Leucoplachia del trigono vescicale:tante domande e poche certezze

Buonasera,
sono una giovane ragazza che soffre ormai da 6 anni di continui e ripetuti episodi di cistite, scatenatasi per la prima volta in seguito al primo rapporto sessuale. Inizialmente, sono stata sottoposta ad una serie di antibiotici prescritti sulla base di ripetuti tamponi uretrali e vaginali il cui esito era sempre positivo ad un battere diverso; inutile dire come questa "cura" (durata un anno e più) abbia non solo distrutto le mie difese immunitarie, ma anche il mio tono dell'umore che, già in una fase delicata della vita, assumeva sempre più i toni bui della depressione.
L'anno dopo, sotto consiglio di alcuni amici, ho cominciato a prendere in considerazione il fatto che fosse un problema urologico (il mio medico di base non ci aveva nemmeno lontanamente pensato, credendo fossero batteriche). A seguito di una serie di esami (fotoscintigrafia, esame delle urine, urinocolture, esame citologico ecc...)che non hanno dato risposte utili ad una diagnosi precisa (cistite tendente alla cronicizzazione e probabilmente data dalla somministrazione di antibiotici continui) , mi sono stati prescritti due integratori (pelvilen dual act e ialuril) associati a d-mannosio utili a ricostruire l'urotelio e a rafforzare e disinfiammare la vescica.
I sintomi di peso, pressione, urgenza e bruciore sono quindi diminuiti, ma non scomparsi, tant'è che mi sono recata da uno specialista che a seguito di una visita conoscitiva mi ha consigliato di sottopormi ad una cistoscopia per avere una più chiara visione di come fosse la mia vescica internamente. Ho eseguito questa cistoscopia solo pochi giorni fa ed è emerso che ho una leucoplachia del trigono vescicale non particolarmente accentuata, ma tanto quanto basta per farmi dannare da 6 anni.
Il medico mi ha prescritto Amitriptilina da associare a Palmitoilethanolamide.
A breve inizierò la cura.
La mia domanda principale è se esista una possibilità di rimuovere questa leucoplachia definitivamente o se sarò costretta a assumere farmaci per evitare che essa si plachi e poi ricompaia per sempre. So che non c'è una chiara causa per cui essa ci sia e soprattutto per cui essa provochi questi disturbi (ho letto che molte persone ce l'hanno ma non causa loro alcun tipo di fastidio), ma mi piacerebbe capire se (oltre che a causa dell'effetto degli antibiotici che sicuramente è stato distruttivo) c'è una correlazione con il fatto che sia comparsa proprio nel periodo del maggior scombussolamento ormonale; So che può anche essere sintomo di cistite interstiziale, per questo non vorrei fasciarmi la testa con inutili ipotesi, ma solo cercare di trovare al più presto una risposta a tutte queste sofferenze.

Ringrazio in anticipo per la risposta.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.1k 1.7k 17
Come lei stessa ha già compreso, non vi è un legame così stretto ed indiscutibile di causa / effetto tra la presenza della leucoplachia ed i sintomi da lei accusati. Non vi sono cure mediche in grado di far regredire con certezza questa alterazione della mucosa, nè la sua aportazione per resezione endoscopica può aver la presunzione di essere risolutiva. Per questo motivo, oggigiorno non viene praticamente mai eseguita. Più probabile un'influenza di tipo ormonale, facile da immaginare, non altrettanto da definire con chiarezza e quindi curare. I farmaci che le sono stati consigliati hanno lo scopo di desensibilizzare, riducendo i sintomi, ma poco possono fare sulla presenza stessa della metaplasia squamosa (o leucoplachia).

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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