Perdita di un genitore

buon pomeriggio, sono una ragazza di 26 anni, da 6mesi è venuto a mancare mio padre. ancora oggi non riesco ad elaborare il lutto, e come se mio padre non fosse morto. guardo le sue foto, vado al cimitero ma non riesco a provare niente. appena il mio pensiero vola verso di lui cerco di distrarmi. non riesco a sfogarmi con nessuno nemmeno con le persone a me care. sono diventata una ragazza fredda, mi sono indurita, anche se muore una conoscente resto indifferente, non provo nessun dispiacere. è normale questo comportamento o avrei bisogno di un aiuto?grazie in anticipo
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Dr.ssa Elisa Sala Psicologo 54 1
Cara ragazza,
la risoluzione del lutto è un processo che dura più di sei mesi, lei in questo momento quindi lo sta attraversando in pieno. Il fatto che lei " non riesca a sfogarsi" con nessuno, che si sia indurita può rappresentare una sua risposta all'estremo dolore che sta provando.
Ad ogni modo, se la situazione non migliorasse o anzi il senso di freddezza peggiorasse le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo o psicoterapeuta per elaborare insieme questo grave lutto. A volte da soli non si riesce e l'aiuto di un professionista può farle ritrovare la strada per recuperare la sua forza vitale.
un abbraccio

Dr.ssa Elisa Sala
www.psicologa.genova.it
Perfezionata in psicopatologia

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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Gentile Ragazza,

la perdita di un genitore è un evento estremamente sempre molto doloroso e 6 mesi è ancora poco tempo per, come dice lei, elaborare il lutto, elaborazione termine che non indica che un giorno sto in un certo modo e il giorno dopo è diverso, bensì è un processo doloroso che va attraversato.

Una prima fase del lutto è proprio la non accettazione della morte, della perdita di una persona, del fatto che non si vedrà più, che non si potrà più abbracciare, con cui parlare, ...

Da come ci scrive probabilmente il suo dolore è come se fosse "congelato", messo a tacere (mi passi il termine), forse è un suo modo per far fronte a questa perdita, per non darle voce, da qui il distacco, l'indifferenza.

Il dolore c'è e va espresso perché fa più male tenerlo chiuso dentro, quindi credo che un aiuto potrebbe esserle davvero d'aiuto.

Un caro saluto

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

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dopo
Utente
Utente
davvero gentilissimi. grazie tanto per le risposte. cordiali saluti
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Dr. Monica Salvadore Psicoterapeuta, Psicologo 21
Cara ragazza,

il dolore si prova per un lutto può manifestarsi in maniera molto differente da persona a persona. Dice che appena il suo pensiero vola verso suo padre cerca di distrarsi. Credo che questo sia un suo modo per difendersi dal dolore per la perdita di una figura così importante.

Credo che un confronto con un professionista esperto nella gestione del lutto possa aiutarla a dar voce a questo dolore.

un caro saluto

Dott.ssa Monica Salvadore
Psicologa- Psicoterapeuta

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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

consideri che per elaborare un lutto di solito ci vuole un anno... cioè dobbiamo imparare a vivere almeno un ciclo di 365 giorni con la persona presente in modo diverso nella nostra vita.
E ci vuole tempo e pazienza.

Perchè non leggere qualcosa sul tema?

Le suggerisco due titoli.

Concita De Gregorio, Così è la vita. Imparare a dirsi addio, Torino, Einaudi, 2011, ISBN 978-88-06-20584-3

Giulio Cesare Giacobbe, Se li ami non muoiono mai, Mondadori, 2014, ISBN 978-88-04-62318-2

Li può leggere Lei, oppure li può far leggere a qualcuno.

Saluti
Fernando Bellizzi

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
Il suo racconto è molto doloroso e tocca corde emotive profonde in ognuno di noi..

Non si spaventi della sua reazione, non esiste una reazione giusta o sbagliata..ma trattasi di una danza tra emozioni, rabbia, paura, pensieri e ricordi...

Il dolore per la perdita equivale inoltre alla "paura dell’abbandono"..
all'angoscia della scomparsa della protezione genitoriale...
alla perdita concreta e simbolica di quel sostegno necessario in molti momenti particolari e dolorosi o penosi della vita...

Questo significa anche crescere come "persona", un giorno come genitore anche lei, che adesso però deve comunque farcela da sola e deve mostrare la sua forza d’animo.

Suo padre vivrà sempre con lei, dentro di lei, con i suoi insegnamenti e con la sua presenza, anche nell'assenza, vedrà ..

Suo padre l'accompagnerà sempre nelle sue scelte e dalla sua "imago interna" potrà trarre quella forza indispensabile per andare avanti- che diventerà sua- prima o poi, superata soprattutto la rabbia.

Questo processo è lento ed avviene nel tempo.

Immagino cosa avrà provato e cosa sta ancora provando, tra mancanza, dolore, rabbia e rimuginzione dell'accaduto, così imprevisto e lapidario.

Appena passerà la rabbia- prima o poi si stempererà, vedrà - potra occuparsi del dolore, quello profondo per la perdita, ma molto dopo, non di certo adesso.
Dovrà attraversarlo, viverlo, piangere, soffrire..,soltanto così farà amicizia con lui.

Ci saranno momenti bui, tristi, cupi, altri durante i quali la vita prenderà prepotentemente il posto del suo mondo interno e penserà di stare bene, altri durante i quali un ricordo, un profumo, una sua fragilità , un'altra perdita, ecc...la riporterà indietro nel tempo e ripiomberà nel dolore.

Suo padre vivrà ancora e per sempre nei suoi ricordi, vivrà con lei e farà da guida al suo mondo interno.

La vita delle persone morte sta nella memoria di noi vivi..
Condoglianze e coraggio...

Se ha piacere puó leggere questa mia lettera, scritta dopo la morte di mio padre che ha vinto un premio nazionale di scrittura

http://www.valeriarandone.it/articoli/1297-congresso-nazionale-sia-2015/

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Gentile ragazza,

Lei scrive di se stessa: "sono diventata una ragazza fredda, mi sono indurita, anche se muore una conoscente resto indifferente, non provo nessun dispiacere..."

e mi dispiace perché mi pare evidente l'espressione di un giudizio pesante da parte Sua su se stessa. Evidentemente Lei ora ha il bisogno di chiudersi, di difendersi, di restare indifferente alla sofferenza degli altri, perché deve prima occuparsi della propria.

Ma perché non permettersi il lusso di chiudersi ed occuparsi della propria sofferenza?

Quindi, non si crei problemi a riguardo, sulla normalità o meno delle Sue reazioni, anche perché non ci sono regole per queste faccende e, sebbene tutti noi sappiamo bene che i genitori non sono eterni e prima o poi ci lasceranno, non siamo mai davvero pronti a perderli e spesso ci sentiamo addirittura traditi dalla loro morte.

Posso chiederLe come è morto il papà?
Ha voglia di raccontare qualcos'altro?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
A gennaio abbiamo scoperto che mio padre aveva un brutto male, un tumore polmonare, epatico e osseo. subito ha iniziato la chemioterapia e dopo il primo ciclo la situazione era migliorata, mio padre si sentiva meglio. infatti conduceva nei limiti la vita di prima, ad agosto siamo andati anche al mare e io sono andata una settimana con i miei amici (cosa che non riesco a perdonarmi). dal 30 Agosto la situazione è precipitata, si è aggravato e i medici ci dissero che non aveva molto tempo questione di mesi ma dopo 2giorni che fu dimesso dall'ospedale ebbe una crisi respiratoria e venne a mancare. non abbiamo avuto modo di renderci conto di quello che stava succedendo,il lunedi la dottoressa ci disse che non c'era niente da fare e il venerdi mio padre è morto.
Cordiali saluti.
Grazie a tutti per le risposte
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Come poteva immaginare che quella sarebbe stata l ' ultima estate del papà e soprattutto che cosa sarebbe diverso oggi se lei non fosse partita? Vede, questi ragionamenti li facciamo tutti quando perdiamo una persona cara ma è il nostro modo di cercare di controllare gli eventi della vita. Anche quelli incontrollabili.
Ecco, questi pensieri deve lasciarli andare...
Non rendersi conto che una persona amata sta per lasciarci può rendere il lutto più doloroso