Eiaculazione ritardata

Gent.mo Dottore,
mi chiamo A. e ho 27 anni e mezzo. Le espongo il mio problema: soffro di
eiaculazione ritardata.
Le racconto, il più brevemente possibile, la mia “biografia sessuale”, per
poterLe dar modo di capire le cause del mio problema. La mia “non” prima
volta
è stata a 20 anni: ma è stata una “non volta”, nel senso che non riuscii,
feci
“cilecca”. La ragazza mi piaceva molto, ma non la conoscevo bene e non ebbi
più
possibilità di rivederla. Non credo sia stato un trauma gigantesco, ma forse
ha
influito negli anni successivi, perché da quella volta , per vari motivi
(insuccessi universitari, mancanza di autostima ), non sono andato più con
una
donna fino ai 25 anni. La mia prima volta ufficiale è stata abbastanza
squallida, con una ragazza verso la quale non ero troppo attratto, una sera
che entrambi
avevamo bevuto troppo. La prima volta è stata anche l’unica in cui sono
riuscito ad eiaculare tramite la penetrazione. Perché? Perché era la prima
volta, o perché ero ubriaco? Fatto sta che con le successive partner che ho
avuto fino ad oggi non sono più riuscito a “venire” in maniera normale: né
con
penetrazione, né con stimolazione orale o manuale da parte di lei, ma solo
masturbandomi davanti a loro. Le dico che per nessuna di queste ragazze ( 5
in
totale) provavo alcun sentimento: nella quasi totalità dei casi si sono
trattati di rapporti occasionali, che mi lasciavano sempre con un gran senso
di
colpa e squallore (quello che ho visto chiamarsi “post-sex blues”). E’
importante aggiungere che, nonostante reputassi alcune di loro carine,
nessuna
mi attraeva in maniera eccezionale. Anzi, a dire il vero, si è quasi sempre
trattato di un “accontentarsi”: capisce che questo non è un buon punto di
partenza, dopo due o tre incontri le mollavo. Non credo di essere
estremamente
selettivo: quando vedo ragazze in giro, mi sento attratto dalla maggior
parte
di loro. Ho iniziato a pensare che forse il sesso non sia per me, ho visto in
internet dei siti che parlano di persone che se ne dicono serenamente
disinteressate, ma non è questo il mio caso: in alcuni momenti il pensiero
diventa fisso, una vera ossessione. Le poche volte che mi è capitato di
farlo,
però, non mi è piaciuto. Insensibilità del pene? Nei rari periodi della mia
vita che ho avuto rapporti sessuali regolari, ho provato a non masturbarmi
per
molti giorni: ero sì più sensibile alla frizione, e quindi provavo un po’ di
piacere, ma comunque non riuscivo a finire. È come se mentre facessi l’amore
non sentissi quella capacità di “immersione mentale” nel piacere, mi distacco
dalle sensazioni del mio corpo, non mi “concentro”. Cosa che riesco benissimo
a
fare con la masturbazione, ed è questo l’ultimo punto che le chiedo la
pazienza di leggere, perché nella mia autoanalisi la ritengo la causa prima
del
mio problema. Come le ho detto, ho iniziato a fare sesso da poco più di due
anni: la mia, come immaginerà, è stata quindi un’adolescenza e u
[#1]
Dr. Giorgio Cavallini Chirurgo generale, Andrologo, Urologo 27.2k 655 55
Caro signore,
dubito fortemente che vi sia una componente fisica nel suo problema, essendo che le ha eiaculazioni in alcune particolari occasioni, e sempre quelle, ma non in tutte le altre. Solo una modestissima e rara alterazione ormonale potrebbe provocare questo. Ne parli con un collega "al volo", e se è come penso senta uno psicologo.
[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
La mail non mi è stata pubblicata tutta, perchè troppo lunga: aggiungo l'ultimo pezzo, che credo sia fondamentale.
Come le ho detto, ho iniziato a fare sesso da poco più di due
>anni: la mia, come immaginerà, è stata quindi un’adolescenza e una prima
>giovinezza segnata da un’acuta ed amara frustrazione sessuale, la quale ha
>radicalizzato la mia naturale tendenza all’isolamento , alla malinconia e
all’
>autocommiserazione, oltre a una forte insicurezza sul mio aspetto fisico.
>Situazione che in buona parte credo di aver superato, fortunatamente, ma che
>credo presenti ancora oggi i suoi strascichi. Ovviamente questi anni sono
>sempre ricorso alla masturbazione: durante l’adolescenza con vhs e dvd, e
dai
>20 anni circa in poi con internet, che ritengo il grande male, quasi una
>dipendenza. Cosa ha provocato psicologicamente la visione di materiale
>pornografico sul Web? Innanzitutto, l’infinita possibilità di scelta ha
fatto
>sì che diventassi sempre più selettivo nella scelta dei filmati, facendo
>durare
>la masturbazione, a volte, anche più di 2 ore (!). In secondo luogo il porno
>mi
>dà la possibilità di soddisfare, almeno visivamente, le mie fantasie più
>morbose. È questo il punto: se a 17 anni mi bastava un film di Tinto Brass
>per
>andare in estasi, adesso i video di internet mi danno l’opportunità di
vedere
>di tutto: e io, le confesso con un po’ di senso di colpa, sono eccitato da
>filmati dove si simulano situazioni di incesto, o dove attrici poco più che
>diciottenni fingono di essere più giovani. (basta andare in un qualsiasi
sito
>hard per vedere che tra le categorie più cliccate ci sono “mom”, “daughter”,
>“family”, “teen” ecc. La mia “perversione” dunque deve essere abbastanza
>comune). Questo è l’aspetto che ritengo più nocivo: girando per strada, mi
>sto
>accorgendo di essere fortemente attratto dalle liceali sul modello “lolita”
>(cioè un misto di sensualità e innocenza, angelicate e perverse allo stesso
>tempo - per farle un esempio, l'attrice del film “Gocce d’acqua su
>pietre roventi”, le bagnanti di Renoir o le modelle di Balthus. Ricordo che
>per anni mi sono
>masturbato vedendo i “Contes Immoraux” di Borowczyk, dove un gruppo di
bionde
>adolescenti fanno il bagno nude) e mi sto rendendo conto che, più passa il
>tempo, più questo territorio sarà per me tabù, e rimpiango gli anni in cui
>potenzialmente sarei potuto andare con una di loro e non l'ho fatto. La
>ragazza, a quel tempo 17enne, con la quale non riuscii la prima volta, e di
>cui
>mi sentivo se non innamorato, perlomeno invaghito, rimane un sordo rimpianto
>che ancora vaga nella memoria come un fantasma. Che sia stata quella
“lolita”
>di allora, quell’amore non consumato, a tenermi ancor oggi legato a quel
>modello di femminilità? Non saprei. So solo che sono sempre stato attratto
da
>“fanciulle petrarchesche”, mi sono sempre consumato in amori non corrisposti
>e
>struggenti. Sono stato a lungo un giovane Werther. Adesso, al contrario,
>sento
>un’aridità sentimentale che è preoccupante. Vorrei fare il cinico
>dongiovanni,
>ma non ci riesco. Vado a letto con donne che quasi disprezzo e anni luci dai
>miei ideali. La distanza tra le mie fantasie e la realtà è quella che, a mio
>avviso, è causa della mia “impotenza”, perché forse è così che dovrei
>chiamarla, un’impotenza non tanto tragica come quella effettiva, ma
beffarda,
>scoraggiante, perché soddisfa le mie partner e non me (posso durare quanto
>voglio), non mi fa provare piacere, mi allontana dal sesso e mi fa ritornare
>nel solipsismo masturbatorio. Sabato mi incontro con una ragazza e mi trovo
>nella paradossale situazione di preferire passare la sera in uno dei soliti
>siti internet.
>La ringrazio per l’attenzione, la concisione non è il mio forte.
>
>Distinti Saluti.
[#3]
Dr. Giorgio Cavallini Chirurgo generale, Andrologo, Urologo 27.2k 655 55
noto che è pittusto attento alle narraziomni. Ma la sostanza della mia risposta non cambia.
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