Non vorrei! ma è più forte di me!

Salve! Vorrei domandarvi se è possibile spiegare perché sono così?!?!?!

Premetto innanzitutto che non ho mai fatto del male a nessuno, che posso facilmente commuovermi anche nel vedere un film e che se invece mi capita di vedere dei documentari su dei bambini che stanno male o che vengono maltrattati e costretti alla prostituzione per avere un tozzo di pane, allora mi scendono le lacrime dagli occhi e non riesco proprio a fermarvi, provo davvero un gran dolore nel vedere certe cose!

Aggiungo che sono una persona estremamente stressata e frustrata a 359° (cioè sono frustrato in tantissimi campi della vita!)

Detto questo, vorrei dirvi che non riesco a capire perché spesso spero che a delle persone le cose vadano male, faccio degli esempi:

- vengo a sapere che un mio conoscente a trovato un lavoro statale (quindi un lavoro sicuro)? Beh! io (piuttosto incosciamente) inizio a sperare che quella persona perdi il posto e arrivo addirittura a sentirmi giù proprio perché un mio conoscente si è sistemato!

- magari vedo che una ragazza che abita nel mio quartiere (bruttina e che sulla quale non ho mai nutrito il minimo interesse e non ho mai nemmeno minimamente pensato che potrei corteggiarla, anzi a dire il vero prima di allora per me era un fantasma) si è fidanzata e la vedo baciarsi sotto casa con il suo ragazzo? Beh! io (piuttosto inconsciamente) inizio a sperare che quella ragazza si lasci con fidanzato al più presto e arrivo addirittura a sentirmi giù!

- so di una donna che mette le corna al marito o viceversa e che nonostante ciò continuano ad essere felici e contenti in famiglia? Beh! io inizio a sperare che il marito (o la moglie) se ne accorga e che gliela faccia pagare sonoramente e . . . . . arrivo addirittura a sentirmi giù perchè invece continuo a sapere che i tradimenti continuano senza sosta e paradossalmente aumenta anche la serenità della coppia e della famiglia stessa!

- ecc. ecc. ecc.

Vorrei allora domandarvi: perché reagisco in questo modo anche se sono cose che non mi toccano personalmente? Tipo: il lavoro del conoscente non l’ha tolto a me perché io non avevo neppure fatto il concorso!; la vicina fidanzatasi per me è un fantasma e così via.

Sarebbe molto facile e scontato dire: tu sei affetto da invidia! Il punto è che personalmente non mi reputo una persona invidiosa, forse non me ne rendo conto ma, in ogni caso, prima di ricevere una risposta da Voi, voglio dirVi che dentro di me sento che sono cose che vanno al di là dell’invidia, sento cioè che ci sia qualcosa di ancora più profondo dell’invidia ma non riesco a capire perché devo reagire in questo modo!
Cosa posso fare per rallegrarmi nel vedere la felicità degli altri invece di rattristarmi?

Il nocciolo della questione sta tutto nel fatto che sono molto stressato e soprattutto enormemente FRUSTRATO ?

Secondo voi apprendere una tecnica di rilassamento potrebbe essermi utile?
[#1]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
il concetto di invidia rimanda in qualche modo alla religione, e quindi al senso di colpa, mi sembra invece più centrato il termine "frustrazione".

Forse il fatto che, sotto sotto, Lei non si sente poi tanto felice la porta ad essere particolarmente sensibilie alla felicità altrui, di cui lei è purtroppo spettatore.

Di certo questa tendenza a rimuginare sugli altri le comporta un certo senso di colpa, piuttosto vago però, altrimenti ne sarebbe molto disturbato.

Ha mai provato a parlarne con qualcuno di questi suoi pensieri? Si è mai rivolto ad un Professionista?

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#2]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile utente, diverse sono le ipotesi che potrebbero farsi in base a ciò che dice, disturbo dell'umore, bassa autostima, ecc., tutte da confermare in sede specialistica. La possibilità è che queste sue idee possano essere un modo poco funzionale di affrontare le sue frustrazioni.
Un confronto con uno terapeuta potrebbe sicuramente aiutarla a trovare modalità di pensiero più adeguate e a diagnosticare la possibile presenza di un disturbo psicologico di fondo.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Aggiungo che sono una persona estremamente stressata e frustrata a 359° (cioè sono frustrato in tantissimi campi della vita!)
>>>

Gentile utente, forse il punto di partenza è che essendo lei una persona talmente frustrata, e quindi insoddisfatta della sua vita, non trova di meglio che interessarsi a ciò che succede alla vita degli altri. Un po' come la signora di mezza età che si è rassegnata a vivere di riflesso, guardando ciò che avviene nella vita delle celebrità, nei fotormanzi e nelle telenovelas.

Che poi tutto ciò lo si voglia chiamare frustrazione, invidia o morbosità ha poca importanza. L'importante sarebbe intraprendere delle azioni piccole ma concrete per dare una svolta alla SUA vita.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#4]
Dr. Willy Murgolo Psicologo, Psicoterapeuta 173 13
Gentile Utente,

Per quanto riguarda il Suo quesito finale se una tecnica di rilassamento potrebbe giovarLe, Le dico subito di sì. Ad una condizione. Cioè di riflettere sul fatto che non é la tecnica che può aiutarLa ma lo Specialista che la utilizza. Ciò premesso, va anche detto che andrebbe evitato il fai da te, dal momento che una "semplice tecnica di rilassamento" può creare più guai che vantaggi. In ogni caso sarebbero decisioni da prendere assieme allo Specialista di Sua scelta.
Ciò che scrive farebbe pensare ad un problema di livello dell'autostima ed autovalore. Un'ipotesi eventualmente da considerare unicamente con lo Specialista. Le dico subito che nel caso venisse confermata, il percorso terapeutico non sarebbe proprio una passeggiata.


Cordialità. Willy Murgolo

Dr. Willy Murgolo
Psicologo-Psicoterapeuta
Ipnosi Clinica-Sessuologia

[#5]
dopo
Attivo dal 2008 al 2020
Ex utente
Egr. dr. Murgolo, grazie per la risposta ma vorrei chiederLe dei chiarimenti in merito: io avrei intenzione di apprendere il training autogeno e sono conscio del fatto che è bene farlo con uno specialista ma, detto questo, non capisco perché Lei dice che “non è la tecnica di rilassamento che può aiutarmi ma lo Specialista che la utilizza”, nel senso che se riuscirò ad apprendere il T.A. io penso che mi sarà di aiuto proprio la pratica del T.A. in quanto validissima tecnica di rilassamento, a prescindere da qualsiasi Specialista sarà che me lo insegnerà !!! perché secondo Lei mi sbaglio?
Soprattutto: perché una tecnica di rilassamento potrebbe creare più guai che vantaggi se provata da soli??????

Per quanto concerne l’autostima e l’autovalore posso dire che so di valere molto di più di quanto io finora abbia fatto nella mia vita ma, ho un deficit sensoriale che mi impedisce di poter “sfruttare” “valorizzare” appieno la mia intelligenza e le mie capacità quindi, io so già che la mia bassa autostima/autovalore dipendono dal mio deficit e non perché come persona mi sento tale! è un dato di fatto che non lascia scampo, io posso valere 100 ma questo mio handicap mi porta automaticamente a valere 50 e cioè a prescindere da quanto io sia consapevole o meno delle mie capacità!
Faccio un esempio: Bolt (il corridore giamaicano che ha stracciato i record nei 100 metri e nei 200) è consapevolissimo della sua forza e corre i 100 metri in 9 secondi, se però lo stesso Bolt dovesse rompersi una gamba, anche se lui rimane cosciente della sua forza, finchè non guarisce non potrà mai e poi mai correre veloce come prima, anzi, farà i 100 metri in 9 minuti, quindi Bolt sarebbe cosciente delle sue enormi potenzialità ma capirebbe anche che per il momento non potrebbe gareggiare,
beh! io dal mio deficit non posso guarire e nella gara della vita so di valere molto di più di quello che appare ma sono comunque sempre cosciente di “avere la gamba rotta” e di non poter correre veloce!
Quindi ho sì poca autostima ma questo dipende dalla “mia gamba rotta” e non da altro!

Lei, caro dottor Murgolo, infine dice che: “Le dico subito che nel caso venisse confermata, il percorso terapeutico non sarebbe proprio una passeggiata” . . . . . . Le domando: non sarà una passeggiata per via della lunga durata della terapia o per la difficoltà di districare la matassa?

Ribadisco, se io non avessi questo deficit probabilmente mi sarei “autostimato” al 101%, nel caso non fosse stato così però sarei già andato da uno specialista e avrei risolto il problema in 4 e 4 otto, purtroppo però il mio problema dipende dal mio deficit è quindi se già la cosa non è una passeggiata per chi è “normale”, figurarsi quanto può essere mostruoso per me che anche se mi convincono di essere superman, poi quando andrò a gareggiare, cioè ad affrontare la vita, la mia gamba rotta sarà ancora rotta e io anche se prima pensavo di essere superman, non posso comunque correre perché la mia gamba è ancora rotta.

Cordiali saluti
[#6]
Dr.ssa Marisa Nicolini Psicologo, Psicoterapeuta 132 6
Gentile utente,
la Sua sensibilità e la Sua intelligenza L'avranno già fatta riflettere sul concetto di handicap, che consiste nello "svantaggio" soggettivo (sociale, ma anche individuale, come percezione di un Sé menomato) rispetto ad una dis-abilità oggettiva.
La vita non si corre (se non metaforicamente) su una pista, e l'autostima DEVE integrare anche le dis-abilità per fare in modo (dopo le evidenti sofferenze, rabbie, depressioni, ecc...) di ricostruire un Sé adeguato, sul piano del possibile.
Oggettivamente quello stato di fatto (la Sua dis-abilità) sarà ancora presente, ma soggettivamente Lei non lo percepirà più come un limite al Suo essere PERSONA UMANA e quindi non sarà più un handicap: si risolvono così molte frustrazioni, si trovano così tante altre risorse che altrimenti rimarrebbero sopite. Ecco perchè si parla di diversamente abili, e non è un pietoso modo di "indorare" la pillola!
Per quanto riguarda l'uso del T.A. (e di qualsiasi altra metodica specialistica), il fai-da-te è da evitare per diverse ragioni, fondamentalmente: 1. perchè in genere le metodiche di rilassamento vanno integrate in un percorso di psicoterapia per l'elaborazione del disagio sui diversi piani (emozionale e cognitivo); 2. perchè raggiungere livelli di coscienza/percezione in qualche misura al di fuori dell'ordinario (la Sua autopercezione quotidiana) potrebbe far emergere sensazioni e/o conflitti difficili da modificare da soli.
Di conseguenza, anzichè risolvere dei problemi, se ne sarebbero creati di nuovi.
Resta, dunque, importante per Lei intraprendere un progetto terapeutico integrato in grado di condurLa gradualmente a migliorare l'autostima, per giungere a nutrirsi delle proprie soddisfazioni a dispetto di qualunque disabilità.
Buon proseguimento, e ci tenga informati dei Suoi progressi, se lo desidera.

Dott.ssa Marisa Nicolini, psicologa-psicoterapeuta
m_nicolini@virgilio.it
riceve a Roma e a Viterbo

[#7]
Dr. Willy Murgolo Psicologo, Psicoterapeuta 173 13
Egregio Signore,
sarà anche, come dice Lei, che tutto dipenda dal fatto di essere portatore di un deficit sensoriale, anche se non ne specifica la natura. Ma, Le chiedo, non potrebbe essere il contrario ? Cioè, più che la causa delle Sue difficoltà, non potrebbe questo deficit essere la conseguenza delle stesse ? Forse, come non raramente succede, più verosimilmente potrebbe trattarsi di una situazione circolare in cui cause ed effetti si scambiano continuamente ed alternativamente i ruoli.

Ciò detto, cercherò di rispondere ai Suoi quesiti nel modo migliore per me possibile, senza somministrarLe verità scientifiche che non possano essere filtrate dalla ragione e dall'intelligenza, due pilastri della personalità che Lei sicuramente possiede.

Dunque, per quanto riguarda la Sua perplessità alla mia affermazione che " non é la tecnica di rilassamento che può aiutarLa, ma lo specialista che la utilizza ", e continuando "...se riuscirò ad apprendere il T.A io penso che mi sarà di aiuto proprio perchè validissima tecnica di rilassamento..." e conclude "...Perchè mai una tecnica di rilassamento potrebbe creare più guai che vantaggi, se provata da soli..." ?


Innanzitutto sfatiamo la leggenda che il TA da solo svolga una funzione terapeutica con o senza lo Specialista che lo somministra, in quanto provocherebbe un rilassamento...Mi consenta di chiarirLe qualche concetto in merito.

1.- Quando si parla di <rilassamento> non si intende proprio fare un esercizio per far passare la stanchezza o la tensione, anche se in parte, potrebbe essere questo l'obiettivo. In realtà questo termine sta ad indicare una procedura che possa favorire lo svilupparsi della "trance ipnotica" o un preciso punto dello svilupparsi della progressione degli esercizi del TA.


2.- Una differenza tra l'Ipnosi e il TA consiste che la prima può essere indotta non solo con modalità rilassanti, modalità prevalentemente utilizzate da Ipnologi poco preparati a cogliere un insuccesso dovuto al fallimento dell'induzione ipnotica.

3.- Due parole sui motivi che mi inducono a chiarirLe alcuni aspetti storici di queste due discipline visto che non posso certo criticare alcune Sue convinzioni senza offrirLe argomentazioni sostitutive che possano aiutarLa.

4.- Lei dovrebbe sapere inoltre che chi Le sta parlando, non può in alcun modo, per precise regole stabilite dai Dirigenti responsabili di MedicItalia, utilizzare questo Sito per, ad esempio, tentare una qualsiasi forma di terapia on-line. Per questo motivo, La nostra conversazione, prevalentemente da parte mia, dovrà mantenersi il più possibile libera da componenti suggestive.

5.- Il fondatore della Psicoanalisi S. Freud e più tardi Schultz, l'ideatore del TA, cosiddetto il figlio naturale dell'Ipnosi, per non poco tempo avevano entrambi praticato l'Ipnosi sia in campo diagnostico che terapeutico, modalità che ben presto abbandonarano. La versione più verosimile di ciò pare attribuirsi alla difficoltà di provocare l'induzione ipnotica in tutti i pazienti.

6.- Fu così che mentre S.Freud elaborò una tecnica, la Psicoanalisi che prevedeva l'uso del divano stando dietro la testa del paziente, Schultz mise a punto il TA, forse per, attraverso la pratica autogena, non dover preoccuparsi in caso di fallimento di questa metodica.

7.- Egregio Signore, ciò puntualizzato, confidando che Lei potrà cogliere il senso di queste premesse, ritorniamo ora a ciò che Le ha creato non poca perplessità, allorchè così mi sono espresso : " Non é la tecnica di rilassamento che può aiutarLa, ma lo Specialista che la utilizza."

8.- Mi consenta di indurLa ad un sorriso se Le propongo questo esempio: "L'uso in campo psicologico del <TA> é paragonabile all'uso in campo Medico-Chirurgico del <Bisturi>. Perchè mai dovremmo affermare che il TA possiamo usarlo da soli, mentre nessuno si sognerebbe di fare altrettanto con il Bisturi ?"

9.- Ribadisco che é lo Specialista Psicologo, Psichiatra o Psicoterapeuta, adeguatamente formati, preferibilmente in senso eclettico, cioè che possono utilizzare qualsiasi tipo di tecnica, anche di scuole diverse, anche più tecniche insieme, ripeto, E' LO SPECIALISTA CHE PUO' AIUTARLA NON LA TECNICA FINE A SE STESSA. Ovviamente non sto dicendo che le tecniche non servono a niente, ma che solo in mano dello Specialista che le sceglierà a seconda dei casi potranno accelerare non poco il processo di guarigione, diciamo così. Similmente in campo Medico nessun chirurgo si sognerebbe di consegnarLe un Bisturi acciocchè Lei si operi da solo.

10.-Lei poi afferma che nel momento in cui avrà appreso la tecnica del TA, la utilizzerà perché "validissima tecnica di rilassamento e perciò Le sarà di aiuto". Poi, concludendo, Lei riportando quanto da me affermato scrive: "Perchè mai una tecnica di rilassamento potrebbe creare più guai che vantaggi se provata da sola ?".

11.-Siamo in conclusione, almeno per oggi, e siccome percepisco che Lei oltre che intelligente e razionale possiede una qualità "double face", tale è la "sensibilità", sarebbe bene sottolineare come la stessa Le consenta di essere felice con poco, ma anche di sperimentare una consistente sofferenza per molto meno.

12.- Chi Le parLa ha utilizzato in più di trent'anni di professione, oltre ad altre numerose metodiche psicoterapiche, il TA e L'IPNOSI. Ciò che Le sto esprimendo, rispettando profondamente il pensiero degli autori di qualsivoglia modalità terapeutica, in ogni caso rappresenta il mio pensiero che, a partire dalle formulazioni originali degli autori, inevitabilmente ha subito dei mutamenti in conseguenza dell'attività professionale.

13.-Il TA, non é, ribadisco, non é, una tecnica per rilassarsi. Per questo obiettivo consiglierei una bella nuotata o una passeggiata in riva al mare.
Anche se mascherata, si tratta di una vera e propria variante dell'Ipnosi, con tutto ciò che questo significa.
Solo a titolo di esempio, in letteratura sono riportati non pochi casi di pazienti che durante l'esercizio del TA sono "traslocati" in un profondo sonno ipnotico.
Non so se riesco a comunicarle il pericolo insito in questo "fai da te". Al sopraggiungere della "deconnessione ipnotica" possono manifestarsi delle vere e proprie esperienze dissociate non solo non controllabili dal soggetto, ma che possono mettere a dura prova anche l'operatore più impegnato e preparato.

14.-Dobbiamo tener presente che il serbatoio inconscio della psiche raccoglie in sè una quantità imprecisabile di "materiale" rimosso e conflittuale, molto spesso, malamente contenuto da alcune valvole di sfogo naturali, quali l'attività onirica, le fantasie diurne o, peggio, la formazione di sintomi, in presenza di una porta socchiusa, per l'imprudenza con la quale si concedono questi permessi a fare da soli il TA, il rischio che la coscienza venga invasa da contenuti inconsci con conseguenze che non possono essere descritte in questa sede è tutt'altro che improbabile. Per quanto riguarda che una Sua eventuale terapia non sarebbe proprio una passeggiata, non mi riferisco certamente alla durata della stessa (terapia) ma ad una Sua precisazione che mi ha fatto riflettere non poco nell'ipotizzare quanto Le ho detto. Lei ha affermato di essere portatore di un "Deficit Sensoriale". Non Le nascondo che in un primo tempo ho ipotizzato che Lei fosse, ad esempio, un non vedente, ma poi, avendo letto la Sua eloquente cartella clinica ho cambiato idea.


RinraziandoLa per l'attenzione


Cordialità


Willy Murgolo
[#8]
dopo
Attivo dal 2008 al 2020
Ex utente
Grazie per il tempo dedicatomi e soprattutto per i preziosi consigli,
Egregi Dr. Willy Murgolo e Dr.ssa Nicolini !

Vorrei solo precisare che non è mia intenzione apprendere il T.A. con il fai da te e che non la considero una semplice tecnica di rilassamento ma qualcosa di abbastanza più profondo!

Vorrei anche precisare che il mio deficit è un deficit uditivo ma, non voglio aprire una discussione su questo mio problema perché sono giunto alla mia personale opinione che non è possibile capire cosa abbia voluto dire (e cosa ancora significhi) per me, vivere con questo handicap da quando avevo 6 anni.

Grazie ancora e vorrei anche aggiungere che quando (sempre se succederà ancora, perché adesso sono mentalmente completamente “vuoto” –si potrebbe dire completamente esaurito- e faccio un’immensa fatica a ragionare) riacquisterò un po’ di forze mentali, cercherò di rivolgermi ad uno specialista affinché possa aiutarmi a trovare un pochino di sollievo su questa mia situazione che riesco a sopportare sempre meno!

Cordialità !

ps: se arriverà il giorno che la mia testa non sarà così vuota e la mia mente potrà supportarmi per poter intraprendere questo cammino, allora, visto che non conosco Psicologi di persona, è mia intenzione rivolgermi ad una Psicologa che ho trovato sulle pagine gialle, dove c’è scritto che insegna appunto T.A. e tecn. di rilassamento – consul. Ind. Di coppia e familiare . . . .. . . con la speranza che per una volta io abbia un po’ di fortuna e che questa Professionista sia preparata quasi quanto Voi (dico ciò perché in passato ho avuto un’esperienza negativissima con un vostro collega).