Problemi all'università e altro

Salve, sono un ragazzo di 21 anni che frequenta il quarto anno della facoltà di Medicina. Fino a quando ho frequentato il liceo. è andato tutto bene. Anzi, ero il primo della classe. Oggi le cose si sono capovolte in un modo spaventoso. Sono rimasto indietro. Il primo esame fu eccellente, il secondo molto meno ed è per questo che da allora mi sono fissato e abbattuto senza più riprendermi. Ho fatto delle scelte che hanno condizionato pesantemente la durata dei miei studi: ho iniziato a rifiutare voti per "recuperare la media" e naturalmente oggi sono un anno e poco più indietro rispetto al mio anno. Ho perso la stima dei miei genitori, dei miei compagni e non mi riconosco più. I miei, sebbene si siano arrabbiati molto durante questo periodo, cercano di farmi forza, ma è l'opinione dei miei compagni che è la più schiacciante, anche se non sempre espressa. Mi sento un fallito, un incompetente. L'ultimo esame è andato benissimo, sono contentissimo e ho reso più felici i miei, ma ho l'esame di Anatomia 2 fermo lì. E, ovviamente, l'opinione di tutti è che , se non sei riuscito a fare quello, puoi anche mollare. Tutto il resto è invalidato anche se è buono. Per non parlare di quando ti dicono che saresti dovuto essere selezionato, che il test non era la modalità giusta e che chi merita di stare lì si vede dagli esami dei primi due anni! Io ho commesso degli errori importanti nello studio, errori di concentrazione, cose che un tempo per me non contavano sono diventate importanti, come i ragazzi. Soffro del fatto che non riesco ad avere la completezza che vedo negli altri come fidanzati o anche la sola soddisfazione sessuale: per me è tutto più difficile perché sono omosessuale. E per giunta mi sono accorto che, anche se non sono dichiarato, devo aver commesso qualche piccolo errore al punto da aver dato origine a qualche pettegolezzo tra i compagni di università. Ciliegina sulla torta: un ex compagno di classe, con cui c'è sempre stata reciproca rivalità dalle elementari e la cui ragazza mi ha spudoratamente dato dell'omosessuale, è entrato un anno dopo trasferendosi dalla Romania e riuscendo a superare l'esame che io non riesco a superare, il che va a favore dell'idea secondo cui io sarei dovuto essere selezionato e lui no. Provo invidia? Sì, non so se è veramente invidia, ma poco importa: so che avrei voluto superarlo quell'esame e sono sicuro al 100% di voler fare il medico. Mi ero ripromesso che dopo l'ultimo esame avrei parlato con qualcuno, ma non ho il tempo. So che scrivere qui non può risolvere i miei problemi, ma ho bisogno di un consiglio o di qualcosa che non so come definire perché voglio che la svolta che ho iniziato a dare sia costante, non voglio errori. Grazie anticipatamente
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Posso chiederti se il fatto di non riuscire a superare questo esame ti ha fatto sorgere il dubbio di voler più fare il medico?
Non superare un esame può farci sentire scoraggiati di sicuro, ma qui tu stai mettendo molta carne al fuoco.
Probabilmente stai anche maturando come persona: se alle superiori eri molto preso dallo studio e trascuravi le questioni sentimentali, ora stai scoprendo un mondo che ti attira e forse al tempo stesso ti spaventa.
Per tutte queste ragioni potresti mettere a fuoco quali sono i problemi che probabilmente ti impediscono di essere efficace nello studio. Se hai troppe questioni per la testa e se forse quella invidia è anche un po' legata a modalità ansiose, allora è ovvio che non riesci a studiare bene.
Che ne pensi?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Ho avuto dei dubbi ma non sul voler fare il medico. Ho dubitato delle mie capacità e anche adesso ho dei dubbi: "e se io fossi più stupido degli altri e nessuno se ne fosse accorto prima?". Mi ripeto che è statisticamente improbabile che io non abbia le capacità, ma non riesco a convincermene. Ho dubitato anche sul posto che ho scelto per studiare: non è una città aperta quanto basta da lasciar intravedere un futuro a chi è come me e spesso tutte le cose sono più complicate di quanto lo siano altrove. Ma non mi permetto assolutamente di attribuire la colpa (solo) al luogo! Su quello che voglio fare non ho mai dubitato, da quando ho iniziato mi sono sempre immaginato medico, nient'altro. I miei genitori me l'hanno chiesto più volte, ci ho pensato dopo che me lo hanno chiesto, ma non provo nemmeno sollievo all'idea di lasciare. In effetti, tutti mi dicono da sempre che sono ansioso. Si nota e non solo nello studio. 5 minuti fa sono quasi andato in panico perché mi ero reso conto di non aver fatto un argomento e ho pensato che non sarei mai riuscito a farlo in tempo per l'esame, ho lasciato la cena senza dire una parola ai miei, per poi rendermi conto che si trattava di 5 pagine, poche o, comunque, meno di quanto mi aspettassi. E, infatti, uno degli errori che ho fatto più spesso è stato questo: avendo "visto" che le pagine erano troppe e che non ce l'avrei fatta, ho acceso il pc e mi sono messo a fare altro e così ho allontanato il pensiero. Per l'esame di Anatomia sapevo che c'erano cose che non avevo fatto e che erano lì da fare, ma, per quanto possa sembrare ridicolo, avevo paura di farle.