Malinconia paralizzante per matrimonio.

Gentilissimi dottori, la mia domanda è piuttosto semplice. Mi sposo tra tre mesi con un ragazzo con cui sono fidanzata da diversi anni, non ho alcun dubbio sul fatto che lui sia l'uomo della mia vita. E voglio diventare sua moglie. Al pensiero, però, di lasciare la mia vecchia vita (vivo ancora con i miei), sono praticamente terrorizzata. Premetto che ho un buonissimo rapporto con la mia famiglia, specie con mia madre che è praticamente la mia migliore amica. Sono sempre stata molto spaventata dai cambiamenti, anche quelli di brevissima durata o di scarsa entità, come le vacanze che mi provocano sempre malinconia, ansia e tristezza (salvo poi stare bene sul posto). Naturalmente con un cambiamento così "grosso", la mia angoscia è proporzionalmente più alta perché non posso tornare indietro, qualora non stia bene. Penso solo ai piccoli riti ed abitudini che lascerò alle spalle, come fare colazione con i miei genitori, e vedo davanti a me solo un enorme vuoto nero, dove temo ogni cosa. Mi sento orribile perché ho questo magone continuo nel petto, tratto le cose di ora con un continuo senso di addio, sebbene non mi allontanerò nemmeno moltissimo da casa mia, dormo male perché conto i giorni che mi separano dal matrimonio come se fosse una condanna a morte. E temo soprattutto di ferire il mio fidanzato, perché davvero tutto questo non riguarda lui, ma solo me stessa. Mi ripeto che la vita è fatta di cambiamenti, che si instaureranno nuove abitudini, che avevo bisogno di indipendenza, che amo il mio ragazzo e che non potevo trovare di meglio, che sarò comunque spesso a casa mia. Ma l'ansia in modo irrazionale continua sempre a crescere, ad aumentare, facendomi sentire una bambina immatura e facendomi chiedere se in altri momenti non mi abbia subdolamente controllato, senza che nemmeno me ne accorgessi, spingendomi a scelte più codarde pur di non cambiare vita. Grazie dell'attenzione.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

dopo 33 anni trascorsi nella sua casa con i suoi genitori cambiare vita non è certo semplice, anche se sa che andrà a vivere con la persona che ama e che definisce come "l'uomo della sua vita".

Se abitualmente vive male qualsiasi piccolo cambiamento o allontanamento da casa è comprensibile che un insieme di cambiamenti così importante, com'è quello che consegue al matrimonio, la mandi in subbuglio e le faccia provare sensazioni ed emozioni che non penserebbe di dover provare, alle soglie di un evento tanto desiderato.

Avrebbe forse fatto meglio ad andare a convivere prima di sposarsi, anche solo per qualche giorno alla settimana, per non caricare il giorno delle nozze di troppi significati che non è in grado di tollerare serenamente.
E' comunque ancora in tempo per farlo e glielo consiglio.

Riguardo alla sua famiglia è forse possibile che l'eccessivo attaccamento a sua mamma sia ciò che in realtà la fa soffrire, perchè limita la sua libertà di scelta e di movimento. Magari si sarebbe resa autonoma molto prima, se il vostro rapporto fosse stata diverso.
Provi a parlare con lei di come si sente, le dica chiaramente che soffre anche se è contenta di sposarsi: potrebbe avere qualcosa di utile da dirle e questo sfogo le servirebbe a non covare più un dolore segreto che può essere portato alla luce in un contesto protetto.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio dott. Massaro dei suoi consigli. In realtà, proprio per il rapporto molto stretto che abbiamo, ho già parlato spesso con mia madre di questo malessere. Lei mi ha consolato dicendomi che anche a lei capitò la stessa cosa quando si sposò. Al contempo, anche lei vive male questo distacco, essendosi molto appoggiata a me nel corso degli anni, ma al contempo è anche profondamente consapevole che io debba cominciare una nuova vita da sola; per questo spesso cerca di mantenere una distanza ai miei piani futuri dove capisca che io mostri troppo attaccamento. Purtroppo, però, nonostante le sue rassicurazioni e quelle del mio ragazzo, l'ansia non va via. Non voglio ricordare questi mesi per questa continua malinconia, non voglio che mi perseguiti anche il giorno stesso del matrimonio, come se fosse l'ultimo della mia vita. Molto probabilmente un distacco di qualche giorno mi farebbe bene. Ma siamo nel pieno della macchina dei preparativi, e mi sarebbe difficile allontanarmi. A me sta bene avere paura, ma non essere così triste, con attimi di pianto ed insonnia. È questo che non riesco a sopportare.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Non voglio ricordare questi mesi per questa continua malinconia, non voglio che mi perseguiti anche il giorno stesso del matrimonio, come se fosse l'ultimo della mia vita"

Le strade da seguire sono due: iniziare a convivere parzialmente, magari nei fine settimana, perchè il distacco dalla sua famiglia sia meno traumatico, e parlare di persona con uno psicologo di come si sente.
Per quanto ansia e dubbi siano piuttosto comuni alle soglie delle nozze mi sembra che nel suo caso ci sia dell'altro e bisogna occuparsene in maniera adeguata.
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dopo
Utente
Utente
Secondo lei è un qualcosa di preoccupante? Io l'ho sempre considerato qualcosa di insito al mio carattere, questo rifiuto al cambiamento e questo rifugio nelle abitudini. Mi ricordo fare così persino da bambina. Proprio perché, come le dicevo, vado in malinconia anche per cose molto piccole come viaggi di qualche giorno. Quindi ho sempre saputo che sarei stata così alle soglie del matrimonio. Mi sento normale per quanto mi conosco. Solo che, davvero, ho più paura che la mia malinconia faccia male a chi mi sta accanto che la fraintende, o che mi rovini i ricordi di questo periodo. E che sia in fondo un segno che sono ancora una persona immatura, che forse non doveva nemmeno pensare a sposarsi. Questo, poi, aggiunge ansia su ansia, e malinconia su malinconia.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Questo mi sembra abbastanza "preoccupante", per usare le sue parole:

"vado in malinconia anche per cose molto piccole come viaggi di qualche giorno"

e in ogni caso, preoccupante o meno che sia, se si tratta di un aspetto di lei che non la fa vivere serenamente è importante che se ne occupi.
Probabilmente ha una scarsa sicurezza interiore, che la spinge a vivere male sia ogni minimo allontanamento dalla sua "base sicura", sia ogni cambiamento (che implica sempre l'abbandono di qualcosa).

Il fatto di avere un legame forse troppo stretto con la mamma e di averla appoggiata e aiutata in precedenza la fa sentire probabilmente responsabile del suo benessere, del quale andandosene non potrà più occuparsi come ora. Questo la sta presumibilmente rattristando, se non anche facendo sentire in colpa.

Visto che sta trascorrendo in questo stato il periodo precedente il matrimonio non si può dire che non rischi di pregiudicare il rapporto con il suo futuro marito, che non sarà certo contento nel vederla angosciata all'idea di trasferirsi a vivere con lui dopo le nozze.

Perchè non si rivolge di persona ad uno psicologo per farsi aiutare ad affrontare diversamente il distacco dalla sua famiglia d'origine?