Calo della libido nel maschio

Gentili dottori,
in relazione a calo della libido con difficoltà al mantenimento dell'erezione, ho effettuato una serie di esami ematochimici consigliati dal medico curante, che riporto di seguito nello specifico:
- Testosterone libero 18.5 pg/ml (8.69-54.69),
- Testosterone 6.4 ng/ml (2.2-11),
- Prolattina 23.6 ng/ml (1.8-16),
- LH 7.5 mIU/ml (1.5-9.3),
- Estradiolo 17-beta 34 pg/ml (15-60),
- fT3 5.20 pmol/l (4-8.3),
- fT4 13.23 pmol/l (9-20),
- TSH 1.37 mUI/ml (0.25-5.00).
Considerato il lieve incremento della prolattina, considerato che il prelievo è stato eseguito dopo aver raggiunto il laboratorio di corsa per non far tardi al lavoro, e che sono una persona molto ansiosa, ciò che desideravo chiedervi è:
- incrementi di tal misura della prolattina nell'uomo possono influenzare il desiderio sessuale e l'erezione, nella Vostra esperienza? Ho letto che gli incrementi devono superare di 3 volte il normale per interferire in maniera significativa con la funzione sessuale maschile, è vero?
- sulla base di questo valore, è sospettabile un adenoma ipofisario?
Grazie mille!
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Dr. Pierluigi Izzo Andrologo, Sessuologo 28.9k 642 1
Caro Utente,un modesto aumento della PRL può essere dovuto ad uno stato legato allo stress più che ad un adenoma.Quando al disagio sessuale,di cui non specifica la durata,la diagnosi andrebbe ampliata,comprendendo l'esame obiettivo,l'anamnesi ed,eventualmente,lo studio del profilo vascolare.E' stato visitato dal medico di famiglia?
Cordialità.

Dr. Pierluigi Izzo
www.studiomedicoizzo.it
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[#2]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Caro dott. Izzo. Grazie mille per la risposta.
La durata del disagio è di circa un anno, con alti e bassi. E' stato innescato da una iniziale difficoltà erettiva legata a molteplici fattori (lozione al minoxidil, eccessiva focalizzazione sul deficit erettivo, alcuni episodi di fallimento). Recentemente, in seguito ad un periodo di astensione dai rapporti sessuali la situazione era tornata nella norma, con ripristino di ottimali erezioni mattutine, erezioni spontanee, buona capacità di mantenimento dell' erezione. In seguito ad un episodio influenzale ho riaccusato il problema nell' arco di 1 settimana, da qui la visita presso il mio medico curante e gli esami prescritti di cui sopra. Il curante ritiene che dato il recente dato di erezioni normali non siano da sospettarsi problemi vascolari. Ho 35 anni, in buona salute, non ho problemi di diabete, nè cardiopatie o vasculopatie, il profilo lipidico è nella norma.
Credevo ormai archiviata l'origine psicologica del problema dal momento che non avvertivo alcuna ansia, reputando così che la causa fosse da ricercarsi in qualcosa di organico, come appunto un incremento della prolattina.
Grazie e scusi il disturbo..
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Dr. Pierluigi Izzo Andrologo, Sessuologo 28.9k 642 1
…l'erezione é una funzione vascolare…Non completare la diagnosi,dopo un anno di disagio sessuale,può essere limitante.Cordialità.
[#4]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Grazie mille. Soprattutto per la gentilezza di aver risposto di domenica. Un caro saluto..
[#5]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Carissimi,
scrivo per aggiornare il mio stato.
Il problema di cui sopra si sta definitamente risolvendo.
So che molti di voi inorridiranno ma, dopo aver consultato diversi specialisti, la soluzione l'ho trovata da solo.
Dopo ulteriori esami, dopo visite ed ecodoppler dinamici penieni, diagnosi di presunte Disfunzioni Veno-occlusive cavernose, proposte di terapia ormonale sostitutiva, inibitori della fosfodiesterasi 5, intervento di legatura e sezione delle vene dorsali profonde del pene, mi sono reso conto della totale assenza di uniformità prescrittiva in questa patologia. Come è possibile trattare un soggetto di età inferiore a 40 anni con terapia ormonale sostitutiva senza prevedere il danno a livello riproduttivo? Come è possibile parlare di fuga venosa in assenza di rigorosi studi scientifici che supportino questa patologia? Senza parlare di uno che mi ha parlato di "Impotenza Geometrica"...assurdo.. (sula base di un unico lavoro scientifico portato avanti con l' unico criterio di dimostrare una cosa che non esiste).
Così ho fatto da me. Ho effettuato ulteriori valutazioni ematochimiche a tappeto:
(ulteriore valutazione di Testosterone, free Testosterone, LH, FLS, PRL, Estradiolo, SHBG - fT3, fT4, TSH, anticorpi anti-tiroide - Cortisolo am e pm, cortisolemia salivare, DHEA-S, Progesterone, Aldosterone, ACTH - profilo neurotrasmettitoriale: test per la serotonina, adrenalina, norepinefrina, GABA, glutammato - anticorpi celiachia - esame dele feci - dosaggio degli eicosanoidi - ricerca di deficit vitaminici).
Per farla breve ne è uscito una cortisolemia nei valori normali ma al range superiore, una glicemia a digiuno normale ma lievemente superiore rispetto ad alcuni anni fa (95 mg/dl), una riduzione del tono gabaergico, un lieve aumento dei metaboliti urinari delle catecolamine (comunque nelle norma), colesterolemia sotto i limiti inferiori del range. Ho ritenuto che questi dati fossero meglio definibili nell' ambito delle abitudini degli ultimi anni (dieta estremamente povera di grassi (15 gr/die) per anni, eccessivo intake di carboidrati con buona componente di fruttosio, allenamento intenso con sollevamento pesi e senza riposo (tranne che le pause estive), scarso sonno, abitudini di vita stressanti (lavoro, problemi vari), forse chissà..l' utilizzo del Minoxidil. Ma, soprattutto, eccessiva attività sessuale, con partner e senza. In pratica era definibile ciò che (e qui molti inorridiranno) nella medicina orientale viene definito come "sfinimento sessuale". Ovvero una condizione in cui il sistema neuro-endocrino, sovrastimolato, non ha la possibilità di "ricaricarsi", determinando un "blocco" parziale o totale dell' asse ipotalamo-ipofisi-surrene-gonadi attraverso la produzione di ormoni pro-infiammatori (prolattina, noradrenalina e adrenalina, cortisolo, PGE2), con progressivo allungamento del periodo refrattario e debolezza funzionale del sistema nervoso parasimpatico.
Mi rendo conto che, a supporto di questa ipotesi non sono presenti studi clinici pubblicati sull' uomo (su animali si). Tuttavia l' aver seguito alcune semplici cose ha portato alla quasi completa guarigione della mia condizione: dormire di più (rimanere svegli fino a tardi influenza profondamente il picco di prolattina), eliminazione totale del porno e delle fantasie sessuali al fine di non sovra-stimolare una via neuro-ormonale esaurita, astinenza dall' attività sessuale per un mese e poi graduale ripristino (una volta ogni 15 giorni per qualche mese e poi non più di 2-3 volte a settimana fino a problema risolto), introduzione nella dieta di acidi grassi saturi a catena corta e acidi grassi poliinsaturi con giusto rapporto omega 6:omega3, adeguato supporto aminoacidico per favorire la sintesi dei principali neutrasmettitori, utilizzo di vitamine del gruppo B, minerali, antiossidanti. E utilizzo di tecniche di rilassamento per ridurre l' attività del sistema nervoso simpatico.
I progressi sono tangibili. Dopo un mese è evidente un incremento del volume del pene, della vascolarizzazione del pene (ricomparsa di vene superficiali e aumento della temperatura), la ricomparsa di erezioni notturne e spontanee, miglioramento della libido anche se ancora non a livelli ottimali (migliorerà man mano che scalerò il precursore della serotonina, 5htp).
Scrivo quanto sopra soltanto per riportare la mia esperienza. Sulla base di questa ritengo che il problema del deficit erettile giovanile sia ampiamente misconosciuto e necessiti di ulteriori verifiche, anche in campo internazionale (anche se la possibilità di curare la condizione senza la "pillolina" va contro l' interesse di alcune logge). Ritengo altresì, sulla scorta della mia esperienza, che oltre il 50% dei casi di deficit erettile sotto i 35 anni, in assenza di patologie che possano determinarla (es diabete, patologie della tiroide che spesso sono "silenti") non sia di origine psicogena ma di origine organica. E credo che l' etichetta di "deficit erettile psicogeno" sia eccessivamente ed impropriamente utilizzata di questi tempi.
Spero di aver fornito, e di averlo fatto con la massima umiltà, uno spunto di riflessione.
Grazie per il tempo dedicatomi.
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