Costrizione

Buonasera, ho pensato di rivolgermi a voi perché non ho la possibilità di usufruire di uno psicologo. Espongo il mio problema.
Ho 18 anni e gioco a calcio da quando ne avevo 8. Gioco in eccellenza quindi non ad alti livelli.
Ora ho finito il liceo(ovviamente manca solo l'esame) e inizierò ad ottobre l'università (probabilmente ingegneria chimica, dunque una facoltà molto molto complicata e che richiede piena dedizione).
Vorrei dunque lasciare il calcio per concentrarmi più sullo studio ed anche perché se no tra università e calcio non avrei tempo per me stesso, la mia ragazza, gli svaghi...
Inoltre noto già da vari anni che non mi piace per niente giocare a calcio, ma continuo per il solo fatto che mi sento obbligato. Obbligato da mio padre che è proprio un malato del calcio, infatti quando oggi ho detto che non ce la farei mai a continuare si è letteralmente arrabbiato. Lui vuole che continui ed ha detto che se no non mi paga l'università ma che devo trovarmi un lavoro e pagarla da me, inoltre non mi vuole prestare la macchina e tutto il resto.
Ma io proprio non ce la faccio a continuare a calcio, quando devo andare ad allenarmi mi sento proprio male e scocciato, non vedo l'ora che finisca, non mi diverto e anzi mi stressa tantissimo.
Mio padre vuole costringermi ad andare, ma io non ce la faccio
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
gentile ragazzo trasmettere e, spesso, forzare, la propria passione nei figli è quasi un classico. In tal caso solo il dialogo può far sperare in una buona comprensione del fatto che si può non avere la stessa passione.
in caso contrario può essere utile una mediazione di un professionista.
certe cose, da soli, difficilmente si risolvono senza conflitti, purtroppo,
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta.
In tale caso pensate che possa essere utile parlarne con parenti?
Se volessi rivolgermi ad uno specialista a chi potrei?