Consiglio su colloquio con genitore alunna

Salve,
scrivo per avere consiglio su una situazione delicata che si sta presentando nel mio lavoro di insegnante. Ho un'alunna dodicenne affetta da diprassia. E' molto goffa nei movimenti, lenta nella scrittura e in generale nei lavori svolti in classe e ha problemi nell'articolazione del linguaggio. Inoltre ha dei modi infantili quando si relaziona con gli altri. Purtroppo i suoi compagni la isolano e lei - che tra l'altro è molto sensibile - è sempre seduta da sola nel banco, non viene coinvolta nei loro giochi e nelle loro discussioni e non viene invitata alle feste di compleanno. Potete immaginare come si debba sentire e il suo vissuto di sofferenza. Passa gli intervalli da sola a leggere dei libri.
Io tra l'altro non me la sento nemmeno di forzare i rapporti. Non dico ad esempio: "siediti vicino alla tua compagna" o "perché non l'avete invitata alla festa", ecc. Un rapporto autentico fra persone non può essere frutto di costrizione.

Arrivo al punto. A marzo incontrerò la madre e ho intenzione di consigliarle l'aiuto di uno psicoterapeuta per la figlia, ma non so se è un consiglio opportuno. Quanto un intervento specialistico potrebbe aiutarla nella socializzazione, visti i problemi di base che creano un divario tra lei e i suoi compagni? Non vorrei infatti che i genitori si creassero false aspettative con quello che ne potrebbe conseguire.

Grazie per la vostra attenzione.

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Non dico ad esempio: "siediti vicino alla tua compagna" o "perché non l'avete invitata alla festa",>

Gentile Utente,
certamente non sarebbero interventi proficui, tuttavia le chiedo se ad esempio ha organizzato lavori a piccoli gruppi per favorire l'integrazione degli alunni tra loro.
Anche la rotazione dei posti nella classe, potrebbe aiutare.
Che classe frequenta la ragazza?

Attraverso il colloquio con i genitori potrebbe in primo luogo e con tatto sentire il punto di vista dei genitori riguardo i disagi della figlia e gli interventi eventualmente fatti finora per gestire il problema .

Immagino che la sua alunna non abbia alcuna certificazione ASL in merito ai disagi che lei ci riferisce, è così?
Si è già riferita al Dirigente Scolastico?

La questione sarebbe comunque da approfondire anche per mettere in atto eventuali interventi didattici ad hoc che possano agevolare il lavoro svolto in classe ( se il caso rientrasse nei Bisogni Educativi Speciali). Così stiamo parlando al "buio" senza informazioni specifiche di prima mano.


Cordialità


Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Quanto un intervento specialistico potrebbe aiutarla nella socializzazione, visti i problemi di base che creano un divario tra lei e i suoi compagni?<<
potrebbe aiutarla molto proprio per i problemi da lei descritti. Prima di pensare ad una psicoterapia vera e propria sarebbe il caso di fare una consulenza psicologica sull'intera famiglia, sarà poi il Collega a decidere il tipo di intervento.

>>Non vorrei infatti che i genitori si creassero false aspettative con quello che ne potrebbe conseguire. <<
ridimensionare il tutto, eventualmente, spetta allo psicologo. Prima di suggerire un intervento psicologico dovrebbe a mio avviso rendere partecipi i genitori sul modo in cui la ragazzina si relaziona in classe e sentire cosa ne pensano, cosa sono disposti a fare.

Avete una psicologa a scuola?
Ha pensato all'intervento psicologico perché non si sente adeguata nella gestione di questa alunna?






Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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dopo
Utente
Utente
Innanzitutto grazie per il vostro interessamento. E i vostri consigli sono la dimostrazione che ho fatto bene a scrivere.

Cara Dott.ssa Rinella, l'alunna frequenta una seconda media e c'è una diagnosi certificata da uno specialista e viene seguita dall'insegnante di sostegno solo 2 o 3 ore settimanali.
Sì, ho provato a fare dei lavori di gruppo e le cose vanno anche bene, solo che poi tutto torna come prima. Soprattutto quest'anno, con il passaggio all'età adolescenziale, si è accentuato il divario tra lei e i suoi compagni.

Mi sono rivolto al Dirigente, ma purtroppo lui non è che possa fare molto. Dirige quattro scuole e i problemi non mancano, per non parlare delle risorse.


Caro Dr Del Signore, non è che io mi senta inadeguato (sono un maschio ^__^) nella gestione di questa alunna - con cui tra l'altro ho un ottimo rapporto - sono però conscio dei limiti legati al mio ruolo. Sono un insegnante che si trova di fronte ad una classe e per quanto io mi sforzi non posso intervenire come invece potrebbe uno psicologo che ha certe competenze e strumenti.
Seguirò sicuramente il suo consiglio e metterò i genitori di fronte a questa situazione. Io però pensavo di suggerire uno psicologo perché ho paura che la famiglia non si attivi e scelga soluzioni "fai da te" come purtroppo mi è capitato in passato.
No, purtroppo a scuola non c'è lo psicologo.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Gentile Utente,

sono d'accordo con la dottoressa Rinella, nel senso che può partire da Lei il primo passo e ciò non significa forzare nulla. Soprattutto nella socializzazione, dove è chiaro che negli interventi psicoeducativi il lavoro può essere progettato dallo psicologo ma implementato dagli insegnanti.
Eventualmente può confrontarsi Lei con uno psicologo per capire come fare.

Ha provato a farsi aiutare da alunni particolarmente collaborativi?
E' vero che si tratta di ragazzi che stanno crescendo, ma gli interventi di socializzazione possono essere erogati anche con persone adulte che magari non hanno mai appreso quelle abilità.

Invece è educativo anche per gli altri ragazzi; ci ha mai pensato?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Grazie, Dr Pileci per la sua risposta.
Magari potessi confrontarmi con uno psicologo. E' per questo che ho scritto sul sito. Purtroppo a scuola non c'è e io a mie spese non posso andarci.

<<Ha provato a farsi aiutare da alunni particolarmente collaborativi?>>

Sì, l'ho fatto. L'avevo messa vicino ad un'altra ragazzina che apprezzo per le sue qualità umane. Infatti è collaborativa e matura per la sua età. All'inizio è stata supportiva, ma poi il fastidio ha preso il sopravvento e ora la tiene alla larga. Non posso biasimarla del resto. La compagna infatti è petulante e non si rende conto che risulta assillante. Poi, come ho detto prima, è infantile. E' come se la sua età psicologica fosse di 8 -9 anni. Secondo me uno psicologo potrebbe aiutarla ad apprendere strategie più mature di relazione, cosa che è veramente difficile in un contesto classe.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Sì, uno psicologo può formare gli adulti (insegnanti e genitori) per poi trasferire delle abilità sulla ragazzina.

Cordiali saluti,
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dopo
Utente
Utente
Cordiali saluti anche a lei e grazie.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile docente,
si è confrontato anche con i suoi colleghi? Loro cosa ne pensano? Hanno utilizzato qualche "strategia" che si sia rivelata efficace?

Sa con certezza se la ragazzina e/o i suoi genitori non siano già seguiti da uno psicologo, o da un neuropsicomotricista o da qualche altro specialista, a cui magari potrebbe far riferimento anche la scuola?
Com'è il vostro rapporto con la famiglia?

L'alunna esprime in qualche modo disagio per questo isolamento o non se ne lamenta?

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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dopo
Utente
Utente
Gent.ma Dr.ssa Scalco, i miei colleghi mi hanno proposto di inviare la ragazzina ad una mia collega di lettere che è anche counselor e tiene uno sportello di ascolto a scuola. Io sinceramente non credo che figure del genere possano essere di aiuto ed ho espresso il mio netto dissenso durante un consiglio di classe. Quando ci sono questi problemi non basta solo l'ascolto, ma ci vuole un professionista con determinate qualifiche e alle spalle anni di studio e formazione.

So con certezza che la ragazzina non viene seguita perché gliel'ho chiesto giorni fa durante un colloquio avvenuto tra me e lei. In questa circostanza mi ha anche espresso il suo disagio dovuto alla solitudine e all'esclusione.

Grazie per il suo interessamento.

dimenticavo, la madre l'ho vista una volta sola e mi ha dato l'impressione di non essere pienamente conscia del disagio della figlia. Purtroppo allora non avevo un quadro così chiaro della situazione e mi sono limitato a parlare del rendimento scolastico.