1) adenocarcinoma prostatico score 3+3=6 gleason

Gentili dottori, sono molto confuso e non so che strada seguire. Brevemente racconto la mia storia. Ho eseguito 4 biopsie di cui le prime due sono risultate negative quando il mio PSA era di 6,80 ca. Nel Dicembre 2010, ho effettuato una terza biopsia presso l'Istituto dei tumori di Milano riportando due biopsie su 12 positive. La prima è "adenocarcinoma prostatico score Gleason 3+3=6 microfocolaio (<1%). La seconda è "adenocarcinoma prostatico scora Gleason 3+3=6 microfocolaio <2%. Il medico dice che è una situazione a basso rischio e quindi di ripetere il PSA e rifare poi una nuova biopsia a distanza di un anno.- Nel frattempo ho eseguito diversi PSA che si sono orientati da Febbraio 2011 a Dicembre 2011 da 8,5 a 11,8 nel mese di ottobre 2011. Ho effettuato un altro PSA totale il 6/12/2011 con un indice di 28,50. L'ho rifatto dopo 4 giorni e il PSA è sceso a 21,50. E' chiaro che in questa fase c'era un processo infiammatorio perchè sia l'innalzamento così' repentino e una diminuizione sensibile di 7 punti in 4 giorni è evidente da punto di vista logico che c'era un'infiammazione in atto. Il giorno 15/12/2011 feci la quarta biopsia che ha riportato il seguente sito: 1) adenocarcinoma prostatico score 3+3=6 Gleason. La neoplasia interessa il 5% del frammentio bioptico. 2) Adenocarcinoma prostatico score 3+3=6 Gleason. La neoplasia interessa il 15% del frammento. 3) Adenocarcinoma score 3+3=6 Gleason la neoplasia interessa il 20% del frammento. Le percentuali sopra espresse hanno un loro significato? E se si qual'è? Nel referto è stato scritto anche NEOPLASIA INTRAEPITELIALE PROSTATICA DI ALTO GRADO, FOCOLAI. Che significa? Mi è stato prospettato che eseguire per un altro anno una sorveglianza attiva in alternativa alla radioterapia o alla protestoctemia radicale.
Gradirei il vostro parere al riguardo. Infine che cosa ne pensate di un intervento con al robotica con il robot da vinci? Vi ringrazio se potete darmi una risposta molto esauriente alle domande postovi. Grazie.
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Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109 4
Gent.mo utente,
gli esami fedelmente riportati , a mio avviso, consigliano un intervento di prostatectomia radicale da effettuare non importa se con il Da Vinci o meno ma con la tecnica con cui il collega , di cui Lei ha fiducia, si sente più esperto.
Ilo momento di una sorveglianza attiva pare abbondantemente superato.
L'adenoca prostatico è una eteroplasia lentamente progressiva ma gli esami istologici dimostrano l'invasività della malattia.
Le auguro gli auguri di una pronta e rapida guarigione,

Dott.Roberto Mallus

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dopo
Utente
Utente
Buon giorno , La ringrazio della risposta. Le sarei grato se volesse rispondermi agli interrogativi posti nella domanda, in particolare sulle percentuali espresse, sul PSA i cui valori sono uamentati di parecchio e sono diminuiti di parecchio nel giro di 4 giorni. Se il Gleason è considerato a basso rischio, quale potrebbe essere l'evoluzione della malattia? Ho letto che ci sarebbero dei nuovi farmaci che potrebbero far regredire la malattia. Inoltre, anzichè effettuare l'intervento di prostatectomia radicale cosa ne pensate della radioterapia? Che effetti collaterale potrebbe dare? Infine la differenza fra l'intervento con robot Da Vinci e l'intervento tradizionale qual'è? Quali sono in vantaggi? Grazie
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Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109 4
L'aumento e l'abbassamento del psa potrebbero far pensare ad una infiammazione concomitante o semplicemente a reattivi "non troppo recenti " di laboratorio, ma la questione è nettamente superata dall'ultimo es stologico .
Riguardo a farmaci esistono ma più che curativi tengono a freno la malattia per un certo periodo di tempo, e vengono usati come terapia o in malattia avanzata o ad una età molto avanzata.
Riguardi alla terapia radioterapica, a mio avviso, potrebbe gli stessi risultati della chirurgia ma in caso di insuccesso rendono la terapia chirurgica non praticabile facilmente ( adesione dei tessuti) .
La radioterapia invece può essere usata come arma in più in caso di insuccesso radioterapico.
Riguardo all'interv tradizionale rispetto al Da Vinci, ripeto che è più importante soprattutto l'esperienza nella metodica dell'urologo di sua fiducia più che la differenza tra le due metodiche.Nell'intervento con il Da Vinci l'intervento viene eseguito in laparoscopia su guida robotica e teoricamente più precisa.
Sperando di esserLe stato utile Le porgo cordiali slauti
[#4]
dopo
Utente
Utente
A seguito delle risposte avute, gradirei sapere se, tra la prima biopsia del 16/12/2010 e la seconda del 15/12/2011, vi è stato un peggioramento, e se sì, qual'è il grado di questo peggioramento. Ho letto su una rivista medica che ci sono due nuovi farmaci per la cura della neoplasia prostatica ormono refrattaria. Questi farmaci sono: Abiraterone che si assume con una dose quotidiana di 5 mg. due volte al giorno per 28 giorni consecutivi con trattamento fino alla progressione della malattia.
L'altro farmaco si chiama Cabazitaxel. Che ne pensate voi medici di questi ritrovati?
Purtroppo sono molto incerto cosa fare. Gradirei avere un vostro parere se tentare la radioterapia o se fare l'intervento con la robotica da vinci. Gradirei infine, se possibile avere informazioni sui centri qualificati esistenti a Milano e Provincia. Ringrazio anticipatamente su una vostra gradita risposta ai quesiti postovi.
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Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109 4
I nuovi farmaci che Lei riporta sono utili nel caso di una malattia in fase avanzata e qs non corrisponde al suo caso.
Riguardo alla risposta sui centri di eccellenza penso che tale domanda debba essere rivolta all'urologo che la ha in cura e qs proprio per non aumentare la comprensibile confusione in cui Lei ora viaggia.
Le formulo cordiali saluti
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Prof. Bernardo Rocco Urologo 51 4 2
Gent.mo lettore, concordo con il parere del collega riguardo all'opportunità di procedere con trattamento attivo piuttosto che continuare con la sorveglianza attiva.
in merito all'utilizzo del robot da vinci per la prostatectomia radicale, al momento vi sono evidenze piu' concrete dei possibili benefici rispetto alla chirurgia tradizionale.
Senza dubbio, meglio una chirurgia aperta fatta da un esperto che una chirurgia robotica in un centro con poca esperienza.
In lombardia può trovare numerosi centri di alcuni con notevole esperienza.
Cordialmente

prof. Bernardo Rocco
Università di Modena e Reggio Emilia
www.bernardorocco.it

[#7]
dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dr. Rocco, Lei mi ha risposto dicendo ponendo dei dubbi circa i due tipi di intervento. Dice per il momento vi sono concreti benefici rispetto alla chirurgia tradizionale. Poi smentisce questa affermazione dicendo che è sempre meglio la chirurgia aperta fatta da un espereto rispetto alla robotica fatta in un centro con poca esperienza. Lei mi segnala che il Lombardia ci sono centri di eccellenza, ma non fa nessun nome. E allora una persona non addetta ai lavori come può fa sapere se in un determinato centro è affidabile rispetto un altro?. Se queste informazioni non vengono dette dagli addetti ai lavori, noi persone comuni dobbiamo sempre andare allo sbaraglio. Se non sbaglio Lei lavora all'Ospedale Policlinico di Milano dove da una ricerca su internet risulta essere uno dei centri affidabili visto l'esperienza che il primario e la sua equipe hanno acquisito. Da quanti anni la vostra struttura usa il Robot da Vinci? Proprio oggi in televisone hanno perlato molto bene della robotica quale intervento alla prostata presso l'Ospedale San Raffaele. Anche all'Ospedale Sacco è in uso la robotica e mi sembra che l'equipe del prof. Gaboardi l'uso della robotica la pratica ormai da oltre 7/8 anni. Se dovessi fare l'intervento da profano preferirei il Policlinico anzichè il l'Ospedale Sacco. Le ho posto queste domande perchè sono molto incerto dove ricorrere all'intervento visto che in 69 anni non sono mai stato ricoverato in ospedale e quindi la mia indecisione è molto forte. Se vorrà rispondere agli interrogativi postole le sarei grato.
[#8]
Prof. Bernardo Rocco Urologo 51 4 2
caro Lettore,

mi dispiace che le mie parole possano avere destato un equivoco. Cercherò di essere più chiaro.

Gli studi di confronto ad oggi disponibili parlano di risultati funzionali ( continenza e potenza sessuale) perioperatori ( sanguinamento e degenza) a favore della chirurgia robotica, a parità di risultati oncologici ( cioè entrambe sono altrettanto efficaci nel guarire i tumori).
Anche io ho pubblicato nel 2009 uno studio su 360 pazienti che conferma il netto vantaggio della robotica sulla chirurgia aperta e personalmente ritengo che la robotica sia nettamente superiore alla chirurgia aperta.

E’ vero, però che il robot non opera da solo…E’ quindi evidente che un esperto chirurgo open sarà in grado di ottenere migliori risultati di un chirurgo robotico alle prime armi.


Per quanto riguarda i centri che lei mi ha chiesto. Concordo che il policlinico, il sacco e il san raffaele siano quelli più quotati. Conosco e stimo i colleghi del sacco e del san raffaele e con loro spesso collaboro per studi e ricerca.
In tutti e 3 i centri abbiamo esperienza di centinaia di casi.

La tecnica che usiamo al policlinico è quella del Global robotics institute i Celebration, Florida (presso il quale ho lavorato 1 anno) che è il centro con la maggior esperienza al mondo ( 5000 casi, singolo operatore, dr Vipul Patel) e che ritengo essere la migliore disponibile al momento.

Mi faccia sapere se ha bisogno di ulteriori chiarimenti, sono a disposizione.

Con i migliori saluti,


[#9]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dr. Bernardo Rocco, colgo nuovamente l'occasione per avere un suo parere sulla tecnica dell HIFU. Leggendo alcuni pareri, sembra una tecnica già in uso da quyalche anno ma non ancora sicura nella soluzione totale del carcinoma prostatico. Lei che nel al riguardo?. Grazie
Alessandro
[#10]
Prof. Bernardo Rocco Urologo 51 4 2
caro Lettore,
La tecnica Hi Fu è stata proposta ormai da alcuni anni, riscuotendo un successo piuttosto modesto.
Viene effettuata in alcuni centri anche in Italia, e può avere indicazioni in casi selezionati.
Credo che non rappresenti l'opzione di scelta nel suo caso, ma se Le interessa, Le consiglio di contattare l'urologia dell'ospedale s. Anna di Como dove c'è esperienza di Hi Fu.
cari saluti

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Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109 4
Gent.le utente,di seguito alcune notizie sul HI-Fu.

H.I.F.U.: (ultrasuoni focalizzati ad alta intensità)


DEFINIZIONE E INDICAZIONE:
L’H.I.F.U. è considerato un dispositivo rivoluzionario in quanto utilizza come agente di trattamento ultrasuoni focalizzati ad alta intensità.
La classe medica valuta sempre più positivamente la terapia ad ultrasuoni che potrebbe un giorno sostituire la radioterapia, che è meno efficace e precisa e produce generalmente risultati qualitativi inferiori. Gli ultrasuoni agiscono in profondità, passando attraverso i tessuti sani senza difficoltà e senza danneggiarli (diversamente dalla terapia a raggi laser, ad esempio). Non producono radiazioni e i loro effetti non perdurano al termine del trattamento. Il fascio di ultrasuoni focalizzato in un punto preciso (punto focale) distrugge il tessuto prostatico canceroso con l'aumento quasi istantaneo della temperatura. Dopo aver localizzato la prostata il sistema di imaging 3D integrato ad alta risoluzione ne analizza il volume. Poi si procede alla distruzione soltanto delle cellule localizzate nel punto focale che viene bersagliato con precisione quasi millimetrica. In questo modo diminuisce il rischio di danneggiare le strutture sane circostanti, diversamente da quanto accade con le tecniche tradizionali. Ogni punto focale ha dimensioni relativamente ridotte (2 x 20 mm) e quindi per poter trattare tutta la prostata è necessario spostare più volte il punto focale. L'aggiunta di più punti focali permette il trattamento di tutta la ghiandola e conseguentemente la distruzione del tumore con un'alta probabilità di successo.

MODALITà DI ESECUZIONE:
L’ HIFU è composto da un sistema automatico robotizzato controllato da un computer e da un potente software che guida l'urologo durante la procedura, rendendo così questa tecnica altamente affidabile e non vincolata alle specifiche competenze del chirurgo. Grazie alla sua natura non invasiva, il trattamento HIFU può essere eseguito con una breve degenza. Ciò significa che nella maggioranza dei casi, i pazienti sono in grado di alzarsi e camminare normalmente la sera stessa dell'intervento ed essere dimessi al più tardi il giorno successivo.
La maggior parte degli interventi eseguiti con HIFU si svolge in anestesia locale (epidurale) con tempi di recupero minori per il paziente. Nell'80% circa dei casi è sufficiente un solo trattamento. Dopo uno o due giorni, il paziente può essere dimesso e, salvo complicazioni, non sarà più necessario ricorrere all'ospedalizzazione ma sarà sufficiente un regolare controllo del livello di PSA.

Quest'articolo è stato ripreso dal sito di una clinica privata romana.
In verita con L'Hi Fu non si ha una stadiazione della malattia mancando un esame istologico e di conseguenza non si ha notizia sulla necessità di altri trattamenti post-chirurgici ( radioterapia etc.) se non quando si ha una eventuale ripresa della malattia con aumento del PSA.
Quindi, a mio avviso la termoablazione rimane un arma efficace in quei casi, che per le condizioni cliniche serie, non possono essere operati.
Cordiali saluti
[#12]
dopo
Utente
Utente
Egr. Dott. Mallus, mi viene spontaneo chiederle una cosa molto semplice. Se come lei sostiene che il procedimento HIFU ha tanti privilegi e pochi lati negativi, allora perchè tutti questi interventi non vengono indirizzati nei carcinomi prostatici anzichè ricorrere alla tradizionale protestoctemia radicale? Assodato che l'HIFU è altamente affidabile allora perchè le strutture sanitarie non vengono indirizzate su questa tecnica che comporta molti benefici e pochi costi rispetto alla tradizionale chirurgia? Non trova qualche contraddizione al riguardo? Inoltre gli interventi alla prostata con la chirurgia robotica, anch'essa meno invasiva e molto più precisa rispetto alla chirurgia tradizionale, perchè non abbandona questa strada per indirizzarsi unicamente sul procedimento HIFU? Vede Dr. Mallus secondo il mio modesto parere, quando un procedimento è valido si cerca di estenderlo. Se non sbaglio questa tecnica, nonostante che sia stata importata da anni, nasconde qualcosa, perchè se come viene descritta con tutta la sua positività q
[#13]
dopo
Utente
Utente
Egr. Dott. Mallus, mi viene spontaneo chiederle una cosa molto semplice. Se come lei sostiene che il procedimento HIFU ha tanti privilegi e pochi lati negativi, allora perchè tutti questi interventi non vengono indirizzati nei carcinomi prostatici anzichè ricorrere alla tradizionale protestoctemia radicale? Assodato che l'HIFU è altamente affidabile allora perchè le strutture sanitarie non vengono indirizzate su questa tecnica che comporta molti benefici e pochi costi rispetto alla tradizionale chirurgia? Non trova qualche contraddizione al riguardo? Inoltre gli interventi alla prostata con la chirurgia robotica, anch'essa meno invasiva e molto più precisa rispetto alla chirurgia tradizionale, perchè non abbandona questa strada per indirizzarsi unicamente sul procedimento HIFU? Vede Dr. Mallus secondo il mio modesto parere, quando un procedimento è valido si cerca di estenderlo. Se non sbaglio questa tecnica, nonostante che sia stata importata da anni, nasconde qualcosa, perchè se è come viene descritta con tutta la sua positività di intervento e ancora oggi non ha ancora dato quei risultati che all'inizio potevano essere incoraggianti, allora mi viene da pensare che sono tutti interventi poco rassicuranti rispetto, sia all'uso della terapia tradizionale, sia all'uso, in modo particolare, della robotica. Chiudo il discorso chiedendoLe: Se lei fosse al mio posto e avendo a disposizione queste tre terapie di intervento e cioè, HIFU, Intervento tradizionale, Intervento con la robotica, quale dei tre scieglierebbe? Le chiedo anticipatamente scusa se le mie domande possano essere anche impertinenti ma ritengo doveroso avergliele fatte per avere un quadro completo delle procedure usate oggi giorno. Grazie della Sua disponibilità
[#14]
Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109 4
Gent.le utente,
è certo che non siamo capiti: la penso esattamente come Lei e se rilegge attentamente la mia risposta si accorgerebbe che essa è provocatoria:
1) l'articolo riportato è di una casa di cura privata romana.
2) concludo riportandoLe come la penso quando dico che La Hi-Fu può essere in certi pazienti al alto rischio operatorio e ciò vuol dire che , a mio avviso, non può essere sostitutiva delle tecniche più tradizionali ( compreso la ch robotica).
Spero ora di essere stato compreso.
Cordialità
[#15]
dopo
Utente
Utente
Gent. Signori medici, finora non vi ho letto una cosa che sta scritta nella biopsia. Dei tre adenocarcinoma riscontrati, due sono all'apice destro mentre l'altro viene indicato come base destro. Ribnadisco che tutti e tre sono di score 3+3= Gleason.Leggendo qualche rivista ho letto che i due adenocarcinoma riscontrati all'apice sono più pericolosi rispetto alla base perchè possono sconfinare fuori dalla prostata. La biopsia è stata fatta nel dicembre 2011. L'intervento probabilmente verrà fatto in laparascopia nel mese di Maggio prossimo. Domanda: è vero ciò che ho letto circa la pericolosità? E se si di che grado è? Quando ho ritirato la biopsia il medico non mi ha detto nulla sugli adenocarcinoma all'apice. Se fosse stato davvero quelle pericolosità che ho letto, il medico me lo avrebbe detto. Gradirei pertanto un vostro parere al riguardo. Grazie
[#16]
Prof. Bernardo Rocco Urologo 51 4 2
caro Lettore,
l'interessamento dell'apice viene inteso come possibile maggior rischio da alcuni autori perchè in quella sede manca la capsula prostatica.
e' non tuttavia che qualora l'intervento non risultasse perfettamente radicale, cioè qualora permanessero dei margini chirurgici, questi considerati meno favorevoli se localizzati in altra sede rispetto all'apice.
in buona sostanza, la sua non è una situazione ad alto rischio.
sono perplesso piuttosto nel leggere che con una biopsia a dicembre, aspetterà a maggio per farsi operare. tenga presente che la tecnica laparoscopica pura ( non robotica per intenderci) è molto difficile. in Italia ci sono eccellenti laparoscopisti, ma non sono tanti. ( dr Gaboardi al Sacco a Milano per esempio). Importante la scelta del chirurgo con la laparoscopia, ancora di più che con la tecnica open o la robotica.
cordialità
[#17]
dopo
Utente
Utente
Intanto la ringrazio della sua risposta; nel contempo Dr. Bernardo Rocco Le volevo chiedere che cosa intendesse dire "qualora l'intervento non risultasse perfettamente radicale e cioè qualora permanessero dei margini chirurgici considerarti mneno favorevoli se localizzati in altra sede rispetto all'apice". Avrà sicuramente letto che io ne ho due all'apice e un alla sede base. Perchè Dr. Rocco quando dice che si meraviglia che dovrò aspettare fino a Maggio ad effettuare l'intervento dopo aver avuto l'esito nel mese di gennaio 2012 visto che come lei dice il mio adenocaercinoma non è in una suituazione ad alto rischio? Una prima biopsia effettuata sempre all'Istituto dei Tumori nel Dicembre 2010 con esito nel gennaio 2011, già evidenziava due adenocarcinoma con un PSA intorno a 10. I medici dell'Istituto hanno detto che avrei potuto fare la sorveglianza attiva ed io l'ho fatta a mio modo. Ora che il PSA è andato quasi a 15 ma sempre con un gleason 3+3 mi sono deciso di operarmi. Ecco non capisco la Sua perplessità dopo averle spiegato quanto sopra. In quanto alla tecnica, all'Ospedale Sacco la stragrande maggioranza degli interventi avvengono in laparascopia. In merito Le volevo chiedere questo: quando si parla di laparascopia, ricomprende anche intende la laparascopia robotica? Perchè a Suo dire l'intervento in laparascopia è molto difficile? Se le difficoltà sono così note, perchè in molti centri se ne effettuano parecchi? Quali potrebbero essere le cause negative in merito? La Ringrazio Dr. Rocco della Sua pazienza nel rispondere alle mie domande e la ringrazio anticipatemente.
Alessandro
[#18]
Prof. Bernardo Rocco Urologo 51 4 2
 Caro signor Alessandro, rispondo alle sue domande
- lei non ha 'margini chirurgici' sospetti per tessuto residuo lasciato in sede, cioe'; lei ha dei prelievi bioptici positivi all'apice. La differenza e' che i margini chirurgici si possono verificare solo al momento della rimozione della ghiandola. 
Nel suo caso parliamo solo di presenza di malattia in sede apicale e basale, verificata con la biopsia. (difficile approfondire in questa sede, ma se chiede al suo urologo le chiarirà molto più semplicemente il concetto)

- mi meraviglio perché mi sembra di capire che la decisione di intervenire ( che condivido in pieno) presa in seguito alla quarta biopsia risale al dicembre 2011.  15 di PSA non configura più una situazione di basso rischio, ma di rischio intermedio. Non c'e urgenza, ma perché perdere tempo?

- la robotica e' un modo più semplice ed efficace di fare laparoscopia.  Negli USA nel 2007 il 70% dei casi di prostatectomia venivano fatti in robotica, lo 0,2 % in laparoscopia. Tenendo conto che la laparoscopia sfrutta strumenti meno costosi e sapendo quanto gli americani sono attenti alle cifre, questa differenza dovrebbe parlare da sola. 
Chi fa la prostata in laparoscopia oggi e'
A) perché non ha il robot
B) perché ha difficoltà a pagare i materiali di consumo che sono molto cari

 - dal punto di vista clinico, la robotica sembra garantire migliori risultati dal punto di vista funzionale rispetto alla laparoscopia, tanto che anche le recenti analisi costo/beneficio stanno supportando maggiormente l'uso della robotica per la prostatectomia.  (HTA irlandese del 21 settembre 2011 - http://www.hiqa.ie/system/files/HTA-robot-assisted-surgery.pdf)

Spero di essere stato esauriente,

Cari saluti
[#19]
dopo
Utente
Utente
Egr. Dr. Bernardo Rocco, mi rivolgo a lei in quanto i suoi pareri sulla laparascopia sono stati più volte esaminati. Per riprendere il discorso dell'ultimo messaggio del marzo scorso, il giorno 28 Giugno 2012 mi hanno effettutato la prostatectomia radicale con laparascopia eseguita dal Dr. Gaboardi al Sacco. Ho seguito il suo consiglio di andare da un esperto per l'uso di questa tecnica. Ha preferito usare questa tecnica anzichè il robot da vinci in quanto a detta dello stesso ha più possibilità di pulire dietro la prostata. Sono stato dimesso il lunedì successivo e il mercoledì successivo quiondi dopo 2 giorni mi ha tolto i punti ed il catetere dopo aver fatto una ecografia rettale per vedere se le pareti erano abbastanza normali. A mio avviso i punti mi sono stati tolti troppo presto, tantè che il giorno successivo mi usciva un liquido sieroso e mi hanno dato altri punti che devo andare lunedì prossimo a toglierli. La giustificazione è stata, che essendo magro, il muscolo prende poco. E' stata un risposta di circostanza che non ci ho creduto. Ora devo fare della ginnastica per riprendere la funzione di urinare meglio. Dopo un mese dell'intervento devo fare l'esame del PSA. Sia subito dopo l'intervento che attualmente non ho incontinenza di alcun genere. L'unica cosa che mi preoccupa e che da Giovedì ho iniziato ad espellere con sangue vivo una specie di pelle quasi ogni volta che urino. Dopo il primo getto che c'è del sangue e della pelle le urine diventano normali e limpide. Poi ho semnpre dei dolorini alla pancia. Ho contattato il reparto e mi hanno risposto che è normale visto che il mio intervento era di un tumore ma la risposta non mi ha soddisfatto. Le chiedo Dr. Rocco:
1) Che cosa intendeva dire il medico del sacco che si trattava di un tumore e quindi è normale l'uscita di questi pezzi di pelle?
2) Queste pezzetti intrisi di sangue perchè non sono usciti subito dopo l'interventio ma solo dopo una settimana?
3) Tutto questo è normale?
4) Lunedì mi tolgono i punti dove c'era il buco di drenaggio che fuoriusciva del siero.
Nel caso della malaugurata sorte se la parete dell'addome non si è chiusa ancora, che cos'altro possono fare?
Ho bisogno del suo conforto per quanto ne possa dare. Grazie di tutto
[#20]
Prof. Bernardo Rocco Urologo 51 4 2
Caro lettore,
Rispondo ai suoi quesiti

1) non so esattamente interpretare le parole del collega.
Comunque si tratta di piccole 'crosticine' dovute al consolidamento delle suture.
Nessun problema
2) il tempo di consolidamento delle cicatrici
3) tutto normale
4) bene.

Deve solo avere pazienza. A distanza di un mese ancora vedrà che tutto sarà tornato normale.
E' di fondamentale importanza, ora, che il valore del PSA sia <0.2.

Stia sereno comunque che sta andando tutto bene!

Cari saluti

Bernardo Rocco
[#21]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dr. Rocco. Le rubo ancora pochi minuti per dirle altre cose che mi sono dimenticato di aggiungere nel messaggio precedente e cioè:
1) nell'intervento mi sono stati tolti anche i linfonodi. Questo rimozione aveva una sua ragione?
2) Prima dell'intervento non mi alzavo di notte a urinare. Ora dopo l'intervento mi alzo almeno due volte, mentre durante la giornata urino al massimo ogni due rore. Le chiedo: tutto questo è normale?
3) E' giusto verificare il valore del PSA dopo un mese dell'intervento?
La terrò informata, se non la scoccia, sapere l'esito del PSA e il referto istologico non appena ne sarò in possesso.
Di nuovo grazie per la sua disponibilità.
Cordiali saluti
[#22]
Prof. Bernardo Rocco Urologo 51 4 2
Caro lettore,
Le rispondo

1) si aveva una sua ragione. Anche se non e' sempre necessario togliere i linfonodi, in alcuni casi può essere indicato. Nel suo caso non era indispensabile, ma e' stato fatto a scopo precauzionale
2) abbastanza. Vale comunque la pena di fare una urinocoltura per escludere che ci siano delle infezioni
3) si, e' corretto.

Aspetto notizie del Psa e dell'istologco.
Cari saluti,
Bernardo Rocco
[#23]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Mi inserisco nella discussione perchè nell'ambito della scelta teraputica oncologica il paziente possa avere, come in tutte le grosse istituzioni oncologiche, una visione multidiciplinare.Essendo oncologo rasdioterapista le faccio un breve quadro dell'opzione della radioterapia

Ricordo come la radioterapia sia ugualmente efficace rispetto alla chirurgia e come, nonostante la ridotta invasività delle tecniche robotiche, l'arma delle radiazioni ionizzanti sia invece assolutamente non invasiva. Visto il Gleason score e il PSA la malattia, inquadrabile come a rischio basso-intermedio di malattia, il trattamento radicale di radioterapia ha altissime possibilità di controllo biochimico a 5 e 10 anni che potrebbero arrivare fino al 95%. Quindi la possibilità di fallimento, uguale a quella delle tecniche chirugiche, va ponderata ma è assolutamente contenuta. Nell'ambito delle tecniche di RT, lo standard prevede circa 6-8 settimane di trattamento con sedute indolori di pochi minuti al giorno. Alcuni centri come quello in cui lavoro già propongono, per questa classe di rischio, trattamenti molto più rapidi e precisi del passato (radioterapia stereotassica ipofrazionata in 5 sedute) che in molti centri con dotazione tenologica adeguata ha mostrato risultati ottimi a 5 anni(Stanford University). In ogni caso la radioterapia moderna basata sulla modulazione della dose in modo intelligente(IMRT) e guidata da immagini di precisione(IGRT) ha minimizzato gli effetti collaterali in modo significativo.

Era giusto che, fra le sue scelte teraputiche avesse modo di analizzare rischi e benefici del trattamento radiante prima di scegliere la chirurgia che, comunque rappresenta, come la radioterapia, la terapia standard.
Lasci stare altre metodiche che invece, rientrano nello spettro delle terapie sperimentali e non standardizzate, almeno in questa fase di malattia(l'HIFU trova più spazio in mani esperte per le recidive locali, anche da radioterapia).

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

[#24]
dopo
Utente
Utente
Egr. Dr. Alongi, se Lei avesse letto tutta la corrispondenza precedente, avrebbe letto anche che ho subito l'intervento in data 28 Giugno 2012 in laparascopia presso l'Ospedale Sacco di Milano. Oggi stesso ho ritirato l'esito dell'esame istologico e invito anche il Dr. Rocco a leggere il referto.
1) Prostata - Adenocarcinoma acinare della prostata Gleason 3+4=7 multicentrico, infiltrante la zona periferica e l'apice di entrambi i lobi, la base del lobo destro ed il prelievo della zona mediana della base, con focale estensione al piano di escissione chirurgico (estenzione circa mm. 1). Tessuti molli periprostatici, vescicole seminali e restanti piani di escissione chirurgica indenni da neoplasia.
2) Linfonodi - n. 8 linfonodi indenni da neoplasia
3) Peduncolo laterale destro - Tessuto fibroadiposo inglobante struture vascolari nervose indenni da neoplasia.
C61 (classificazione ICD-O-III,2000)
pT2c+N0 (Classificazione AJCC/UICC-VII, 2010)
Entrambi i medici chiedo che signifato hanno quelle suddette classificazioni.
A Dicembre nella biopsia si riscontrava un Gleason 3+3=6: dopo 6 mesi è andato a 7.
Secondo voi medici, alla luce di quanto sopra, non c'è più alcun pericolo che il tumore si estenda in altre zone visto che l'adenocarcinoma era circoscritto all'interno della ghiandola? Se avete qualche altro suggerimento dopo aver letto la diagnosi mi farebbe molto piacere leggere il vostro parere. Grazie
[#25]
Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109 4
Gent.le utente,
il tumore era localizzato all'interno della prostata asportata (PT2C) ma necessariamente dovrà eseguire controlli (PSA soprattutto) che si andranno a raefare con il tempo.
Un mondo di auguri
Cordialmente
[#26]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dr. Mallus, infatti dopo un mese dell'intervento devo fare il controllo del PSA. Devo dire che il suo mondo di auguri mi ha un pò impensierito perchè non vorrei che ci fossero delle cose negative. Spero di aver interpretato male i suoi auguri. Grazie.
[#27]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
La presenza di un margine focalmente infiltrato(sebbene millimetricente su un piano chirurgico unico.) merita un monitoraggio più attento, anche in base al Gleason che e' maggiore di quanto definito con la biopsia. Comunque il PSA rappresenta il migliore strumento per seguire con serenità il proseguo dei controlli.
[#28]
Prof. Bernardo Rocco Urologo 51 4 2
Gent.mo sig Alessandro,

in base agli elementi che ci ha fornito, la probabilità che lei sia guarito e che da qui a 10 anni non si ripresenti più alcun problema oncologico è del 92%.

Il suo quindi è un buon esame istologico e, come le è già stato anticipato il PSA potrà accompagnarla nei prossimi anni e consentirle di verificare se la malattia è davvero debellata.

Da qui in avanti, il valore di PSA che lei deve considerare normale è PSA < 0.20.

Non si limiti a valutarlo da solo, ma continui sempre ad incontrare il dr Gaboardi o la sua equipe per valutare che tutto proceda bene.


Non dimentichi, ora, di focalizzarsi anche sugli aspetti relativi alla ripresa funzionale:

- continenza urinaria

- ripresa dell'attività sessuale.

Se non l'hanno ancora fatto, sono certo che i colleghi del Sacco Le consiglieranno un 'programma' di riabilitazione dell'attività sessuale con farmaci da assumere per bocca.


E adesso si goda serenamente l'estate! ne ha ottimi motivi,

cari saluti
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Utente
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Egr. Dr. Rocco grazie del conforto e della sua analisi che mi rincuora. Solo un aspetto che mi potrebbe preoccupare è quel 8% che potrebbe esserci una recidiva. Pensavo invece che essendo tutto negativo tutti i problemi erano risolti. Perchè c'è sempre una piccola percentuale che tutto si possa ripresentare? La patologia che si possa ripresentare qual'è? Perchè un tempo così lungo visto che in altri settore il tempo è di 5 anni? La risposta che ha dato il Dr. Alongi dal punto di vista radioterapico, cosa intendeva affermare? Comunque Le farò sapere a fine mese l'esito del PSA. Aspetto una sua risposta. Di nuovo grazie. Alessandro
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Nessuno voleva allarmarla, anzi. Ciò che è stato specificato dal collega Dr. Rocco in termini di rischio di recidiva è assolutamente rispecchiante le statistiche dei casi come il suo. l'8 pecento, più o meno , è un dato di fatto, perchè in medicina non esiste il 100%. Qualora rientrasse sfortunatamente in quel gruppo, ci sono sempre diverse armi di salvataggio, radioterapia in primis, oltre che terapia ormonale ed altre nuove terapie che possono ulteriormente contribuire, in diversi stadi della malattia, a minimizzare la progressione biochimica o rallentarla. Ma non ci fasciamo la testa prima che sia rotta.
Il PSA, come già in diversi colleghi abbiamo specificato, sarà l'elemento fondamentale su cui basarsi per ogni ragionamento sul caso. Ci invii il primo dosaggio, quando lo effettuerà, in modo da tenerci aggiornati.


Cordialmente
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Utente
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Grazie Dr. Alongi, ma un'ultima considerazione e cioè la recidiva come si può manifestare visto che l'adenocarcinoma era circoscritto nella prostata, i linfonodi indenni così come il tessuto fibroadiposo da neoplasie? Non riesco ad associare l'eventuale recidiva con il manifestare della neoplasia. Comunque non mancherò di far sapere l'esito del PSA non appena sarò in possesso dell'indice. Di nuovo grazie
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Prof. Bernardo Rocco Urologo 51 4 2
Caro Lettore,
a fronte di un intervento oncologico c'è sempre un rischio, per quanto piccolo possa essere, di una recidiva.
La percentuale (8% a 10 anni) non è approssimativa, ma è proprio ritagliata sul suo caso, utilizzando degli strumenti che ci aiutano a predire il rischio di recidiva ( si chiamano nomogrammi).

Per rassicurarla, posso dirle che la sua è una situazione estremamente favorevole.

Il PSA è un ottimo strumento di controllo. Finchè il PSA è nella norma non c'è alcun problema o rischio che la malattia riprenda nè c'è bisogno di fare altri esami di imaging.

Come le abbiamo già scritto, il dr Alongi, il dr Mallus ed io, può stare tranquillo.

cordiali saluti

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Utente
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Egr. Dr. Rocco, La ringrazio infinitamente e Le sono grato, unitamente ai suoi colleghi, della risposta più che positiva che mi ha fornito. Le farò sapere per fine mese l'esito del PSA. Di nuovo grazie e cordiali saluti.
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Utente
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Egr. Dottori, in particolare al Dr. Alongi radioterapista, nel mio caso l'ospedale Sacco non mi ha prescritto nulla su un eventuale ciclo di radioterapia, salvo che aspetta di vedere l'esito del PSA. E' giusto che sia così? Grazie.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Non c'e consenso su questo argomento(sopratutto in caso di R1, anche se nel suo caso focale e quindi più favorevole). Quindi ogni scelta, se ponderata e' condivisibile. Nel suo caso,come le stiamo ripetendo più volte, la monitorizzazione attenta del PSA sembra una scelta ragionevole.
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Utente
Utente
Egregi Dottori Bernardo Rocco, Filppo Alongi e altri medici che hanno risposto alle mie domande. Vi aggiorno come promesso: ogg ho ritirato l'esito del PSA totale riscontrando un undice pari a 0,04 ng/mL. Chiedo ai signori dottori. E' un buon indice? Se sì non occorre nessun'altra terapia aggiuntiva? Faccio queste domande perchè qualcuno aveva detto che l'indice deve essere inferiore a 0,02 ng/mL. Infine a distanza di un mese e qualche giorno, sento ancora dei dolorini soprattutto nella parte sx. dell'addome o pancia. E' normale il decorso post operatorio? Attendo gentilmente una cortese risposta dai signori medici interpellati. Grazie.
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Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109 4
Gent.le utente,
Ok risultato estremamente positivbo.I dolorini passeranno e non hanno rilevanza clinica.
Continui cmq a seguire le indicazioni del curante e...buona estate,.
Cordialmente
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Grazie dottore, ma perchè quasi tutti che hanno fatto la domanda del PSA dopo l'intervento, le risppsote sono tutte che il PSA è del 0,0002 mentre invece il mio è risultato 0,04? Non Vi sembra una differenza notevole?. Grazie
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Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109 4
Tra 0.02 e 0,04 la differenza è minimale e cmq non esiste alcunchè di assoluto.
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Utente
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Dr. Mallus,qualcuno sostiene che ci potrebbe essere in un punto di escissione un residuo tumorale. Forse è possibile visto che il PSA avrebbe dovuto essere a zero. Se così fosse non sarebbe opportuno fare un breve ciclo di radioterapia per azzerare il PSA? Grazie per la risposta
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Prof. Bernardo Rocco Urologo 51 4 2
Gentilissimo,

Il valore di PSA di 0,04 è da considerare adeguato, indica cioè, assenza di malattia.

Le variazioni del secondo decimale sono da considerare di nessun significato clinico, ma semplicemente da possibile 'rumore di fondo' del laboratorio. ( 0,06, 0,04; 0,03; 0,02; >0,1 sono tutti valori adeguati)

Al momento, non mi sentirei di consigliare alcuna radioterapia.

Continui il dosaggio del PSA e le visita di controllo con cadenza trimestrale.

Mi permetto di parlare anche a nome dei colleghi nel suggerire di archiviare il problema fino al prossimo controllo del PSA sul quale saremo lieti di esprimere un ulteriore parere, qualora Lei lo desideri.

Con i migliori saluti

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Grazie dr. Bernardo Rocco per le sue parole che mi assicura. Non mancherò di tenere informata Lei e i suoi colleghi fra tre mesi. Di Nuovo Grazie.
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Utente
Egregi dottori rimane il problema dell'erezione. Per la ripresa della funzione erettile, quali farmaci o terapie seguire? Ho notato che ho il desiderio di una donna ma mi manca la funzione erettile. Quali suggerimenti mi potere dare? Grazie
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dopo
Utente
Utente
Egregi dottori faccio seguito alla domanda sottopostovi il 10/08/2012 per chiedervi ulteriori pareri circa l'erezione erettile. A distanza di due mesi dell'intervento è già possibile assumere farmaci del tipo viagra o altri farmaci? quali di questi potete consigliarmi? La seconda domanda è quella + inquetante e cioè che sento parlare di prospettiva di vita di 10 anni. E allora una persona più tardi si fa operare più ha una aspettativa di vita più lontana. Non credo sia così. E allora qual'è il significato di questa aspettativa di vita che gli esperti parlano? E' un'aspettativa di vita secondo un'eventuale recidiva? Gradirei un vostro parere piuttosto rassicurante. Grazie
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Utente
Egregi dottori, come potete constatare, avevo chiesto un vostro parere circa l'erezione erettile e chiedevo quali farmici o terapie da seguire. Se gentilmente mi poteste dare un'indicazione in merito vi ringrazio anticipatamente.
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Utente
Utente
Non voglio sollecitare la vostra preziosa attività che la dedicate con assoluta professionalità, ma vi avevo sottoposto il quesito circa la funzione erettile dopo aver subito la prostatectomia radicale. Ho 69 anni e sento ancora il desiderio. E' possibile recuperare questa funzione erettile oppure mi devo mettere il cuore in pace? Se esistono farmaci per aiutare l'erezione quali possano essere? Ho provato una masturbazione e ovviamente non esce più lo sperma ma esce l'urina. Come è possibile una cosa del genere? C'è statop qualche errore nell'operazione? Vi chiedo gentilmente di rispondermi. Grazie
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Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109 4
Gent.le utente,
intanto mancando la prostata ed il collegamento con il deferente è del tutto normale che non esca liq seminale, riguardo al problema erettivo è bene che ne parli con il suo urologo:una soluzione potrebbe essere quella di una infiltrazione dei corpi cavernosi con prostaglandine ,
Cordialmente
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dopo
Utente
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Grazie per la risposta. Ma dottore lei parla di infiltrazione e quindi mi pare di capire che mi sembra di capire che occorre fare delle punture che immagino fanno male. E' così? Non ci sono dei farmaci a tale riguardo. Le chiedo scusa della mia insistenza. Grazie.
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Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109 4
L'so di sildefanil per os o meglio il suo effetto terapeutico è in dipendenza della quantità di fibre nervose sezionate.Può essere utile un tentativo se esiste una minima erezione, altrimenti ritengo che dovrà servirsi delle infiltrazioni cavernose di prostaglandine.
Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Grazie dr. Mallus, un ultima domanda l'uso di sildefanil è sempre il viagra o il cialis? Questi prodotti dopo quanti mesi dall'operazione si possono prendere visto che l'operazione è stata eseguita alla fiend el mese di Giugno scorso. Inoltre la leggera incontinenza fino a quando può durare? La ringrazio anticipatamente della Sua cortesia.
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Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109 4
Può essere usato il cialis ma io uso il viagra 100 mg x almeno 2 mesi
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