La mia Relazione sentimentale è "causa" di questo "blocco" psicologico?

Gentili Dottori,

da molto tempo ormai sento di vivere in una sorta di limbo dove tutto è sospeso e non voglio/riesco a fare progetti concreti nel medio lungo termine.

Purtroppo ho un carattere molto sensibile e questo mi ha "imposto" di tornare in provincia per cominciare a lavorare con mio padre (come mi sento dire da quando son bimbo) e di riavvicinarmi alla mia storica fidanzata (10 anni insieme). Io dentro me non volevo farlo, ma la paura di "deludere" famiglia, società e fidanzata ha prevalso.

Con la conseguenza che ora mi odio per quella scelta e sono molto deluso di me stesso per la vita che sto conducendo che cambierei all'istante sotto ogni aspetto.
Avevo una vita/carriera brillante davanti a me un paio di clamorosi "treni" son passati ma io li lasciati andar via per incapacità di dire a me stesso "Non mi importa nulla di cosa vogliono gli altri da me, io voglio far quella cosa e dunqe devo farla!".

Mi sono molto "auto analizzato" in questi anni e son giunto alla conclusione che il vero nodo da sciogliere sia la mia fidanzata: è soprattutto per lei che ho fatto certe scelte, per non ferirla.
E' una ragaza splendida, che mi ama alla follia dopo tutti questi anni e mi tratta come un principe. Io le voglio bene dell'anima. ma sento di non esserne piu innamorato da tempo.

Il punto è che ogni volta che stavo per decidermi a fare il "passo" poco prima accadeva qualcosa: lei perdeva il lavoro, poi suo padre ha scoperto un tumore gravissimo, poi è stata assai poco bene lei, poi malissimo di nuovo il papà., etc... Sembrava una congiura, intanto gli anni son passati e io ho sempre inghiottito il rospo.

In ultimo a ottobre vinco uno scambio in una prestigiosa università estera (ricercatore) per tre mesi ma la mia intenzione di andarci a vivere a breve anche assieme a lei. Lei letteralmente si mette in ginocchio per terra annegando nelle lacrime ed implorandomi di non abbandonarla e cioè partire si ma considerando di portare anche lei con me lissu appena possibile, in quanto aveva già subìto l'"abbandono" paterno partito x lavoro all'estero per 10 anni (rientrava una volta al mese circa). Lei però qui ha un lavoro che adora e che è "sicuro"...e io sento la "responsabilità" di fare un salto del genere con lei. Ma da solo lo farei SICURO!

Son partito ma mi sentivo un "ladro". Come altre volte accaduto.
A ottobre è passato l'ultimo "treno": un'occasione lavorativa splendida, un Paese che adoravo, un'esperienza che sognavo e la conoscenza di una ragazza meravigliosa che si era seriamente innamorata di me e che, ammetto, anche io penso di amare. Ma non ho tradito "fisicamente".

Rientro dopo appena un mese. Ora son qui, al punto di partenza. Una vita che cambierei subito ma che ha perso ogni occasione e prospettiva.

Lo so, ne sono sicuro: se non avessi "lei" partirei subito e riuscirei senza indugio a lasciare l'azienda di famiglia. Ne sono certo. Ma le voglio troppo bene per vederla piangere a causa mia..

Come posso uscirne?

Grazie mille
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

"le voglio troppo bene" non coincide con "la amo", anzi Lei esplicitamente afferma di non esserne più innamorato.

Capisco che dopo 10 anni sia durissima lasciarla, ma: o accetta che lei possa piangere per causa Sua, o piange su di sè.

Considerato che la situazione è stagnante, al fine di non perdere ulteriore tempo di vita ed occasioni, La consiglierei di chiedere aiuto ad un nostro Collega della sua città capoluogo, ricca di questo tipo di ooprtunità.

Se ritiene, ci tenga informati.



Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Ma le voglio troppo bene per vederla piangere a causa mia..>

Gentile Utente,
già ci aveva scritto in precedenza in merito alle sue rinunce e ai problemi in merito alla sua storia sentimentale.
Rinunciare alle proprie scelte e alla propria vita per non far soffrire l'altro, andrebbe meglio compreso non da qui ma attraverso un intervento diretto.

Non scegliere per non fare soffrire l'altro, comporta la propria indoddisfazione e infelicità, il che poi non aiuta anche il partner a stare bene nel rapporto, ma solo ad aggrapparsi disperatamente ad esso per timore dell'abbandono. Il che non è un buon presupposto per una serena vita a due.

Occorrerebbe accettare il fatto che lasciare comporta sempre una quota di sofferenza nell'altro ( e anche in sè).

Credo che scrivere qui non possa esserle sufficiente per risolvere, un nostro collega direttamente la potrebbe accompagnare a comprendere come risolvere, a fare scelte autonome come sembra finora non sia stato, se non a tratti (anche rispetto alla sua famiglia).

Cordialità

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

mi pare evidente la Sua incapacità di dire a me stesso "Non mi importa nulla di cosa vogliono gli altri da me, io voglio far quella cosa e dunqe devo farla!".

Perché non prova a partire da qui?
A causa del monitoraggio su ciò che gli altri si aspettano da Lei, sta effettivamente perdendo molti treni... che cosa ha intenzione di fare?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica