ad approcciarsi in un certo modo e con determinate modalità alle persone, come di chi si aspetta già un rifiuto.

In quest'ottica è molto utile ad esempio giocare con giochi di ruoli per poter comprendere anche il punto di vista altrui, pratica che può essere implementata nella psicoterapia oppure a teatro.

Concordo con Lei sul fatto che non sia dunque necessario chiudersi in casa e non incontrare nessuno per non essere abile da questo punto di vista e viceversa anche chi frequenta molte persone potrebbe verosimilmente non sapere e non essere in grado di relazionarsi nella maniera più adeguata.

Però la buona notizia per Lei è che tali abilità sono apprese e quindi potrebbe imparare a relazionarsi in modo più funzionale.
Legga qui: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

Poiché da soli in genere si tende a ripetere ciò che abbiamo imparato bene e che magari crea problemi, direi che sia il caso di sentire direttamente uno psicologo che sia anche psicoterapeuta per lavorare su questi aspetti e magari fare uscire qualche paura che adesso non Le permette di essere più a Suo agio.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#6]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Salve vi ringrazio anticipamente per le vostre risposte ,una relazione amorosa lo avuta , proprio qua al nord, e devo dire che ho notato , un interesse abbastanza marcato , se non assiduo , delle ragazza, che mi cercava ogni giorno, si apriva a parlare e altri segnali che via dicendo mi hanno incuriosito e mi hanno incoraggiato a baciarla, da qui il problema con l andrologo , nella quale io ho fatto le visite che dovevo fare, ed risultato che sono gli psico farmaci a dare una diminuzione della libido, poi per quanto riguarda il resto, erano una sorta di pensieri e paranoie,che mi impedivano di svolgere al meglio la prestazione sessuale, sono un ragazzo molto pensieroso e di conseguenza ho l ansia,il rapporto con mia madre attualmente non è facile , litighiamo spesso , e ammetto che vorrei già andare a vivere da solo, ma mi fido cmq molto dei suoi consigli e del suo modo di vedere le cose, probabilmente sono cosi anche per un educazione solo da parte di mia madre, un padre spesso assente,attualmente sono disoccupato ma mi do un po ,anzi un gran da fare nelle attività che svolgo fuori , tornando spesso a casa stanco,
Per quanto riguarda le relazioni , un amico di cui mi fido molto mi ha consigliato di fare quello che mi sento di fare,cosi ho deciso se ho voglia di parlare lo faccio , se non ho voglia no,
Cmq la relazione con questa ragazza mi ha messo l idea che qua le persone se sono interessate veramente fanno cosi,proprio come ha fatto questa ragazza, chiedendoti naturalmente di uscire, parlandoti ecc ecc
Per quanto riguarda le cure di farmaci e psicofarmaci sono in cura preso il CPS, e diciamo che però sono 4 anni che richiedo uno psicologo o uno psicoterapeuta ma non me lo vogliono assegnare, al inizio mi han detto che erano tutti in maternità ,ora invece mi dicono che hanno fatto dei tagli alla sanità e non possono, un altra cosa che mi hanno detto in questi anni era che non ne avevo bisogno,
Leggerò l articolo , nel attesa di qualche altro consiglio vi ringrazio , cordiali saluti
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentilissimo,

< .... sono gli psico farmaci a dare una diminuzione della libido, poi per quanto riguarda il resto, erano una sorta di pensieri e paranoie,che mi impedivano di svolgere al meglio la prestazione sessuale, sono un ragazzo molto pensieroso e di conseguenza ho l ansia,il rapporto con mia madre attualmente non è facile , litighiamo spesso , e ammetto che vorrei già andare a vivere da solo, ma mi fido cmq molto dei suoi consigli e del suo modo di vedere le cose, probabilmente sono cosi anche per un educazione solo da parte di mia madre, un padre spesso assente,attualmente sono disoccupato...>

Troppe dinamiche innescano il suo malessere: lo stato dell'umore; i pensieri "ossessivi"; la difficile relazione con la madre...

Tutti da valutare in un setting strutturato, di cui può richiedere supporto presso un Consultorio della sua città, anche di tipo familiare... i colloqui, spesso, sono gratuiti.

Valutare l'aspetto dell'autonomia e dell'indipendenza, che l'aiuterebbero ad "aprirsi" in modo più funzionale al mondo circostante...


Di cuore