Depressione che non mi lascia

gentili dottori,scrivo in questa sezione perché ormai giudico superfluo i pareri degli psichiatri,i quali ne hanno e ne stanno provando di tutte con me,ma mi rendo conto che loro (non per loro mancanza,ci mancherebbe) non possono piu' fare niente di me

ormai soffro di depressione maggiore e doc da svariati anni e sono stati provati tutte le molecole ssri esistenti in commercio abbinati a stabilizzatori dell'umore nel tentativo di potenziare gli effetti dell'antidepressivo ma nulla.

insieme alla terapia farmacologica (l'ennesima a dosaggio pieno,prozac 60 mg al di)mi ritrovo sempre con questo problema.Ci sono dei veri e propri cali umorali,in cui mi sento ,spento,senza forze,fatico anche a ragionare e l'unico mio istinto e quello di mettermi a letto,il che diviene anche un pericolo potenzialmente serio perché geneticamente predisposto alla formazione di trombi venosi .
in questi momenti che si alternano a momenti in cui diciamo sto "discretamente" :(ho un po' piu' voglia di fare ,ma giusto un po') perdo quasi tutti gli interessi per la vita e non mi prendo cura neanche della mia salute,a stento vado dallo psichiatra/psicoterapeuta.
non lavoro,e se lavorassi sarebbe un bel pasticcio,perche' dovrei stare 15 giorni periodicamente a casa visto che non riesco neanche a fare 2+2 col cervello,sono momenti in cui sembra che il mio pensiero sia rallentato alla moviola.

la psicoterapia e' iniziata a febbraio,pero' ormai faccio trattamenti farmacologici da almeno 5 anni anni,ho sempre questi momenti invalidanti.

quello che vorrei chiedervi e': nel decorso della malattia depressiva e' normale avere periodi cosi negativi in cui non riesco ad alzarmi dal letto,e soprattutto,e' possibile che con la psicoterapia queste fasi diminuiscano di intenista' e durata o dovro' convinverci tutta la vita?ormai sui farmaci non ci conto piu',li prendo perché la psichiatra dice che senza sarebbe mille volte peggio.pero' vorrei se questi momenti di buioi totale che si alternano a momenti diciamo piu' positivi(dire momenti felici sarebbe un parolone)

questo su e giu mi debilita' piu' della stessa depressione,paradossalmente......
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro Utente,

in ogni percorso terapeutico ci sono alti e bassi e nessun progresso è lineare.

Ha fatto bene a integrare la terapia farmacologica che segue da molti anni con un lavoro psicologico, ma se ho capito bene la persona che la segue è la stessa: è così o è assistito da due diversi psichiatri, uno per la farmacoterapia e uno per la psicoterapia?

Sa se lo psichiatra ha competenze in psicoterapia acquisite al di là di quello che può aver studiato durante la specializzazione in Psichiatria, e se ha quindi frequentato anche una Scuola di Psicoterapia?
Agli psicologi è richiesto questo tipo di formazione per diventare psicoterapeuti, mentre i medici psichiatri acquisiscono direttamente il titolo di psicoterapeuta assieme a quello di psichiatra quando si specializzano, ma solo pochissimi si formano in seguito anche più specificamente in psicoterapia.

Se il suo psichiatra psicoterapeuta avesse conseguito solo la specializzazione in Psichiatria le suggerirei di cambiare professionista e di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta, vista la delicatezza del suo caso.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
grazie dottoressa,si la psichiatra che mi segue fa anche la psicoterapia e per essere precisi,dopo la scuola di specializzazione in psichiatria ha seguito un'ulteriore percordo quadriennale di psicoterapia.

quindi si,sulla carta ha tutti i requisiti di legge per poter fare psicoterapia.

pero' non so,dottoressa,e'come se sentissi la necessita' di separare le due cose,fare psicoterapia con chi mi somministra i farmaci non mi sembra una grande idea almeno per me
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
La raccomandazione generale, seguita anche nei centri pubblici, è che la terapia farmacologica e quella psicologica siano effettuate da due diverse persone, perchè non si crei confusione e ambiguità.

Di conseguenza quella che sente come una necessità, separare le due cose, è una scelta di buonsenso che garantisce un miglior esito della terapia.

In base a come si trova e ai risultati deve decidere quindi se rivolgersi ad uno psicologo per la psicoterapia e farsi seguire dalla psichiatra solo per quanto riguarda i farmaci o se rimanere in psicoterapia da lei e far gestire i farmaci da un altro psichiatra.

Visto che la dottoressa ha anche una specializzazione in Psicoterapia, sa dirmi di quale orientamento?