Un mare di dubbi e di dolore

Egr. dott.ri,
ho 30 anni. Scrivo per l'enormità dei dubbi che mi assalgono e per la grande mancanza di felicità da cui sono afflitto,dopo aver lasciato la mia compagna,con cui convivevo da 3 anni e ci stavo insieme da 8. Non è mai stato il rapporto perfetto,abbiamo entrambi dovuto affinare non di poco i nostri caratteri per restare insieme tutto questo tempo. La cosa certa però è che ci siamo amati moltissimo, che facevamo progetti di vita insieme, ormai già da tanto. Dopo aver scelto la casa da comprare insieme, cominciato a mettere "nero su bianco" il nostro futuro tutto è cominciato a starmi stretto: la nostra vita insieme,il nostro futuro. Facevo fatica ad accettare i suoi difetti, quali la testardaggine e la gelosia. Nello stesso tempo conosco un'altra donna, alla quale comincio a pensare praticamente sempre, pur non intrecciando alcuna relazione, se non di amicizia. Vedevo in lei tutto ciò che la mia compagna non aveva: capacità di comprensione e di dialogo, dolcezza. Tutti questi cambiamenti mi portano, subito prima dell'acquisto definitivo della nostra casa, a rompere la relazione. Le spiego dei problemi dal mio punto di vista della nostra coppia e le dico che non so se la amo ancora. Lei, ovviamente, si dispera, io cerco di accompagnarla nel dolore, di consolarla. Ma per le prime settimane non ho rimpianti. Intreccio nel frattempo una relazione con la donna che avevo conosciuto poco prima della rottura; lei, come pensavo, si rivela il mio tipo di donna: comprensiva, dolce, intelligente. Ma dopo un mese dalla fine della relazione, inizio a sentirmi profondamente in colpa,a non vivere bene la nuova storia, essendo assalito da una profonda infelicità. Quasi fatico a ricordare tutto ciò che c'era di negativo nella storia precedente, che all’epoca mi rendeva la vita difficilissima, mi vengono in mente solo i bei ricordi, lei mi manca. Sento di aver rovinato la vita a una persona che volevo proteggere da tutto, e l'ho fatto, per anni…fino a quando non l’ho abbandonata.
Insomma, sono passati quattro mesi, sto ancora con quest'altra donna, che amo, ma non riesco a dimenticare la mia compagna "storica" che io stesso ho lasciato.
Mi chiedo: ho fatto bene se tutto ciò mi ha portato una tale infelicità?
E' senso di colpa? Come posso superare questo estremo malessere se non distraendomi,come già faccio ormai da mesi? E inoltre, mi pesa che di tutto il dolore che provo, la mia ex compagna non ne sappia nulla,in quanto io, per non darle speranze e farla soffrire di più, non ho mai riaperto alcuna porta,anzi, quando l'ho sentita recentemente, l'ho trattata con freddezza, se pur con la morte nel cuore...Insomma, dopo tante riflessioni, credo che la donna con cui sto ora sia effettivamente molto più "adatta" a me, che con lei viva meglio la quotidianità...se la felicità per l'aver trovato la donna con cui voglio stare tutta la vita viene oscurata dalla tristezza per aver spezzato i sogni di una persona persona a cui tenevo tanto,ne è valsa la pena?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente, potrebbe trattarsi (anche) di senso di colpa, ma se questo suo vissuto è isolato, nel senso che non è una cosa che le succede abitualmente, potrebbe essere che oltre alla colpa lei senta, da qualche parte dentro di sé, che questa persona aveva qualcosa che per lei era davvero importante. Anche se magari la sua nuova compagna le sembra "più adatta" a lei.

Approfitto per confermarle che si può essere distrutti dal dolore non solo quando si è lasciati, ma anche quando si lascia. Non è una cosa particolarmente accettata o risaputa, ma mi sembra che sia ciò che sta succedendo a lei.

D'altra parte è anche vero che le storie finiscono, a volte, e non è colpa di nessuno. Quindi forse deve riconsiderare la sua situazione sotto questa luce.

Lei chiede se ne è valsa la pena. Questa è una domanda importante, alla quale non credo sarebbe opportuno risponderle in questa sede, senza avere i necessari elementi a disposizione. Le suggerisco invece di rivolgersi a uno psicologo/psicoterapeuta per un colloquio, vedrà che riuscirà a trovare le risposte che cerca.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio molto per la risposta.
In realtà io ricordo bene di averci pensato tanto prima di mettere fine alla relazione, ne ero sicuro, e nonostante tutte le questioni che erano in ballo (la casa, la convivenza, le delusioni dei familiari di entrambi ad esempio) ho preso quella decisione. Forse in parte dipendevo, a livello affettivo, da quella persona, seppur con tutti i suoi difetti. Forse, essendomi ripromesso di proteggerla sempre, fisicamente e moralmente, il mio comportamento mi ha deluso e non riesco ad accettarlo. Così come non riesco ad accettare di averla accompagnata alle soglie del matrimonio, per poi abbandonarla, distrutta, e lasciarla al suo destino.
Per questo mi dico: l'ho lasciata per trovare la felicità e invece ho trovato solo malessere per me, maggiore di quello che provavo stando con lei, e per lei.
Cordiali saluti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
È possibile che si sia trattato come del rompere, insieme al legame, una sua condizione di dipendenza. A volte rompere un legame affettivo è necessario per crescere, così come quando ci si stacca dai propri genitori. Doloroso, ma necessario.

Come le dicevo si può soffrire più a lasciare che ad essere lasciati. E credo che questo lei lo sappia molto bene.

Se non riesce da solo a risolvere il suo dolore tenga sempre presente l'opportunità di lasciarsi aiutare.

Cordiali saluti