Valutazione test di capacitazione spermatica per iui

Buongiorno e grazie infinite per l'eccellente servizio.
Pongo un quesito che ritengo possa avere una valenza generale e possa interessare moltissime persone.
Io (uomo 35 anni) e mia moglie (33 anni) siamo alla ricerca del secondo figlio da quasi due anni, senza successo. Ci siamo quindi rivolti ad un centro privato di PMA della zona, che, dopo tutti gli accertamenti del caso, ci ha indirizzato per alcuni tentativi di IUI da effettuarsi privatamente presso la loro struttura. Le cause dell'infertilità sono state attribuite alle difficoltà ovulatorie per ovaio a struttura policistica, e ad una discreta astenozoospermia, a loro parere superabile con la capacitazione.
Abbiamo quindi effettuato una prima IUI (esito ancora non noto). All'esito, ho chiesto quale fosse la qualità del seme post capacitazione, e mi è stato risposto che era "ampiamente idoneo", in quanto sono stati inseminati 4,8 milioni di spermatozooi. Non soddisfatto, ho preteso il referto analitico del seme capacitato, che riporto:
Vol eiaculato: 1,8
Concentrazione (mil/ml) 30
motilità progressiva rapida (%) 15
motilità progressiva lenta (%) 10
morfologia (%forme normali) 7
DOPO CAPACITAZIONE:
volume eiaculato cap. 0,5
concentrazione cap. 12
motilità progressiva rapida (%) 50
motilità progressiva lenta cap. (%) 30
morfologia (%) 13.

Ho molto cercato in rete per capire se davvero tale seme è idoneo per una IUI, in quanto, purtroppo, anche per la ritrosia a dare info complete, la sensazione di chi si accosta a tale tecnica di primo livelo è sempre che quella che il centro privato possa essere mosso da finalità anche lucrative, nello spingere verso una certa pratica. Ovviamente so che la deontologia medica impedisce un approccio di tipo esclusivamente economico... però in generale vorrei capire se esiste una vera e propria linea di confine al di qua e al di là della quale si possa ritenere utile/inutile un tentativo di IUI (visti anche i costi e l'investimento emotivo della coppia).
Mi rendo conto che si tratta di statistiche, pur tuttavia, immagino che debba esserci una linea guida internazionale condivisa che consenta di esprimere un giudizio "obiettivo" sulla praticabilità o meno di una inseminazione. Ho infatti avuto la netta impressione che ogni centro adotti un proprio criterio, il che non aiuta a capire i pazienti se si sta agendo nel modo corretto oppure se si stanno disperdendo energie e denari in pratiche dalla scarsa probabilità di successo. Peraltro, il centro in questione non mi ha neppure suggerito una visita andrologica (cosa che ho comunque fatto grazie ai preziosi consigli che proprio dal Vostro sito ho appreso!).
Ripeto, non è una critica al centro, ma un desiderio di consapevolezza.
Vi ringrazio anticipatamente.
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Dr. Pierluigi Izzo Andrologo, Sessuologo 28.9k 642 1
Caro Utente,capisco le perplessità ma,a mio avviso,avrebbe dovuto evitare il ricorso ad una IUI senza una diagnosi andrologica che avrebbe consentito di porre una prognosi che avrebbe soddisfatto Le domande che ci pone.Non esiste un criterio esportabile per ogni coppia,in quanto ogni coppia rappresenta una realta' a se stante e non riproducibile.Comunque,ne vostro caso,la presenza di un fglio nato,rappresenta molto di più di qualsiesi numero e percentuale.Ragioni positivo!Cordialità.

Dr. Pierluigi Izzo
www.studiomedicoizzo.it
info@studiomedicoizzo.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio. In realtà, quindi, posso concludere che i valori di un liquido seminale non debbono essere valutati in termini assoluti (con particolare riferimento ad una IUI), ma vanno inseriti nel più ampio contesto valutativo della coppia, sicchè, per esempio, un identico seme potrebbe o meno essere considerato idoneo in contesti diversi. E' corretto?
Tengo però a sottolineare che io (grazie alle racomnadazioni più volte lette sul Vostro sito) dall'andrologo ci sono andato di mia iniziativa... solo che forse ho sbagliato andrologo e sentirò un secondo parere... visto che dopo una visita senza particolari indagini strumentali ha concluso che non ho problemi e che la insoddisfacente motilità va presa così, come un dato, ma che non è collegata a cause specifiche.
Grazie ancora per il tempo che dedicate a questo servizio, che ha anche finalità formative e informative molto preziose.