La situazione sembra essersi regolarizata ma i medici insistono

Gentile dottore, mio padre di 60 anni, circa un mese fa ha avuto una stenosi ad un vaso di una coronaria. E' stato sottoposto ad intervento di angioplasta con stent medicato. dopo 4 giorni e'stato dimesso dall'ospedale ma purtroppo dopo nemmeno tre ore dal rientro a casa ha subito un altro infarto a causa, al dire dei medici,della chiusura dello stent ed e' stato soppoposto ad un altro intervento di angioplasta quasta volta con uno stent metallico. Adesso la situazione sembra essersi regolarizata ma i medici insistono per un intervento di by pass. E'il caso di farlo oppure continuare con una cura farmacologica?
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Dr. Francesco Arabia Cardiologo, Medico dello sport, Cardiologo interventista 25 1
Gentile utente
i dati per poterle dare una risposta soddisfacente sono veramente pochi. Quello che le posso dire è che da quanto riferisce, pare si tratti di una malattia di un solo vaso, di conseguenza dato per scontato che il vaso è di una certa importanza con conseguente ridotta riserva coronarica è corretta la procedura di rivascolarizzazione con stent medicato. Purtroppo lo stent medicato, anche se impiantato da operatori esperti con procedura tecnicamente perfetta, in una piccola percentuale dei casi può rioccludersi a breve termine. Naturalmente la percentuale di riocclusione aumenta se il paziente presenta più fattori di rischio, se vi sono inconvenienti procedurali etc. Per tali motivi, accennavo al fatto che la rivascolarizzazione va fatta quando indicata e non solamente perchè vi è un vaso parzialmente chiuso. Premesso ciò suo padre è tra quelli che invece che di giovarsi , ha avuto un reinfarto iatrogeno. Per quanto riguarda la rivascolarizzazione chirurgica, normalmente interviene, dove non arriva l'emodinamica. Ha più possibilità di successo della PTCA, specialmente con le nuove tecniche di utilizzo della mammaria interna ed è più duraturo dello stent. Normalmente non è indicata su un solo vaso tranne nel caso in cui questo non sia aggredibile emodinamicamente. Nel caso specifico non vi sono elementi sufficienti per capire quello che è successo e se vi sono gli estremi per indicare l'esecuzione di BPAC. Considerata la giovane età di suo padre Le consiglio di farsi dare il dischetto con le procedure e consultare il suo cardiolgo di fiducia insieme cardiochirurgo i quali sicuramente decideranno per il meglio.

Dr. Francesco Arabia
Cardiologo

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dopo
Utente
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gentile dottore,
volevo precisare che mio padre ha il sangue nn fluido e 10 anni fa ebbe lo stesso probblema ad una vena della gamba destra curata con medicinali che fluidificavano il sangue. Non presenta altre patologie ( soffre si asma cronica )i medici del cardarelli di Napoli ci dicono che si deve fare questo intervento di by pass ma nn ci danno spiegazioni piu soddisfacenti ma io mi chiedo? se il probblema e' il sangue che nn e' fluido e che forma dei grumi, non sarebbe piu' opportuno curare questo tipo dii probblema? Pe questo tipo di patologia non potrebbe, un giorno, otturarsi anche il by pass?
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Dr. Guglielmo Mario Actis Dato Chirurgo toracico, Cardiologo, Cardiochirurgo 553 19 5
Le sue preoccupazioni sono giustificate...
Se suo padre soffre di una forma d trombofilia (predisposizione a formare dei coaguli) potrebbe essere indicato indagare sulla eventuale presenza di una tale patologia mediante una consulenza ematologica. Circa la necessita' ad eseguire un bypass questo come bene spiegato dal collega Dr Arabia, deve essere valutato in base alla attenta valutazione degli esami eseguiti che puo' essere fatta solo di persona.

cordialmnte

GM Actis Dato
Cardiochirurgo
Ospedale Mauriziano
Umberto I di Torino

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottore, scusi la mia insistenza ma avevo un altra domanda da sottoporle.
Mio padre fu dimesso dall'ospedale dopo 3 giorni dall'intervento di angioplasta riprendendo i suoi ritmi e i suoi impegni di sempre. Mi chiedo non puo' essere che la degenza in ospedale e' stata troppo breve e che il riprendere subito la sua vita frenetica di sempre abbia potuto provocare la chiusura dello stent?
I medici dicono che queste cose succedono una volta su mille ma io ho sentito di parecchie persone a cui e' successo questo increscioso inconveniente. I dottori dicono inoltre che se e' successo una volta risuccedera' sicuramente di nuovo! ma e' possibile questo? Dopo un esame di cardio stress farmacologico e' emerso che la chiusura del vaso della coronaria e la chiusura dello stent hanno provocato un danno alla parte bassa del cuore del 20 30 /100
Mi scuso per la mia insistenza,grazie !
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Dr. Guglielmo Mario Actis Dato Chirurgo toracico, Cardiologo, Cardiochirurgo 553 19 5
nessuno di noi ha la sfera di cristallo per potere sapere se, quando e a chi succedera' qualche cosa.....
purtroppo suo padre ha avuto la chiusura di uno stent che in realta' e' una evenienza non infrequente (almeno il 10-20% a distanza di 6 mesi) e quindi deve a questo punto essere rivalutato per un eventuale bypass.
il consiglio che le ripeto e' di fare vedere suo padre personalmente da un cardiochirurgo di sua fiducia per prendere le decisioni migliori al riguardo, anche in relazione alla giovane eta'

cordialmente
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