Superare un rimpianto

Salve, vi chiedo un consulto circa la mia situazione perchè da anni non riesco a uscirne. Circa 5 anni fa ho chiuso una storia con un ragazzo che mi dava stabilità, sicurezza, affetti, amici, famiglia e un futuro insieme, siamo stati insieme per circa 2 anni e tra noi c'era anche una profonda intesa fisica. Il problema purtroppo è che io al tempo non avevo ancora una conoscenza di me stessa, soffrivo di molti disagi relazionali e non ero in grado di sostenere confronti e una relazione "sana", eravamo su 2 lunghezze d'onda diverse e non avevamo un dialogo profondo, ma nonostante questo lui era pronto per una convivenza con me (a casa sua distante molti km dal quartiere dove sono nata, il che mi faceva immensa paura). Ma al momento del "salto" da me tanto atteso (non vedevo l'ora di abbandonare casa dei miei, fonte di frustrazione e disagio) non ce l'ho fatta, perchè nel frattempo avevo conosciuto un ragazzo con il quale avevo quel dialogo profondo e quell'intesa mentale che l'altro non mi dava, ho quindi mollato tutto per stare con lui. In realtà non so se ho mollato tutto per il ragazzo che ho conosciuto oppure per la paura di lasciare casa dei miei, che avevo molta paura di affrontare e che mi avrebbero messo i bastoni tra le ruote per l'eventuale convivenza (da sempre ho un pessimo rapporto con loro e non c'è dialogo). Ora sto ancora con il ragazzo con il quale ho un ottimo dialogo, ma manca tutto il resto: concretezza, passione, stabilità economica, lavoro, possibilità di progettare serenamente, affetti, amici...l'altro è felicemente fidanzato e in procinto di matrimonio. Mi chiedo quindi come posso fare per superare l'immenso rimpianto di non essere riuscita ad un'età adulta come 30 anni a prendere una scelta sensata o quantomeno ponderata sulla mia vita? Come posso farmi una ragione di aver commesso un errore di valutazione così grave che mi ha tolto l'opportunità di una vita serena?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
gentile ragazza, lei sta interpretando il suo passato -recente- sulla base di esigenze attuali- Ora lei vuole stabilità NON allora, sta sovrapponendo periodi ed esigenze diverse nel tempo. Il suo rimpianto nasce, probabilmente, da questo errore di valutazione. NON era semplicemente il tempo per fare quella scelta. Più ci pensa e più lo trasforma in una vera ossessione. Esca da questa trappola, magari con l'aiuto di un professionista.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

mi soffermo sulla Sua ultima frase, nonchè domanda.

> Come posso farmi una ragione di aver commesso un errore di valutazione così grave che mi ha tolto l'opportunità di una vita serena?

Da per scontato troppe cose di cui non c'è certezza.
Innanzitutto definisce *errore* una valutazione di cui non c'è formula matematica certa. E se avesse fatto la scelta giusta?
L'ha visto Titanic? Indubbiamente per i due norvegesi della scena iniziale perdere il biglietto è stato un errore... fino a quando l'inaffondabile è affondato... dopo l'affondamento, l'aver perso la partita a poker, è stata la loro più grande fortuna.

Un vita serena è veramente la scelta migliore? Posso azzardare? Esistono anche le gabbie dorate, che anche se d'oro massiccio, sempre gabbie sono.

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente, concordo coi Colleghi ed anch'io desidero rassicurarla.. allora non era ancora il tempo delle scelte definitive, le tappe maturative procedono a salti e forse a 30 anni Lei , per motivi suoi , legati alla sua storia, non era ancora pronta, e per questo il rapporto con quel ragazzo poteva anche saltare. Dagli errori del passato , da quel dolore si può trarre la forza , la lucidità per procedere nella vita con maggiore coraggio e fiducia in noi stessi e nel nostro sguardo sugli altri.
Ora è il tempo, le faccio molti auguri, cerchi di perdonarsi , in quel momento ha fatto giustamente quello che si sentiva .. ora è una donna diversa..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza,
Perche' pensa di avere fatto la scelta sbagliata?
Si potrebbe ipotizzare che sia un problema di semplice verifica : perche' ora sa come e' andata la scelta fatta e non sa come sarebbe andata l'altra.
E se fosse stata terribilmente infelice con un ragazzo con il quale non aveva un rapporto profondo? Come si sarebbe sentita?
Le sarebbe bastato avere il "resto"? Imagini un resto pieno ma una solitudine incolmabile. Cosa prova?
E' una domanda alla quale potrebbe non essere facile rispondere. Ma potrebbe provarci..

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori, grazie per le vostre risposte professionali e molto incoraggianti. Se la guardo dal lato positivo come anche voi mi suggerite, è vero che in effetti non so come sarebbe andata e che sarebbe magari stata una gabbia dorata con un senso di solitudine incolmabile, ma è anche vero che questo senso di vuoto lo sento anche ora, con il ragazzo per il quale ho lasciato l'altro. Quindi a parità di solitudine, almeno nell'altra situazione avrei avuto una famiglia, amici, una casa, un ruolo. Mi rendo conto che nelle mie parole c'è poco amore e molto calcolo, ma non posso farci nulla.Il punto è anche che io non sono ancora riuscita a elaborare la motivazione della chiusura della storia, perchè non sono riuscita a capire se ho voluto chiudere improvvisamente a causa dell'altro ragazzo, oppure semplicemente perchè mi sarei dovuta trasferire a 30 km da casa dei miei (con cui tra l'altro avevo ed ho pessimi rapporti - aggiungo inoltre che se dovessi andare a convivere ora col ragazzo attuale sarebbe ancora più lontano) e perchè ho avuto paura di affrontarli....questa seconda ipotesi mi fa stare molto male perchè non è pensabile a 30 anni mandare all'aria una convivenza perchè si temono i genitori oppure per motivi di "distanza" di 30km (dove oltretutto credo che avrei anche fatto una vita più salutare e meno caotica).....non è normale e non riesco ad accettare questa eventuale realtà, mi prende un forte senso di sconforto e depressione. Aggiungo infatti che nel momento in cui ho capito che il mio attuale ragazzo non mi dava ciò che aveva l'altro, ho passato un momento di forte depressione, ansia e attacchi di panico (avevo anche problemi lavorativi di stress, e poi sono stata licenziata). A causa dei miei problemi di lavoro, mancanza di affetti, il non poter contare sulla mia famiglia sto ancora con il mio ragazzo, ma sono frustrata e non so se è il caso di chiudere o meno, ma so perfettamente che non ci riuscirò mai perchè sono in una condizione senza alcun appoggio affettivo ed economico. Vi ringrazio per un vostro eventuale intervento.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza,
E' chiarissimo il Suo tentativo di razionalizzare!
Sa cosa e' una razionalizzazione? Un cercare di dare una veste logica, ragionevole a qualcosa che invece si sceglie con l'inconscio. Quindi senza raziocinio.
E' un meccanismo di difesa molto forte in Lei.
Se avesse fatto un po' di psicoanalisi avrebbe accettato che nella maggior parte dei casi le scelte si fanno per tutt'altri motivi rispetto a quelli che noi adduciamo come scuse.
Il motivo per cui lei scelse il ragazzo con cui sta ora potrebbe essere sepolto nel Suo inconscio e non avere assolutamente nulla a che fare con i 30 km di distanza del luogo ove avrebbe dovuto abitare ne' con i Suoi genitori.
Quale possa essere stato ora qui non lo si puo' sapere.
Sta scritto in una pagina del Suo inconscio. E ora, vede, bussa alla porta facendole percepire l'insoddisfazione della situazione attuale.
E lei rifiuta di portarlo alla coscienza dicendosi che non ha le risorse per farlo.
Si. Forse e' vero. Per tirare fuori le cose sepolte nell'inconscio occorrono risorse proprie e l'aiuto di uno specialista. Di uno psicoterapeuta dinamico o analitico. Altrimenti altri meccanismi di difesa bloccano tutto.
Coraggio!
L'inconscio non si da' per vinto facilmente. Se ha bisogno di parlarle in qualche modo lo fara'.
Forse tramite i sogni o in qualche altro modo. Ma lo fara'!
I miei auguri! Per tutto!
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dopo
Utente
Utente
Grazie Dott.ssa della risposta, io in realtà ho già affrontato 2 psicoterapie di cui una analitica di un anno e mezzo diversi anni fa, poi ultimamente un'altra di tipo breve-strategico di 6 mesi. Posso dire di aver tratto più benefici dall'ultima esperienza, in quanto vista la mia situazione di empasse totale, le esperienze e "compiti" settimanali che mi impegnavo a fare con l'aiuto dello psicologo mi hanno distratto dalla depressione in cui stavo sprofondando. Però di base il problema di dipendenza affettiva e incapacità a stare sola non è stato risolto. Infatti ancora oggi, oltre a ripensare all'ex non riesco ad avere una visione chiara della mia storia attuale, dove sono insoddisfatta ma non riesco ad allontanarmi da lui, anzi al solo pensiero di un eventuale fine della storia rabbrividisco a come potrei reagire, vista la mia reazione depressiva dell'ultima volta in cui ho avuto pesantissime ripercussioni fisiche e mentali........
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
La dipendenza affettiva e'un sintomo.
L'area critica e' quella dell'affettivita'.
Forse ha interrotto la terapia analitica troppo presto e non ha raggiunto il nucleo della patologia.
Del resto l'affettivita' e' un'area enorme e forse il tempo che si e' concessa e' stato insufficiente!
Ci rifletta su..
Vivere in compagnia della dipendenza affettiva non e' piacevole!
I miei auguri!