Si può chiamare vita la mia?

Gentili signori psicologi e psicoterapeuti,
credo si possa affermare che la mia non sia una vita: sono un fallimento a 360 gradi. Ho 32 anni di fallimenti e di solitudine da raccontare e basta.

Dal punto di vista affettivo, sto con un uomo ormai quasi quarantenne da oltre 6 anni, ma non conviviamo, lui non pensa minimamente al matrimonio, spesso mi viene da pensare che stia con me per abitudine. A volte sarei tentata di lasciarlo, non fosse che so che resterei sotto a un ponte perché, dopo aver trascorso il fine settimana da lui per anni, i miei non mi "riprenderebbero" più in casa (come se fossi un pacco...) e non sono economicamente autonoma.Ma temo che a lui non importi poi moltissimo di me, altrimenti si darebbe da fare a mettere a posto la catapecchia in cui vive e potremmo finalmente viverci entrambi.

La mia famiglia se ne infischia totalmente di me, nonostante io abbia dei problemi di salute (ho la sclerosi multipla), non mi coinvolgono nemmeno più nelle cose che fanno, peggio che se fossi un'estranea.Già, io "convivo", perché passo il sabato e la domenica dal mio ragazzo che abita in un'altra città. Questo sì che è convivere!Se ne avessi le forze, riderei.

Ho la sclerosi multipla e so di avercela da un anno e mezzo, ma non mi curo perché tanto non gliene frega niente a nessuno di me e io, curandomi, mi ritroverei a dover subire gli effetti collaterali delle cure e non avrei nessuno con cui condividerli.

Non ho né amici né amiche né conoscenze, solo colleghi e colleghe di lavoro, e non ho nemmeno le forze e la voglia di costruirmi delle amicizie, anche perché vorrei della gente che mi conoscesse da anni, poi esco di casa solo per andare a lavorare o dal medico.
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Già, il lavoro: ho un part time da 15 ore settimanali in un doposcuola che mi frutta 450-500 euro al mese, una miseria, ma non trovo di meglio e nemmeno lo cerco perché non ne ho le energie e temo di perdere anche il poco che ho nel cercare altro.

Non guido e non ho mai guidato, anche se ho la patente, perché non posso permettermelo economicamente.I miei hanno regalato la macchina a mia sorella quando aveva 20 anni, a me no.
Gli fa comodo credere che io ormai conviva e io quindi non sia più affar loro da nessun punto di vista.

E ora, per favore, ditemi se questa si può chiamare vita, perché a me sembra solo un sopravvivere andando avanti per inerzia e senza alcun senso.
Grazie a tutti voi per l'aiuto.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
“Ho la sclerosi multipla e so di avercela da un anno e mezzo, ma non mi curo perché tanto non gliene frega niente a nessuno di me e io, curandomi, mi ritroverei a dover subire gli effetti collaterali delle cure e non avrei nessuno con cui condividerli.”

Così però, gentile Utente, avrà l’alibi per non stare bene davvero.

Le abbiamo risposto tantissime volte, e le abbiamo indicato la strada per risolvere.
Online non si può fare altro, valuti davvero di rivolgersi ad un nostro collega de visu, per diagnosi certa e terapia.

Se decidesse di curare alche la sclerosi multipla, nei centri specializzati potrà trovare anche uno psicologo.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66

Gentile utente,

sono tanti i gridi di aiuto che in questi anni ci ha postato.

Noi La ascoltiamo con empatia,
e poi regolarmente Le invitiamo a fare un percorso psicologico di persona,
ancor più caldamente da quando Le è stata diagnosticata la SM.

Lei ci parla delle ristrettezze economiche,
ma il Consultorio (pubblico o privato),
e Psicologi convenzionati
offrono prestazioni di qualità al costo del semplice ticket.
E dunque talvolta diventa un alibi per evitare di mettersi in gioco veramente.

Dico ciò non perchè NON vogliamo prenderci cura di Lei,
ma perchè gradualmente Lei possa rendersi conto che scrivere qui serve sicuramente per ricevere un orientamento,
ma non per poter ottenere risposta alle Sue domande
psicologiche
ma anche esistenziali.
Quelle risposte che sbocciano e maturano attraverso uno scambio interpersonale come avviene di persona nella relazione psicologo psicoterapeuta e paziente.

Saluti cari.



Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie di cuore a entrambe per avermi risposto,so che dovrei andare da un terapeuta di persona, ma non ho le forze di fare niente, di prendere decisioni, di sbloccare la situazione, non riesco ad agire.Non riesco a capire, a scegliere, a fare nulla...sono paralizzata e non so come fare.In passato sono stata seguita più volte da una psicoterapeuta, stavo meglio lì per lì, poi tutto tornava come prima.
Sono circa 7 anni che, per un motivo o per l'altro, vado "avanti" così senza venirne a capo.
Di nuovo grazie infinite.
[#4]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
"...In passato sono stata seguita più volte da una psicoterapeuta, stavo meglio lì per lì, poi tutto tornava come prima. .."

Effettivamente,
se il cambiamento non gode della "manutenzione" necessaria da parte del paziente
dopo la conclusione della psicoterapia
tutto può tornare come prima.

Converrebbe
o avere dei contatti periodici dilazionati di mantenimento e supervisione,
oppure riprendere la terapia conclusa quando ci si accorge dei cedimenti.
[#5]
dopo
Utente
Utente
Grazie infinite dottoressa Brunialti per avermi nuovamente e pazientemente risposto.Ho preso appuntamento con la mia solita psicoterapeuta per mercoledì 21(fino a domenica sono a casa da lavoro per malattia), ma non so come fare per fare in modo che le sedute possano essere efficaci e, soprattutto, non so bene che cosa dire, temo di risultare molto inconcludente e confusa nell'esporre le mie (moltissime) problematiche.
Lei come mi consiglia di comportarmi?
Grazie mille di cuore!
[#6]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66


Gentile utente,

Le consiglio vivamente di correre il rischio "di risultare molto inconcludente e confusa nell'esporre le mie (moltissime) problematiche. .."

La genuinità è una delle caratteristiche fondamentali della relazione terapeutica.
Se uno, andando dallo psicologo,
avesse già chiaro come e cosa esporre,
non occorrerebbe che ci vada.
Significativa la frase che dice
"La soluzione non sta nel trovare le risposte giuste,
ma nel sapersi fare le DOMANDE giuste".

E dunque lì, in seduta, si impara a fare questo,
a trarre dal caos interiore in cui talvolta ci si trova,
delle domande "giuste per ognuno di noi".
La risposta pian piano arriverà.

Una serena notte.
Si dia una pausa notturna pensando ad un paesaggio che Le sale alla mente e Le "rinfresca" piacevolmente i pensieri.



[#7]
dopo
Utente
Utente
Ancora grazie infinite di cuore dottoressa, credo sia proprio come ha detto lei.Auguro una serena nottata e buon riposo anche a lei, M.
[#8]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66


Grazie!