Il consiglio ed effettivamente la cosa funzionò dato che

Sono un ragazzo di ventisei anni e circa un anno fà ho avuto il mio primo approccio sessuale con quella che è la mia attuale ragazza. Dopo essermi sottoposto a circoncisione in seguito a una parafimosi serrata ho subito denotato problemi riuscendo a tenere una buona erezione durante i preliminari ma perdendo notevolmente "colpi" all'atto della penetrazione, cosa che nn mi ha consentito di avere rapporti. Mi sono così rivolto al mio medico di fiducia il quale, verificando un palese stato ansiogeno, mi consigliò di superare l'empasse assumendo una compressa di Levitra. Seguì il consiglio ed effettivamente la cosa funzionò dato che in seguito a quel primo rapporto riuscì ad averne altri regolarmente, senza l'ausilio di farmaci, e con reciproca soddisfazione. A settembre però per motivi "logistici" (impossiblità a restare in intimità) io e la mia compagna abbiamo interrotto la nostra attività limitandoci a sesso orale e reciproca stimolazione manuale. Da un paio di mesi, quando abbiamo provato a riprendere ad avere regolari rapporti ho denotato la ripresa di quel problema con problemi a tenere l'erezione all'atto della penetrazione, cosa che si verifica soprattutto al mattino (mentre dopo i pasti la difficoltà è per me minore). E' come, insomma, se dovessi ripassare per la mia "prima volta"; considerando anche che la mia lei mi ha sempre lodato per la mia capacità nei preliminari è come se sentissi il dovere di sentirmi all'altezza all'atto della prova del nove. D'altronde l'avere regolari erezioni al risveglio, nei preliminari e quando mi masturbo da solo mi ha sempre portato a escludere problemi di natura "fisica". Ed ora che, trascorsi 9 mesi, la situazione sta divenendo per me eccessivamente frustrante, in attesa di fare una chiacchierata col mio medico, sto pensando di tornare a ricorrere ad un aiutino "sbloccante" (Levitra) anche se il mio orgoglio maschile (e qui sorriderete) e il timore di assuefazioni mi fanno restare pendente nell'indecisione.
Chiedo a voi un consiglio e un indirizzo da seguire.
Cordiali saluti - Franco da Portici (Napoli)
[#1]
Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109 4
Gent.le utente,
se il problema continua ritengo utile un approccio psicosessuologico piuttosto che l'uso di levitra e simili.
Cordiali saluti

Dott.Roberto Mallus

[#2]
Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 338 11 2
Gentile utente,
concordo con il dottor Mallus nel consigliarle di consultare uno specialista in sessuologia per il suo problema, piuttosto che affidarsi esclusivamente a farmaci.

D'altra parte lei stesso parla di "ansia da prestazione", quindi ha ben chiaro il fatto che il suo problema è dovuto a un disagio emotivo che evidentemente non riesce ad affrontare da solo. Oltretutto il rischio di situazioni del genere è quello di creare dei veri e propri circoli viziosi, per cui ogni occasione di avere un rapporto sessuale diventa una sorta di sfida... non facendo altro che aumentare il livello di stress!

Da quello che scrive sembra aver raggiunto una buona intimità affettiva con la sua ragazza, e questo può sicuramente aiutarla ulteriormente nell'affrontare questo momento di empasse.

Cordialmente,

Roberta Cacioppo
r.cacioppo@psicologia-milano.it

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it

[#3]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
come le hanno detto i Colleghi sarebbe necessario un approfondimento psicosessuologico. Lei è molto giovane, aspetti ad utilizzare farmaci, provi anche con altre soluzioni prima

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#4]
Dr. Silvio Presta Psichiatra, Farmacologo 463
Gentile utente,
nessuna vergogna se il farmaco la aiuterà di nuovo a sbloccarsi. In ogni caso, è consigliabile una adeguata valutazione medica (lo specialista di riferimento è lo specialista andrologo) al fine di escludere con certezza l'esistenza di problematiche fisiche, anche di apparente scarso rilievo, ma che possano contribuire all'innesco del circolo vizioso dell'ansia prestazionale.
Cari saluti
Silvio Presta

www.silvio-presta-psichiatra.tk

Silvio Presta

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Dr. Daniele Masala Urologo, Andrologo 2.3k 52
Caro signore comprendo perfettamente la sua disagevole situazione che ha sicuramente delle basi psicogene, tuttavia volevo tranquillizzarla sull'uso di farmaci come il Levitra o comunque i derivati del Viagra: non sono stati descritti finora casi di assuefazione a questa categoria di farmaci.
Possono essere utilizzati SU PRECISA INDICAZIONE E PRESCRIZIONE medica ed il loro uso è giustificato principalmente per due indicazioni: la disfunzione erettile e la riabilitazione vascolare dei corpi cavernosi.
A mio parere lei può servirsi di una consulenza psicologica, ma non può fare a meno di un completo inquadramento urologico/andrologico per escludere delle possibili cause organiche ed eventualmente impostare una corretta terapia riabilitativa per l'erezione (evitando in tal senso l'assunzione sistematica al bisogno del prodotto).
La saluto cordialmente,
dott Daniele Masala.

Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo

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Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
l'orgoglio spesso è un pessimo consigliere.
Condivido il parere del Collega Masala quando afferma che la prescrizione della categoria di farmaci di cui stiamo parlando richiede una attenta e scrupolosa valutazione andrologica, oltre cha cardiologica in particolare. Si tratta di farmaci potenzialmente molto pericolosi, proprio per la vita.
Detto questo, credo che la componente psicogena che vedo nel Suo problema abbia davvero dimensioni preminenti sulle altre. Quindi un consulto psicosessuologico mi sembra molto indicato.
Auguri affettuosi per la pronta risoluzione del problema ed un cordialissimo saluto.
Prof. Giovanni MARTINO

Prof. Giovanni MARTINO
giovanni.martino@uniroma1.it

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