Catetere a dimora o a intermittenza per un pz paraplegico con frequenti infezioni?

Mio suocero, da due anni,ha un deficit cognitivo ed è paraplegico con vescica neurogena in seguito a un danno anossico verificatosi durante un intervento chirurgico.Ha inoltre una lieve insufficienza renale da calcoli.

E' assistito a casa ormai da un anno. Fino a questa estate ha mantenuto il catetere a dimora, purtroppo con frequenti infezioni alle vie urinarie.
Qualche mese fa, durante un breve ricovero in clinica riabilitativa, è stato effettuato il passaggio al cateterismo intermittente, gestito da sua moglie dopo il ritorno a casa, a mio parere senza un buon addestramento dei caregiver (basti dire che in quella clinica veniva utilizzata la stessa sacca per tutto il giorno, lasciata appesa alla spondina del letto e riutilizzata ad ogni cateterismo,abitudine poi assunta anche dalla moglie)

Purtroppo il paziente in questione ha continuato ad avere frequenti IVU (direi ormai croniche) compresa un'epididimite e varie volte sono tornati ,per un breve periodo, al catetere a dimora, per poi riprendere con quelli intermittenti.

Detto ciò, attualmente è stato visto da diversi urologi e nefrologi i quali hanno espresso pareri discordanti circa la strada migliore: chi suggerisce il cateterismo intermittente onde evitare piaghe uretrali (già presenti in forma lieve) e chi invece ritiene più opportuno il cateterismo a dimora.C'è stato addirittura chi ha suggerito una cistostomia sovrapubica.

Inoltre viene manifestata preoccupazione per queste infezioni croniche , in quanto il pz è spesso sotto antibiotici (principalmente ciprofloxacina in compresse) e si teme lo sviluppo di un antibiotico-resistenza.

Secondo voi qual è la soluzione migliore?
C'è da tener conto anche del fatto che, a volte, il deficit cognitivo del paziente lo portava a strapparsi il catetere, cosa che fortunatamente non accade più da quando è tornato a casa l'anno scorso ma non si sa mai...
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
Gentile Signora,
stante la situaziine come ce la descrive (paziente anziano, non autosufficiente, paraplegico con infezione urinaria cronica e calcolosi renale) a nostro giudizio la scelta più opportuna è proprio la cistostomia sovrapubica, o comunque l'applicazione di un catetere sovrapubico di grosso calibro. Questo piccolo intevento, eseguibile in anestesia periferica od addirittura locale. a fronte di una minima invasività iniziale, è l'unico in grado di garantire una minore incidenza di complicazioni a medio e lungo termine. I cateterismi intermittenti hanno un senso quando possono essere autogestiti. Quando questo non accade, in particolare in ambiente domestico, i problemi logistici diventano perlopiù insuperabili e si rischia comunque di indurre più problemi che vantaggi.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dr Piana,
grazie mille per la sua risposta.
Nella formulazione della mia domanda non ho precisato che il pz in questione ha 65 anni,di fisico robusto e in apparente ottima salute prima della dissecazione aortica avvenuta due anni fa.
Lei mi conferma che l'intervento di cistostomia sovrapubica è minimamente invasivo anche per un pz in stato cardiovascolare precario?
Per rendere l'idea attualmente assume betabloccanti , antiepilettici , antidepressivi, cardioaspirina e fondaparinux
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
Gentile Signora,
dispiace molto che un soggetto ancora in buona età sia purtroppo portatore di questo grave handicap. Proprio per questo motivo, è opportuno che la situazione vescicale sia gestita in modo da creare il minimo dei problemi, considerando che le infezioni urinarie ripetute (come quelle respiratorie) sono fra le complicanze più gravi e pericolose cui questi pazienti vanno incontro. Trattandosi purtroppo di una situazione irreversibile, come abbiamo detto noi riteniamo che il confezionamento di una cistostomia sovrapubica permanente sia la scelta migliore. L'intervento, di scarso impegno tecnico e breve durata, può essere eseguito in anestesia periferica. In seconda ipotesi si può pensare al semplice inserimento di una cistostomia percutanea di buon calibro, fattibile anche in semplice anestesia locale per infiltrazione. Mantenendo il catetere in sede, dopo qualche tempo si viene a creare un tramite stabile, attraverso il quale a lungo termine il catetere può essere sostituito facilmente, anche da personale infermieristico.

Saluti
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dopo
Utente
Utente
Ho capito. Grazie mille per la Sua disponibilità!!
il mio dubbio riguardo questa procedura è questo (mi perdoni se la domanda le può sembrare stupida): il rischio di infezioni vescicali diminuirebbe? voglio dire, per quel che ne so si tratterebbe di creare una nuova via di drenaggio delle urine con inserimento di un catetere, appunto, sovrapubico, e posizionamento di una sacca di raccolta.
Quindi questo catetere simulerebbe un po' una nuova uretra artificiale, giusto? quello che non capisco è se ci sia qualche specie di valvola che impedisca l'ingresso e ristagno dei batteri.. altrimenti non sarebbe analogo il rischio di infezione a quello di un normale cv a dimora, con ulteriore rischio di infezione peristomale?
Mi scuso nuovamente se la domanda è inopportuna.
in ogni caso mi fido del suo consiglio, immagino che tutte le situazioni che richiedano cateterismi comportino il rischio di IVU ma mi sembra di capire che la cistostomia percutanea sarebbe, contestualmente a tutto l'insieme della situazione, la scelta più indicata in questo specifico caso.

grazie ancora!!! :)