Abuso sessuale sorelle

Salve, mi vergogno parecchio a scrivere qua sopra di questo problema perché ho paura di venire giudicata e respinta dopo che avrò specificato la mia situazione. Sono una ragazza, oramai cresciuta, che durante l'infanzia ha avuto, per motivi o per altri, comportamenti, per me definibili "inadeguati", nei confronti di mia sorella. Dall'ultima volta che è successo, oramai una decina di anni fa...convivo con un forte senso di colpa che mi ha perseguitato per diverso tempo fino a che non ho trovato la maniera di nasconderlo a me stessa per non sentirne più il dolore ma la faccenda dentro di me non è chiusa e sto conducendo una vita per niente felice e spensierata. Credo di aver trascinato questo senso di colpa ovunque con me, nei rapporti interpersonali che si sono creati, nelle mie scelte e decisioni, insomma, in tutto.
E ho voglia di aiuto. Ho voglia di non sentirmi più così male di continuo, ma vorrei comprensione e aiuto, un consiglio professionale.
Ho già avuto rapporti con diverse psicologhe, ne ho cambiate due o tre ma non è mai saltato fuori niente di tutto questo neppure con loro. Sapevo che mi stava perseguitando questo senso di colpa ma non volevo sentirmi ancora più mostro di quanto mi sentissi già da me.
Poi oggi ho letto su Internet che queste situazioni di abuso sessuale che intercorre tra sorelle, è molto più frequente di quanto si creda anche se non è molto riportato dai media, quasi più frequente degli altri tipi di abusi sessuali che avvengono nella cerchia familiare.
Essendo io la sorella maggiore, quella che ha effettuato la cosa, ho paura. A volte cerco motivazioni per quello che ho fatto, anche per alleggerirmi il peso. So che la cosa migliore sarebbe prendere da parte mia sorella minore e chiederle direttamente scusa. Da sempre ho il desiderio di farlo, ma non ho mai trovato il coraggio per la troppa paura. In casa mia si parla poco, si è sempre parlato poco. I rapporti con i miei non sono mai stati molto confidenziali. Purtroppo mi sono rinchiusa in me stessa, ho tenuto tutto dentro di me e non ho mai avuto coraggio di parlarne con nessuno.
Non so che fare. Vorrei che qualcuno mi dicesse perché l'ho fatto. Non ho neppure il coraggio di specificare cosa e come. A volte penso siano i miei ad aver scatenato queste "voglie" in me quando ero ancora una bambina. Sono diventata egoista quanto loro, sempre presi dalla loro depressione e poco presenti. Se un po' incolpo loro è anche perché vorrei alleggerirmi la coscienza. Poi,vorrei sapere che non sono sola, che non sono perduta e che non sono sbagliata o matta, o una pedofila.
Chiedere aiuto non è facile, però per fortuna ci sono persone, conoscenti che ti fanno aprire gli occhi e ti riportano alla dura realtà. Dura ma pur sempre una realtà è. Perché io e anche mia sorella, se dovesse esserne rimasta condizionata, non voglio vivere così e non voglio lasciar lei in condizioni che possano provocarle dolore, che possano rovinarle la vita e/o i rapporti con gli altri.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

è davvero difficile darle una risposta non sapendo di preciso cosa è successo, ma comprendo bene il suo desiderio di privacy assoluta.
Oltre a "cosa" ha fatto, che legittimamente non rivela, bisognerebbe considerare anche "quando" e cioè a che età, perchè un gesto compiuto a 6 anni è diverso dallo stesso gesto compiuto a 16.
La privacy sarebbe del tutto garantita nella stanza di uno psicologo con il quale si sentisse di aprirsi e rivelare ciò che ha fatto, che magari è molto meno grave di quello che pensa: certi sensi di colpa vissuti in solitudine possono crescere enormemente e diventare esagerati rispetto ai fatti ai quali sono connessi.

In ogni caso il fatto che abbia deciso di chiedere aiuto significa che quello che ha fatto non è "egosintonico" e non è quindi per così dire "parte di lei", ma è qualcosa che ritiene sbagliato e da cui sta prendendo le distanze, pagando lei per prima con la sua intensa sofferenza il prezzo del male commesso.

Probabilmente se ci pensa bene può arrivare anche da sola a capire perchè ha fatto quello che ha fatto: spesso i fratelli maggiori provano sentimenti negativi verso chi, nascendo dopo di loro, ruba la scena (e nel suo caso quel poco di attenzione che i genitori le hanno riservato).
Rabbia e invidia sono la regola, in misura più o meno intensa, e possono portare il figlio maggiore a compiere atti aggressivi verso il minore, in alcuni casi anche di una certa gravità.
Un'altra possibilità è che lei sia stata molestata da qualcuno e abbia ripetuto su sua sorella qualcosa di simile a ciò che ha subito. Questo lo sa solo lei, ovviamente.
Le cause possono essere svariate e potrebbero non avere a che fare con queste due ipotesi, che formulo comunque come spunto di riflessione.

Come le è sicuramente già chiaro l'argomento è delicatissimo e deve esser affrontato di persona.
Le suggerirei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta di formazione psicodinamica/psicoanalitica, che potrebbe ben inquadrare e comprendere il significato di una condotta come quella che riferisce.
Si è già rivolta a un mio collega con questa formazione?
Ha contattato solo psicologhe o anche psicologi (uomini)?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66

Gentile utente,

Lei all'epoca era preadolescente, in piena "tempesta ormonale" e curiosità.
In questa fase non si sa bene verso chi rivolgere pulsioni e istanze, ed è facile indirizzarsi a chi è più vicino, più fragile perchè più piccolo/a, più accondiscendente per la prossimità emotiva.

Con questo non intendo dire che non c'è responsabilità, bensì che tale responsabilità va commisurata all'età e alla situazione.

<<.. prendere da parte mia sorella minore e chiederle direttamente scusa. Da sempre ho il desiderio di farlo, ma non ho mai trovato il coraggio ..<<
Forse sarebbe ancore Lei, ancora una volta, a fare la protagonista della situazione.
Non credo che per una sorella (ora ventenne, immagino) sarebbe una situazione di crescita. Forse solo di una ulteriore umiliazione.

Concordo con l'indicazione delle Collega verso una psicoterapeuta, ma con esperienza e competenza nel campo dell'abuso.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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dopo
Utente
Utente
Mia sorella non è ventenne; io lo sono al momento. Quello che è successo si è manifestato per diversi anni fino all'età mia di 14 da un'età che non ricordo di preciso ma ero comunque una bambina. Non mi pare di aver avuto sensazioni di gelosia nei confronti di mia sorella, anzi ricordo bene che fui io a insistere con i miei per averne una. Avevamo un buon rapporto al di là di quello che ha volte mi "prendeva", adesso le cose sono cambiate perché mi sono allontanata da lei, credo per sfuggire al dolore ma ho sempre cercato di non farla sentire colpevole di quello che è successo. Anche se è doloroso, ho cercato di tenere per me la colpa. Il brutto è non avere mai sentito il diritto di poterne parlare con nessuno fino a qualche giorno fa e a ieri, in particolare perché mi sono ritrovata descritta dentro casi del genere, sfogliando sul web e non mi sono più sentita così sola e malvagia.
Secondo me chiederle scusa può magari servire a perdonare me stessa, visto che è oramai un'ossessione per me, un senso del dovere. Non so come potrebbe reagire mia sorella, non ne ho idea ed è questo che mi spaventa credo perché ho forse paura di non sapere gestire la situazione o di un qualcos'altro, tipo mostrarmi debole, non lo so di preciso.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66

Ritengo che prima di passare a degli agìti (chiederle scusa, riprendere l'argomento non potendo neppure immaginare se la cosa risulterà gradita...) che riguardano soprattutto i SUOI sentimenti,
sia preferibile passare attraverso un percorso psy,
come le risposte precedenti Le suggeriscono,
suggerimento che Lei però non raccoglie.
Come mai?



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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Anch'io non posso che sconsigliarle di parlare a sua sorella prima di aver parlato con uno psicologo di quello che è accaduto e prima di aver capito i motivi del suo comportamento, tanto più considerando che vi siete allontanate e che quindi non c'è confidenza né particolare affetto fra voi in questo momento.

Il fatto che da piccola desiderasse una sorellina (perché si sentiva sola) non significa che poi non abbia provato sentimenti negativi o almeno ambivalenti nei suoi confronti, e infatti dice che periodicamente le "prendeva" qualcosa contro sua sorella .
È molto importante che lei capisca cos'è quel "qualcosa" e che dia un senso alle azioni compiute per anni.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Sola non ero quando chiesi una sorellina perché ne avevo già un'altra, due anni meno di me. Può darsi che mi sentissi comunque sola. Non mi fido di nessuno, ecco perché indietreggio se mi viene consigliato di consultare e iniziare una terapia con uno psicologo. Sono diffidente, per me è un argomento delicatissimo, di cui mi vergogno soprattutto. Non ho appoggi e se li ho non riesco a percepirli come tali perché scanso quell'argomento ovunque, lo scanso in tutti i sensi, scanso le emozioni che mi provoca e poi non so come, qualche settimana fa, riesco a tirar fuori qualcosa di vago a riguardo con il ragazzo con cui mi vedo.
Ho sempre voluto interrompere i rapporti con le psicologhe precedenti di mia volontà forse nel momento in cui sentivo che ci si avvicinava sempre di più alla verità; ne ho avute tre in passato durante il periodo adolescenziale perché interrompevo la scuola, avevo interrotto i rapporti con i miei amici e mi ero isolata in casa senza hobby, senza più niente. Nonostante ciò, i cretini dei miei genitori (perché ogni tanto ci vuole di buttargli addosso un po' di colpa), nonostante ciò, non sono riusciti a fare niente per me. Certo, sono difficile, di carattere, ma se non ci riescono i miei genitori che mi conoscono e "mi hanno cresciuta" chi cavolo deve riuscirci? Una bambina sola, che non si fida più di nessuno e che ha dei genitori che la contrastano? Sarei voluta scappare lontana dalla mia famiglia diverse volte, iniziare una vita altrove con persone diverse, sarei stata disposta ad entrare in collegi o cose del genere. Tra l'altro scappare di casa non era certo un'attività che non conoscevo, anzi. Ma poi che altro potevo fare? Se non ritornare...
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66


Gentile ragazza,

<<..Non mi fido di nessuno, ecco perché indietreggio se mi viene consigliato di consultare e iniziare una terapia con uno psicologo. ..<<

Non fidarsi di nessuno è una coseguenza frequentissima di quanto Lei ha vissuto, del fatto di dover mantenere il segreto.
E lo stesso per quanto riguarda i Suoi genitori; inaffidabili e incapaci agli occhi di una bambina - e poi ragazzina - che avrebbe "chiesto" di essere "scoperta" in quegli imbarazzanti e piacevoli giochi...

In ogni caso ora che è sufficientemente grande, forse potrà decidere prima o poi di affrontare questo imbarazzante trascorso che è divenuto << oramai un'ossessione per me.<<

Questo è quanto possiamo fare noi per Lei, di qui.
Il resto deve farlo Lei per se stessa; ma con una/o Specialista però, non a mo' di confidenze <<...qualcosa di vago a riguardo con il ragazzo con cui mi vedo. <<