Mai avuto erezioni così...

Ho 56 anni, da quasi 30 assumo farmaci per curare la depressione e disturbi di ansia.
Sono sempre stato in sovrappeso, ai limiti dell'obesità e ho una totale dipendenza dal fumo.
Fin da ragazzo ho avuto problemi ad avere erezioni durature. Spesso mi sono trovato a perdere l'erezione durante un rapporto o ad avere eiaculazione senza una vera erezione.
Malgrado questo sono riuscito ad avere alcune relazioni sentimentali anche durevoli, che, però, non mi hanno mai portato ad una convivenza. A oggi vivo ancora in casa con i miei genitori.
Da circa sei mesi ho una relazione con una donna molto più giovane di me e molto avvenente. All'inizio i miei genitori temevano che non facesse sul serio e che mi facesse soffrire. Io volevo parlarle dei miei problemi, ma avevo paura di spaventarla e non ho mai avuto il coraggio di farlo.
Quando ci siamo trovati in intimità la prima volta ero quasi paralizzato, temevo di fare cilecca ed ero eccitatissimo allo stesso tempo.
Da mesi abbiamo rapporti sessuali regolarmente e io ho erezioni continue e durature, come non avevo neanche a 20 anni. E' come se la mia sessualità fosse esplosa a 56 anni, trascinata da uno slancio emotivo positivo che non avevo mai provato!

La mia domanda è: può l'aspetto psicologico estremamente positivo sorreggere un fisico che perde colpi da anni? Per quanto potrà durare? Non le ho mai parlato dei miei problemi di ansia e depressione e tantomeno dei problemi di erezione, ma se tornassero a manifestarsi come potrei fare?
Viaggio molto per lavoro e spesso ci siamo incontrati fuori città, in albergo o a casa sua. Alcune volte l'ho invitata a casa dei miei con la scusa di farglieli conoscere, ma non le ho detto apertamente che vivo con loro, ho paura che possa deridermi...
Ho molta paura di sprofondare di nuovo nel baratro e non riesco a godermi a pieno questo momento positivo della mia vita.
Lei vorrebbe che smettessi di fumare (oggi fumo circa due pacchetti al giorno), ma ho paura che le eventuali crisi di astinenza possano alterare questo equilibrio magico.
Come mi devo comportare?
Mi è capitata questa bella occasione, quando non pensavo ne arrivassero più, come posso fare per non sciuparla?
I miei genitori dicono che dovrei trovare il coraggio per parlarle apertamente.
Non sono mai stato bello e il fisico è appesantito dai kg e dall'età, ma ci siamo conosciuti sul lavoro, in cui sono sempre stato brillante e ho avuto ottimi riconoscimenti...sono le carte migliori del mio mazzo, adesso ho paura a scoprire le altre, che non valgono molto...

Grazie per il supporto...
[#1]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve,

quando ci chiede se "può l'aspetto psicologico estremamente positivo sorreggere un fisico che perde colpi da anni?", penso di poter dire che ciò che sta vivendo ci dà la risposta a questa domanda.

A volte non riconosciamo quello che siamo e non diamo valore a noi stessi, io credo che questo sia un punto importante che potrebbe riguardarla.

È preoccupato di dover parlare di sé, ma in questo momento sta vivendo uno "slancio emotivo positivo", quindi non è la stessa persona che vive "ansia, depressione e difficoltà di erezione".

Posso capire che comunicare un passato difficile la metta in difficoltà, anche relativamente al fatto di vivere con i suoi genitori.
Se lo ritiene opportuno, da una parte proverei piano piano a parlare con la persona con la quale sta vivendo questa relazione per capire quanto può affidare a lei i suoi vissuti più intimi. E così, mano a mano, può anche sondare quanto è possibile aprirsi con serenità. Il dolore fa parte di noi, le difficoltà anche, non siamo degli eroi.

Dall'altra parte, io sento che ha trascurato il suo malessere del passato, mi sono anche chiesto se 30 anni di farmaci sono stati utili a fronteggiare sia l'ansia e la depressione sia un discorso di igiene legata all'alimentazione e al fumo.

Come le dicevo, io credo che soltanto acquisendo fiducia in se stesso, una fiducia che lei per primo deve darsi, al di là del riconoscimento degli altri, potrà diventare più sicuro di sé e guardarsi con uno spirito meno preoccupato, anche rispetto a quelle fragilità umane, che tutti noi abbiamo.

Finché penserà che le "carte del suo mazzo" non valgono, il suo malessere ansioso-depressivo nonché le difficoltà di erezione potrebbero restare dietro l'angolo. E il fumo, che forse diventa una valvola di sfogo e compensazione, alla fine può rappresentare una fuga per non pensare al malessere che vive e alle possibili soluzioni per cambiare.

Forse in questo momento è questa donna più giovane e avvenente a darle delle conferme, ma non bastano. Perché non può dipendere da questa donna la stima che lei può avere in sé.

Leggendo il suo racconto, ho avuto l'impressione che la sua paura non sia soltanto quella di dichiarare a questa donna il suo malessere del passato, ma il fatto che possa scoprire quello che lei stesso purtroppo pensa di sé.

Non posso non notare la prima reazione dei suoi genitori, quando ha parlato loro della sua relazione: "All'inizio i miei genitori temevano che non facesse sul serio e che mi facesse soffrire". Non so cosa ne pensa lei a riguardo, io credo che questo commento possa essere coerente con il discorso che stiamo facendo, e lo trovo molto significativo.

Un saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Gentile dr. De Sanctis,

la ringrazio molto per le sue parole che mi riempiono di conforto e per i suoi suggerimenti.
In effetti la terapia di mantenimento per i problemi di ansia e depressione ha dato buoni frutti e i periodi più bui si stanno allontanando nel tempo.
Mi accompagnano ancora alcuni tic nervosi. I primi sono cominciati all'età di otto anni poi sono aumentati e si sono intensificati iniziando la mia attività lavorativa.
Quando sono particolarmente in tensione o stanco ho una contrazione naso-bocca, piuttosto marcata e prolungata, che talvolta si accompagna al rumore di tirare su con il naso.
Quando esco con mia madre mi accade di avere un tic agli occhi, è come se li sgranassi.
Quando devo parlare in pubblico e cerco di controllare i tic a volte compare un leggero movimento del gomito destro. Quando devo gestire situazioni difficili, che mi turbano o richiedono decisioni importanti ho una ripetuta contrazione addominale nella parte sinistra.
All'inizio di questa relazione ho cercato di nasconderli, con una fatica sovrumana, poi hanno preso il sopravvento e sono stati utili per palesare a Cinzia i miei stati d'animo. In qualche modo, mi hanno aiutato a farmi conoscere. Non posso certo dire che lei ne vada fiera, ogni tanto la vedo che mi guarda e mi sembra quasi provare pena per me, ma abbiamo imparato a conviverci.

Per quanto riguarda il fumo sto cercando di ridurre le sigarette, non credo che riuscirò proprio a smettere, come vorrebbe Cinzia...non mi sento ancora pronto per abbandonare la mia valvola di sfogo e compensazione.
Per il peso, invece, è una battaglia persa...in famiglia sono quasi tutti in sovrappeso e io non sono mai stato magro neppure da bambino, anche se ormai non mangio moltissimo, sono persino riuscito a scendere sotto i 100kg. Per fortuna ho sempre avuto un grasso solido e non flaccido e ho dei bei capelli che salvano un po' la visione di insieme.

Il tema più delicato rimane il fatto che vivo con i genitori. In realtà, non essendo riuscito a concretizzare felicemente le relazioni precedenti non avevo un forte motivo per andare via da casa e mi sono un po' adagiato. Non lo vivo come un grande disagio, perchè in realtà sono quasi sempre fuori e mi sono sentito sempre molto libero, ma ho il timore che ai suoi occhi possa sembrare una debolezza...più ancora dei disturbi di ansia e depressione, per cui mi sono curato e che mi sembrano superati in gran parte.

Spero che, come dice lei, possa a poco a poco aprirmi con lei e spero che la fiducia in me stesso che mi ha regalato molte soddisfazioni nel lavoro conquisti anche la mia vita privata e che Cinzia possa guadagnare la stima dei miei genitori. In fondo ho ancora bisogno della loro approvazione...viviamo insieme da 56 anni!!

Grazie per le sue parole che ho sentito sincere e piene di partecipazione ed empatia.

P.S. Spero anche che i problemi di erezione, che molte volte si sono manifestati in passato, rimangano dietro l'angolo...fronteggiati da una ritrovata fiducia nelle mie qualità.
Spero proprio di non svegliarmi da questo sogno che la vita ha tenuto in serbo per me...
Che cosa può fare una donna...
[#3]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
So quanto i tic possono essere faticosi e devo dire che, mentre leggevo le sue parole, pensavo: la sua partner sa che ci sono alcune forme di malessere.
Ed effettivamente poi ho sorriso quando ho visto che lei ha fatto la stessa considerazione, fortunatamente si fa conoscere.

Quando dice: "Ogni tanto vedo che mi guarda e sembra provare quasi pena per me", bisogna capire se la sua lettura è soggettiva: quanto davvero Cinzia provi pena per lei, o forse è più lei che teme o pensa questo di sé.

Non so, magari Cinzia può essere sì preoccupata, ma forse anche sensibile rispetto a certe fragilità di lei, quasi fossero una componente che può anche intenerirla magari? Non conosco la situazione, ma magari questo potrebbe far parte dell'interesse che Cinzia nutre per lei?

Bisogna fare attenzione quando ci accorgiamo dello sguardo degli altri e ne sentiamo una qualità specifica: è lo sguardo degli altri o il nostro?

È un discorso che mi sembra molto presente nel suo racconto e nel nostro scambio. Questo stesso discorso vale anche rispetto alla convivenza con i suoi genitori: chi giudica chi?

E se Cinzia la giudicherà, potrà provare a mostrarle che non è necessariamente una debolezza, come ha detto qui. Per fare questo, di nuovo, è necessario che sia lei a pensare che non lo sia, altrimenti come fa a mostrarle un'alternativa al suo vissuto?

Il discorso dell'approvazione è coerente con tutto questo. L'opinione degli altri è importante, ma non deve essere necessaria né sostituire quella che lei ha di sé. Lei può autorizzare se stesso a pensare e fare cose, anche se gli altri non l'approvano.

Non è un sogno il suo, è la realtà. Cinzia ha fatto questo in lei, ed è un'occasione per guardarsi dentro e imparare a dare valore a se stesso e a seguire le strade che lei ritiene più giuste per sé.
"Che cosa può fare una donna...", e che cosa può fare lei, insieme a una donna!

Grazie per le sue parole, un saluto,
Enrico de Sanctis
[#4]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Gentile dr. De Sanctis,

mi hanno molto colpito le sue osservazioni in merito allo sguardo di Cinzia nei miei confronti durante i tics. In effetti è il MIO punto di vista. Con Cinzia ci siamo conosciuti sul lavoro e ho sempre pensato che sia rimasta attratta dall'uomo brillante e deciso. La mia competenza e l'esperienza maturata sul campo mi danno molta sicurezza nel mio mestiere e i risultati mi hanno sempre dato ragione.
Fiducia, sicurezza e decisione che invece, spesso, vacillano nel campo della vita privata, in cui mi mancano quel senso di "potere" e di "controllo" che ritrovo solo nel lavoro. Ecco allora che mi rifugio sotto l'ala protettiva dei miei genitori, di cui cerco ancora costantemente l'approvazione, malgrado non mi manchi la chiarezza intellettuale per analizzare le situazioni e decidere in autonomia. Loro rappresentano in qualche modo il mio porto sicuro che non è mai venuto meno in tutti questi anni.
Ecco allora che le mie "debolezze" del privato sono qualcosa per cui IO provo pena ...e Cinzia? Mi è sempre sembrata una donna sensibile e dolce, sono rimasto molto impressionato dal suo comportamento nelle prime occasioni in cui il mio tic naso-bocca aveva preso il sopravvento: non ha detto nulla e mi ha accarezzato dolcemente il viso, quasi a voler placare quelle contrazioni prolungate che lo solcavano ripetutamente e involontariamente. Ho immediatamente provato un senso di sollievo e di pace.
Sarebbe magnifico se davvero fosse in qualche modo attratta anche dalle mie debolezze e fragilità...avrei forse davvero trovato la mia metà, che tanto ho cercato e per cui ho sofferto tante delusioni.
Senza rendermene conto forse le ho già raccontato molto della mia intimità e mi conforta che desideri continuare la nostra relazione.
Ritengo che il fatto di averla conosciuta sul lavoro e la mia sensazione di averle presentato un uomo forte e vincente mi abbia dato anche una grossa mano per sconfiggere le ansie e i problemi di erezione, che con lei non ho ancora mai avuto.

Questa sera usciremo insieme per una cena, potrebbe essere una buona occasione per ricordare piacevolmente i primi sei mesi trascorsi insieme e approfondire il suo punto di vista, le sue sensazioni e i suoi sentimenti...quante volte li avrò "vestiti" con le mie sensazioni e le mie interpretazioni?
Per la prima volta in vita mia provo una pace, una serenità e una voglia di vivere con gioia che non conoscevo...sarà questo l'amore?

Sono molto felice di aver parlato con lei e la ringrazio molto per la comprensione, la disponibilità e la generosità nell'offrirmi nuovi spunti di apertura mentale, che mi ha ripetutamente donato in questi nostri scambi epistolari...

Ora la saluto perché una donna molto speciale mi aspetta per una romantica serata da vivere insieme...dopo tanti anni il futuro mi sembra benevolo e non sarò solo!
[#5]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Immagino che lei sia competente nel suo mestiere, brillante e sicuro. L'importante è che non si serva di queste sue abilità positive per indossare una maschera e impedire di prendere contatto con la sua emotività, nella sua vita più intima.

Non funziona un controllo razionale sull'emozione, perché da qualche parte e in qualche modo poi l'emozione chiede cittadinanza ed esce fuori.

Bisogna ascoltare i propri vissuti, prendersene cura, pensarli e dare loro la forma di cui hanno bisogno. La razionalità potremmo dire che deve servire l'emozione, deve lasciare che emerga e gestirla senza nasconderla. Altrimenti rischia di rimanere un magma che non riusciamo a gestire ogni volta che si fa sentire. Ci appartiene, ma ci sembra di esserne estranei. Invece è la nostra linfa e rappresenta la nostra espressività.

Relativamente al gesto di Cinzia, di accarezzarle il viso solcato, si lasci dire che commuove.

Lei mi sembra una persona riflessiva, motivata a mettersi in gioco e capace di trovare, accanto ai suoi genitori e a tutti coloro che vogliono far parte della sua vita, quel porto sicuro anche dentro di sé.

Una buona cena,
Enrico de Sanctis

[#6]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Gentile dr. De Sanctis,

sento il piacere di raccontarle la serata di ieri trascorsa insieme a Cinzia.

Sono rientrato a casa che era quasi l'alba e in una sola sera ho vissuto un vortice di emozioni...ora sono sfinito, ma felice.

Cinzia era bellissima, elegante e sobria come piace a me, ma estremamente sensuale...anche io ho fatto del mio meglio!
Durante la cena sembrava un fiume in piena, abbiamo parlato di tutto, dalla cronaca allo sport, alla politica, alla filosofia...ma non di noi. Alla fine mi ha confessato che quando è emozionata tende a parlare molto...era emozionata perché era con me, con me !!!
Dopo la cena abbiamo cominciato a passeggiare e complice la serata tiepida, le luci della notte sul mare, il profumo dei suoi capelli ho cominciato a parlare di noi, delle sensazioni che mi stava facendo vivere e della gioia che provavo. Non sono abituato a parlare di sentimenti, nella nostra famiglia si parla di cose pratiche, "operative", i sentimenti non sono spesso il tema del giorno. Malgrado la poca pratica, mi sono sentito bene, con lei mi sembra tutto facile, rilassato, sereno...non ho bisogno di "prepararmi" il discorso, mi viene e basta, sono stato me stesso, spontaneo.
Cinzia mi ha confermato di essere stata attratta dall'uomo "forte" conosciuto sul lavoro, ma di essere molto incuriosita e interessata all'uomo dolce e sensibile del tempo libero. Mi ha riconosciuto la qualità di saper ascoltare e di riuscire a far aprire le persone...
Abbiamo cominciato a raccontarci aneddoti buffi dell'infanzia e ricordi felici della giovinezza. Le ore pasavano liete e leggere, ero talmente rilassato che non ho nemmeno avuto la compagnia dei miei tics. Quando faccio qualcosa che mi fa stare bene mi danno spesso tregua...
Ci siamo diretti verso la spiaggia, ma ad un certo punto sentiamo un rumore sordo ed un tonfo. Un signore non più giovanissimo era caduto dalla bicicletta, ci siamo immediatamente avvicinati per soccorrerlo. Per fortuna non era nulla di grave, qualche ammaccatura e appena un po' di sangue che usciva dalle sbucciature. Non so se sia stata la vista del sangue o la bicicletta coricata sull'asfalto, ma mi sentivo svenire. Ho cominciato a sudare freddo e ho sentito un groppo che mi saliva in gola...ero stato catapultato ad una sera d'estate di molti anni prima: la sera del mio incidente in moto. Mi sono dovuto sedere e prendere fiato. Il signore, per fortuna, era praticamente arrivato a casa ed è salito. Io non sono riuscito ad alzarmi per un po'. Cinzia ha capito che qualcosa non andava, io le ho detto che erano affiorati brutti ricordi e lei mi ha stretto la mano. Ad un certo punto ho vuotato il sacco, le ho raccontato tutto, mi sentivo soffocare, avevo bisogno di sfogarmi, altrimenti non sarei riuscito a tornare alla piacevole serata che stavamo vivendo insieme. Provo a scriverlo anche qui, così forse dopo riuscirò a fare un pisolino.

Avevo 25 anni e mi ero laureato da poco. I risultati erano stati eccellenti, ma lo sforzo degli ultimi esami e della tesi avevano prosciugato ogni mia energia. Avevo trascurato molto il fisico, che si era rammollito e appesantito (sono arrivato a sfiorare i 120 kg, il massimo di tutta la mia vita! Ora sono 95...). Ero al mare per una vacanza, per me quasi una convalescenza. La sera mi piaceva andare in giro con la moto. Prediligevo le colline nell'entroterra perché era fresco e il paesaggio sul mare spesso mozzafiato...Da qualche settimana avevo conosciuto una ragazza, con la quale mi ero spesso appartato per parlare... e non solo. La mia autostima già allora non era altissima e pensavo che almeno per il 70% lei uscisse con me per via della moto. Quella sera eravamo di ritorno da uno dei nostri giri, la strada era in discesa e non bene illuminata, in una curva ho perso il controllo della moto e siamo caduti. (Solo dopo ho scoperto che la causa era stata una macchia d'olio che mi aveva fatto perdere aderenza). Io avevo qualche sbucciatura e avevo preso un colpo ad un ginocchio, ma lei invece era finita sotto il guard rail. Aveva le lacrime agli occhi e dolori ad un braccio e ad una gamba, ma soprattutto aveva un brutto taglio che sanguinava molto. Ero nel panico, non sapevo che cosa fare, all'epoca non c'erano i cellulari e lungo la strada non passava nessuno. Non volevo spostarla perché temevo di farle male, ma non passava nessuno per chiedere aiuto. Sono stato vicino a lei per un poco, poi ho capito che dovevo scendere per chiedere aiuto, non ho pensato alla moto, forse non sarebbe neanche partita, ma non ci ho nemmeno provato...ho cominciato a correre. Sapevo che dopo tre tornanti avrei potuto trovare aiuto e correvo...in discesa è difficile correre e sono caduto un paio di volte. Sono riuscito a farmi aprire la porta da una signora anziana che viveva da sola e che ha chiamato una ambulanza...non l'ho quasi ringraziata perché dovevo tornare da Laura. Ero sfinito, sudato, ammaccato, agitato...non riuscivo più a correre, ero in salita adesso...avevo il fiatone a mille...temevo mi venisse un attacco di cuore...ma dovevo salire...la strada era quasi buia e mi sembrava eterna, il sudore che colava mi faceva bruciare gli occhi, ad un certo punto ho visto l'ambulanza che mi superava...erano arrivati prima di me, avrebbero trovato Laura da sola...non ero riuscito a tornare in tempo...mi odiavo...ho fatto l'ultimo tornante di corsa, ma quando sono arrivato sono stramazzato a terra sfinito, con tutti i miei 120kg e non avevo la forza di parlare...
In ambulanza mi sono ripreso, Laura aveva delle fratture, ma nulla che non si potesse sistemare, avevano cercato di tranquillizzarmi.
Mentre ero in ospedale che aspettavo notizie ero un fascio di nervi, l'adrenalina stava scendendo e cominciavo a sentire dolori ovunque...i miei tics avevano preso il sopravvento e non riuscivo a stare seduto. Non avevo chiamato i miei genitori per non preoccuparli, ma mi sentivo solo e impotente...
Ad un certo punto sono arrivati i genitori di lei, erano preoccupati, agitati, nervosi, fuori controllo e hanno trovato me. Mi hanno riversato addosso tutta la loro tensione, hanno disprezzato il mio fisico e i miei tics, attaccato la mia persona, ferito la mia anima, con una violenza, una durezza e una cattiveria, che non avevo mai conosciuto prima.
Ancora oggi a pensarci spesso mi scendono le lacrime...
Ci sono voluti alcuni mesi perché Laura si riprendesse completamente. Io non l'ho mai più rivista da quella sera, non me lo hanno permesso. Mi hanno detto che le rimase però una cicatrice sulla coscia come segno indelebile di quella brutta esperienza.
Per me i mesi seguenti all'incidente furono difficili... avere un incidente è brutto, farsi del male anche, ma fare del male ad un'altra persona per me era stato insopportabile...
Era anche un momento delicato della mia vita: il tempo dello studio era finito, avevo ricevuto molte offerte di lavoro, ma avevo cominciato a conoscere l'ansia. Studiare era facile: fatica+disciplina=risultati e un buon voto c'era per tutti quelli che lo meritavano. Il mondo del lavoro era diverso, difficile, incerto, insidioso...avevo bisogno di tempo per capirne le regole, per imparare a gestirlo e controllarlo. Ho perso molte occasioni e mi sono incamminato verso la depressione; non mangiavo più, praticamente fumavo soltanto...sono stati anni difficili...

Ho raccontato tutto a Cinzia, tutto d'un fiato, senza fermarmi e senza quasi respirare...ho rivissuto una delle peggiori serate della mia vita in una delle migliori serate della mia vita, forse era un passo obbligato, forse senza soffrire non si riesce a gioire, forse non sono ancora riuscito a superarlo completamente e per questo ho sentito il bisogno di scriverlo ancora, anche qui con lei...forse certe cose non si possono dimenticare e continuare a ricordarle mi permette di punirmi un po'...di piangermi addosso...
Ho stampato questo che le ho scritto e l'ho chiuso in un cassetto...speriamo che non esca più...

Alla fine del mio racconto mi sono accorto che io avevo gli occhi lucidi e Cinzia pure. Sono finalmente riuscito ad alzarmi dalla panchina in cui ero sprofondato e siamo scesi in spiaggia, ho sentito il bisogno di bagnarmi i piedi, quasi sperando che il mare potesse portare via quell'angoscia che questa storia fa sempre riaffiorare. Cinzia non ha detto nulla per un po' e siamo stati abbracciati a guardare il mare. Dopo un po' si è alzata, mi ha sorriso, e mi ha detto: "facciamo una corsa?". Non ci ho pensato un solo attimo, abbiamo cominciato a correre nel bagnasciuga tenendoci la mano, mi sentivo libero, non stavo scappando dal passato, ma stavo rincorrendo il futuro...non c'è stato bisogno di parlare...mi sentivo un ragazzino con l'anima leggera...ci siamo poi seduti per aspettare l'alba.

Quando l'ho riaccompagnata a casa mi ha baciato in modo appassionato e mi ha detto "Grazie, non avevo mai fatto una cena così..."

Ora sono sfinito, sono arrivati il mio tic naso-bocca e ho cominciato a tirare sul dal naso a ricordarmi che sarebbe meglio fare un riposino...ma avevo il piacere di scrivere ciò che mi è successo.
Un giorno, magari, sarà bello rileggere con Cinzia questo nostro scambio epistolare...

La ringrazio per la compagnia e il supporto e le auguro una buona domenica...
Simone

P.S. Per tutta la sera mi sono dimenticato di fumare !!!
[#7]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Caro Simone,

il suo racconto è toccante. Da qui mi viene da dire che è il racconto di uomo innamorato, anzi di un uomo e una donna innamorati.
Accanto a questo sentimento così sublime e prodigioso, mi sembra che vogliate anche toccare le vostre corde più profonde, non so se mi sbaglio nel dire che volete costruire un progetto d'amore.

Infatti il fatto di raccontarsi a Cinzia denota il suo desiderio di creare intimità e unione. Mi sembra sia andato tutto bene.

Quando dice che non è abituato a parlare di sentimenti, dice una cosa importante. Forse nella sua vita li ha tenuti troppo sotto controllo, chissà se forse non ha potuto affidarsi a quello che sentiva, ma anzi ne è stato diffidente.

Il senso di svenimento che ha provato di fronte all'incidente in bicicletta non credo sia legato soltanto alla vista del sangue, ma a quel terribile incidente in moto che è stato drammatico.
Quando dice che ha vuotato il sacco con Cinzia, quando dice che parlarne qui le avrebbe consentito di fare un "pisolino", sta facendo un movimento che merita la massima attenzione.
Mi fa pensare che si sia sentito solo nella sua vita rispetto ai sentimenti, come se non abbia potuto condividerli. Come se non avesse potuto accettare se stesso, cosa che invece Cinzia sembra capace e desiderosa di fare.

Di sentimenti sa parlare. Ha una capacità narrativa che sa essere espressiva ed avvincente. Mi sembra che la storia con Cinzia sia un'occasione preziosa per scoprire e integrare questa parte di sé, che lei ha cominciato a lasciare emergere.

La serata non sarebbe andata meglio se lei non avesse parlato a Cinzia di questo suo incidente del passato. È andata molto meglio così, perché, per quanto l'incidente sia stato tragico, c'è stato.
La sua confidenza e la sua umanità hanno rappresentato quindi un momento coinvolgente e autentico.

Ci sono tante cose che andrebbero dette, evocate in me dalla lettura del suo ricco racconto sia relativamente a Cinzia sia a proposito dell'incidente e dei vissuti relativi a Laura, ma anche a proposito degli studi ad esempio, del lavoro e delle relazioni, della cura farmacologica, del legame con i suoi genitori, e di tutti quegli aspetti che emergerebbero di volta in volta.

Per esempio è significativo il vissuto di angoscia e colpa dell'incidente e la comparsa dei tic. Così come il senso di solitudine di non potersi appoggiare ai suoi genitori, forse a nessuno.
In quel momento, spaventato e attaccato da tutti, chi ha tranquillizzato Simone? Forse non è strano che Simone oggi sente di dover nascondere delle parti di sé, di chiuderle in un "cassetto", anche se è desideroso di pacificarsi con esse.

Allora non deve chiudere per non fare uscire, deve aprire per fare uscire e, così, gestire i sentimenti. Altrimenti restano lì, potenti e silenti e, lei, non riesce a fare "pisolini" tranquilli né ad accedere alla sua creatività.
Lo dice lei stesso: "Non stavo scappando dal passato".

Il nostro scambio è stato prezioso Simone, glielo dico con la mia sincerità e ringraziandola per averci reso partecipi del suo racconto.
Certo in queste sede non riusciamo purtroppo ad aprire tutti i discorsi necessari. È indispensabile uno spazio dal vivo, con i tempi idonei, in cui lei possa raccontarsi come sta facendo qui, con quel filo che riesce a mantenere, per avere il dialogo professionale e lo scambio umano che merita.

Un inciso: l'incidente in moto non è stato colpa sua, le macchie d'olio sono un vero guaio per le moto. Ha fatto tutto quello che poteva per salvare Laura.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
[#8]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Gentile dr. De Sanctis,

desidero ringraziarla di cuore per il tempo che mi ha dedicato, la profondità e professionalità delle sue analisi, la partecipazione e umanità che ha dimostrato nei miei confronti, la generosità e la passione con cui si è occupato del mio racconto. Sicuramente avrà studiato molto per esercitare la sua professione, ma credo che lei abbia un talento e una sensibilità particolari, un dono prezioso per il professionista e per l'uomo.

Se non fosse così lontano sarei onorato di poter avere alcuni spazi dal vivo con lei, raramente mi sono sentito così compreso e a mio agio con una persona.
Spero che Cinzia, che è un avvocato e quindi non ha competenze professionali, ma è una donna sensibile, dolce e posso dire innamorata, mi possa aiutare in questo percorso di riscoperta dei miei sentimenti. Ho deciso che ogni tanto le scriverò qualcosa su di me, mi è piaciuto molto raccontarmi scrivendo...

Ci ho messo tutto il pomeriggio per capirlo e concordo con quello che lei questa sera mi ha scritto "La serata non sarebbe andata meglio se lei non avesse parlato a Cinzia di questo suo incidente del passato."
Questa sera ho proposto a Cinzia di passare a salutare il signore della bicicletta. Non se lo aspettava ed è rimasta piacevolmente colpita.
Gli abbiamo portato un gelato per ringraziarlo, non credo che sia riuscito pienamente a capire il regalo che ci aveva fatto, ma è rimasto sorpreso e felice.

La ringrazio anche per l'inciso sulla macchia d'olio...sono 30 anni che cerco di pacificarmi con me stesso.
"In quel momento, spaventato e attaccato da tutti, chi ha tranquillizzato Simone?" Simone ha provato a tranquillizzare Simone, ma non sono sicuro di avere ancora finito il lavoro.
Forse i miei tics sono stati una valvola di sfogo che mi ha impedito di esplodere. Ormai li considero come una sirena di avvertimento, quando mi accorgo che prendono il sopravvento vuol dire che devo allentare la tensione...

Grazie ancora a lei, non immaginavo che scrivere i miei pensieri su internet potesse permettermi di ricevere tanto calore e attenzione, mi ha fatto un grande regalo e cercherò di mettere in pratica i suoi suggerimenti...mi sento pronto ad aprirmi per far uscire i miei sentimenti...

In bocca al lupo per il suo lavoro...i suoi pazienti sono davvero fortunati...
Simone
[#9]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Grazie per le sue generose parole Simone, allora un sincero augurio per lei e per la sua storia con Cinzia,
Enrico de Sanctis
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