Il 17-06 dopo esami

Salve, Vi riporto il caso clinico di mia madre. Età 61 anni, non ha mai fumato. Nel mese di aprile 2009 ha manifestato dei sintomi respiratori con tosse secca, ad una prima visita è stata riscontrata una forma bronchiale (lievi sibili respiratori) da trattarsi con antibiotico ed aereosol.Dopo i primi giorni in cui la condizione era stabile e compariva una febbre lieve (37,3), nell'arco di altri 3-4 giorni mia madre stava migliorando, ma non completamente così si è optato per un esame radiologico,il quale evidenziava un 'area radiopaca di circa 3 cm. La diagnosi è stata quella di polmonite localizzata, si è provveduto ad associare un'altro antibiotico che ha dato buoni risultati e si è fatta rx di ctr dopo 20 gg.Anche in questo caso era presente l'area radiopaco. I primi di giugno mia madre ha fatto la tac che evidenziava una massa di circa 2,5 cm, senza apparente coivolgimento pleurico o linfonodale. Il 17-06 dopo esami di routine è stata sottoposta a broncoscopia e l'esame istologico era di adenocarcinoma. Ha quindi fatto tac total body, scintigrafia e pet che risultavano tutte negative nell'arco di termpo sino al 11-07 (pet). Il 06-08 ha subito intervento chirurgico di asportazione lobo apicale sx(con massa neoplastica di 3,5 cm) e dei linfonodi. All'esame istopatologico purtroppo (non le nascondo la nostra incredulità dopo gli accertamenti strumentali negativi) alcuni linfonodi sono risultati infiltrati (focalmente) da cellule carcinomatose ed era presente pure un focolaio pleurico.La stadiazione è risultata essere T3N2M0 Le condizioni di salute sono e son sempre state buone.Oggi ha avuto la prima visita oncologica, le è stato prospettato l'approccio chemioterapico, eventualmente e solo in un secondo momento seguito dalla radioterapia. Ci hanno parlato della chemioterapia standard, con 2 chemioterapici, e di un nuovo approccio chemioterapico più mirato facente parte di una studio clinico (ITACA). L'oncologo ci ha parlato di risultati migliori con il secondo approccio, in tumori in stadio più avanzato rispetto a quello di mia madre, parlando della fondata speranza che gli stessi possano ripetersi anche in tumori senza metastasi.Ci ha parlato pure di un eventuale vaccino, in preparazione del quale una parte del tumore è stata mandata in America per essere analizzata. Vorrei sapere la sua opinione, in particolare riguardo la differenza dei protocolli e quale secondo lei è migliore, nonchè sull' eventuale vaccinazione. La ringrazio tanto sin da ora.
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Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57 1
Gentile utente,
il protocollo standard in questo caso è quello chemioterapico. Tuttavia ci sono in corso protocolli sperimentali molto interessanti. Per esempio il protocollo ITACA che prevede la scelta dei due chemioterapici secondo la presenza di bersagli molecolari specifici che vanno ricercati nel preparato istologico prima di decidere la cura. Ovviamente lo studio è in corso è non se ne conoscono ancora i riultati, ma l'approccio è molto promettente.
Anche l'approccio con il cosiddetto vaccino è interessante ed è pure in studio da tempo.
In ogni caso visto lo stadio microscopicamente avanzato non è una cattiva idea partecipare ad un protocollo di studio che offra qualcosa in più.
Cordiali Saluti

Dr Vito Barbieri
direttore Struttura Complessa di Oncologia
Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio - Catanzaro

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dopo
Utente
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La ringrazio per la sua gentile risposta.