Una certa dipendenza

Buongiorno.

Sono un uomo di 47 anni che ha sempre sofferto di accumulo d'ansia, con relativi disturbi psicosomatici dell'apparato gastrointestinale, e di episodi ciclici di depressione, seppure non grave. A circa 20 anni, ho fatto la prima cura con benzodiazepine (generalmente Valtrax Valeas) e triciclici (Limbitryl) che ottenevano lo scopo, per alcuni mesi, di farmi "guarire". Queste cure le ho ripetute per circa 10/12 anni, più o meno una volta l'anno.
Dopo una serie di sedute psicologiche, le ricadute si sono diradate.
nonostante questo, credo di aver sviluppato una certa dipendenza da benzodiazepine perché comunque ho spesso assunto una compressa di valtrax prima di coricarmi.
A seguito di problemi familiari, da qualche mese assumevo 20 gocce di ansiolin a pranzo, poi ridotte a 15, e 20 prima di coricarmi. Lo scopo era quello di ridurre una goccia la settimana per non avere più dipendenza al farmaco.
Altri problemi, però, mi hanno fatto riesplodere alcuni dei miei sintomi psicosomatici. Un mese fa circa, è apparso un forte indurimento del basso intestino e un continuo stimolo ad andare in bagno che mi impedivano anche di riposare bene. Lo psichiatra che ho consultato, dapprima mi ha prescritto 8 gocce di Levopraid a pranzo insieme a 8 gocce di Ansiolin, 8 gocce di Levopraid a cena e 20 di ansiolin prima di coricarmi. Dopo una quindicina di giorni, visto che la situazione era solo lievemente migliorato, ha portato le gocce di Levopraid a 12 a dose. Devo dire che le cose sono migliorate parecchio, ma è ancora in atto la scarica diarrotica mattiniera. Volevo sapere se questo sintomo non può essere dato dal fatto che ora assumo meno benzodiazepine e se la cura, secondo il Vs parere, è corretta.
Devo dire che da quando assuno Levopraid ho disurbi a carattere sessuale, come mancanza di libido, difficilta di erezione e eiaculazione. Lo psichiatra mi ha detto che sono effetti collaterali del Levopraid che scompariranno quando non assumerò più il farmaco. la cosa però mi preoccupa un po'.
Vi ringrazio per la Vs. cortese attenzione ringraziandovi fin d'ora per la disponibilità vhe vorrete concedermi.
Buon week end a tutti
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

Se il suo sintomo fosse ad etiopatogenesi ansioso/depressiva, necessiterebbe di un adeguato trattamento farmacologico che possa prevedere l'introduzione di un SSRI in terapia.
Attualmente la sua terapia sembra essere sintomatica ma deve stabilire Lei stesso quali possibilita' vuole darsi rispetto ad un trattamento farmacologico che, teoricamente, potrebbe ridurre in modo molto piu' ampio i suoi sintomi attuali.
Inoltre, sarebbe utile ridurre l'assunzione di benzodiazepine.

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

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[#2]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,
concordo con quanto espresso dal collega precedente.
Cordialmente

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#3]
Psichiatra, Psicoterapeuta attivo dal 2007 al 2009
Psichiatra, Psicoterapeuta
Gentile utente,
il Levopraid è un ottimo farmaco. Ha effetti positivi non solo sull'umore ma anche sulle somatizzazioni. Purtroppo però, avedo un effetto procinetico (quindi accelera il transito intestinale) può causare diarrea. Potrebbe cercare di ovviare alla cosa provando ad assumere le gocce prima di pranzo invece che prima di colazione, per non incidere immadiatamente dalla mattina sul suo intestino. Ovviamente questa azione dovrebbe essere intrapresa dopo averne discusso con il suo psichiatra. Non si preoccupi per gli effetti collaterali: sono sicuramente molto fastidiosi ma è vero che se ne andranno dopo la sospensione della terapia con Levopraid. Le benzodiazepine invece non incidono particolarmente sugli aspetti da lei citati come effetti colleterali: il dott. Ruggiero però ha ragione nel dire che una riduzione con scalaggio graduale potrebbe essere utile, soprattutto nel previnire la dipendenza e la tolleranza da tali farmaci (purtroppo comune qualora vengano utilizzati a dosaggi abbastanza elevati e per periodi prolungati).
Anche di questo, in ogni caso, avrebbe senso discutere col suo psichiatra.
Cordialmente,
V.B.S.
[#4]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Gentile Signore,
Ha mai pensato di intraprendere un percorso psicoterapeutico in maniera seria ed impegnata?

Per i problemi di sua figlia di cui all'ultimo suo messaggio ripeto quello che dico per lei. Sua figlia ha bisogno di una psicoterapia che sia non invasiva, quanto più serena possibile. Meglio se a carattere analitico.

Auguri e molti cordiali saluti.

A. V.
[#5]
dopo
Attivo dal 2007 al 2012
Ex utente
Grazie mille, dottor Vita.
In effetti mi sto muovendo proprio verso le direzioni da lei indicate.
Personalmente ho intrapreso un percorso psicoterapeutico, molto aiutato dall'aggiustamento della cura fattami dal nio psichiatra che ha portato a 30 mg il dosaggio di mirtazapina.
Per mia figlia, come suggeritomi da un altro suo esimio collega, prendero un appuntamento con una neuropsichiatra psicologa dell'eta evolutiva (o cosa simile) per cercare di risolvere i suoi problemi che non vorrei potessero mettere a repentaglio la sua crescita psicologica.
L'unico problema sarà non tanto convincerla a sottoporsi ad un colloquio di valutazione, che farò prendendo come scusa i suoi mal di testa, ma farle intrapendere un percorso psicoterapeutico. Sono anch'io convinto che ne abbia bisogno ma lei non vuole collaborare. Spero che la dottoressa in questione abbia la capacità di convincerla del contrario.
La ringrazio tantissimo per i suoi consigli augurandole buona domenica