Difficoltà con la propria affettività ed emotività

Salve, volevo esporre la mia situazione per capire ancor meglio come comportarmi per risolvere i miei problemi relazionali.Premetto che mi sono già sottoposto ad un trattamento terapico.Sono un ragazzo di 22 anni.Vivo in una famiglia piuttosto modesta che ritengo mi abbia dato un'educazione molto valida.Mi sono sempre considerato una persona equilibrata e tranquilla anche se sono convinto che spesso è solo grazie al mio self control che riesco a trattenere ciò che ho dentro.Le esperienze che ho vissuto fin ora mi hanno fortemente indurito tanto che spesso ho l'impressione di non essere più capace di provare ed esprimere un'emozione.Racconterò brevemente le esperienze del mio passato.A 10 anni circa ho subito violenza sessuale da un vicino di casa che con scuse differenti mi ha adescato diverse volte in casa sua dove si sono consumate le violenze.Durante l'adolescenza mi son trovato a gestire il mio stato di ansia provocato dalla mia seppur positiva situazione colastica e soprattutto la situazione di un mio carissimo amico che mi ha confidato di aver esso stesso subito violenza sessuale da parte di un amico prete in comune.Poco dopo lo stesso mio amico mi ha confessato e quindi confermato l'omosessualità che fino ad allora potevo solo sospettare in lui.A livello familiare o sofferto spesso per la situazione emotiva e psicofisica di mia madre affetta da crisi depressive dovute a situazioni di forte stress. Ad oggi mi trovo a vivere una situazione di stabilità e relativa tranquillità grazie alla presenza di una mia situazione lavorativa stabile e ad un mio migliorato approccio con la mia emotività.Ritengo di aver ricevuto un notevole invigorimento da tutte queste esperienze e di avere una maturità superiore alla media dei ragazzi della mia età.Da poco tempo mi trovo a gestire una situazione emotiva che nonostante sia fonte di serenità mi provoca notevole frustrazione. Dalla frequentazione di una ragazza mi sono reso conto che ho notevoli problemi a relazionarmi con l'altro sesso.Ho notato che quando provo un sentimento forte per una persona divento incapace di dimostrare la mia affettività.Nonostante molte volte vorrei essere molto più passionale ho vergogna e difficoltà a fare tutti quei gesti che so io stesso essere gesti piacevoli sia per chi li fa che per chi li riceve.Da qui la mia difficoltà nell'abbracciare qualcuno,nel dire parole gentili,nel baciare.Il mio psicanalista,che viene da una scuola cognitivo comportamentale,dice che le mie esperienze passate non incidono particolarmente sulla mia attuale emotività.Voi che ne pensate?Pensate che un approccio psicologico di questo tipo possa essere adeguato nel mio caso?Grazie anticipatamente per l'attenzione e la partecipazione.Saluti
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
Gentile ragazzo, nonostante lei sia già in terapia ha riportato alcuni elementi della sua storia personale, quasi ad esprimere l'esigenza di continuare a parlarne. Per risolvere il suo problema , in effetti, un approccio cognitivo comportamentale potrebbe aiutarla, indipendentement dalle sue esperienze passate, ma lei ha solo bisogno di questo oppure sente l'esigenza di rispolverare lei sue vicissitudini e di rielaborarle?
presumo che il suo terapeuta abbia già cominciato a darle indicazioni e tecniche su cosa fare e come fare. sta trovando giovamento? o sente la necessità di parlare di lei indipendentemente dalla soluzione dei problemi?

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazzo, le brutte esperienze a volte possono lasciare delle tracce che si trascinano anche nel presente. Questo in generale, ma non posso dirle se nel suo caso particolare sia avvenuto davvero questo.

Ad ogni modo per quanto riguarda il presente la frase chiave è:

>>> Mi sono sempre considerato una persona equilibrata e tranquilla anche se sono convinto che spesso è solo grazie al mio self control che riesco a trattenere ciò che ho dentro.Le esperienze che ho vissuto fin ora mi hanno fortemente indurito tanto che spesso ho l'impressione di non essere più capace di provare ed esprimere un'emozione.
>>>

Il problema è che lei, per un motivo o per l'altro, si sta controllando troppo. È per questo che non riesce a lasciar trasparire da sé le emozioni. È il paradosso del controllo che fa perdere il controllo.

Ma se lo psicologo che sta vedendo le ispira fiducia, provi a intraprendere un percorso insieme a lui.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Domenico Mauro Psicologo, Psicoterapeuta 5
Mi sembra che non sia tanto importante, per Lei, il motivo per cui non riesce ad esprimere adeguatamente le Sue emozioni (dal racconto si evince che Lei ha molta consapevolezza delle situazioni difficili che ha dovuto subire), quanto, invece, il COME è possibile esprimerle ed agirle in modo funzionale. Da quanto emerge dal Suo racconto, inoltre, è evidente che attualmente non sta seguendo nessun percorso psicoterapico: le posso consigliare di contattare uno specialista ad orientamento strategico. Sono abbastanza d'accordo, infine, col collega Santonocito quando afferma che il Suo nodo problematico risiede nel "bisogno di controllo a tutti i costi": ciò avrà, a livello inconscio, sicuramente un utile tornaconto (beneficio secondario), ma a che prezzo?
Cordialmente. Domenico Mauro.

Dr. Domenico Mauro
Psicologo-Psicoterapeuta ad orientamento strategico

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
diciamo che le esperienze che hai avuto in passato ti hanno lasciato un bel segno, e quindi avere un po' di incertezza con l'altro sesso in questi casi direi che è davvero il minimo.

Parli anche di una situazione familiare (mamma) particolare: io direi che oltre al supporto psicologico (che ti consiglio di riprendere se l'hai interrotto)dovresti anche associare una valutazione psichiatrica. Non è da escludere che in tutta questa confusione che tu stesso percepisci il tuo umore pesi in modo significativo, per questo andrebbe attentamente monitorato.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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Attivo dal 2009 al 2019
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente,

d'accordo con i colleghi.Non aggiungo altro se non che la tua storia dimostra una grande capacità di reagire e una grande forza interiore.Il modo con cui l'hai saputa affrontare e gestire è ammirevole.

Rispondo solo alla parte "tecnica" della tua domanda:"Pensate che un approccio psicologico di questo tipo (cognitivo-comportamentale) possa essere adeguato nel mio caso?"

Faccio una precisazione perchè ritengo sia importante
per orientarti nella scelta di uno psicoterapeuta.

Tu hai detto che il tuo "psicoanalista" è ad orientamento "cognitivo-comportamentale".Questo non è possibile perchè sono due orientamenti diversi (anche se non si escludono a vicenda). La psicoterapia segue diversi orientamenti, i Colleghi hanno citato l'orientamento strategico, tu hai citato l'orientamento cognitivo-comportamentale, l'orientamento psicoanalitico è altra cosa e ce ne sono altri ancora. Questi diversi approcci permettono di ottenere dei risultati a diversi livelli con tempi e modi diversi. Nessun approccio è migliore di un altro. Alcuni approcci sono maggiormente indicati per determinati disturbi ma sempre in relazione alla persona ed alla sua storia.
Semplificando: un approccio psicoterapeutico psicoanalitico o psicodinamico scava in profondità facendo riferimento al concetto di inconscio. Un approccio cognitivo-comportamentale non tiene conto dell'incosncio e si focalizza su aspetti diversi come le rappresentazioni e i comportamenti. Al di la dell'indirizzo psicoterapeutico però la cosa più importante è che TU ti trovi bene con il terapeuta.

Crodialmente.Saluti.
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dopo
Utente
Utente
Salve a tutti e grazie per la partecipazione.Sicuramente farò tesoro di ciò che mi dite perché ho seriamente intenzione di capire meglio quali siano i miei problemi e risolverli.Riflettendo sul perché ho scelto di rivolgermi a Voi sono arrivato alla costatazione che il rapporto con il terapeuta che mi segue non mi soddisfa.Non dubito della sua professionalità ma ci sono alcuni suoi comportamenti che non sopporto e che credo rappresentino una mancanza di rispetto nei miei confronti.Il fatto di parlare con avidità del costo del suo servizio, ma soprattutto il distrarsi continuamente durante la seduta stessa mi provoca malumore perchè sembra come sminuire l'importanza della mia situazione e francamente mi sembra una mancanza di rispetto.Ammetto che questa persona mi ha talvolta aiutato molto ma Inoltre mi chiedo e Vi chiedo se sia normale sentirsi in ansia prima di recarsi ad una seduta di analisi.Forse la cosa da farsi sarebbe di cambiare terapista ma credo che interrompere orientamento terapeutico anel bel mezzo di un percorso possa crearmi non poca confusione.
Per quanto riguarda la mia situazione emotiva devo ammettere che forse l'eccessivo controllo che talvolta impongo a me stesso sia effettivamente un problema. Nonostante spesso cerchi di incoraggiare la mia impulsività tuttavia mi ritrovo a frenare la mia emotività per timore o addirittura paura che quella mia sensazione o quel mio gesto sia inappropriato o possa costituire motivo di fastidio per chi lo riceve. Così preferisco frustrarmi piuttosto che dimostrare ciò che sto provando. Nel caso del rapporto con l'altro sesso addirittura alterno attimi di premura amorevole per la persona interessata ad attimi di repulsione totale e credo che questo mio comportamento spaventi e confonda chi si trova a che fare con me.Molte volte ho ragionato su questo mio modo di comportarmi e credo che sia il senso di insicurezza che mi porto dietro a causare le mie paure. Paradossalmente la mia situazione è come al solito di apparente totale controllo sulla situazione stessa ma allo stesso tempo percepisco un'enorme confusione che incupisce inevitabilmente il mio umore e mi fa vivere momenti di abbandono e tristezza. In che modo potrei "esercitare" la mia emotività?

Grazie ancora per i consigli che vogliate darmi!

Saluti
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Da come usa il termine "analisi", apparentemente riferito a un terapeuta non psicoanalista capisco, ma mi corregga se sbaglio, che non ha le idee molto chiare su che cosa aspettarsi da una psicoterapia.

Perciò le suggerisco di leggere quest'articolo, che descrive dettagliatamente quali sono le qualità che dovrebbe avere uno psicoterapeuta e che cos'è - e non è - la psicoterapia:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/

Se il terapeuta di cui parlava non la convince, può tranquillamente cercarne un altro. Può consultare la lista d'iscritti a questo sito oppure altre liste reperibili in rete, ma certamente la cosa peggiore è non far nulla.

Quanto alle differenze fra i vari orientamenti terapeutici, effettivamente queste sono importanti, ma in ultima analisi ciò che conta è la competenza del singolo terapeuta nel trattare il particolare tipo di problema che la riguarda.

Quindi si concentri nel trovare un terapeuta valido, più che del tipo giusto.

Noto anche che con noi sta discutendo volentieri, e siamo solo delle righe su uno schermo. Pensi a come sarebbe più vantaggioso parlare con uno specialista "dal vivo".

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno, ho appena letto l'interessante articolo consigliatomi dal Dr. Santonocito. Sicuramente mi ha aiutato a fissare meglio alcuni concetti. Immagino lei comprenderà quanto sia difficile trovare la forza per intraprendere un cammino terapico ma intendo comunque cercare un'alternativa al più presto per far fronte alla mia insoddisfacente situazione terapica. Mi auguro di trovare un professionista che riesca a trovare l'approccio giusto per la mia situazione a prescindere dall'orientamento.

Per quanto riguarda il fatto di riuscire a discutere tranquillamente con Voi penso che il motivo sia perché in questo momento mi rimane più facile scrivere di me piuttosto che parlarne anche se so che è fondamentale discutere direttamente della situazione per trovare una soluzione concreta.

Grazie per il supporto che state riuscendo a darmi e buon lavoro!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Felice d'esserle stato un poco d'aiuto.

Cordiali saluti e in bocca al lupo.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Buon lavoro anche a Lei