Emicolectomia sinistra laparoscopica

Ho subito recentemente un intervento di emicolectomia sinistra laparoscopica a seguito di un volvolo del sigma. L'intervento ha avuto pieno successo e anche il decorso post-operatorio, pur essendo trascorso solamente un mese, si sta svolgendo in modo ottimale.
L'unico neo in tutto ciò, e per me particolarmente traumatizzante, è stato questo: quando mi sono risvegliato, dopo l'intervento, ero disteso su uno di quei lettini che vengono utilizzati per il trasporto dei pazienti, addossato ad una parete nell'atrio antistante le sale operatorie. Il brutto di questo risveglio è stato che gli effetti dell'anestesia si erano completamente dissolti, non mi era stato "applicato" alcun tipo di antidolorifico e di conseguenza, visto che il mio intestino era stato sezionato e ricucito e che avevo quattro tagli più o meno estesi nell'addome, ho sentito da subito delle fitte continue e dolorosissime. Ho cominciato a lamentarmi ed a contorcermi per il dolore e, dopo diversi lunghissimi minuti, qualcuno del personale ha notato il mio stato, ha avvisato un'infermiera che, dopo un'altro interminabile periodo di tempo, mi ha trasportato in corsia, nel mio letto, e mi ha "applicato" degli antidolorifici che, dopo una ventina di minuti, hanno fatto sparire quei tremendi dolori.
Ora, la mia domanda è questa: è normale risvegliarsi con dolore dopo un intervento del tipo che ho subito? E' un decorso normale quello che ho descritto, doloroso, ma ineluttabile? Non dovrebbe essere, la rimozione del dolore nell'immdediato periodo post-operatorio, una delle priorità che dovrebbero essere cercate con maggiore attenzione?
Sarei molto soddisfatto se potessi avere una qualche risposta esaustiva alla mia domanda (anche perchè un medico-chirurgo dell'ospedale, al quale ho chiesto lumi, mi ha risposto che sì, purtroppo a volte succede. E questo sinceramente mi terrorizza, se penso che magari in futuro dovrò riprovare, per necessità, quest'atroce esperienza!).
Mi scuso per essermi dilungato, ma ritenevo necessario inquadrare per bene contesto e modalità dei fatti in modo da permettere una corretta risposta.
Grazie per l'attenzione a tutti quelli che mi risponderanno.
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Dr. Anna Maria Martin Anestesista 2k 68 3
Gentile utente buon giorno, è comprensibile il suo disagio al ricordo della esperienza passata ed il timore che si possa ripetere, e purtroppo in parte è vero quello che le ha detto il collega e per vari motivi.
E' molto verosimile che una dose di analgesici le fosse già stata somministrata al risveglio (in genere si fà così), oppure le avevano attaccato un infusore automatico (ricorda nulla di simile?), ma questi farmaci non avevano ancora pienamente agito al momento della completa ripresa della coscienza. Da qui la necessità di un "rinforzo" della analgesia in Reparto.
Ricordi inoltre che la percezione del dolore ha anche carattere soggettivo, come soggettiva è la sensibilità ai farmaci somministrati.
Comunque non si preoccupi per una eventuale prossima volta, comunichi questa sua particolare sensibilità e richiesta di analgesici all'anestesista e vedrà che andrà bene.
Un saluto e Buon Anno

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Dottoressa Anna Maria Martin

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dopo
Utente
Utente
Gentilissima Dr.ssa Martin, La ringrazio per la chiara e cortese risposta che mi tranquillizza non poco nel caso mi trovassi a che fare, in futuro, con nuove necessità chirurgiche: sicuramente non mancherò di far presente a medici ed anestesisti questa mia particolare sensibilità, in modo da evitare repliche di quanto successo.
Non ho ricordo di analgesici somministrati (dormivo!) e non ho notato nessun infusore automatico (che, però, poteva benissimo essere stato posizionato sulla testata del lettino, dietro la mia testa e quindi fuori vista, e collegato con una multivalvola, mi pare la chiamassero CVC, posizionatami tra spalla e base del collo); non ho dubbi, comunque, che mi siano state applicate una o entrambe le terapie.
Ma perchè non passare immediatamente a quello che Lei chiama "rinforzo dell'analgesia in Reparto"? Perchè aspettare per lunghi periodi (su quel lettino io non mi ci trovavo da pochi minuti!) in stand-by, nelle aree antistanti le zone operatorie, che possano insorgere stati dolorosi?
A mio modesto parere, prevenire situazioni di sofferenza, anche se poco frequenti e soggettive come quella verificatasi nel mio caso, con terapie che prevedono DA SUBITO dosi più "robuste" di antidolorifici sia molto meglio che rincorrere il problema quando questo è già in atto, oltretutto mettendo in essere le stesse terapie che si sarebbe potuto eseguire in precedenza! Anche perchè la differenza non è "filosofica" (meglio procedere a piccoli passi, cercando un punto di equilibrio tra dosi e percezione del dolore, oppure procedere con terapie più decise, ma che azzerano l'eventuale insorgenza di problemi?), ma molto concreta: trenta/quaranta minuti d'inferno per il paziente!
Lei cosa ne pensa?
Grazie ancora per la disponibilità, mi scusi se sono stato prolisso e Tanti Auguri di Buon Anno
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Dr. Anna Maria Martin Anestesista 2k 68 3
Penso che, in generale e da un punto di vista medico, quello che lei afferma è sbagliato, perchè si rischia di eccedere con la somministrazione di farmaci che non sono innocue vitamine, ma possono avere effetti collaterali molto seri , specie se il paziente è appena uscito da una Anestesia, ed ha quindi in circolo ancora tutti i farmaci anche se ha ripreso coscienza.
Un saluto
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dopo
Utente
Utente
Grazie nuovamente per la chiarezza e la disponibilità.
Un saluto anche a Lei