Sospetto per minimi focolai di infiltrazione da adenocarcinoma prostatico con grado 6

Egregi Dottori,
Grazie anticipatamente per la vostra disponibilità fornendoci questo servizio.
Mio padre, anni 65, affetto da ipertrofia prostatica benigna da anni, è stato sottoposto, a seguito di un normale controllo annuale a biopsia. La diagnosi recita come segue:
Descrizione macroscopica: campione di biopsia prostatica costituito da frustoli riferiti di pertinenza del lobo dx.( n.5 frustoli) e sx. ( n. 6 frustoli)

Diagnosi microscopica : frustoli di tessuto prostatico con rappresentazione della quota fibromuscolare e ghiandolare. In un frustolo del campione 1 ed in uno del campione 2, si osservano veramente poche ghiandole(poco più di 10) in parte addossate tra loro, con iniziale nucleolazione e contestuale perdita del doppio strato all'immunocolorazione con CK34Be12 e positività per Racemasi. I due focolai hanno un diametro nettamente <1mm. Sospetto per minimi focolai di infiltrazione da adenocarcinoma prostatico con grado 6 (3+3) sec. Gleason combinato.
Il PSA in sede di indagine 8,80. Il rapporto 0,16.
L'urologo ci ha prospettato sia la sorveglianza sanitaria che l'intervento radicale. In alternativa la terapia ormonale.
Le domande sono "quale strada intraprendere"? Inoltre trattasi di un carcinoma a rischio basso con scarsa probabilità di recidiva? Aspettativa di vita?
Di nuovo grazie mille e buon lavoro
[#1]
Dr. Paolo Piana Urologo 38k 1.7k 17
Gentile Signore,
la diagnosi è stata posta su un campione veramente troppo esiguo, per probabili problemi tecnici. Il patologo evidenzia chiaramente questa situazione. Riteniamo che questo mappaggio bioptico non sia sufficiente per poter prendere una decisione appropriata su che cosa sia più opportuno consigliare. Per maggiore tranquillità di suo padre e della famiglia, almeno da nostro punto di vista, queste biopsie sono pertanto da ripetere, magari in numero maggiore. Se continueranno a manifestarsi "microfocolai" (ovvero anche nulla, e non ci sarrebbe da stupirsi) diremmo che la sorveglianza clinica sia proponibile. In caso di rilievo di una malattia più diffusa, a 65 anni ed in assenza di gravi problemi generali di salute, l'asportazione della prostata sarebbe invece certamente la prima scelta.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Egregi Dottori e Professori,
Vi scrivo per avere un vostro illustre parere sull'evoluzione della malattia di mio padre.
In seguito alla biopsia riportata nel precedente post, mio padre e' stato sottoposto ad ulteriore biopsia con numero di campioni pari a 24 che ha confermato il primo referto. Eseguita prostatectomia radicale che ha permesso l'esame cito-istologico che recita:
"Prostata sede a livello dell'apice ( Lato destro e sinistro) di area ( diametro circa 1 cm) di adenocarcinoma prostatico Gleason (4+3) il quale nel lato destro e' presente sul margine chirurgico di resezione. Nel lobo destro presente un focolaio(circa 0,3 cm) di adenocarcinoma gleason (4+4) localizzato a livello sottocapsulare nella parte media , lato laterale, e non superante la capsula. Nel lobo sinistro presente area (diametro circa 2 cm, localizzata nella parte media, sia sul lato mediale che laterale) di adenocarcinoma Gleason 8(4+4) il quale infiltra la capsula prostatica ed è presente (nella parte mediale) sul margine chirurgico di resezione (a tale livello non è presente tessuto adiposo periprostatico). Esenti da neoplasia margine vescicale, deferenti e vescichette seminali".
G3 PT3a pNx.
La mia domanda e' la seguente. Visto che la diagnosi e' più grave del previsto, ci sono margini di guarigione completa con terapie adiuvanti? Inoltre l'aspettativa di vita cambia drasticamente (so che su ciò è impossibile fare previsione, ma un valutazione sommaria ed orientativa ci darebbe una idea sulla situazione).
Cordialmente
[#3]
Dr. Paolo Piana Urologo 38k 1.7k 17
Gentile Signora,
immaginiamo che suo padre sia in attesa di eseguire una radioterapia, cosiddetta adiuvante. Questo dovrebbe garantire la sterilizzazione dalle cellule neoplastiche che teoricamente potrebbero essere rimaste ai margini del pezzo operatorio asportato. Soprattutto l'evoluzione del PSA potrà fornire elementi utili per giudicare questa situazione. Il tumore così classificato è giudicabile ad aggressività intermedia, ci chiediamo però se siano stati asportati dei linfonodi, considerato che questo non risulta dall'esame istologico. Sull'aspettativa di vita è impossibile esprimersi ora, certamente l'evoluzione nei prossimi 12-24 mesi sarà molto indicativa per esprimersi sui tempi a venire. Non ci pare comunque il,vaso di coltivare un pessimismo eccessivo.

Saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Egregi Dott.,
Sono di nuovo qui a scriverVi per avere qualche delucidazione sul percorso post operatorio di mio padre. Siamo ritornati all'ospedale di San Giovanni Rotondo, dove mio padre ha subito la prostatectomia (G3 pT3a pNx gleason 8 PSA pre operatorio 8.8), per rimuovere una stenosi. Sono passati poco più di 2 mesi dall'intervento ed il psa totale e' 0,006 ng/mg. Il primario di urologia sostiene che è ancora prematuro passare a radio o ormonoterapia e vuole prima risolvere il problema stenosi. Alla luce di questo percorso indicato, qual'e' la vostra illustre opinione? Un psa indosabile che indicazioni ci dà sulla prognosi? Grazie di nuovo per la vostra professionalità .
[#5]
Dr. Paolo Piana Urologo 38k 1.7k 17
Gentile Signore,
condividiamo senz'altro le indicazioni poste dal nostro Collega, il problema "idraulico" è certamente da risolvere al più presto. Per il momento, il PSA è praticamente azzerato, questo è molto confortante a fronte di un risultato istologico che senz'altro impone una discreta attenzione.

Saluti
[#6]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dottori,
Già ho scritto su questo spazio per avere VS giudizi in merito alla situazione di mio padre, 66 anni. Eseguita in data 25/01/2014 prostatectomia radicale che ha permesso l'esame cito-istologico che recita: "Prostata sede a livello dell'apice ( Lato destro e sinistro) di area ( diametro circa 1 cm) di adenocarcinoma prostatico Gleason (4+3) il quale nel lato destro e' presente sul margine chirurgico di resezione. Nel lobo destro presente un focolaio(circa 0,3 cm) di adenocarcinoma gleason (4+4) localizzato a livello sottocapsulare nella parte media , lato laterale, e non superante la capsula. Nel lobo sinistro presente area (diametro circa 2 cm, localizzata nella parte media, sia sul lato mediale che laterale) di adenocarcinoma Gleason 8(4+4) il quale infiltra la capsula prostatica ed è presente (nella parte mediale) sul margine chirurgico di resezione (a tale livello non è presente tessuto adiposo periprostatico). Esenti da neoplasia margine vescicale, deferenti e vescichette seminali".PSA preoperatorio 8.8 ng/ ml. Le variazioni di PSA dopo l'intervento sono (senza terapie adiuvanti):
0,006 ng/ml il 31/03/2014
0.010 ng/ml il 18/06/2014
Poiché siamo alle prese con una stenosi recidivante su cui già si è intervenuti 2 volte senza risultati visto che ogni volta l'ostruzione è avvenuta dopo 5 giorni dalla rimozione del catetere, volevo chiedere se questo incremento può far pensare ad una recidiva biochimica della malattia. Ovviamente l'equipe che lo segue non vuole ancora iniziare terapie adiuvanti alla luce del problema idraulico ancora in atto.
Stiamo procedendo correttamente?
CORDIALMENTE e grazie per la VS disponibilità
[#7]
Dr. Paolo Piana Urologo 38k 1.7k 17
Gentile Signore,
la variazione nell'ordine di 4 millesimi non è ovviamente significativa per ripresa biochimica di malattia, di cui si inizia a dubitare per valori di almeno 10 volte superiori ed in costante ascesa. Pertanto, al momento il problema idraulico è predominante, ben sappiamo quanto moleste e tenaci possano essere queste complicazioni. Talora, impiegando il laser si riescono ad ottenere dei discreti risultati.

Saluti
[#8]
dopo
Utente
Utente
Egregi DOTT.e/o PROF.,
Vorrei porVi una domanda. Nel caso risulti impossibile procedere a terapia adiuvante, come radioterapia, per tumore alla prostata su descritto, per problemi gravi di stenosi e caterizzazione, quali altri mezzi e' possibile utilizzare in alternativa alla radio?
Grazie mille come al solito
[#9]
Dr. Paolo Piana Urologo 38k 1.7k 17
Gentile Signore,
in caso di progressione della malattia, se vi sono controindicazioni alla radioterapia, l'alternativa è in prima battuta la ormono-terapia di blocco androgenico totale, con soppressione della produzione di testosterone. Non ci pare comunque questo il caso in cui pensare a qualcosa del genere, almeno per ora.

Saluti
[#10]
dopo
Utente
Utente
Egregio Dr. Piana,
mio padre è stato ricoverato per 10 gg in ospedale per una sospetta setticemia (ha il catetere da 6 mesi), che dopo esami del sangue approfonditi non si è rilevata essere la causa di forti sbalzi di febbre (esami negativi). Verrà dimesso a breve nonostante abbia momenti della giornata (in genere verso le 16:00 )in cui la febbre sale a 38 °C per poco tempo e ritorna a 36,6 °C per il resto della giornata. La cura da proseguire è rocefin fino all'ulteriore prova di rimozione del catetere che avverrà lunedì prox. Ha fatto ecografie renali, radiografie toraciche ed è stato solo evidenziata la presenza di calcoli renali che da sempre lo affliggono.
Le domande sono le seguenti:
E' normale avere questi sbalzi termici dopo 10 gg di antibiotico anche per una forte infezione vescicale?
E' possibile provare una cateterizzazione ad intermittenza per ridurre le infezioni delle vie urinarie?
E' possibile fare un intervento risolutivo in caso di difficoltà a risolvere la stenosi dell'anastomosi uretro-vescicale (se si, vale la pena in un paziente che ha già subito una prostatectomia radicale) ?
Quali sono i centri di eccellenza per questi interventi?
A latere di queste problematiche abbiamo sempre un Gleason elevato non ancora trattato con terapia adiuvante come lei ben sa.
Grazie per la sua immensa professionalità e gentilezza nel fornirci questo servizio.
Cordialmente
[#11]
Dr. Paolo Piana Urologo 38k 1.7k 17
Gentile Signora,
con questi livelli di PSA non c'è alcun motivo di pensare ad una terapia adiuvante. Sui probelmi "idraulici" non possiamo esprimerci non conoscendone i dettagli, ci chiediamo però se suo padre sia stato "continuativamente" cateterizzato negli ultimi sei mesi. In questo caso ci chiediamo come si siano potuti manifestare e definire questi problemi. La correzione dell'anastomosi vescico uretrale, abbiamo già detto, è una cosa molto problematica. Abbiamo già accennato alla possiblità di un trattamento palliativo con il laser Olmio o Tullio, che talora offre buoni risultati. L'alternativa chirurgica, soluzione definitiva, è veramente molto cmplessa e sinceramente padroneggiata da pochissimi nostri Colleghi che si dedicano esclusivamente alla chirurgia avanzata dell'uretra. In questa sede non possiamo fornire indicazioni specifiche su singoli specialsiti e centri di cura.
Lei ci parla ora della presenza di calcoli renali, in presenza di episodi febbrili sarebbe anche il caso di valutare se per caso si fosse modificato qualcosa a quel livello.

Saluti
[#12]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta così celere.
Mio padre per circa quindici giorni è stato senza catetere. Periodo che corrisponde alla rimozione del catetere dopo le due uretrotomie praticate per rimuovere la stenosi senza risultati. Dopo la seconda uretrotomia, trascorsi 5 gg, è stata praticata una calibrazione del meato uretrale e reinserito il catetere per una settimana. Durante questa fase ha avvertito questi episodi febbrili. Sottolineo inoltre, che, soffrendo di dermatite atopica assumeva anche cortisone per placare i sintomi insieme alla terapia antibiotica con ciproxin 1000. L'urologo che lo segue, conviene con Lei, in merito alla possibilità di un intervento risolutivo e vuole optare per una stabilizzazione della situazione anche intervenendo in più momenti.
Di nuovo cordialmente
Saluti
[#13]
dopo
Utente
Utente
Egregio Dr. Piana,
A 6 mesi dall'intervento di mio padre e dopo una stenosi gravi, una setticemia grave, una lieve insufficienza renale, l'equipe che segue mio padre lo ha rimesso in piedi, risolvendo (momentaneamente) la stenosi e riportando il tutto alla normalità ( i valori attuali di creatinina e psa sono 1,2 mg/dl e 0.01 ng/dl). Ora siamo ad un bivio, in quanto l'urologo opta ancora per una attesa vigile prima di iniziare altre terapie, mentre mio padre spinge anche per un consulto con un oncologo radiologo. Lei che ne pensa?
Cordialmente è grazie di nuovo
[#14]
Dr. Paolo Piana Urologo 38k 1.7k 17
Gentile Signora,
crediamo che nessun radioterapista di buon senso avvallerebbe indicazioni ad un trattamento adiuvante con un PSA praticamente azzerato, né vi siano al momento indicazioni ad altro tipo di terapia d'appoggio. Il problema senz'altro serio che si è presentato molto verosimilmente non ha alcun legame con la situazione oncologica, ma solo con una anomala cicatrizzazione della zona operata. L'evoluzione di questi casi è assai poco prevedibile, ovviamente si auspica che i provvedimenti conservativi (endoscopici) siano sufficienti, poiché una revisione chirurgica costituirebbe senz'altro un grosso impegno tecnico, come ci pare di averle già delineato.

Saluti
[#15]
dopo
Utente
Utente
Egregi dottori,
Dopo 9 mesi dall'intervento e con una stenosi molto fastidiosa, mio padre ha valori di psa pari a 0,02 ng/ml e continuiamo a monitorare la situazione speranzosi in una stabilizzazione della patologia. La domanda che noi familiari ci poniamo, dopo avere ascoltato radioterapista ed urologo è semplice. I nomogrammi più utilizzati danno tempistiche in merito ad aspettativa di vita libera da malattia e mai sopravvivenza cancro specifica. Nel caso specifico, con GLEASON 4 4, pT3a, psa pre operatorio di 5,36 ng/ml, margini chirurgici postivi ed un psa azzerato senza terapie adiuvanti causa stenosi, in base alla vostra esperienza a fianco di pazienti con questa patologia,cosa è lecito aspettarsi sulla prognosi? Capisco che non siamo noi a decidere quanto rimanere su questa terra, ma una mediana di quanto tempo nostro padre sarà con noi è possibile farla? Sottolineo che i linfonodi non sono stati intaccati. Scusate la richiesta piuttosto particolare.
[#16]
Dr. Paolo Piana Urologo 38k 1.7k 17
Le terapie adiuvanti non sono applicate a causa del probelma "idraulico" della stenosi, ma perché con il PSA azzerato a 65 anni non sarebbe assolutamente ragionevole comportarsi diversamente. L'unico ruolo veramente affidabile del PSA è proprio questo, ovvero il segnalare precocemente persistenza di malattia o lesioni ripetitive dopo la chirurgia radicale. Tutto il resto è sempre più sotto processo, ma se c'è un punto fermo, questo è.
[#17]
dopo
Utente
Utente
Egregio Dott. Piana,
Dopo un anno e più dall'intervento di prostatectomia radicale, il psa di mio padre e' costante sul valore di 0,02 ng/ml senza avere effettuato alcuna radioterapia o terapia ormonale. I medici che lo seguono sono molto soddisfatti ed ottimisti dopo lo spavento per l'infausta prognosi dell'istologico. Le scrivo ancora per dirimere qualche curiosità che accompagna chi ha in famiglia queste problematiche.Come mai nonostante un azzeramento dopo tanto tempo dall'intervento, potrebbe in futuro rialzarsi questo benedetto marcatore ? perche' il margine temporale per i carcinomi prostatici, per considerarsi guariti, e' molto più ampio rispetto ad altre patologie cancerose? In attesa di una sua eventuale risposta Le porgiamo un cordiale saluto ed un sentito augurio per un felice anno
[#18]
Dr. Paolo Piana Urologo 38k 1.7k 17
Gentile Signore,
i tempi medi in cui si scioglie la prognosi dopo l'asportazione radicale di un tumore maligno sono mediamente di 5 anni. Tra 5 anni suo padre avrà più di 70 anni ed il rischio che vi sia una ripresa tumorale sarà di gran lunga inferiore a quello di insorgenza di un'altra grave malattia. Può parere un discorso cinico, ma la medicina si basa principalmente sulla statistica.

Saluti
[#19]
dopo
Utente
Utente
Egregi dottori,
Dopo 18 mesi dall'intervento e dopo 6 mesi dal'ultimo controllo dove il psa era di 0,02 ng/ml, il valore attuale è di 0,04 ng/ml. Ricordo trattasi di GLEASON 4 4, pT3a, psa pre operatorio di 5,36 ng/ml, margini chirurgici postivi ed un psa azzerato senza terapie adiuvanti causa stenosi. Nessuna radioterapia. Può trattarsi di recidiva o siamo ancora relativamente tranquilli ? Cordialmente
[#20]
Dr. Paolo Piana Urologo 38k 1.7k 17
La variazione è insignificante, senz'altro non vi è motivo di preoccuparsi ora.
Tumore alla prostata

Il tumore alla prostata è il cancro più diffuso negli uomini, rappresenta il 20% delle diagnosi di carcinoma nel sesso maschile: cause, diagnosi e prevenzione.

Leggi tutto