Hrtc e tac spirale

Gentile Dottore,
Ho 58 anni e sono un modesto fumatore (3-5 sigarette al dì).
A seguito chekup biennale , la radiografia al torace evidenziava:

"Interstiziopatia a carattere reticolo-micronodulare con iperdiafania dei campi polmonari. La regione iliare sx presenta un accenno al aspetto policiclico come da presenza di adenopatia.
Un completamento con HRTC per valutazione dell'interstiziopatia e per una valutazione di base della regione iliare di sx, sarebbe consigliabile"

Tre giorni dopo ho eseguito la HRTC e il referto risultava:

"Non segni di impegno interstiziale.
Un micronodulo è presente al segmento apicale del lobo polmonare inferiore dx, di dimensioni troppo limitate per una caratterizzazione; necessario controllo evolutivo.
Presenza di lobo aessorio azygos.
Non evidenti segni di impegno adenopatio ilo-mediastinico."

Il medico di base mi ha spiegato che potrebbe essere tutto o niente, che al momento non si può fare nulla che è inutile parlare con un pneumologo in questa fase, invitandomi a ripetere la HRTC dopo 3 mesi.

Sono a chiedederle se tale intervallo è corretto e se non sarebbe meglio effettuare una "TAC Spirale" (oppure è un sinonimo della HRTC?)

Nel ringraziarla per l'attenzione la saluto cordialmente
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Dr. Claudio Pedicelli Radiologo 581 23
Gentile utente, HRTC è un acronimo che sta per Hig resolution computed tomography, in italiano tomografia computerizzata ad alta risoluzione, che tradotto in soldoni vuol dire che gli strati in cui viene sezionato il suo torace devono essere di piccolo spessore ( dell'ordine di 1-2 mm contro il cm circa della TC tradizionale) così da consentire la visualizzazione di particolari molto piccoli, compresi noduli dell'ordine dei mm di diametro. Questa tecnica è consentita anche con macchine tradizionali, che cioè fanno una fetta per volta, quindi con un tempo di scansione complessivo abbastanza lungo, tale da superare il tempo di fermo ispiratorio del paziente.
La TC spirale non è altro che una macchina che, invece di fare una fetta per volta, spostando ogni volta il tavolo con il paziente rispetto alla fonte radiogena, fa un'unica scansione con la fonte radiogena ferma alla stessa altezza, mentre il tavolo con il paziente si sposta in senso longitudinale in maniera continua e a velocità tanto minore quanto più sottile deve essere la fetta; poiché la fonte radiogena ruota dentro l'anello in cui passa il tavolo con il paziente, il risultato è che la parte in esame viene sezionata " a spirale" , un pò come la buccia di una mela pelata senza soluzione di continuo.
Anche per questa metodica lo spessore delle spire della spirale può essere variato dall'ordine dei mm a quello dei centimetri a seconda della sottigliezza di quello che si cerca. Ovviamente il tempo di scansione è più breve della tecnica precedente, in genere entro i limiti di un fermo ispiratorio ( 15-20 secondi per tutto il torace).
Le macchine attuali (TCMD: TC multidetettore) associano alla tecnica spirale la presenza di più fonti radiogene assemblate in parallelo, che nelle prime macchine erano 4, poi sono diventate 16, 32, 64; le macchine più attuali, ma destinate allo studio di organi in rapidissimo movimento come il cuore, hanno 128 detettori e l'evoluzione al raddoppio è ormai annuale.
Queste macchine sono in grado di "affettare" il corpo intero, con fette anche di solo 0,5 mm, in meno di 10 secondi, consentendo una finissima visibilità di piccoli particolari e, con la somma computerizzata delle fette, consentono delle ricostruzioni 3D pressoché perfette , comprensive di falsi , ma realistici , colori.
Di fatto le macchine tradizionali sono dismesse dappertutto, sostituite dalle macchine a spirale e anche le TCMD a 4-16 strati sono largamente diffuse: l'alta risoluzione viene comunque eseguita quando necessario.
Nel suo caso, e le chiedo scusa per la lunga spiegazione, che potrà essere utile non solo a lei, la radiografia , come troppo spesso capita , specie da che si è diffusa la radiologia digitale, è stata fonte di un falso positivo sia sull'interstizipatia che sui linfonodi ilari. La successiva HRTC (sicuramente fatta con metodica spirale , magari MD)ha evidenziato un nodulo in altra sede, l'apice del polmone, troppo piccolo perché possa consentire una diagnosi differenziale o un approccio bioptico, per cui è assolutamente corretto farne un monitoraggio HRTC trimestrale per circa due anni se il nodulo resta sempre uguale; per evitare una eccessiva esposizione radiante, lei ogni volta dovrà portare l'esame precedente, cosicché l'area in esame sarà circoscritta alla sede del nodulo, rendendo così irrisoria l'esposizione.
A titolo statistico posso dirle che nelle varie casistiche la malignità di un nodulo con quelle cartteristiche varia dal 1 al 5%, essendo tra l'altro l'apice polmonare sede frequente di noduli a origine infiammatoria.
Cordiali saluti

Dott. Claudio pedicelli
Specialista in Radiologia
Ecografia

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Utente
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Gentile dottore, la ringrazio della utile ed esaustiva risposta.
Buonagiornata.