Idronefrosi post-pielouretere plastica e rimozione stent double j

Salve, a inizio giugno sono stato sottoposto a una pielouretere plastica destra con esito positivo, ma a metà luglio, quando mi è stato rimosso lo stent ureterale, è arrivata all'improvviso una colica della durata di 2 settimane

sottoposto a ecografia (rene dx dilatato), scintigrafia (rene dx che lavorava al 35%) e urografia (il rene destro dopo 2 settimane non captava), mi è stata diagnosticata una idronefrosi e, di conseguenza, mi sono stati applicati una nefrostomia destra e un nuovo stent double j da tenersi per minimo 2 mesi.

la nefrostomia è stata chiusa subito, e tenuta come controllo.

in questi due mesi ho sviluppati numerose coliche, ma tutte di poca importanza, che svanivano in poco più di un paio d'ore.

lunedì 29 settembre mi è stato rimosso lo stent, e dopo 4 ore mi si è riformata una colica, al che (su consiglio dei medici di guardia) ho applicato la sacca alla nefrostomia e l'ho aperta. ogni giorno chiudo la nefrostomia per verificare se si formino coliche, cosa che, purtroppo, avviene ogni volta, spingendomi a riaprire la nefrostomia.

il consiglio del medico di guardia è stato quello di tenere la nefrostomia aperta (con verifica giornaliera del formarsi di coliche) e di presentarmi a visita urologica questo lunedì.

il mio problema è...
non sapendo cosa sia una idronefrosi, nè come si formi e a cosa sia dovuta, vorrei un vostro parere su che esami fare, come procedereste voi, o quale sia il modus operandi in queste situazioni

grazie mille per l'attenzione
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Dr. Andrea Moiso Urologo, Andrologo 234 6
Gentile utente,
idronefrosi è un termine medico urologico che definisce uno stato di dilatazione patologia delle alte vie escretrici del rene (calici e bacinetto renale). In esiti di pieloplastica tale stato è quasi sempre presente e permane anche a distanza di tempo dall'intervento. Ciò che è anomalo sono le coliche renali che dimostrano, da un lato una funzionalità renale conservata (se il rene non funzionasse non avrebbe coliche) dall'altro una persistenza di manacanza di peristalsi (cioè delle contrazioni ritmiche attraverso le quali le alte vie escretrici si svuotano) o una persistenza del problema ostruttivo. Mantenere la nefrostomia in questo caso è necessario per non mettere in sofferenza il rene, il chiuderla ed aprirla ha un significato di cercare di riattivare la normale funzione dell'alta via escretrice. Mi sembra che abbia eseguito già una scintigrafia renale ed un urografia post-operatoria. Forse sarebbe il caso di eseguire una pielografia transnefrostomica ed eventualmente tentare una nuova ricanalizzazione mantenendo il doppio J per un periodo più lungo. Consulti il collega urologo da cui è stato operato in quanto è il più indicato a gestire una complicanza come la sua.
Cordialmente

Dott. Andrea MOISO
www.amandrologia.it

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dopo
Utente
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grazie mille per il consulto, molto gentile

p.s.
è normale avere coliche anche con doppio j?