Poligamia?

Da qualche tempo sto rivedendo una persona che ho frequentato per alcuni mesi qualche tempo fa. Una persona che non è mai andata via dalla mia testa e dal mio cuore. Per non soffrire, ho preferito rinchiudere questo amore in un angolo dato che non riesco a "farmelo passare" e andare avanti. Nel momento in cui ci siamo rivisti ho percepito (e poi ha anche ammesso) dei sentimenti nei miei confronti...anche profondi... come se anche lui non avesse mai smesso di "amarmi". Tuttavia lui dice che una relazione tra noi è impossibile perché mentre io non accetterei che lui avesse altre relazioni... invece lui si sente poligamo e ritiene innaturale e impossibile essere fedele ad una persona. Io mi chiedo se puo valere la pena provare a iniziare una storia con lui "tollerando" questo suo modo di vivere la vita oppure andrei solo a farmi del male?
Inoltre non riesco a capire se questa puo essere solo una situazione di comodo per lui...
non so che fare perché non vorrei buttare tutto all aria... sento che potremmo essere felici... ma non so se riuscirei a vivere una "relazione aperta".
Cosa mi consigliate di fare?
Secondo voi è così perché non mi ama abbastanza ?
Far cambiare idea a lui la vedo una cosa quasi impossibile oltre che ingiusta.
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dopo
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Eh si' signorina! Impossibile!
Forse non ingiusta in un senso umano, ma inopportuna.
Chi non e' capace di amare ha una sua ragione, una sua causa scatenante.
Potrebbero essere mille le cause inconsce, una omosessualita' piu' o meno latente, una anaffettivita'.
Purtroppo noi donne paradossalmente siamo attratte da questi "uomini" forse perche' non chiedono nulla. Offrono una visione ludica e leggera dei rapporti con loro. Adolescenziale, deresponsabilizzante. E questo attiira la "parte bambina" della personalita' femminile. Per un po'.
Perche' in realta' la parte femminile davvero, recettiva, materna, affettiva, e' li' pronta a giudicare la parte bambina e a reclamare i suoi diritti.
Quindi ci pensi molto molto molto bene.
Per Lei sarebbe un tornare su dei passi conclusi, quindi un riaprire speranze chiuse, dolenti. Che forse hanno bisogno di riemergere e cercare un'altra conclusione. Cercarla. Non trovarla.
Ma anche cercare qualcosa e' una emozione che si puo' scegliere di provare.
Solo Lei puo' dirselo!
Auguri!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Amare obbliga al l'esclusività, all'impegno, al l'unicità...

Tutto il resto è un compromesso, una sua brutta copia.

Decida lei se è utile e le lei accettare di far parte di un firmamento o essere l'unica stessa, dietro questa proposta c'è una gran paura: paura di amare.

Nel mio sito personale e blog troverà parecchio materiale sull'argomento.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie ad entrambe.
darò certamente un'occhiata al sito.
negli ultimi giorni, comunque, ho cercato di documentarmi su quello che chiamano "poliamore" e dalle esperienze degli "adepti" sembra che sia l'unico modo naturale per vivere, sono in un certo senso convincenti... nel senso che non sembrano persone con problematiche di tipo psicologico.
Allo stesso tempo ho provato a cercare articoli sulla monogamia e, per assurdo, non ho trovato granchè!
(anzi, se potete suggerirmi qualcosa ne sarei felice).
Solo articoli in cui si spiega che la monogamia è un'imposizione sociale, un costrutto antico creato per evitare problemi di eredità, paternità, confusione sociale... nessuno che dica che la monogamia può essere una scelta o anche una "inclinazione" allo stesso modo naturale.
Ho cercato di analizzare me stessa chiedendomi se sono vittima di incasellamenti sociali e, sinceramente, non credo.
Penso possa essere anche normale (e mi è capitato in passato) essere attratta fisicamente da altri uomini mentre ero impegnata ma ho poi sempre ritenuto banale il sesso fine a se stesso (per quanto possa essere comunque soddisfacente) e ho messo la relazione al di sopra di un mero "sfizio"; "rinunciare" ad un tradimento non è stato mai un peso o costrizione.
Io capisco che nel caso di questo ragazzo che sto frequentando ci sia qualche problema di fondo, probabilmente la paura/incapacità di amare (come avete detto), di lasciarsi andare e in un certo senso paura di affidare ad un'altra persona il suo benessere. Certe volte mi sento così in empatia con lui che riesco a percepire quello che prova, la sua sofferenza. Ed è per questo che mi chiedo se una persona così possa cambiare.
Di certo non riesco a farlo io che, se continuo a parlargli delle stesse cose, divento solo insistente e risulto noiosa ottenendo l'effetto contrario a quello di un avvicinamento!
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Non deve documentarsi sulla monogamia o sul poli amore... non stiamo parlando di patologie, ma di quello che dovrebbe essere naturale e conseguenziali ad un sentimento così profondo e totalizzante che si chiama Amore, il resto è ben altro.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara signora,
Lei essendo una donna ha una mentalita' geneticamente diversa da un uomo.
Un maschio ha nel suo istinto genetico il ruolo di riprodursi e con piu' individui femminili lo fara' piu' avra' reso vasto e diffuso nella popolazione il suo patrimonio genetico.
Una femmina ha invece il compito di procreare e crescere la prole. Questo e' il suo ruolo genetico. E non ha alcun interesse che questa prole provenga da un vasto numero di maschi. Tutt'altro. Per lei occorre un maschio fedele e devoto che l'aiuti a crescere la prole.
Quindi la "monogamia" maschile e' culturale. Il maschio dovrebbe accettare di ridimensionare il suo istinto di riprodursi "random" per scegliere una femmina e dare vita ad una prole curata.
E' un salto qualitativo non a tutti accessibile!
Buona giornata cara signora!
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile utente,
ho compreso meglio la Sua richiesta abbinandola alla Sua precedente del 14-12-2015 "uomini sbagliati?",
nella quale ci diceva:
<<io vorrei con tutte le mie forze avere una persona accanto da amare, desidero una famiglia, una casa<<.

Partendo da questa Sua esigenza "profonda", è difficile - se non impossibile - convivere con quanto Lei si propone, e cioè di considerare la possibilità di accettare altre "relazioni" da parte del ragazzo. Questa seconda situazione accade quando ambedue concordano nel mettere al primo posto la propria libertà di scelta e di azione; ma spesso nel tempo la situazione non "tiene".

Lei si chiede se
<<Inoltre non riesco a capire se questa puo essere solo una situazione di comodo per lui...<<
Non è possibile saperlo. Probabilmente nemmeno lui lo sa.
Però Lei sa che questa configurazione della relazione non risponde ai Suoi bisogni più profondi.



Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Gentile signora,

le ricerche che ha effettuato in rete, a mio avviso, le hanno suggerito cose molte sensate: come detto dalla Collega Esposito, l'uomo è un animale promiscuo e il mandato biologico di base è quello di riprodursi. Vero anche che la famiglia è un atto sociale e che serve per poter garantire la sopravvivenza dei cuccioli. Poichè la femmina, durante e dopo la gravidanza, deve occuparsi di sè e del cucciolo, è preferibile che il maschio le stia accanto per assicurarle protezione, sicurezza e quindi sopravvivenza a lei e alla prole. Per quanto riguarda gli esseri umani, oltre alla biologia e alla cultura, possiamo parlare di attaccamento che è un capitolo che spiega ancora meglio quanto stiamo dicendo qui e che riguarda la ricerca di sicurezza e protezione finalizzata alla sopravvivenza da parte dei cuccioli in condizioni di vulnerabilità. Quindi, fin qui non fa una piega.

Ma il problema mi pare ciò che Lei dice di se stessa e quindi concordo con la Collega Brunialti sul fatto che a Lei non sta bene una relazione con tali compromessi.
Molte donne scendono a compromessi per una questione di bassa autostima, per insicurezza, perché pensano di non poter volere né meritare di meglio, o qualcosa di diverso, cioè una relazione esclusiva.

Culturalmente non sempre l'esclusività in una relazione è un must: ci sono Stati esteri anche vicini a noi in cui la poligamia è prevista dalle Leggi dello Stato. Da noi non è così. Ma ciò che è fondamentale è davvero che cosa vuole Lei, date queste premesse.

Poi, ciascuno di noi ha la propria legittima idea di ciò che desidera, di come vuole che sia una relazione sentimentale, di che cosa sia l'amore. Mi pare che anche Lei abbia maturato una Sua idea e di questa idea non deve chiedere a nessuno, perché sempre legittima.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#8]
dopo
Utente
Utente
Grazie a tutte per le risposte!
In effetti, la mia richiesta di Dicembre è legata a questa nel senso la storia che mi propone questo ragazzo va nettamente in contrasto con quella che è la mia idea di "relazione".
Ho provato a farmi qualche domanda e a voler mettere in discussione le mie idee per "amore" di questa persona e perché penso che sia un peccato buttare via dei sentimenti che ritengo comunque veri da parte di entrambi.
Tuttavia, la conclusione a cui sono arrivata è che per avere una relazione felice purtroppo non basta "solo" l'amore... ma le proprie ideologie, convinzioni, cultura inevitabilmente la condizionano.
Probabilmente la storia personale di questo ragazzo, i traumi e le difficoltà che la vita gli ha presentato... lo hanno portato a rifiutare qualsiasi tipo di legame (e questo, a mio avviso, è proprio un problema relazionale che ha).
Ho cercato di stargli accanto e vedere se questa visione così poco romantica della vita potesse cambiare ma non ci sono riuscita e, purtroppo, io non ho ne le competenze ne la forza ne la voglia di diventare una sorta di pseudo-psicologa/crocerossina per lui... che con questo atteggiamento in passato stava per trascinarmi in un circolo vizioso dal quale forse devo ancora uscire completamente.
In ogni caso, come dicevo, secondo me l'amore non basta e se non ci sono "obiettivi" comuni... scendere a dei compromessi di questo tipo porterebbe solo all'infelicità di entrambi.
Questa mia "lucidità" è recente e spero di riuscire a mantenerla.
In questi giorni, sto cercando di essere meno presente e più vaga nei vari momenti in cui lui mi contatta. Spero sia il modo giusto per mettere un po di distanza.
A differenza di qualche tempo fa, ora sono più serena e fiduciosa nel futuro... nonostante il tempo che passa e questo maledetto orologio biologico che, per quanto criticato dagli uomini (che a quest'età ci ritengono donne solo alla ricerca di un uomo qualsiasi per fare figli) si fa sentire eccome.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
"Tuttavia, la conclusione a cui sono arrivata è che per avere una relazione felice purtroppo non basta "solo" l'amore... ma le proprie ideologie, convinzioni, cultura inevitabilmente la condizionano."

Lo penso anche io.
Ma in ogni caso, Le suggerisco di occuparsi in prima battuta di Lei e dei Suoi bisogni.

Cordiali saluti,
[#10]
dopo
Utente
Utente
Buon pomeriggio!
Scusate se ritorno su questo vecchio post. Prima di decidere se scrivere ancora ho riletto tutte le vostre risposte... ma il fatto è che io non ne esco.
Sono passati altri mesi e io sono ancora qua a pensarci... forse perché alla fine non smettiamo mai completamente di sentirci.
Dovrei forse interrompere qualunque tipo di contatto?
Mi sento completamente in crisi, confusa e mi viene voglia di mettermi a piangere.
Sto addirittura pensando di accettare la sua vita "poligama" (cosa che va contro a tutto ciò che ho sempre sostenuto finora).
Ho paura che "abbandonandolo" mi pentirò per sempre e che nessuno potrà mai farmi sentire me stessa come lui.
Ho paura di pensare a lui anche nelle eventuali future relazioni e quindi di non essere felice con nessuno o di non riuscire a portare avanti una relazione (ultimamente incontro solo uomini "sbagliati": sarà un caso?).
Potreste darmi un consiglio? Un suggerimento?
Devo chiudere con lui?
Provare con questo tipo di relazione?

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile utente,

di qui, on line, abbiamo fatto tutto quanto era possibile.
Ora sta a Lei rivolgersi di persona ad un nostro/a Collega.

Saluti cordiali.

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora,
Mi colpisce la Sua affermazione *nessuno potra' farmi sentire me stessa come lui*.
E' curiosa.
Se Lei soffrisse dei confini di questo rapporto in cui Lei viene *usata* e basta non dovrebbe e non potrebbe *sentirsi se stessa*. Nutrirebbe un rifiuto verso quest'uomo e il rapporto che Le impone.
Puo' darsi allora che ci sia in Lei una rappresentazione di se' negativa. Una inconscia percezione profonda di non avere valore. Che l'atteggiamento dell'uomo conferma.
E' solo una ipotesi ma potrebbe essere quella *chiave di volta* che in Lei fa quadrare il tutto.
In questo caso gentile Signora non saprei consigliarLe nulla: c'e una parte di se' che *collude* con l'atteggiamento dell'uomo. E di questo penso dovrebbe parlare con uno psicoterapeuta in grado di confrontarLa con le rappresentazioni di se'. Per trovare pace.
Poi decidera' Lei quale voglia adottare!
I miei auguri!
[#13]
dopo
Utente
Utente
mi sento me stessa perché sento di non avere nessuna costrizione comportamentale e fisica: libera di dire il mio pensiero senza essere giudicata, libera di stare in pigiama senza pormi il problema di non piacergli, etc...
è questo quello che avverto. e solo a volte penso al paragone con le altre donne che ha avuto e ha.
Ormai è tanto tempo che giro intorno a questa storia malata.
Devo in effetti decidermi a farmi aiutare da uno specialista.
"per trovare pace".

grazie mille