19 anni e grandi potenzialità, ma non so in quale direzione spenderle

Sono un ragazzo di 19 anni, a scuola ho sempre avuto risultati brillanti e mi sono diplomato con il massimo dei voti.
In questi mesi ho provato a fare i test di ingresso in diverse facoltà e li ho superati tutti, ma ora mi trovo in uno stato di confusione e di malessere che non avevo mai provato.

Non riesco a scegliere la facoltà a cui iscrivermi e i termini per farlo stanno incominciando ad arrivare alla scadenza.

Con i miei genitori abbiamo parlato molto, mi hanno aiutato a fare molte analisi e riflessioni, ma mi hanno lasciato libero dicendo che è la prima scelta importante della mia vita che devo prendere da solo, di cui mi devo assumere la responsabilità, perchè ho la maturità per farlo.
10 giorni fa credevo di aver deciso. Quando ho cominciato a compilare la documentazione per l'iscrizione ho iniziato a sentirmi male, avevo nausea e crampi addominali, sudavo freddo e provavo come una sensazione di vertigini, di stordimento-disorientamento. Quando mi sono accasciato a terra, nel corridoio della segreteria, le persone che erano intorno a me hanno chiamato il 118. In ospedale mi hanno diagnosticato un attacco di panico. Quando sono tornato a casa sono dovuto rimanere a letto per tre giorni. Mi dava fastidio la luce e i rumori e il senso di vertigini e di stordimento si risvegliava non appena mi alzavo dal letto.
E' come se fossi completamente svuotato e spossato, privo di energia e forza vitale, il letto sta diventando il posto in cui passo gran parte del mio tempo.
Ho pensato molto a quello che mi sta succedendo, cercando di interpretare le mie sensazioni e le mie emozioni.
Ho cercato di mettere a fuoco che cosa mi blocca nella scelta della facoltà, ma non riesco ad essere lucido.
Un aspetto che mi crea ansia è il fatto di essere sempre stato il migliore, di aver avuto il massimo dei risultati in ogni cosa che ho fatto. Ora ho il timore di scegliere una facoltà che non mi stimoli intellettualmente, che non mi interessi, per cui io non sia portato, ho il timore di fallire, di non riuscire a superare gli esami, di non raggiungere il massimo, di non riuscire più ad essere il migliore. Ma penso ci sia anche altro, per esempio il fatto di non avere una vera passione per niente in particolare, di non avere un talento preciso. Fino ad ora ho fatto bene un po' di tutto, ma ora che si tratta di specializzarsi in qualcosa mi accorgo che non c'è più spazio per il tuttologo, che mi riesce tanto bene, ma serve lo specialista e io non so chi voglio diventare.
Non so in quale direzione devo remare, vorrei abbandonarmi in balia della corrente e lasciare che lei scegliesse per me. Un mio insegnante dice sempre, quando non sai scegliere tira una moneta più volte, quando ti accorgerai di fare il tifo perchè esca una delle due facce capirai la scelta che devi fare. Queste, però, è una decisione che ha mille sfaccettature, variabili, alternative, è una scelta che non sento alla mia portata e che mi sta distruggendo

Questa volta non so proprio come cavarmela.
[#1]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Trovo delle contraddizioni nel Suo scritto.
*supeeare TUTTI i test di ingresso* e poi *accasciarsi in corridoio in preda ad un attacco di panico* appaiono due attivita' davvero incompatibili fra loro.
Forse c'era qualche altra ragione per cui si e' sentito male nel corridoio. E forse Le hanno erroneamente diagnosticato un *attacco di panico*.
Si consulti con il Suo medico curante, forse c'e qualche altro problema fisiologico il Lei e il Suo medico l'aiutera'. Forse con delle analisi del sangue. Parli con lui.
I miei auguri.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Gentile dr.ssa Esposito,
la ringrazio moltissimo per la sua risposta.
Provo ad aggiungere alcune informazioni per rendere la mia situazione più comprensibile.

Quando mi sono sentito male al pronto soccorso hanno ritenuto di farmi un elettrocardiogramma ed esami del sangue, dai quali evidentemente non hanno rilevato nulla, diagnosticandomi un attacco di panico.

In quanto alla contraddizione che lei evidenzia provo a spiegarmi:
provare tutti i test per l'università non mi ha creato alcuna ansia o agitazione perché è sufficiente studiare e in questo io sono bravissimo!
iscriversi all'università mi procura ansia perchè comporta il saper fare delle scelte e in questo io evidentemente non sono all'altezza.

E' un po' come se non riuscissi a mettere un limite a tutte le variabili da prendere in considerazione per fare bene questa scelta e questo mi confonde, mi crea problemi, assorbe tutte le mie energie.
Le faccio un esempio.
Questa mattina sono solo in casa. La mia ragazza, che non avevo visto ieri sera, mi ha fatto una sorpresa ed è passata a trovarmi.
Io ero ancora a letto, come spesso mi succede di recente.
Abbiamo un po' parlato poi lei ha cominciato a toccarmi. Per vari motivi non lo facciamo da alcuni giorni.
Non sono riuscito ad avere l'erezione perchè la mia testa era ancora presa da alcune cose che stavo leggendo prima che lei arrivasse e non sono riuscito a concentrarmi su di noi.
Lei si è risentita molto e mi ha accusato di trascurarla per questo chiodo fisso che mi è venuto.
Mi ha anche proposto di scegliere lei per me, ma non mi sembra opportuno...
Mi ha anche proposto di uscire, ma le ho detto che avevo delle cose da sbrigare in casa, in realtà preferivo rimanere a letto e , come al solito, finirò per sfinirmi di pensieri.

Mi sento affogare in un pantano che m impedisce ogni movimento.
Ho pensato persino di non iscrivermi a nessuna facoltà, ma temo che poi rimarrei a letto tutta la vita...

Che cosa devo fare?
Come hanno fatto gli altri a scegliere?
Molti dei miei compagni del liceo hanno scelto a "cuor leggero", non hanno fatto neanche un decimo delle riflessioni che ho fatto io eppure loro sono in giro a spassarsela e io sono a letto...
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

tu scrivi: "E' un po' come se non riuscissi a mettere un limite a tutte le variabili da prendere in considerazione per fare bene questa scelta e questo mi confonde, mi crea problemi, assorbe tutte le mie energie."

se non è ansia questa, in quale altro modo potremmo chiamarla? ;-)

Così come il fatto di rimuginare, tenere in considerazione tutte le sfaccettature di una scelta, ecc...
E' la persona ansiosa che si comporta così e che pensa in questo modo: per ogni strada intrapresa potrebbero esserci mille possibilità diverse.
Ma se io devo andare da Milano a Roma, prendo e percorro la strada. Potrebbero esserci degli imprevisti? Sì, ma me ne occupo quando si verificano! Invece l'ansioso si spacca la testa prima ancora di programmare il percorso.

Quindi i tuoi amici hanno preso la decisione di quale facoltà frequentare, non lo hanno fatto a cuor leggero, hanno ponderato la scelta, ma NON con la modalità ansiosa che tu descrivi.

Inoltre mi pare sensatissima l'ipotesi del migliore in ogni ambito e la paura di non essere più il migliore o il migliore in ogni ambito: se non crea una certa ansia questa mission con ciò che ne consegue, che cos'altro potrebbe generare questa ansia?

Non ci dici invece nulla della tua famiglia, delle loro aspettative per il tuo percorso di studi...
Come vedi, però, questa problematica sta creando disagi anche nella tua relazione sentimentale.

Per tutte queste ragioni ritengo sia sensata la diagnosi posta al PS, ma -vista la tua giovane età e il periodo di insorgenza del problema- di rivolgerti ad uno psicologo psicoterapeuta per diagnosi e trattamento dell'ansia.

Ci sono modalità di approccio al problema molto operative (es cognitivo-comportamentale) che possono rimetterti in senso in tempi molto brevi.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Secondo me Lei *scommette* troppo sulla possibilita' di essere *malato*. E se ne fa un alibi.
Se la gioca anche con la Sua ragazza!
Dispiace vedere un giovane ritirarsi su se` stesso in questo modo.
Guardi, io penso che Lei questo atteggiamento lo abbia forse mutuato da qualche appartenente alla Sua famiglia. Mi dispiacerebbe per Lei che fosse cosi'!
Se davvero queste *tecniche patologiche di sopravvivenza* La disturbano dovrebbe prenderne atto e decidere se vuole cambiare o no.
Se desidera restare cosi' a vita nessuno glielo impedira', altrimenti potra' decidere di fare un serio lavoro su se stesso tramite una psicoterapia dnamica, e uno psicoterapeuta capace di tirarla fuori dalle secche!
Ci pensi!
[#5]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Ritengo che la teoria degli alibi sia possibile , anche se non avevo mai letto la mia situazione in questo modo.
Significa che per paura di non essere più il migliore rinuncio a giocare e mi nascondo dietro l'alibi di una malattia?
Non lo so, ma mi sembra evidente che qualcosa che non funziona più normalmente c'è: negli ultimi dieci giorni ho avuto quattro attacchi di panico, di cui i primi due da pronto soccorso.
Mia madre ha già preso contatti per farmi seguire da uno specialista.
Non credo che il suo supporto mi possa aiutare ad affrontare i miei problemi in tempo utile per rispettare le scadenze imminenti di iscrizione all'università per cui o perderò l'anno o dovrò azzardare una scelta.

Mio padre ha 57 anni e ha perso il lavoro da tre. Ora è disoccupato e assume psicofarmaci per problemi di depressione. Non so se i miei atteggiamenti siano in qualche modo mutuati dai suoi, non avevo mai avuto occasione di riflettere in questo senso...
Mia madre è quella che fa tutto: lavora, ci mantiene e prende tutte le decisioni; che cosa mangiare, come vestirci (ci compra i vestiti e sceglie quelli per il giorno dopo, sia per mio padre sia per me), se e dove andare in vacanza, quando uscire e chi frequentare (anche la mia ragazza in qualche modo dipende da una sua scelta)...
L'unica decisione che non vuole prendere è a quale facoltà iscrivermi...e io mi sento perso...pensandoci bene è la prima decisione della mia vita (non la più importante, ma l'unica che prenderei io...).
Come fa uno che non ha mai scelto nemmeno quali mutande mettersi a scegliere l'università? (Mi sto di nuovo nascondendo dietro un alibi?).

I miei genitori mi hanno detto che qualsiasi scelta faccia per loro andrà bene perchè la cosa a cui sono più interessati è la mia serenità. Non ci sono mai stati problemi che riguardassero i miei studi e credo che anche per loro sia una novità.

Non vedo l'ora che scadano i termini per iscriversi all'università perchè in un modo o in un altro questa agonia sarà finita, non risolta, magari solo rimandata, ma finita.

Prima di concludere volevo approfittarne per fare una domanda: può questo stato di ansia influenzare le mie erezioni? Dopo che la mia ragazza è andata via ho provato a masturbarmi, ma non sono riuscito neanche da solo ad avere una erezione; oggi il mio pene pare non avere nessuna capacità di reagire agli stimoli. Non so se centri, ma è tutto il giorno che provo un fastidioso senso di oppressione sul petto.


[#6]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
E' davvero curioso che Lei con tante cose importanti sulle quali riflettere e decidere si concentri sulle sue erezioni e se sia l' *ansia* a influenzarle!
Temo che oltre a cercare *alibi* lei cerchi delle *fughe* in ogni modo.

Si concentri sulle Sue scadenze prossime! In qualunque modo Le fara' sara' Lei a doverle fare! E su di Lei avranno un effetto!.

Se questa cosa che Le ho ricordato Le produce angoscia vuole tornare a pensare alle Sue erezioni? (non e' una domanda retorica. E' proprio una domanda)
[#7]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Non è che mi concentri sulle mie erezioni, ma credo che avere problemi con queste alla mia età non sia normale e per questo mi preoccupo anche di loro.

La mia vita è stata serena, felice e di successo fino alla maturità. Dopo la maturità mi è successo di tutto e mi sembra che si stia sfasciando...non è facile da accettare per me.

Ieri ho avuto il mio quinto attacco di panico in 13 giorni.
Non riesco più a uscire di casa e praticamente vivo a letto.
In qualche modo ho scelto di iscrivermi alla facoltà di Economia, ma questa mattina non sono stato in grado di farlo materialmente. Mia madre ha fatto l'iscrizione per me. Io avvertivo un fastidioso peso sul petto, ma soprattutto vertigini e nausea, non riuscivo a stare in piedi.
Non so se si possa definire un tic, ma da qualche giorno mi mordo nervosamente il labbro superiore. oggi era tutto arrossato e irritato, ma non riuscivo a smettere di farlo.
Non so che cosa mi stia succedendo, sono sempre stato una persona molto calma. Mi sta venendo il timore che non sia solo l'università, ma che ci possa essere qualcosa di più grande. Mio padre ha problemi con la depressione, non vorrei averli in qualche modo assimilati anche io.
Sto cominciando ad avere problemi anche con la mia ragazza, che non comprende questa mia situazione. Non siamo più usciti insieme, non abbiamo più avuto rapporti e se vuole vedermi deve venire a cercarmi nel mio letto, adesso c'è anche questa storia del labbro...

Perchè sta succedendo tutto questo, perchè a me, perchè adesso.
Mia madre mi ha organizzato un incontro con uno psicoterapeuta, ma io non so che cosa potrò dirgli e come possa lui aiutarmi e, comunque, sarà tra un mese...

Sono sconfortato e deluso da queste mie debolezze.
Vorrei riavere la mia vita, ma non so come fare!!!!!!!!!






[#8]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Per prima cosa non stia a letto! Temo che questo *stare a letto* le produca pensieri negativi a 360 gradi.
Spero che abbia la disponibilita' di una sedia in casa.
Buona settimana!
[#9]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Da quasi un mese ho cominciato un percorso di psicoterapia e assumo la Paroxetina 60mg, ma per ora non ho avuto grandi risultati.
Ho avuto ancora attacchi di panico e il mio desiderio di rimanere a letto sembra sempre più forte, soprattutto da quando mi ha lasciato anche la mia ragazza, per mettersi con una persona che credevo un amico.
Quando ho cominciato ad avere i problemi di ansia mi è capitato di perdere alcune volte l'erezione durante i rapporti e questo è stato uno dei tanti motivi di freddezza tra di noi. Da quando prendo la Paroxetina non sono più riuscito ad avere erezioni, neanche quelle spontanee della mattina, e questo ha messo una pietra tombale ai nostri rapporti sessuali. Sommando tutti i problemi siamo arrivati alla rottura.
Oggi la mia vita sociale si è ridotta a un lumicino e la mia attività sessuale è completamente assente.
Ho saltato spesso le lezioni all'università perché non me la sentivo di andare e anche studiare a casa mi risulta faticoso.
Ho rimandato anche l'esame di pratica per la patente, a cui tenevo molto, perché era in uno di quei giorni in cui avverto una sensazione di vertigini stando in piedi.
Anche il fatto di mordermi il labbro è stato definito ufficialmente un Tic, che trovo molto fastidioso.
Quando ero al liceo pensavo che l'università sarebbe stato un periodo bello della mia vita, avevo mille sogni e aspettative e invece...
Con il medico con cui ho cominciato il percorso di psicoterapia non riesco ad essere a mio agio e faccio ancora molta fatica ad aprirmi...non so come potrà riuscire ad aiutarmi...vorrei vedere la luce in fondo a questo tunnel, ma per ora mi sembra ancora di essere nelle tenebre.
La notte mi capita spesso di svegliarmi e di essere rapito da mille pensieri che non mi lasciano più dormire, come questa notte.
Le domande che più mi tormentano sono:
Come è possibile che adesso mi ritrovi con tutti questi problemi e solo fino a pochi mesi fa non avevo mai avuto nessun sintomo?
Come è possibile che prima mi riuscisse tutto bene e ora non sembro più in grado di fare niente?

La cosa che più mi fa soffrire è essere una delusione per mia madre. In tutta la mia vita ho fatto del mio meglio per compiacerla e credo di essere riuscito piuttosto bene nel mio intento, ma ora...
Anche mio padre non è in un buon momento e io credo di aver contribuito a questo in qualche modo.

Non sono abituato questo nuovo me e non so come gestire la situazione. Spero che qualcuno abbia ancora voglia di offrirmi il suo parere.

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