Una scelta logica senza moralismi

L'argomento è soggetto a diversi vincoli sopratutto legali,ma lo espongo come una chiacchierata al bar davanti a un caffè.
Il suicidio è sempre sbagliato?
La morale, l'etica e il cosiddetto buon senso fanno rispondere sempre di si, ma a pensarci bene nella storia personaggi "elevati" hanno scelto questo modo per uscire di scena, il fatto che dietro ci fossero delle patologie e forse grazie a queste patologie erano "elevati" e quindi hanno lasciato un segno duraturo delle loro opere è secondario.
Il punto è se si arriva ad analizzare la propria vita e le proprie disponibilità (economiche, fisiche, energetiche e mentali) e ci si rende conto che non si può fare di meglio, che ci si ritrova in una situazione tale che può solamente peggiorare col tempo.
Se alla fine si ha l'assoluta certezza , escludendo divina provvidenza e simili, che non c'è più nulla da fare.
E che tentare altre strade sarebbe solo controproducente e tendenzialmente accelererebbe la caduta verso il basso.
Tirando le somme si sono commessi anni di errori, piccoli e grandi e che per come è strutturato il mondo non c'è modo di recuperare il tempo perduto e cosi le occasioni ad esso collegato, ma sopratutto ci si è resi serenamente (e ribadisco serenamente) conto che non ci sono soluzioni reali, ma solo un trascinarsi anno dopo anno vedendosi allo specchio deluso e vedendo negli occhi delle poche persone che ti circondano quella stessa delusione.
Avendo piena e (mi ripeto) serena consapevolezza del proprio posto e ruolo nel mondo, e non volendo più farne parte.
Il suicidio sarebbe logicamente sbagliato? Se noi abbiamo un cane o un gatto (e chi ne possiede uno sa quanto amore si possa ricevere e dare) ma lo vediamo soffrire alla fine non scegliamo di "lasciarlo andare" ?
E perché questo dovrebbe essere sbagliato anche per noi? Perché l'autodeterminazione di finire la propria esistenza deve avere sempre un alone di negatività, e mai come una visione serena e logica di una scelta ponderata da tempo, da anni.
Si dovrebbe accettare e rispettare una scelta, non condividerla forse ma non giudicarla perché è cosi soggettiva che nessuno ha la capacità di capirla fino in fondo.
Fermate il mondo, voglio scendere non è solo un modo di dire, ma l'ultimo desiderio di chi non ha più desideri, voglie, interessi, passioni o amore.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66


Gentile utente,

la premessa non è vera:
<<Il suicidio è sempre sbagliato?
La morale, l'etica e il cosiddetto buon senso fanno rispondere sempre di si<<
No: in altre culture il suicidio è segno di assoluto coraggio e coerenza.

Ad ogni modo, non è questo il punto.
Questo è un portale dove si forniscono orientamenti su stati di malessere e disagio fisici o psichici.
Nel suo consulto leggo una dissertazione teorica, ma nessun riferimento a quanto sopra.

Nel caso sia un pensiero che La riguarda, La preghiamo di riformulare la domanda.



Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Riformulo la domanda: il mio suicidio è sbagliato?
Se le cure servono ad allevare i dolori, e se il dolore è vivere, la cura è sbagliata?
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66

<<il mio suicidio è sbagliato?<<


Mi scusi,

non capisco.
Lei soffre di dolori tali da pensare al suicidio?

Dolori di tipo fisicio, psichico, esistenziale?





[#4]
dopo
Utente
Utente
Fisici no, di altro tipo si, anche se poi i dolori mentali si riflettono sul fisico, con crampi, nausea, bocca amara e altri disturbi.
Molti anni fa in seguito a un operazione bariatrica venne fatto un consulto psicologico per capire come mai mangiavo cosi tanto e risultò una depressione di una certa entità, poi la cosa si perse come spesso è accaduto nella mia vita, e non ci fu una terapia associata. Molto dopo sono stato sotto fluoxetina,ma non stavo meglio, solo più ovattato al dolore quotidiano.
E il tempo passava, molte azioni e molti comportamenti erano dettati da questa assoluta mancanza di prospettiva futura, come se non ci fosse nulla da costruire o su cui puntare. Mancava l'energia e la voglia ma spesso anche l'occasione e l'opportunità, e dopo tanti anni di vita cosi e di pensieri, mi sono posto lucidamente il problema che forse era il caso di trovare una soluzione.
L'ultimo tentativo è stato un consulto psichiatrico, mi sono state date delle pillole che mi facevano andare in giro come se fossi drogato e a ogni colloquio mi si diceva che era colpa mia che non agivo e non cambiavo e più spiegavo che mancavano le energie più mi si dava la colpa di questo, alla fine la psichiatra mi ha detto che era inutile continuare. E da allora non ho più cercato "aiuti", qui ho scritto di impulso senza realmente aspettarmi una via da seguire.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66


Gentile utente,

ora mi è un po' più chiaro.

In realtà dopo la chirurgia bariatrica in molti Centri si segue il paziente per qualche anno al fine di curare gli aspetti psichici che stavano alla base.

Comprendo i disagi che anche attualmente ha da affrontare senza vederne concreti risultati.
Se è stata diagnosticata una forma depressiva <<di una certa entità<<
la terapia farmacologia abbinata alla psicoterapia sembra raggiungere i risultati più interessanti e duraturi:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html

In ogni caso cerchi ancora le vie d'uscita.

Provi a visitare il portale per vedere se qualche nostro esperto/a attira la Sua attenzione, al fine di aprire spiragli di terapia.

Saluti cordiali.