Diritto di fallire

Io ho ansia e paura di fallire. Vorrei avere il diritto di fallire, di sbagliare.
Ho un lavoro. Sono un libero professionista.
Ma nel lavoro (e non solo) cerco sempre la perfezione. Questo spesso mi genera ansia e un continuo "ritornare" sulle cose per cercare soluzioni. Quindi finisco per essere poco efficiente. Sono sempre alla ricerca di conferme. Devo avere il controllo di tutto.
E nel mio immaginario le cose (ossia il risultato del mio lavoro) avrà sempre esiti nefasti. Eppure nel mio vissuto non ci sono fallimenti! E io credo sia proprio lì il problema: tutti (e io stesso) si aspettano il massimo da me. Sembra che io non abbia il diritto di sbagliare. Se sbaglio (o l'idea di poter sbagliare) mi fa stare male.
Ma così è un vivere davvero pesante.
Ho provato anche ad affidarmi ad uno psicologo per qualche tempo. Ma le cose non sono migliorate per niente, nemmeno durante il periodo in cui mi sono affidato allo psicologo.
Sto cercando di leggere libri che possano modificare il mio modo di affrontare le cose, che mi facciano diventare più ottimista.
Vorrei anche cambiare lavoro verso un ambito con meno responsabilità...ma temo che sarebbe inutile, visto che sono convinto che il problema sia dentro di me.
Come posso aiutarmi???
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

-Il collega che l'ha seguita, era anche psicoterapeuta?
- se si, che tipo di orientamento psicoterapico seguiva?
- come si svolgevano le sedute? Es: lei era attivo nella terapia e seguiva eventuali istruzioni che le dava il collega?

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
"le cose non sono migliorate per niente, nemmeno durante il periodo in cui mi sono affidato allo psicologo."

Se si è "affidato" al collega nell'illusione che lui potesse risolverle il problema, l'errore è a monte: è Lei a doverlo fare, con la necessaria e adeguata motivazione a volerlo, pur con il suo supporto.
Condivido la sua opinione che la soluzione (così come il problema...) sia dentro di Lei, ma non credo che possano bastare dei libri per ottenere i risultati che desidera.
Il mio suggerimento è quello di cercare uno psicoterapeuta che possa affiancarla in questo percorso.
Le allego un paio di articoli, per ulteriori approfondimenti:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3140-la-perfezione-e-patologia.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2900-l-imperfezione-del-perfezionismo.html

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#3]
dopo
Utente
Utente
Io voglio cambiare. Con l'aiuto, se serve, di esperti.

Sinceramente non so se fosse anche uno psicoterapeuta.

Le sedute si svolgevano allo stesso modo...io parlavo molto e lui ascoltava molto, chiedendomi ogni tanto alcune cose, indirizzando in tal modo la discussione ... siamo partiti dalla mia condizione attuale, e poi abbiamo parlato molto del passato.
nessuna terapia da seguire "a casa", ne medicinali (che avrei rifiutato), ne altro. Solo incontri una volta la settimana.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
La ringrazio per le risposte.

Le suggerisco inizialmente di leggere gli articoli che le ha saggiamente postato la collega Scalco.

Poi:
- sarebbe utile tornare a farsi aiutare da un/una collega Psicologo che sia necessariamente anche Psicoterapeuta;
- il timore di commettere un errore, è scientificamente correlato al perfezionismo, al controllo, al timore di una critica negativa da parte di sé stessi e degli altri nel momento in cui si commette un errore, al timore di fallire perché questo significherebbe aver perso il controllo e avvertire forte ansia, al rimuginio costante contraddistinto da pensieri su possibili errori futuri.

Quindi,
Uno degli scopi della psicoterapia, sarà molto probabilmente quello di esporsi gradualmente all'errore (ergo alla mancanza di controllo) in svariate situazioni che riguardano la quotidianità sociale, lavorativa e di altre aree importanti; fino a quando la sua ANSIA inizierà a tollerare il suo "DIRITTO DI FALLIRE".

È sano e giusto che lei acquisisca questa facoltà!

La zona da cui scrive la conosco molto bene, ed è florida di colleghi/e estremamente preparati/e e con esperienza teorico-pratica proprio per trattare, anche in tempi sufficientemente brevi, componenti ansiose.

È vero che esistono molti e vari e utili orientamenti psicoterapici, ma nel suo caso le proporrei di avvalersi dell'approccio cognitivo comportamentale che rappresenta, attualmente, l'approccio maggiormente utile nella terapia della sua sintomatologia.

Le allego una lettura che le tornerà utile per comprendere come "funziona" questo approccio.
http://www.stateofmind.it/2015/04/funzioni-psicoterapia-cognitiva/

cordiali saluti
[#5]
dopo
Utente
Utente
Grazie per le risposte.
Ho letto gli articoli che mi avete suggerito e in diversi aspetti rivedo i miei problemi. Che spero non siano molto gravi. Mi ha molto colpito l'aspetto dei "rinforzi", cui da tempo attribuisco la "colpa" del mio perfezionismo.

Quello che mi chiedo è se accettando di poter sbagliare i miei risultati si abbassano? Cioè produrrei risultati meno buoni?
Inoltre l'effetto delle terapie è duraturo?

Un'altra cosa. Io non riesco ad essere ottimista. Non so se le cose siano legate. Dai miei presunti futuri fallimenti immagino sempre conseguenze patrimoniali e di immagine gravi.
Invece vorrei vivere con maggiore ottimismo e capire che in fin dei conti una soluzione spesso la si trova ai problemi che la vita ci fa affrontare.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
"Quello che mi chiedo è se accettando di poter sbagliare i miei risultati si abbassano? Cioè produrrei risultati meno buoni?".

Avverrebbe il contrario. Se ha letto il secondo articolo postato dalla collega, capirà come la ricerca di alti standard perfezionistici (il più delle volte non richiesti dalla situazione oggettiva), conduce nel tempo a sovraccarico cognitivo e alla possibilità vera di sbagliare. Il perfezionismo disfunzionale, gentile utente, col tempo diventa amico intimo dell'errore. Una buona qualità di salute mentale è data proprio dall'assunzione di comportamenti anti-controllanti e anti perfezionistici.

" l'effetto delle terapie è duraturo?". Questa è verosimilmente una domanda connotata da ansia rispetto ai risultati futuri. Gli effetti delle psicoterapie, non possono essere ponderati e "controllati" a priori perché, nella riuscita di una terapie, Intervengono moltissime variabili. Alcuni esempi:
- la relazione con il/la terapeuta;
- la motivazione del paziente a "mettere in gioco" le sue credenze disfunzionali, all'interno del processo terapeutico;
- i tempi della terapia. Etc etc..
Vede? Già accedere ad una psicoterapia le consentirebbe, probabilmente, di iniziare ad accettare l'incontrollabile.

"Un'altra cosa. Io non riesco ad essere ottimista". Questa è spesso una caratteristica caratteriale ed emotiva comune nelle persone estremamente ansiose e tendenti a rimuginio su eventi catastrofici e/o compromettenti. Per tal motivo, si tende a guardare e pensare ad un futuro connotato più da negativo che da positivo.

Saluti