Analgesia in travaglio indotto per morte del feto

Gentili medici,
ho vissuto indirettamente un'esperienza molto dolorosa: una mia cara amica ha perso il bimbo che portava in grembo a gravidanza praticamente giunta al termine; le è stato così indotto il travaglio a distanza di poche ore da questa diagnosi infausta.
Pur avendo il mese prima firmato un consenso per la peridurale, a causa di motivi "organizzativi" non favorevoli è stata purtroppo lasciata sola con il suo dolore, reso ancora più intollerabile dalla situazione (il ginecologo le ha somministrato un antidolorifico in muscolo che però non ha sortito alcun effetto).
Come valutate un fatto del genere?
Dal vostro punto di vista quale sarebbe stato l'approccio analgesico più appropriato?
Sarebbe stato possibile "sedare" la mia amica?
Grazie infinite.
Vincenza D'Amico
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Dr. Igor Bacchilega Anestesista 4
L'evento che ha colpito la sua amica è molto triste e purtroppo neanche infrequente.

L'anestesia epidurale continua sarebbe stata (se non controindicata) l'anestesia più valida per una situazione di questo tipo. E' un peccato che non sia stata possibile effettuarla, attualmente non tutti gli ospedali sono in grado di assicurare questa prestazione, non per carenze tecniche, bensì organizzative. La tecnica epidurale implica che un anestesista segua il decorso del travaglio e moduli l'anestesia in base al bisogno della paziente. E' evidente come l'anestesista coinvolto non possa occuparsi di altro e questo in molte realtà ospedaliere non è possibile.

Cordiali saluti.

[#2]
Dr. Dario Galante Anestesista 25 1
Cara Signora D'Amico,
la storia da lei raccontata è molto triste non solo epr la sua amica e la vicenda in questione ma anche per i medici che, DEVONO, in situazioni simili mettere a disposizione tuttas la loro disponibilità ed umanità. Non esistono problemi orgnaizzativi o prestazioni impossbili in casi come questio dove l'umanità ed il dovere etico e deontologico DEVONO prevalere. E' vero che in molti ospedali la partoanalgesia è difficile da organizzare e qualche volta possibile solo a pagamento (chissà perchè poi in quest'ultimo caso i problemi organizzativi scompaiono!).
E' deplorevole quello che è accaduto e nulla giustifica non aver fatto di meglio per aiutare una mamma che ha perso il proprio figlio dopo averlo portatom in grembo per diversi mesi.
Inutile è stata l'iniezione praticata dal ginecologo (da ammirare la sua buona volontà) che avrebbe dovuto chiedere e pretendere una consulenza scritta algologica e psicologica per la sfortunata signora.
Un caro abbraccio e tanti auguri alla sua amica affinchè possa superare al più presto questo trauma.
Dr. Dario Galante

Dario Galante,MD
University Hospital "Ospedali Riuniti" of Foggia. Italy.

[#3]
Dr. Luigi Brandi Anestesista 1
Sicuramente l'analgesia peridurale sarebbe stata una scelta efficace e valida soprattutto in un momento così difficile da un punto di vista psicologico, soprattutto considerando che la Paziente era già stata valutata in tal senso. Pertanto non si comprende come mai non le sia stata praticata. Comunque, nell'impossibilità logistica di mettere in atto una peridurale antalgica, potevano essere messe in atto alternative efficaci come la somministrazione frazionata di antidolorifi narcotici (per es meperidina o più recentemente remifentanile) questo ultimo somministrabile per via endovenosa continua e molto efficace. L'utilizzo di tali farmaci richiedeva comunque la presenza e la sorveglianza da parte di un anestesista. Verosimilmente non ve ne erano a disposizione al momento.

Cordali saluti