Modica alterazione del meccanismo veno-occlusivo

Cordiali saluti,

ho 24 anni, e non ho mai avuto gravi malattie; circa un mese fa ho consultato uno specialista andrologo, per problemi relativi il mantenimento dell'erezione, dopo averla raggiunta (problematica che si verifica, oltre nell'ambito dei rapporti sessuali, anche nell'ambito della masturbazione, cosa che mi ha sempre portato ad escludere un deficit erettivo di tipo psicologico)

l'ecocolordoppler ha rilevato ALLA BASE DEL PENE un deflusso di sangue, tale che nelle conclusioni si afferma dell'esistenza di una "modica alterazione del meccanismo veno-occlusivo".

la terapia consigliatami è stata di tipo farmacologico (cialis).

le mie domande sono 3:

1) una MODICA disfunzione erettile derivante da fuga venosa può essere curata ADEGUATAMENTE?
2) la terapia farmacolagica da risultati apprezzabili in questi casi?
3) voi gentili dottori avete curato casi simili al mio? in questo caso, i pazienti da voi osservati hanno risposto bene alla cura? sono "guariti" (so che con la fuga venosa c'è poco da fare)?

n.b. spero la vostra gentilezza sia tale rispondere al mio quesito: purtroppo, anche se sembra scontato dirlo, l'angoscia interiore che si vive giorno per giorno alla mia età è notevole; sapere che ci sono buone possibilità può rendermi felice; sapere che ci sono scarse possibilità potrebbe farmi optare per altre cure (tipo chirurgica).

grazie, e gentili saluti
[#1]
Dr. Pierluigi Izzo Andrologo, Sessuologo 28.9k 642 1
Caro Utente,la diagnosi posta non e' impegnativa,per cui e' possibile che,con la terapia consigliata,possa avere un giovamento sulla sintomatologia sessuale.Personalmente ho delle notevoli perplessita' sulla "fuga venosa" ma ,al momento,dobbiamo dare contrattualita' allo specialista che La segue.
Non esiste uno standard di riferimento clinico sul problema suesposto.
Il mi consiglio,a questo punto,e' quello di aggiornarci a fine terapia.Cordialita'.

Dr. Pierluigi Izzo
www.studiomedicoizzo.it
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[#2]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
cordialissimo Dott. Izzo,

La ringrazio per il suo intervento.

Dato che Lei ha mostrato delle perplessità in merito a questa "presunta" fuga venosa, è forse opportuno che faccia presente alcuni elementi:

_ l'erezione riesco a raggiungerla totalmente, ma cessate le stimolazioni, il pene comincia a perdere turgidità nel giro di pochi secondi, per perdere l'erezione COMPLETAMENTE nel giro di 20 secondi (vorrei sottolineare che nel processo di perdita dell'erezione, il sangue arriva al pene, e ciò può essere notato dal fatto che mentre il pene si "abbassa", il sangue che "viene pompato" fa alzare a tratti il pene: questo fenomeno mi ha sempre portato a pensare, anche prima di consultare uno specialista, che IL FLUSSO IN ENTRATA SIA MINORE DEL FLUSSO IN USCITA);

_ il deflusso venoso è relativamente importante, in quanto interessa la VENA DORSALE alla BASE DEL PENE (questo è stato accertato dallo specialista utilizzando uno strumento che, appoggiato alla vena dorsale alla base del pene, emetteva un suono la cui entità rappresentava il grado di deflusso sanguigno: secondo lo specialista, il suono emesso aveva un'entità sopra la norma);

_ non ho erezioni spontanee notturne e mattutine (nelle quali, almeno in teoria, le componenti psicologiche dovrebbero essere escluse);

_ ecocolor doppler ha rilevato valori nella norma nei flussi arteriosi (e quindi in entrata: deduco che la perdita d'erezione sia dovuta ad un deflusso eccessivo).


comunque non era mia intenzione entrare troppo nei dettagli... che io abbia qualcosa che non va nella mia erezione è quasi certo (credo che ogni essere umano conosca bene il proprio corpo, a prescindere dalle diagnosi).

volevo soltanto sapere dei pareri in merito all'effettiva possibilità-probabilità di "guarire" da una MODICA (ci tengo a sottolinearlo) ALTERAZIONE DEL MECCANISMO VENO-OCCLUSIVO.

grazie

ps. Dott. Izzo, La ringrazio nuovamente per il suo intervento, è stato gentilissimo; cordiali saluti.

[#3]
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Caro lettore ,

ma la valutazione per studiare la vascolarizzazione a livello dei corpi cavernosi è stata fatta anche attraverso una fase dinamica , cioè utilizzando una stimolazione vascolare con un'iniezione di farmaci vasoattivi direttamente nei corpi cavernosi?

Questo è un passo determinante per capire e maturare il sospetto della presenza di uan fuga venosa.

Se desidera avere più informazioni dettagliate su queste tematiche le consiglio di consultare anche l’articolo pubblicato sul nostro sito e visibile all'indirizzo:

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/184-quando-l-erezione-e-difficile-o-non-c-e-che-cosa-fare.html.

Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta
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Giovanni Beretta M.D.
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[#4]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Dott. Beretta,

La ringrazio infinitamente per il suo intervento. Ho letto l'articolo che gentilmente mi ha segnalato, molto utile e chiaro.

L'esame effettuato è stato eseguito con 10 unità di bimix, con la conseguenza di una risposta erettile completa.

Gli esami effettuati sono stati due:

1) ecocolordoppler basale, il quale non ha evidenziato anomalie strutturali nel corpi cavernosi, ed ha rilevato valori medi in corrispondenza di arterie dorsali e cavernose.

2) ecocolordoppler dinamico, il quale ha evidenziato una normale dilatazione dei corpi cavernosi, con inversione di flusso diastolico in fase tardiva; lo stesso però ha permesso di individuare allo specialista una "presenza di deflusso venoso evidente al colordoppler alla base del pene"

Le conclusioni sono state: nessuna anomalia nella struttura del pene, con buona elasticità arteriosa, ma MODICA ALTERAZIONE DEL FUNZIONAMENTO DEL MECCANISMO VENO-OCCLUSIVO.

nb. ripropongo le domande sopracitate:

le mie domande sono 3:

1) una MODICA disfunzione erettile derivante da fuga venosa può essere curata ADEGUATAMENTE?
2) la terapia farmacolagica da risultati apprezzabili in questi casi?
3) voi gentili dottori avete curato casi simili al mio? in questo caso, i pazienti da voi osservati hanno risposto bene alla cura? sono "guariti" (so che con la fuga venosa c'è poco da fare)?
[#5]
Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 15.9k 465 2
caro lettore,

io sono convinto che esistano dei maschi con un "sistema venoso" che non funziona perfettamente bene e che determina problemi più o meno importanti (varicocele, vene varicose alle gambe, emorroidi, varici nel naso...) e che possono comparire anche in età giovanile.
le "varici" possono esser curate ma la disfunzione venosa puo' solo essere "compensata" con opportuni accorgimenti e terapie tanto da migliorare la spermatogenesi, evitare la pesantezza delle gambe, ridurre i disagi anali, e migliorare le prestazioni sessuali che nel giovane vengono vissute con maggiore "drammaticità"
L'uso del Cialis giornaliero sembra consentire , almeno nella mia esperienza, il recupero di una valida, accettabile capacità sessuale
cari saluti

Dott. Diego Pozza
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[#6]
Dr. Giorgio Cavallini Chirurgo generale, Andrologo, Urologo 27.3k 655 55
Egregio signore,
la fuga venosa è un sintomo evidenziato da uno strumento che può essere dovuto a problemi metabolici, ormonali ed ansiosi. La fuga venosa come reperto isolato in grado di generare deficit erettivo non è dimostrato che esista. Il meccanismo di occlusione al deflusso sanguigno del pene è generato dalla tunica albuginea e non dalle vene. Ogni esame strumentale per deficit erettivo è soggetto a fenomeni ansiosi, tant' che la letteratura attuale dà maggiore rilevanza alla stopria clinica che agli esami strumentali nei pazienti giovani come lei. La storia clini va raccontata de visu e non via web, poichè è importante anche cogliere sfumature che per via elettronica sfuggono.
Le "guarigioni", ovvero la possibilità di rapporti sessuali spontanei senza assunzione di farmaco sono indotte da Cialis e simili solo in una minoranza dei pazienti che li assumono.
Pertanto sarebbe auspicabile che lei si chiarisse con l' andrologo che l' ha in cura circa la vera natura di quella fuga venosa e poi procedesse di conseguenza.

[#7]
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Caro lettore ,

dopo averle detto che sostanzialmente condivido in pieno le considerazioni del collega Cavallini, sono preso comunque da un'altra curiosità clinica sul suo momento diagnostico che è questa: dopo l'iniezione intracavernosa dei farmaci vasoattivi, per quanto tempo è durata la sua erezione?

Ancora un cordiale saluto

Giovanni Beretta
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[#8]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Dott.ri Pozza, Cavallini e Beretta,

Vi ringrazio infinitamente per essere intervenuti in merito all'argomentazione da me posta.

Dott. Pozza, il suo intervento è stato quantomeno "rincuorante".

Dott. Cavallini, per "guarigione" non intendo avere in un domani rapporti sessuali spontanei; in realtà intendo una'attività sessuale che possa essere considerata "normale", ma attraverso l'uso di farmaci (sono consapevole del fatto che in presenza di una fuga venosa i farmaci non sempre possono aiutare). Se proprio devo essere sincero, metterei una firma sull'avere rapporti sessuali "adeguati" tutta la vita, prendendo farmaci per sempre...

Dott. Beretta, a Lei devo più di un ringraziamento, in quanto è già al secondo intervento, ed inoltre il fatto che abbia maturato una "curiosità tecnica" nei riguardi del mio caso mi rasserena un pò (non vorrei essere "abbandonato" da Voi cortesi e gentili persone).
In ogni caso, per rispondere alla sua domanda, Le cito quanto segue direttamente dalla valutazione dell'esame dello specialista : "... la fase di dilatazione e di incremento dell'inflow arterioso si presenta regolare e nella fase tardiva la VPS a 20 minuti ha mantenuto valori di VPS nella norma... presenza di deflusso venoso evidente al colordoppler alla base del pene" (vorrei comunque sottolineare che l'erezione era al 70-80%, e questo lo sostiene il sottoscritto; una diciamo "semi-erezione", che si è mantenuta per un paio d'ore dopo la fine dell'esame)

buona serata e nuovamente grazie
[#9]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Dott. Cavallini,

lo specialista che ha seguito l'analisi del mio caso, non ha rilevato problemi alla tunica albuginea; lo stesso però ha rilevato un deflusso di sangue "più accentuato del normale" dalla vena dorsale alla base del pene: quindi questa diagnosi va in contrasto con ciò che Lei afferma sopra, quando ribadisce che le vene non c'entrano, ma la tunica albuginea.

Anche il Dott. Pozza afferma ciò in un intervento (https://www.medicitalia.it/consulti/andrologia/58349-vene-ingrossate-e-disfunzione-erettile-16-anni.html), dove precisa che la vena dorsale fa defluire il sangue dal glande; arrivando al dunque, ESISTE O NON ESISTE una "modica alterazione del meccanismo veno-occlusivo" che interessi la vena dorsale alla base e NON la tunica albuginea (che nel mio caso è a posto)?

cordiali saluti

ps. Dott. Beretta, ho risposto alla sua domanda posta precedentemente! spero la sua curiosità clinica venga soddisfatta... aspetto con ansia che ne pensa.

nuovamente cordiali saluti


[#10]
Dr. Giorgio Cavallini Chirurgo generale, Andrologo, Urologo 27.3k 655 55
Egregio signore,
preciso: i dati cui faccio cenno relativi alla alterazione della tunica albuginea sono frutto di modelli matematici di flusso, ricerche nallo stereomiocroscopio nonchè su modelli animali che nulla hanno a che vedere con l' ecodoppler che non è in grado di rilevare tali alterazioni.
[#11]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Dott. Cavallini,

scusi la mia insistenza, ma vorrei un pò capire, dato in materia io sono un "profano" e Voi siete i "guru" nel contesto itliano.

Le sue parole sopra citate sono: "Il meccanismo di occlusione al deflusso sanguigno del pene è generato dalla tunica albuginea e non dalle vene". quindi lei sostiene che una "alterazione del meccanismo veno-occlusivo derivante da fuga venosa nella vena dorsale alla base del pene" sia una diagnosi sbagliata?

sempre cordiali saluti
[#12]
Dr. Giorgio Cavallini Chirurgo generale, Andrologo, Urologo 27.3k 655 55
Egergio signore,
grazie per i guru
provo a spiegarmi cosa che pensavo di avere fatto se non sono chirao si rifaqccia vivo che ci abbiamo messo un bel pò di tempo anche noi ad arrivarci: "alterazione del meccanismo veno-occlusivo derivante da fuga venosa nella vena dorsale alla base del pene" non è una diagnosi, è un sintomo di problemi ormonali, arteriosi (chje non ha visto l' esito) metabolici od ansiosi. Intendesi per ansiosi: ansiosi di base (il paziente è un ansioso) oppure ansia derivante dall' esame.
Per cui a mio modesto avviso considero la sua situazione ancora tuitta da chiarire.
[#13]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Dr. Cavallini,

oltre ad essere un "guru", è anche gentile per il tempo che trova per rispondere al sottoscritto; me ne "approfitto" facendomi risentire all'stante!

Lei ribadisce che la fuga venosa è un sintomo di:

_ problemi ormonali (ho fatto esami ormonali, e tutto è nella norma secondo lo specalista);
_ problemi metabolici (lo specialista li ha esclusi immediatamente);
_ problemi arteriosi (l'ecocolordoppler basale NON HA rilevato anomalie strutturali di corpi cavernosi, calcificazioni nei corpi cavernosi, ispessimenti dell'albuginea, irregolarità nel corpo spongioso dell'uretra; il distretto arterioso gode di buona elasticità)
_ problemi di ansia (lo specialista li ha esclusi "indirettamente", sostenendo che la mia fuga venosa era DI TIPO ORGANICA, derivante cioè dalla struttura della vena dorsale che faceva defluire il sangue più del dovuto)

a questo punto non so che dire... lo specialista era sicuro che fosse un problema organico di fuga venosa...
[#14]
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Caro lettore ,

il suo test dinamico , così come da lei descritto, non ci esclude un problema legato ad un alterato deflusso venoso.

Questo poi , come già spiegato dal collega Cavallini , che io ho conosciuto anni fà come uno dei primi andrologici esperti nell'utilizzo di farmaci vasoattivi nel trattamento dei disturbi dell'erezione, è una "situazione clinica complessa" e legata a molti fattori eziologici (tradurre come cause).

Detto questo poi un suggerimento che si potrebbe a questo punto comunque darle è quello di provare la terapia farmacologica proposta (a volte questa ,se fallisce, ci indica anche altri spunti eziologici e diagnostici).

Altra cosa che potrebbe essere meditata è poi una eventuale ripetizione del test dinamico con dosaggi di farmaco vasoattivo superiore; spesso un secondo test, con lei che è meno ansioso perchè conosce ormai la procedura, dà risultati diversi.

Infine ultima strada da percorrere è quello di ricorrere a test diagnostici più invasivi(cavernosografia e cavernosometria dinamica , ecc) se la prospettiva dovesse diventare chirurgica ma qui il discorso viene subito rigirato al suo andrologo che, da quello che ci scrive, mi pare un collega ben preparato ed aggiornato.

Ancora un cordiale saluto

Giovanni Beretta
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[#15]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Dr. Beretta,

grazie per il suo intervento. lo specialista che ho consultato è effettivamente ben preparato, come Lei ha poc'anzi detto.

nell'ambito del mio esame credo che lo stato di ansia ha influito poco o niente, dato che ero già al mio secondo doppler.

Dr. Beretta, una sola domanda: perchè mi ha chiesto la durata della mia erezione dopo l'iniezione intracavernona? dalla mia risposta, è arrivato a qualche conclusione?

cordialità
[#16]
Dr. Giorgio Cavallini Chirurgo generale, Andrologo, Urologo 27.3k 655 55
Ringrazio il dr. Berretta della cortesia,
non gli creda, caro lettore, roba vecchia. Ripeta a distanza di tempo l' ecodoppler dinamico e faccia sapere. Personalmente non mi fido di cavernosometria e cavernosografia sono esami troppo invasivi per non scatenare un riflesso emotivo che provoca...: fuga venosa.
[#17]
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Caro lettore ,

se lei, a bassi dosaggi di farmaco vasoattivo, avesse risposto con una valida rigidità e per un tempo superiore ai 30-45 minuti il quadro era chiaro e la diagnosi fattele era da ridiscutere.

In questo caso invece il discorso rimane aperto.

Scusi, un altro dettaglio che forse mi è sfuggito, ma è stata fatta una monitorizzazione notturna ripetuta delle sue erezioni?

Questo è un esame non invasivo, anche se la procedura un pò complessa, che può essere indicato prima di altre valutazioni più "problematiche". Se non fatto bisogna studiare con il suo andrologo l'opportunità di una sua esecuzione.

Ancora un cordiale saluto

Giovanni Beretta
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[#18]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Dr. Beretta,

l'esame da Lei citato non è stato eseguito. in realtà non è necessario, data l'assenza di erezioni spontanee notturne e mattutine. probabilmento lo specialista non lo ha nemmeno proposto proprio per il fatto che avevo evidenziato a lui questo sintomo...

sicuramente quanto detto avvalora l'ipotesi di una fuga venosa, giusto?

cordiali saluti
[#19]
Dr. Giorgio Cavallini Chirurgo generale, Andrologo, Urologo 27.3k 655 55
Egregio signore,
scusi la testardaggine di due vecchi baucchi come me ed il dr. Berretta. Vista la quantità di esami cui si è sottoposto, peraltro a noi ignota dalla sua primitiva e.mail, potrebbe anche essere che ha ragione lei.
Potrebbe, appunto, poichè le erezioni mattutine o spontanee non sono granchè affidabili come indice. Direi che la rigidometria notturna potrebbe benissimo essere ciò che taglia la testa al toro.
[#20]
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Caro lettore,

anch'io insisto con il collega Cavallini, ma come fa a dire che non ha erezioni notturne se queste si manifestano generalmente durante la fase REM del sonno, cioè quando uno dorme?

Ancora un cordiale saluto

Giovanni Beretta
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[#21]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Cari Dott.ri Beretta e Cavallini,

ringrazio sempre per i vostri interventi (e anche per la testardaggine).

Dott. Cavallini, sono a conoscenza del fatto che le erezioni spontanee e mattutine sono un indice non perfetto per fare una diagnosi di DE. come fa dunque a sostenere che tale esame potrebbe tagliare la testa al toro?

Dott. Beretta, credo (ma ne sono quasi certo) che non ho erezioni spontanee notturne; sono certo invece di non avere erezioni spontanee mattutine da almeno 2-3 anni: ne sono certo perchè "ai bei tempi", cioè fino a 20-21 anni, avevo sempre un'erezione mattutine, completa e vigorosa, la quale terminava quando urinavo.

nb. scusate se non ho fornito alcuni dati; solo per riassumere: gli unici esami che ho fatto sono:
_ un primo colordoppler dinamico (poco attendibile in quanto dubito della professionilità dell'operatore, il quale NON AVEVA RILEVATO NESSUNA DE);
_ un secondo colordoppler dinamico (questa volta da un serio dottore, che mi ha diagnosticato fuga venosa alla vena dorsale alla base del pene);
_ esami ormonali (tutto ok);
_ esame alla prostata (tutto ok).

nessuno dei due specialisti, ne prima ne dopo il colordoppler, mi hanno proposto una scansione notturna delle (poco probabili) erezioni; presumo che o si riesce a trarre delle conclusioni con il semplice colordoppler oppure tali specialisti non consideravano affidabile il rigiscan notturno...

cordiali saluti

ps. Dott.ri Beretta e Cavallini, spero che la vostra testardaggine Vi porti a porre ulteriori commenti e fare altri interventi in merito!
[#22]
Dr. Giorgio Cavallini Chirurgo generale, Andrologo, Urologo 27.3k 655 55
Egergio signore,
commenteremo, io ed il Dr. Berretta il risultato della rigidometria notturna.
Per ora non possimo aggiungere altro.
[#23]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Dr. Cavallini,

è stato veramente gentile, e La ringrazio del consiglio: chiederò allo specialista che mi segue un ulteriore esame di rigidometria notturna.

Vorrei però chiederLe soltanto un'ultima cosa (ed anche al Dr. Beretta): data la sua esperienza, ci sono possibilità che una lieve/modesta fuga venosa possa essere "curata" con terapia farmacologica (cialis giornaliero nel mio caso)?

grazie

cordialità
[#24]
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Caro lettore ,

a questo punto attendiamo le risposte che le darà il suo andrologo.

Personalmente il sottoscritto, se presente un "vero" problema legato ad una "alterazione del meccanismo veno-occlusivo", crede che una terapia farmacologica da sola non sia in grado di superarlo ma, soprattutto in medicina, "mai dire mai".

Nel suo caso poi, secondo il mio modesto parere, tutto è ancora da definire soprattutto a livello diagnostico.

Ancora un cordiale saluto

Giovanni Beretta
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[#25]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Dott. Beretta,

la fuga venosa diagnosticata dallo specialista è "MODICA", ed infatti la terapia prescrittami è stata quella di assumere cialis giornaliero. lo stesso ha affermato che vi sono buone possibilità di avere accettabili erezioni e mantenimenti di queste ultime.

io avevo sottolineato il fatto che in caso di fuga venosa c'è poco da fare con i farmaci, ma lo specialista ha ribadito il fatto che non si tratta di una alterazione RILEVANTE/IMPORTANTE, e per questo il modesto deflusso poteva essere "compensato" da un maggiore afflusso tramite farmaci vasodilatatori.

comunque spero che le affermazioni dello specialista vengano confermate "sul campo.

Dott. Beretta, una curiosità: nel caso di "vera" alterazione, secondo Lei la terapia farmacologica da cosa dovrebbe essere affiancata? Lei ha affermato che in tale ambito la terapia farmacologica da sola non basta...

ancora cordiali saluti
[#26]
Dr. Pierluigi Izzo Andrologo, Sessuologo 28.9k 642 1
...attendiamo gli esiti della terapia farmacologica...Cordialita'
[#27]
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Caro lettore,

se vi è una "vera alterazione del meccanismo veno-occlusivo" si arriva anche a dare una indicazione chirurgico protesica .

E' chiaro che questo non è il suo problema suo caso e, come già sottolineato dal collega Izzo, bisogna invece monitorare con il suo andrologo la sua particolare situazione clinica .

Attualmente non vi è nessuna indicazione chirurgica e quindi attendiamo anche noi gli esiti della terapia farmacologica.

Ancora un cordiale saluto

Giovanni Beretta
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[#28]
Dr. Giorgio Cavallini Chirurgo generale, Andrologo, Urologo 27.3k 655 55
Egergio signore,
il Cialis è un sintomatico, per cui il suo funzionamento, anche se interessa a lei, è scarso interesse clinico. Quello che interessa è la rigidometria.
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