Silenzio dello psicologo

Buonasera, ho intrapreso da poco un percorso di psicoterapia, ad indirizzo psicanalitico. un anno fa ne ho fatto un altro, con una dottoressa a orientamento molto diverso, credo sia stato strategico breve. con quest'ultima c'era fin da subito un botta e risposta, che risultava essere stimoltante. il colloquio era fluido, e si era in due a parlare. adesso mi sembra di essere da solo, l'altro l'ascolta, mi osserva, sembra studiarmi, non parla...ci sono momenti di silenzio che trovo imbarazzanti, non pone domande...ma è normale tutto ciò in psicanalisi? è l'approccio diverso dal precedente a dare questi effetti? mi sento uno stupido ogni volta che sto per entrare in quello studio..grazie!
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Attivo dal 2009 al 2019
Psicologo, Psicoterapeuta
Salve,

lei ha effettuato e concluso una psicoterapia di cui non sa individuare con certezza l'orientamento, ipotizza un modello strategico breve, ma non ne è sicuro, è sicuro invece che questa seconda esperienza psicoterapeutica appena cominciata sia ad orientamento psicoanalitico?

Comunque, per rispondere alla sua domanda, un modello psicoanalitico prevede una interazione, mi sembra alquanto anomalo che non vengano poste domande e ci si limiti a rimanere in silenzio, soprattutto in una fase iniziale dove generalmente si cerca di capire le problematiche della persona, le fantasie e le aspettative, ci si confronta sull'obiettivo della terapia. Certamente nei modelli psicodinamici, non c'è sempre una interazione come dice lei "botta e risposta", altrimenti non sarebbe possibile effettuare l'"analisi", cioè la possibilità di analizzare contenuti ad un livello non superficiale. In tal senso il silenzio rappresenta uno spazio e un tempo ove è possibile la riflessione e l'analisi. Il paziente idoneo a questo tipo di terapia generalmente capisce bene la funzione del setting psicoanalitico, cioè le modalità con cui viene condotta una seduta e nel tempo una terapia. Il silenzio viene accettato perché non gli viene imposto ma scoperto assieme. Forse, dovrebbe capire, assieme al suo terapeuta, se per lei è indicato un orientamento simile. Si confronti con lui. saluti cordiali
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Buon giorno Federico,
Ha superato i suoi pregressi attacchi di panico?
E la fine della lunghissima relazione con la sua ragazza?

Se ha subito un abbandono, ed ancora brancola nel buio e nel silenzio dell'assenza, è possibile - ma siamo online e sono soltanto ipotesi campate in aria - che il silenzio dll'analista le evochi altro, e che lei non lo regga.

Dovrebbe parlare con lui anche del suo sentire - o non sopportare -, il suo silenzio, anche questo vi sarà utile.

Non scriva a noi, ma parli con lui, così si confonde e non si allea con il suo analista

Auguri per tutto.

Le allego delle letture che potrebbero servirle sulla fine di un amore e la sua elaborazione

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6464-quando-si-perde-in-un-amore.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2175-quando-finisce-un-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2959-amore-bugiardo.html

Questa parla dei "tempi' del distacco...e delle sue cure
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6389-divorzio-breve-il-ricordo-dell-ex-sara-breve-anch-esso.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it