Purtroppo non siamo riusciti a risolvere il problema con l'impiego delle terapie di primo livello

Buonasera e grazie del tempo che vorrete concedermi. Sono da alcuni anni in cura presso uno specialista andrologo. Purtroppo non siamo riusciti a risolvere il problema con l'impiego delle terapie di primo livello associate a terapia ormonale. Premetto che ho 40 anni, che gli esami Ematici (testosterone compreso) sono sempre risultati buoni e che gli esami eco grafici con prostaglandina più volte ripetuti hanno sempre detto esito confortante sebbene alle dosi dispensaste non abbiano causato una erezione ma solo una tumescenza. Secondo lo specialista che mi segue il trattamento cronico con Pge1 non è consigliabile alla mia età a causa dei fenomeni fibrotici cui andrei probabilmente incontro, mentre la soluzione proteisica spesso nella sua esperienza è stata oggetto di rifiuto da parte del paziente con richiesta di espianto e problemi di accorciamento mal sopportati. L'ultima esperienza che ho avuto, con una persona cui tenevo molto, mi ha visto assumere 200 mg di sildenafil pfizer ( generico) mentre la mattina avevo assunto 5 mg di Cialis. Risultato: una tumescenza insufficiente per la penetrazione. Potete facilmente intuire la mia disperazione dopo anni spesi invano alla ricerca di una soluzione al problema e la consapevolezza che per me sarà sempre impossibile relazionarmi al sesso femminile. Preciso per completezza di far uso di 75 mg di Efexor/ die e 2/3 mg di Xanax. Non so quanto questo possa impattare sulla già precaria condizione.
Vi ringrazio e saluto cordialmente.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettore,

credo che le resistenze del suo andrologo ad indicarle una protesi siano forse più legate al timore che lei, visto il suo quadro psicologico, poi non le tolleri.

Comunque, se vi è un problema organico provato e le terapie non chirurgiche non risolutive, la protesi rimane sempre una strategia finale ma da tener presente, dopo naturalmente una attenta e precisa valutazione psicologica che ci dia il benestare.

Risenta ora il suo andrologo di riferimento.

Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta M.D.
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Dr. Edoardo Pescatori Urologo, Andrologo 4.8k 111 12
Gentile lettore,
da quanto leggo dal suo post e dai precedenti di fatto lei non ottiene mai una piena rigidità, né durante il sonno con le erezioni notturne, né con farmaci orali ad alte dosi, né con prostaglandine in corso di esame doppler. Pare concomiti una componente psicogena, alla luce anche delle terapie che sta assumendo.
Sembrerebbe che le opzioni che ha a disposizione sono:
-provare le prostaglandine per conto proprio (dopo istruzione e definizione del dosaggio in ambito medico) e vedere che effetto hanno. I rischi di fibrosi esistono ma sono modesti, e minimizzabili se la tecnica è accuratamente appresa e se si è sotto controllo medico periodico;
-dispositivo a vuoto per l'erezione, o "vacuum erection device": macchinoso, ma funziona. Consiglierei una supervisione medica per l'utilizzo la prima volta: ci sono piccoli accorgimenti che possono fare la differenza.
-Esiste l'opzione della famosa protesi peniena se, DOPO aver verificato le altre opzioni, le stesse non funzionano o non risultano gradite. Naturalmente se esiste una componente psicogena/emotiva di base l'indicazione ad eventuale intervento protesico va posta dopo accurata valutazione psicosessuologica/psichiatrica.
Una importante domanda: per conto suo, se cerca un'erezione mediante la masturbazione, riesce qualche volta ad ottenere un'erezione rigida?

Dott. Edoardo Pescatori
Specialista in Urologia - Andrologo
www.andrologiapescatori.it

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Attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Caro utente,
la domanda del dr. Pescatori e' molto importante, perché ci fa capire se esiste realmente un danno esclusivamente organico.

Mi chiedo se abbia mai preso in considerazione, comunque, una valutazione psicosessuologica, perché a prescindere dal suo disagio "fisico", la componente psicogena si è innescata (normale dopo il lungo vissuto raccontato) e confermata dalla sua incapacità a relazionarsi con il sesso femminile.

Un confronto con un professionista che le permetta di individuare la causa di queste sue "emozioni" incontrollabili e la loro elaborazione, così da riuscire a trovare il giusto equilibrio, per vivere una vita relazionale e sessuale serena.

Provi a fidarsi e ad affidarsi.... Ricordando che nel rapporto con l'altro sesso è sempre importante essere se stessi, perché l'elezione rappresenta quel "simbolo" maschile che va, necessariamente, inserito in un contesto personale di fiducia e accoglienza, oltre che di condivisione.

Spero in una riflessione costruttiva....


Un caro saluto
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Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 15.9k 465 2
Caro lettore,

al di la delle precise e corrette valutazioni del dottor Pescatori, le voglio ribadire che esistono situazioni circolatorie, prevalentemente di natura veno-occlusiva, che sono assolutamente ribelli alle terapie mediche esistenti anche con elevati dosaggi di viagra,cialis,levitra,spedra. Io sono un sostenitore della soluzione autoiniettiva con PGE1 e Miscele che ritengo procedura capace di fare avere una erezione adeguatamente rigida e duratura,,di facile effettuazione dopo un brevissimo addestramento, con ridotte complicanze fibrose e comunque da poter effettuare prima della decisione di posizionare un sistema protesico endocavernoso che ritengo essere una soluzione più che valida in un maschio ben motivato e consapevole. Quasi tutti i pazienti a cui ho posizionato una protesi peniena si dichiarano soddisfatti.
Purtroppo in Italia (ma non solo) ci sono specialisti che magari osteggiano le protesi peniene anche perchè non ne hanno mai posizionata una e sono contrari alla procedura autoiniettiva ( che si pratica dal 1986) perchè non ne hanno una adeguata esperienza in questo modo mal indirizzando il paziente nella ricerca di una soluzione al suo drammatico problema.
Credo che la terapia psicologica possa essere un utile sistema per accettare meglio il deficit organico, vascolare o fibroso, tanto da conviverci in maniera abbastanza soddisfacente ma, personalmente, non ho mai visto una patologia vascolare risolversi con la psicoterapia.
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

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dopo
Utente
Utente
Ringrazio sinceramente i Dottori per il Loro gentile interessamento. Per il Dottor Pescatori: ho erezioni discrete in masturbazione solo con cialis 5 mg die, altrimenti eiaculazioni con erezione modesta ed inadatta alla penetrazione. Non ho fenomeni erettivi notturni importanti da anni. Sino al 2008/2010 il viagra più o meno funzionava adesso evidentemente non più.
Per la gentile Dottoressa: Le garantisco che su Firenze, al di là della famosa dottoressa Giommi (già sperimentata) non esistono nomi celebri cui ci si possa affidare ciecamente, ed alla mia età Lei capisce che non ho molto tempo per fare esperimenti. Seguo una terapia comportamentale in cui il professionista è ovviamente ben conscio del problema. Colgo il Suo invito ad una profonda riflessione sperando di avere i mezzi per compierla.
Dott. Beretta davvero è possibile che una persona che non è più un ragazzino soffra la protesi a causa della propria nevrosi nonostante sia la chiave non solo per provare piacere ma per coltivare un rapporto affettivo? Non dovrebbe avere anche un effetto "ansiolitico"? Lei ha esperienze di pazienti che hanno chiesto il successivo espianto?
Ed infine per il gentile dott. Pozza: cosa ci si può attendere da una protesi tricomponente: riduzione della già modesta lunghezza? Riduzione di sensibilità? Come è possibile procurarsi il bimix e soprattutto fare un training? Un andrologo alcuni anni fa me lo prescrisse (il solo cavercject)senza queste specificazioni.
Grazie e scusate la lunghezza della mia risposta.
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Attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Caro utente,
l'invito alla riflessione era inteso, anche, come confronto con un professionista...

Provo a comprendere il suo disagio, adesso che mi ha descritto in modo dettagliato tutto il suo percorso, anche psicosessuologico... Sperimentato!

Dal mio punto di vista ci troviamo di fronte ad una situazione "complessa", in quanto emergono vissuti altrettanto complessi e disfunzionali.

Direi che una buona sincronia tra un professionista andrologo (per definire esattamente la terapia adeguata, anche per demonire il livello ansiogeno innescato) ed uno psicosessuologo (con cui si possa confrontare anche sulla CAUSA e non solo sul SINTOMO. Il sintomo sessuale ci permette di comprendere, spesso, l'esistenza di un mondo emozionale complesso, a cui dover far fronte, es. Autostima, per poter permettere l'innesco di avvio relazionale e sessuale con l'altro sesso), possa rappresentare un ottimo traguardo.

La invito a non demordere... Ha solo 40 anni e tanto ancora da sperimentarsi in questo ambito.

Proviamo a metterci in gioco fino in fondo!

Rimano in ascolto...

Di cuore...

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Dr. Edoardo Pescatori Urologo, Andrologo 4.8k 111 12
Gentile lettore,
in merito ai suoi quesiti sulla protesi:
-cosa ci si può attendere da una protesi tricomponente: riduzione della già modesta lunghezza? Direi di no; è realistico potersi attendere sostanzialmente la stessa lunghezza. Esistono poi strategie chirurgiche lievemente diverse da chirurgo e chiruro, per cui se mai arrivasse a considerare l'opzione "protesi" sarebbe fondamentale che ne discutesse con il suo Andrologo di riferimento.
-Riduzione di sensibilità? La escludo.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettore,

l'opinione da me espressa era una mia riflessione per cercare di capire le resistenze che il suo andrologo ha manifestato nel consigliarle una soluzione protesica ma, se il suo psicologo o psichiatra dovessero confermare che lei non ha e non presenterà problemi post-chirurgici, le ripeto, in presenza di un problema organico provato e in assenza di terapie alternative risolutive, la protesi rimane comunque una strategia finale da tener presente.

Ancora un cordiale saluto.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Alle riflessioni già ricevute la invito a leggere questi articoli, per ulteriori spunti di riflessione, troverà anche un canale salute " tutto sul d.e." Scritto a quattro mani con un andrologo.


https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html

https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/111-disfunzione-erettile.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1929-mancanza-d-erezione-il-sintomo-va-sempre-tolto-o-talvolta-mantenuto.html-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1593-mancanza-d-erezione-10-cose-da-sapere.html-
https://www.medicitalia.it/blog/andrologia/106-dipendenza-psicologica-dalla-terapia-orale-per-il-deficit-erettivo.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html-

Se un percorso non è andato a buon fine, non significa che anche un eventuale altro- sempre in sinergia con il suo andrologo di fiducia- non debba rappresentare un successo terapeutico

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#10]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori, grazie per le esaurienti risposte. Ringrazio le Dottoresse Albano e Randone, i cui interventi ho letto con particolare attenzione, (link compresi). Purtroppo ritengo che alla mia età e dopo interventi psicoterapici di diversa natura a mio avviso non ci sono i margini per poter attendere i non brevi risultati dell'ennesima psicoterapia sebbene a specifico carattere sessuologico, che senz'altro ha un senso, ma nell'ambito di una coppia consolidata, e purtroppo non è il mio caso. Spesso le conoscenze uomo donna passano alla dimensione sessuale entro pochissimo tempo e questo mi trova inesorabilmente parte vulnerabile.
Circa invece le gentilissime risposte dei dottori Pescatori e Beretta mi sembra di poter concludere che se non ho inteso male gli step consigliati debbano essere:
- Tentativo di terapia con PGE1 sotto stretto controllo medico ed eventualmente, in caso di insuccesso, protesi tricomponente dopo placet del terapista che possa escludere psicologiche di incompatibilità.
Ultima domanda sperando di non approfittare della Vostra cortesia: è ammissibile l'utilizzo del PGE1 con concomitante supporto (ad esempio) del Cialis one day?
Grazie ancora a tutti.
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Dr. Edoardo Pescatori Urologo, Andrologo 4.8k 111 12
Teoricamente è possibile, anche se non sarebbe molto pratico. Questo utilizzo però deroga dalle indicazioni ufficiali di impiego, perciò è assolutamente opportuno che lei ne discuta con il suo andrologo curante. Ci faccia poi sapere.
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Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 15.9k 465 2
Caro lettore,

ho avuto modo di impiantare oltre 600 protesi peniene in soggetti da 18 a 86 anni e sostanzialmente il tasso di soddisfazione dei pazienti è estremamente elevato.
Da sempre, prima di procedere ad un impianto protesico consiglio ai pazienti di utilizzare la modalità autoiniettiva che ritengo essere una procedura sostanzialmente semplice, efficace, con modesti rischi da paraticare solo quando ci sia la possibilità di avere rapporti sessuali. con i miei pazienti valutiamo la risposta al classico caverjet ma anche a varie miscele farmacologiche che, spesso, hanno risposte migliori. Tale procedura è abbastanza semplice da gestire.
dalla sua città lei potrebbe raggiungere quasi tutti gli specialisti di medicitalia in un tempo inferiore di quello che mi è necessario per attraversare di giorno la mia città
cari saluti
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettore,

ora è bene, senza perdere altro tempo prezioso, risentire in diretta il suo reale andrologo di fiducia, se esiste.

Ancora un cordiale saluto.
[#14]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori, ho eseguito (su indicazione del mio andrologo) l'ennesimo doppler con PGE1, stavolta mi è stato diagnosticato un problema derivante da un ipertono andrenergico che impedisce ai corpi cavernosi di distendersi e determinare una erezione. Finalmente abbiamo una causa psico-organica! L'esame è stato condotto con 7mmg di prostaglandina, il medico, estremamente paziente e professionale, mi ha fatto alzare in piedi per vedere se la situazione migliorava. Così non è stato anche se il sangue affluisce regolarmente e non appaiono fughe venose. Due settimane prima il mio andrologo mi aveva praticato in studio 10 mmg senza risultato alcuno.
Alla mia domanda su cosa fare la risposta è stata Cialis tutti i giorni, cura peraltro da me già fatta in passato. Pare non vi sia soluzione, o almeno io la vedo così...da notare che il medico aveva detto che sicuramente i 7 mmg avrebbero, magari fuori dall'ospedale, indotto una erezione. Per pura cusiosità mi sono concesso una pausa autoerotica una volta a casa: come se non mi fosse stato praticato alcunché.
Vi chiedo la cortesia di indicarmi se nella Vostra esperienza clinica si è mai verificato un caso analogo e quale epilogo ha avuto. Lo so che la protesi è una strada senza ritorno, ma lo sono anche le tante relazioni affettive che sono incapace di vivere per paura e frustrazione, il sentirsi diversi dagli altri, la solitudine della vita che ti lascia sempre più in un angolo.
Grazie a coloro che spenderanno il loro tempo nel rispondermi.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Ha provato, in questo frangente, anche un percorso psicoterapeutico?

Comunque ora segua le indicazioni ricevute dal suo andrologo, valuti o rivaluti quello che succede e poi si rilegga anche tutte le considerazioni che si sono già fatte in questo post.

Ancora un cordiale saluto.
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