fine psicoterapia, sospensione farmaco, peggioramento

Buonasera Dottori,
purtroppo mi trovo a dover di nuovo chiedere un consulto in questa sezione per un parere riguardo la mia attuale situazione.
Da tre anni sto seguendo una terapia cognitivo comportamentale, saltuariamente anche con l'uso dell'EMDR : ho iniziato la terapia per superare grossi problemi di ansia, attacchi di panico e una lieve forma di fobia sociale.Prima di iniziare, da anni assumevo un farmaco, entact, ma, oltre a causarmi comunque ansia, appena lo smettevo iniziavo a stare veramente male....e così lo prendevo da tantissimi anni ininterrottamente (10mg/die)
La psicoterapia ha avuto dei vantaggi enormi sulla mia vita tanto che ho prima dimezzato il farmaco, un anno fa, ed ora dopo averlo scalato gradualmente, sda agosto non lo uso più
Devo però precisare che la sospensione è stata decisa solo con la psicologa, non ho contattato la mia psichiatra perchè tempo addietro ho perso la fiducia in lei....avevo bisogno....si è dimostrata irreperibile, non ha mai risposto alle mie chiamate per un lungo periodo....ho dovuto fare da sola...e così non ho più avuto il coraggio di cercarla.
Vengo al dunque: quest'estate stavo veramente bene, pensavo che avrei dovuto risolvere ancora qualche piccolo problemino, casualmente legato alla paura di sentirmi male in pubblico, e poi avrei potuto terminare la psicoterapia. Nel ho parlato alla psicologa e subito dopo sono andata in crisi.Ho iniziato a fissarmi sulla paura di avere qualche malattia, monitorare il corpo, trovarmi dei sintomi e allo stesso momento paura folle di andare da un medico per una diagnosi certa, che ovviamente la mia psiche immagina sia infausta. Ormai ho imparato qualcosa, e riconosco in questo un disturbo ossessivo compulsivo.
La psicologa mi tranquillizza, ci stiamo lavorando anche con l'emdr, lei dice di aver capito il motivo della mia crisi, ma vuole che ci arrivi da sola, e invece io non lo capisco e cado sempre più giù.
Da una parte vorrei solo ricominciare con il farmaco, che mi "tamponerebbe" ogni sintomo. Dall'altra vorrei resistere per lavorarci su, finalmente, a mente sgombra.
Ho fiducia nella mia psicologa, la terapia ha sempre avuto successo, non credo che fallisca proprio ora, ma allo stesso tempo sono preoccupata e spaventata.
Potrebbe trattarsi dei sintomi da sospensione, anche se prendevo 5mg/die da un anno e l'ho sospeso molto gradualmente? e se fosse, i sintomi da sospensione è possibile che si verifichino dopo alcuni mesi?
E' il caso di contattare una nuova psichiatra, per valutare la possibilità di prendere/cambiare farmaco, o devo solo darmi, e dare tempo alla psicologa di lavorare? sto facendo l'emdr, ma contrariamente al solito, non ci cavo un ragno dal buco (perdonerete il termine, ma tant'è!)
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

sì, è certamente il caso di sentire il parere di uno psichiatra, anzi credo che non avrebbe dovuto sospendere il farmaco senza il parere del medico! Lo psicologo, poi, NON può nella maniera più assoluta pronunciarsi sui farmaci, non essendo un medico.

Chiarisca tuttavia con la terapeuta questo momento di crisi; talvolta può capitare che si apra una piccola crisi verso la fine della terapia, per le ragioni più svariate, da affrontare in terapia.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Lo so, Dottoressa, lo so che non si fa.....ho preso coraggio perchè già in passato l'avevo sospeso, sotto controllo della psichiatra che allora mi seguiva, ed ora ho adottato lo stesso metodo per la sospensione graduale. Ma forse ho sbagliato momento!

Per scagionare la mia psicologa, lei non mi ha mai detto di sospenderlo.....diciamo che l'ho voluto fare io, e lei dopo avermi consigliato di sentire la psichiatra, al mio rifiuto, ha semplicemente preso atto.
Però erano mesi che mi diceva che la dose che prendevo era minima, che avevo gli strumenti per farcela da sola e che tante ansie con le quali ero arrivata da lei ormai se ne erano andate! e questo è verissimo!

onestamente, ora io non vorrei ricominciare con il farmaco, nei momenti di sconforto mi viene la tentazione, ma vorrei farcela da sola così da superare questo momento e poi camminare sulle mie gambe. La psicologa è fiduciosa.....io diciamo che a volte lo sono, altre preferirei la scorciatoia del farmaco.

La psicologa mi ha proprio detto le sue stesse parole "lei è andata in crisi perchè ha deciso che la terapia è finita" (e lei era d'accordo che fossimo ormai giunte alla conclusione).
Che fare? ce la farò senza farmaco? so che lei non mi può dare una risposta.....era una domanda retorica....
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

può capitare di avere qualche timore nel chiudere la terapia, perché si è erroneamente convinti che ...in fondo è sempre meglio camminare con la stampella della psicoterapia e poter avere il supporto del terapeuta.

Ma è proprio questo l'errore! La psicoterapia NON è una stampella ed è obiettivo principale di una psicoterapia rendere il pz. autonomo e indipendente nella gestione del problema.

Quindi il pz inizia a camminare con le proprie gambe e deve sapere che potrebbe provare emozioni quali ansia e paura (emozioni che proviamo tutti) o scoraggiarsi e pensare ad esempio "Non ce la farò" (pensiero pessimista che potrebbe capitare a chiunque).

Se mai dovesse capitare, il pz ha tutti gli strumenti -acquisiti durante la terapia- per fronteggiare la situazione, senza alcun timore.

Ne discuta in terapia.


Cordiali saluti,
[#4]
dopo
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Gentilissima Dottoressa, la ringrazio per le sue parole, che forse mi hanno anche dato uno spunto per capire cosa mi stia succedendo.
Con la psicologa ho un bellissimo rapporto, lei è molto disponibile e a volte al di fiori della seduta capita di parlare anche di altro, mantenendo sempre un rapporto professionale, ma tutt'altro che freddo. So che se dovessi aver bisogno , lei ci sarà sempre, ma so anche che è un medico, non una amica, e che quindi la contatterei solo in caso di bisogno reale.
Forse è proprio questo il punto.
Io in famiglia non ho nessun sostegno, nessuno che accolga o anche solo ascolti come mi sento. Anzi, mi fanno sentire un peso. La psicologa mi ascoltava. Però non posso e non voglio continuare la terapia all'infinito. Non voglio che diventi una dipendenza (oltre a tenere in considerazione anche il forte impatto sulle mie finanze!).
Credo che derivi proprio da qui il mio crollo....appena vado in seduta ne parlerò.
Mi rimane da capire perchè tutto questo sia sfociato in una paura generalizzata sulla mia salute fisica.....tanto che per la prima volta nella mia vita ho problemi al ciclo,probabilmente dovuti allo stress, ma che non fanno che alimentare i miei pensieri disfunzionali.
Mi auguro di risolvere semplicemente con le sedute, che in questo periodo sono molto ravvicinate, e di non dover più ricorrere ai farmaci, perchè per molti aspetti ora che non li prendo sto meglio (non ho più sonno, mi sento più attiva e sto dimagrendo con facilità!)
[#5]
dopo
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Mi trovo a dover riprendere questo consulto perchè proprio dopo aver chiarito come affrontare questa ricaduta con la psicologa, un evento casuale sembra che sia piombato dal cielo per mettermi alla prova! la mia psicologa ha dovuto allontanarsi dal lavoro per motivi personali e credo che non la vedrò per almeno un mese. Per ovvi motivi, cerco di trattenermi dal contattarla anche per telefono, anche se ne sento veramente la necessità.In pratica, dalla paura di camminare senza la famigerata stampella, mi ritrovo adesso a doverci fare chilometri e chilometri senza, e all'improvviso.
Alterno momenti in cui mi sento abbastanza bene,cerco di distrarmi e di non rimanere sempre a rimuginare su pensieri negativi, a momenti di vero sconforto, in cui i pensieri si concentrano sempre sulla paura di avere qualche malattia.
Attualmente il mio corpo presenta almeno tre quattro sintomi, o zone che io definisco problematiche e che tengo costantemente monitorate, rendendomi conto da me di quanto siano assurdi e infondati questi comportamenti, tanto che, se dovessi andare dal medico, non saprei cosa dire perchè i sintomi sono totalmente aspecifici o appunto infondati. Nei momenti no le penso tutte.....andare dal medico di base, seppure non abbia molta confidenza per parlargli di queste cose.... contattare una psichiatra per farmi di nuovo prescrivere dei farmaci, pur sapendo che questo ostacolerebbe il lavoro che ho iniziato con la psicologa nelle ultime sedute.
L'unica cosa che farò è andare da un fisioterapista perchè un sintomo, questa volta reale, è un peggioramento dei miei dolori cervicali.....ma questo sintomo è reale e perciò non mi spaventa. Strano no?
Sinceramente sono spaventata da questo crollo, non vorrei tornare a prendere i farmaci perchè metterebbero a tacere i sintomi e non mi consentirebbero di affrontare il problema in terapia, e anche perchè senza farmaci sto molto meglio da tanti punti di vista , soprattutto ho meno sonno e sto finalmente calando di peso con meno difficoltà. Mi spaventano però altrettanto queste difficili giornate in cui fare le cose senza ansia diventa sempre più complicato. Forse dovrei solo accettare un periodo così, invece che combatterlo.
[#6]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66

Gentile utente,

il Suo titolo dice tutto, forse:
"fine psicoterapia, sospensione farmaco, peggioramento".

Considerato che l'abbinamento di psicoterapia e farmaci in molti casi sono l'ottimale ( https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html ), avendo interrotto ambedue si trova ora "nuda", senza alcun aiuto se non quello interiore che Lei stessa può darsi.

Perchè non tornare per una consulenza dalla precedente psichiatra, evitando di coltivare fantasie di abbandono e tradimento?

Se poi deciderà di non farlo, saprà che desidera mettersi alla prova, sperimentare la propria crescita, camminare con le proprie (per il momento traballanti) gambe.
In fondo un mese è breve.


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#7]
dopo
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Gentilissima Dottoressa Brunialti, la sua risposta non mi è affatto chiara.
provo a spiegarmi meglio:
ho interrotto il farmaco che già assumevo in dose minima da un anno dopo aver appurato che già da lungo tempo non avevo più nessun tipo di ansia. Mi sentivo forte e sicura dei risultati raggiunti. E la psicologa era d'accordo, sui risultati.
Ho deciso io di sospendere il farmaco, ma non l'ho fatto a caso, ma sospendendolo gradualmente come in passato mi aveva insegnato la psichiatra. Preciso che non era la prima volta che assumevo degli antidepressivi, quindi sapevo come comportarmi, come scalarli e così ho fatto.
Tuttavia, dopo poco, è subentrato questo crollo, proprio nel momento in cui avrei voluto affrontare l'ultimo dei problemi che mi era rimasto, ovvero la paura di sentirmi male, delle malattie ecc.

Non capisco cosa intende dire con
" evitando di coltivare fantasie di abbandono e tradimento?"
davvero da qualche parte ho lasciato intendere che io mi senta tradita o abbandonata? e da chi?

La psicologa ha momentaneamente sospeso le sedute per un motivo preciso, che mi ha spiegato.
La psichiatra.....non mi è mai piaciuta ed ora non mi sentirei di andarle a raccontare la mia vita. Se prima lo facevo, ora non lo farei più.

Sono ferma sulla mia decisione di non riprendere i farmaci....fossero farmaci che si possono prendere per un mese e poi sospenderli, forse lo farei, ma so che se ricomincio dovrò prenderli per almeno un anno, e non me la sento.
[#8]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66


Gentile utente,
Rispondo alla Sua richiesta di chiarimenti.

Mi riferivo alla sua psichiatra,
in particolare quando Lei diceva
>>non ho contattato la mia psichiatra perchè tempo addietro ho perso la fiducia in lei....avevo bisogno....si è dimostrata irreperibile, non ha mai risposto alle mie chiamate per un lungo periodo....ho dovuto fare da sola...e così non ho più avuto il coraggio di cercarla.<<
Vorrei solo aggiungere che alla psichiatra non si racconta la propria vita, quando si è già seguiti da una psicologa (è anche psicoterapeuta?).

Se Lei ha deciso di fare senza i farmaci, è una scelta legittima, come dicevo già in conclusione di #6. Deve solo farsene carico.

Saluti cordiali.

[#9]
dopo
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Visto il mezzo non posso scendere nei dettagli, ma non fantastico su nessun abbandono, mi baso sui fatti: ero in cura, ho avuto bisogno e la dottoressa non si è resa disponibile.

Questa dottoressa mi chiedeva di raccontarle di me, i miei problemi, cosa mi faceva stare male......altrimenti come avrebbe potuto capire di cosa soffrivo e quale cura prescrivermi, mi scusi?

Mi farò carico della mia scelta.

Grazie ancora per il tempo che mi ha dedicato, dottoressa Brunialti.
[#10]
dopo
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Buongiorno Dottori,
aggiorno la situazione perchè mi sta succedendo una cosa che non mi sarei aspettata e che mi sta facendo riflettere.
In assenza della mia psicologa, dopo una fase iniziale di smarrimento, adesso sto bene, molto bene direi!
Ho dovuto prendere decisioni da sola, sono stata male, ma mi sono documentata, attivata e alla fine ho fatto la mia scelta, che , ancora inaspettatamente, è l'opposto della strada su cui mi stava portando la psicologa.....e la mia bruttissima ansia è rientrata a livelli normali. Ho passato giornate d'inferno ma ora mi sento di essere tornata alla normalità, con un'ansia gestibile, quella di sempre, e soprattutto mi hanno abbandonato i brutti pensieri devastanti (le ruminazioni).
Questa mia reazione mi ha spiazzato.......la psicologa mi sta aiutando tantissimo per certi aspetti tutt'ora, ma per altri forse devo ammettere che mi mette delle ansie che da sola non avrei.
Non so veramente che fare..... gliene parlerò quando potrò, ma ad oggi ho il dubbio che sia ora di chiudere la terapia e camminare con le mie gambe, anche se ci sarebbero ancora nodi da sciogliere.
Grazie per l'attenzione che continuate a dedicarmi.
[#11]
dopo
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Scusate Dottori, immagino che abbiate moltissime richieste, ma mi piacerebbe sentire il vostro parere perchè mi trovo in una situazione di confusione.
La prossima settimana riprenderò le sedute (prima del previsto) e ho seri dubbi se continuare. Ho l'impressione che arrivata a questo punto la psicologa mi stia influenzando un po' troppo....o meglio io mi faccio influenzare.
Il problema è che per anni ho seguito i suoi consigli e ne ho tratto benefici, ora non ho il coraggio di dirle No, non ti ascolto, ho deciso e seguo la mia strada!
[#12]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Il mio parere è che fino alla "dipartita" della psicologa lei possa essersi trovata, sì, in una situazione di dipendenza dalla/e terapia/e. Oltretutto resterebbe da vedere quale sia stata realmente, l'efficacia di tale psicoterapia, dato che se tale dev'essere, e NON un sostegno psicologico che sarebbe tutt'altra cosa, il problema deve essere risolto e la terapia terminata.

Affermazioni del tipo "finora la psicoterapia aveva sempre funzionato" sono invece l'esatto opposto dell'atteggiamento corretto nei confronti di una psicoterapia definita in modo corretto.

Dopo che ha smesso la terapia, invece:

>>> In assenza della mia psicologa, dopo una fase iniziale di smarrimento, adesso sto bene, molto bene direi!
Ho dovuto prendere decisioni da sola, sono stata male, ma mi sono documentata, attivata e alla fine ho fatto la mia scelta
>>>

ha iniziato da sola, per forza di cose, a fare quello che <ogni> psicoterapia efficace per l'ansia dovrebbe fare: responsabilizzare il paziente e renderlo autonomo.

Ma ancora ha bisogno di attenzione e rassicurazioni da parte nostra. Quindi significa che la lezione non è stata ancora appresa.

Le raccomando perciò di trovarsi uno psicoterapeuta che adoperi un approccio attivo e focalizzato per l'ansia. Altrimenti continuerà a cullarsi nell'illusione ambigua e paradossale di volerne uscire da sola ma con l'aiuto e la rassicurazione di altri.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#13]
dopo
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
quindi secondo lei in questi 3 anni ho sbagliato tutto? la terapia fatta non è servita a niente?
quale altro orientamento mi consiglierebbe?
[#14]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Non ho detto questo. È improbabile che un professionista dopo aver studiato una media di 10-12 anni per laurearsi, specializzarsi e fare tirocini possa sbagliare tutto e peggiorare le condizioni del proprio paziente. Sempre possibile, ma statisticamente poco probabile. Ma potrebbe non essere riuscito a portare il lavoro a compimento, questo sì.

Le suggerirei di orientarsi verso un terapeuta a indirizzo comportamentale o strategico. E di monitorare l'andamento della terapia e dei risultati che sta ottenendo. Se dopo un certo numero di sedute non avesse riscontrato alcuno sblocco <decisivo> nella sua maniera di affrontare i problemi che l'ansia le pone, è improbabile che potranno essercene in seguito e dovrà quindi trarne le debite conseguenze.

Ma vedrà che se sceglierà questi orientamenti sarà il terapeuta stesso a farglielo presente, nel caso.

Per sblocco decisivo intendo momenti come quello sperimentato da sola, quando ha dovuto arrangiarsi dopo la fine della terapia.

Non a caso mi capita a volte di far presente che alcune terapie, per essere veramente efficaci, devono prima finire.

[#15]
dopo
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Forse non l'ho scritto, o le è sfuggito: la mia psicoterapia è ad orientamento cognitivo-comportamentale e di miglioramenti in questi anni ne ho avuti tantissimi. Impossibile fare un elenco, ma se devo spiegarne uno su tutti, posso stare male, avere momenti no, situazioni difficili, ma non ho MAI PIU' avuto quell'ansia invalidante che prima mi faceva evitare di affrontare le cose.
[#16]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
No, non mi è sfuggito. Non a caso ho indicato "comportamentale" e non "cognitivo-comportamentale", dato che in quest'ultima sembrano essere presenti varianti che si discostano dall'approccio "tradizionale" alla Beck & Ellis, per intedersi. Ma su questo lascio la parola a colleghi TCC per eventuali chiarimenti.

L'ansia invalidante che prima non le faceva affrontare le cose non è sparita. Ha solo cambiato volto. Il suo bisogno di rassicurazioni e "consigli" è ancora bello vivo e forte e questo è un segno direi inequivocabile che non ha ancora superato la sua patologia.

Oltretutto, il decorso tipico dell'ansia è passare da una fase iniziale più fisica, legata agli eventi, a una più mentale fatta di dubbi e preoccupazioni. Perciò mi sembra che il suo quadro sia abbastanza riconoscibile. Almeno da un punto di vista breve strategico.

Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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