Agorafobia

Salve gentili Dottori,mi chiamo Nicola e ho 25 anni,scrivo perché da poco più di un mese e mezzo non riesco più a vivere serenamente.Un anno e 2 mesi è venuto a mancare mio fratello di 21 anni, lo shock è stato fortissimo e da lì è iniziato il mio incubo perché ho iniziato a soffrire di ansia ma mai di attacchi di panico. Sono contrario ai farmaci e quindi tenevo a bada la mia ansia con le mie forze.2 mesi fa però è successo una cosa che mi ha stravolto la vita, ero al centro commerciale con i miei e mi è venuto il primo attacco di panico.Tremavo, sudavo, tachicardia, fiato corto, tutto mi sembrava irreale e mi sentivo svenire, è stato orribile e da quel giorno non sono più tornato in quel centro commerciale.Ma ciò che davvero ha scatenato la mia agorafobia è stata un mese e mezzo fa decidendo di farmi un passeggiata in paese mi sono ritrovato in una strada larga e desolata, ennesimo attacco di panico temevo di cadere a terra e sono tornato a casa in preda dalla paura. Tengo a dire che ho una fissa per lo svenimento nel senso che è la mia prima preoccupazione ogni volta che esco di casa, ho paura sempre di svenire ma non è mai successo fortunamente. Da quel giorno ora ho sempre paura di uscire di casa e se posso evito, anche ad andare al super mercato o a prendere un gelato mi mette una gran ansia, non vivo più sereno come prima ne esco come i ragazzi normali. Non ho mai fatto una seduta psicologica anche se credo che la farò ma vorrei anche qualche consiglio per come affrontare la cosa da solo ogni volta che varco la porta di casa, vorrei sentirmi più forte e credere di potercela fare anche da solo. Non sono una persona che si deprime ma ho tanta voglia di lottare. Vi ringrazio in anticipo e perdonate il lungo messaggio.Attendo risposta.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Mi dispiace che Lei debba fronteggiare questa situazione!
Le cause sono da ricercare con ponderata cura.
In particolare per comprendere cosa rappresenti per Lei il Centro Commerciale. Cosa attivi nel Suo inconscio.
Vanno interpretati i simboli che contiene e la disturbano.
Questo decodificare i simboli le permettera' di giungere ai nuclei *patogenerici* che la coinvolgono.
Questo *lavoro* va fatto in una terapia psicodinamica che sia in grado attraverso analisi di sogni e associazioni di significati di farla approdare ai Suoi temi inconsci.
I miei auguri di stare meglio!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Daniela Pellitteri Psicoterapeuta, Psicologo 48 8
Gent. mo,
credo che sopravvivere ad un fratello sia uno degli eventi più difficili che possa accadere ad un giovane ragazzo come era lei quando suo fratello è morto.
Affrontare un lutto, innaturale ed improvviso, come quello che la vita le ha obbligato a fare, renderebbe ansioso chiunque... e se già era presente, magari in forma latente, una sua possibile predisposizione in termini di attivazione di 'risposte' ansiose, un trauma come questo rende estremamente probabile un quadro come quello che lei ha descritto.
Non so se ci sono altri fratelli o sorelle in famiglia a condividere la tristezza che una famiglia prova in questi casi.
Quando uno dei nostri cari ci lascia bisogna percorrere un cammino lento e faticoso che ci permetta di rendere questa perdita tollerabile .
Da psicoterapeuta familiare mi viene in mente che spesso chi porta una sofferenza in modo esplicito (la sua ansia, le sue paure...) sta parlando al posto di tutta la famiglia e sta esprimendo quel dolore e quella paura che non si ha la forza di esprimere chiaramente, magari perché ognuno protegge e supporta l'altro, facendo in modo che la vita scorra con una normalità accettabile.
A questo punto lei ha compreso che non può continuare ad evitare di affrontare il suo enorme dolore, e ,credo, quello della sua famiglia.
Un terapeuta sarà in grado di accompagnarla nella comprensione di queste sue paure e reazioni, rendendola più consapevole e maggiormente fiducioso .
Le auguro caramente di trovare armonia e serenità.
Daniela Pellitteri

Dr.ssa Daniela Pellitteri

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dopo
Utente
Utente
Grazie di cuore per le vostre risposte. Già, affrontare un tale lutto è stato molto difficile e doloroso, anche se è passato un anno ci penso sempre anche la notte prima di dormire soprattutto perché è morto proprio tra le braccia di me e mio padre, straziante e dire poco. So che è del tutto normale che mi siano venute ansie e paure ma a viver così male non voglio più quindi apprezzo il vostro consiglio e mi affiderò ad uno psicoterapeuta.
Se avreste ulteriori consigli o metodi su come affrontare i miei momenti fuori di casa li accetto volentieri. Mi complimento per il vostro lavoro e per il tempo dedicato.
Cordiali saluti
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