Giovane di 36 anni, da poco ricoverato per una trombosi bilaterale

Gentile Dottore,
sono un giovane di 36 anni e da poco sono stato ricoverato per una trombosi bilaterale agli arti inferiori e conseguente embolia polmonare con versamento pleurico. I problemi alle gambe sono iniziati quasi un mese fa, all'inizio sentivo un senso di pesantezza che con il passare del tempo si è trasformato in dolore, il tutto seguito da un forte dolore alla schiena, all'inizio diagnosticato come polmonite...sebbene i valori del d dimero fossero alterati. Dai primi esami del sangue fatti, oltre a questo valore, sono risultati molto elevati sia la PCR che l'LDH.
Durante il ricovero per la trombosi sono stato sottoposto a tac addominale risultata negativa e a dosaggio dell'omocisteina anch'esso negativo. Il formarsi di trombi in un soggetto giovane come nel mio caso mi sembra anomalo..dottore le chiedo se questa trombosi potrebbe essere ricollegata ad un quadro oncologico...o ad una malattia autoimmune. La ringrazio
Dimenticavo, non so se l'informazione può esserle utile, ma da circa 4 mesi sono afflitto da un senso di occlusione all'orecchio sinistro con distorsione metallica dei suoni più alti
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Dr. Pietrino Forfori Chirurgo generale, Chirurgo vascolare 165 3 2
Gentile utente
una trombosi venosa profonda bilaterale agli arti inferiori è sicuramente un evento rilevante e non frequente.
Per capirne l'origine c'eè bisogno di ulteriori dati che sicuramente i colleghi staranno valutando.
Sempre con i limiti di un consulto a distanza, bisognerebbe conoscere :
- sede della trombosi iniziale (prossimale distale)
-stato del sistema venoso profondo e superficiale prima e dopo l'evento
- estensione della trombosi
-eventuali fattori scatenanti o favorenti .
- fattori della coagulazione.
In linea generale, in assenza di situazioni preesistenti di insufficienza venosa o di altre condizioni favorenti o scatenanti (sport, traumi,deficit coagulativi ecc),bisognerà mirare sul versante immunologico infiammatorio.
Mi scuso se non avrò soddisfatto le sue richieste, ma i dati a disposizione non mi permettono nulla di piu.
a disposizione per ogni ulteriore consultazione.
cordialmente
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Dr. Marco Floriani Chirurgo vascolare 1
Sono assolutamente d'accordo con quanto scritto dal dr. Forfori. In particolare è essenziale eseguire una approfondita valutazione dell'assetto coagulativo. Non so dove viva l'utente; a Milano esiste il Centro di Emofilia e Trombosi dell'Ospedale Policlinico (diretto dal Prof. Mannucci, punto di riferimento a livello internazionale.
Cordiali saluti, Dr. M Floriani.

Dr. Marco Floriani

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Dr. Lucio Pennetti Chirurgo generale, Chirurgo vascolare 1.2k 27
Anche se bisogna evitare,per regole del sito,di rispondere che si è d'accordo con i colleghi che hanno fornito risposte precedenti.In questo caso,certamente complesso,ritengo che aggiungere di condividere quanto espresso dai colleghi,può fornire serenità al paziente che riscontra uniformità di orientamenti.
Saluti

Dr. Lucio Pennetti
Specialista chirurgia generale
Specialista chirurgia vascolare
Chirurgia videolaparoscopica

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Dr. Vincenzo Scrivano Chirurgo vascolare 93 6
Gentile Utente,
sicuramente è possibile che una trombosi venosa sia correlata ad una neoplasia occulta o ad una malattia autoimmune; tenga presente però che Lei appartiene alla fascia di età nella quale si colloca il picco di frequenza delle manifestazioni trombotiche da stato trombofilico su base genetica.

Cerco di spiegarmi meglio: è improbabile che una trombosi venosa in un individuo di settant'anni sia dovuta ad uno stato trombofilico congenito; con ogni probabilità, si sarebbe verificata prima. Quanto prima? Nella maggioranza dei casi, proprio intorno a 35 anni.

Inoltre, solitamente le trombosi venose neoplastiche non arrivano ad avere questa estensione.

Vi sono diverse alterazioni genetiche la cui conseguenza è uno stato trombofilico; e sembra che su di Lei non siano ancora state ricercate.

Chiaramente la mia non può né vuole essere un'assucurazione sul fatto che Lei non abbia una neoplasia; la prenda piuttosto come una sorta di rassicurazione. Oltre alla neoplasia, Lei ha di fronte un ventaglio di possibilità che, una volta rilevate, possono essere di gran lunga meno letali ed ineluttabili di una neoplasia.

In bocca al lupo

dr Vincenzo Scrivano
ANGIOLOGO