Apatia e cinismo

Buon pomeriggio,

Sono una giovane di 27 anni e da circa un paio di anni ho notato dei profondi cambiamenti in me.

Sono sempre stata una persona eccessivamente empatica, sempre preoccupata per tutti, sempre lì ad ascoltare i problemi di tutti e pronta a elargire consigli, opinioni e mai giudizi( per fare qualche esempio, dalle rotture con i fidanzati di amiche e amici a cose ben più gravi che purtroppo ho anche vissuto in prima persona molto da vicino). Credo a seguito di un periodo di sofferenza causata da una malattia e lutto in famiglia, in cui non mi sono sentita capita e supportata, . (ad esempio, un'amica gelosa della mia vicinanza con un ragazzo cui lei era interessata e a causa del quale abbiamo litigato nonostante tra me e lui non fosse successo nulla, proprio durante questo periodo per me piu che nero, mi ha attaccata proprio in un momento in cui mi importava meno di nulla una relazione), mi sento a distanza di tempo non indifferente, ma addirittura infastidita dalle lamentele e dai problemi altrui. Questa cosa mi fa soffire particolarmente, perchè non riesco più a provare altro che fastidio ogni qual volta si parli di malattie e sofferenze o anche solo di problemi quotidiani altrui. IO non riesco a 'lamentarmi' con nessuno. Affronto la mia vita, piango da sola, non parlo di me stessa se non espressamente interrogata. Aggiungo che ho sofferto per anni di Bulimia che ho negato a me stessa e di cui non si è accorto nessuno, tranne la mia compagna di banco del Liceo. Ho affrontato il lutto, le rotture di amicizie e con fidanzati, senza lamentarmi con nessuno! è passato tutto da sè, quindi non capisco e mi infastidice particolarmente dover consolare gli altri.
Tutto ciò mi distrugge perchè non mi riconosco più. Non riesco più a preoccuparmi di nulla...mi scivola tutto addosso. Non riesco neanche piu a emozionarmi per nulla...un matrimonio, un compleanno, una nascita, un successo. Niente di niente. Mi sembrano solo tappe passeggere.
Vorrei trovare un equilibrio tra quello che ero e il 'mostro' cinico che (mi sembra) di essere diventata. Non riesco a prendere decisioni e mi urta parlare con chi non cercare di 'scavare in me' ma di convincermi solo che il mio modo di affrontare la vita è sbagliato. ( ad esempio, non ho una religione, ma non sono atea e per questo sono stata tacciata di essere una persona incapace di prendere una posizione. Era una normale conversazione che però mi ha ferito profondamente).
Probabilmente per me un consulto psicologico è sempre stato un taboo. Probabilmente anche questo lo vedo come un segno di debolezza, ma vorrei un piccolo consiglio da un esperto/un'esperta.
Grazie,
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
(...)Probabilmente per me un consulto psicologico è sempre stato un taboo. Probabilmente anche questo lo vedo come un segno di debolezza (..)
se invece di parlare di apatia e cinismo stessimo parlando di un disturbo dell'umore così come potrebbe sembrare? in tal caso il consulto psicologico va considerato al pari di un consulto medico per un problema medico.
Sarebbe una sconfitta andare da un cardiologo per problemi a cuore?
Quindi non c'è nessuna debolezza nel confrontarsi con un terapeuta, anzi... questo implica capacità e coraggio di mettersi in discussione, quindi....

saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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